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sabato 27 febbraio 2016

Da: http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/articoli/2006/01_Gennaio/31/fegato_embrione_zebrafish.shtml
Milano: L’embrione, almeno in certi momenti ben precisi del suo sviluppo, produce una serie di proteine che sembrano in grado di bloccare le cellule staminali “cattive” responsabili di alcune forme di tumore, spingendole a differenziarsi in una forma non pericolosa. La scoperta, che apre le porte a un innovativo approccio terapeutico, arriva dopo oltre vent’anni di ricerche eseguite da Pier Mario Biava, un medico del lavoro (è primario all’ospedale di Sesto San Giovanni, vicino a Milano) prestato all’oncologia. Biava e altri colleghi, fra cui Luigi Frati, preside della facoltà di medicina all’università La Sapienza di Roma, hanno sperimentato su 179 malati di carcinoma al fegato in fase avanzata una miscela di queste proteine a basso peso molecolare, estratte dall’embrione dello Zebrafish (un pesce tropicale). I pazienti, per i quali non era più possibile effettuare altre terapie, sono stati suddivisi in due gruppi: al primo sono stati somministrati gli estratti embrionali, mentre il secondo gruppo ha ricevuto una terapia conservativa. Dopo quattro anni, l’analisi dei dati ha mostrato che la terapia con i fattori embrionali era stata in grado di migliorare sensibilmente la sopravvivenza, di indurre una risposta o una regressione della malattia in un paziente su cinque e un arresto della progressione nel 16 per cento dei casi trattati. La spiegazione di questi risultati positivi va cercata, secondo Biava, nella capacità che le proteine estratte dall’embrione (in termine tecnico, i fattori di differenziazione) hanno di spingere le cellule staminali del tumore a “prendere una strada” diversa, riducendo, o perdendo del tutto, la loro pericolosità. I risultati della ricerca sono stati appena pubblicati sulla rivista Oncology Research.
Biava ha cominciato i suoi studi, come medico del lavoro, esaminando gli effetti delle sostanze cancerogene sui feti di animali da laboratorio. «Mi ero accorto – racconta – che, in un animale gravido, molte sostanze dannose causavano un tumore nel feto solo se somministrate dopo che i suoi organi si erano formati (cioè dopo la cosiddetta “organogenesi”), ma non prima. Sembrava insomma che ci fosse qualcosa nel feto che, pur non potendo impedire lo sviluppo di altre malformazioni, riusciva a bloccare l’insorgenza del cancro». Biava e la sua équipe hanno “setacciato” per anni le sostanze presenti nell’embrione dello Zebrafish e di altri animali, selezionando una serie sempre più precisa di proteine che apparivano in grado di possedere un effetto anticancro. «Siamo poi andati a verificare – aggiunge Biava – se questa particolare miscela di proteine potesse agire anche sulle cellule umane, e abbiamo avuto una sorpresa positiva: l’estratto di embrione di Zebrafish funzionava su almeno otto tipi di tumori umani diversi, e ogni volta, a seconda delle caratteristiche della neoplasia, con meccanismi differenti». Tutto questo, secondo Biava, va letto alla luce delle teorie sulla complessità: ad una malattia complessa occorre rispondere con una terapia complessa. «Qualcosa di simile – spiega Biava – accade con le vitamine: se noi analizziamo l’efficacia di un’arancia, troviamo una serie di effetti che la vitamina C, da sola, non è in grado di riprodurre. Ciò è dovuto al fatto che l’arancia contiene anche una serie di sali e di altre componenti attive uniche, che nessun estratto puro può sostituire. Anche nel caso dei fattori di differenziazione cellulare, siamo in presenza di una miscela di elementi (tra i quali, probabilmente, anche piccoli frammenti di materiale genetico con funzione regolatoria, i cosiddetti micro RNA) che sono in grado di intervenire su certi enzimi, sulla codifica di alcune proteine, sulla loro trasformazione dopo che sono state sintetizzate, sugli oncogeni, sulla morte cellulare e così via, a seconda delle caratteristiche del tumore e dello stadio della malattia. E’ per questo che funziona in casi molto diversi, ed è per questo che non ha senso pensare di isolare un singolo principio attivo, come si fa di solito nella farmacologia tradizionale». Tra l’altro, aggiunge Biava, la conservazione di questi fattori durante l’evoluzione permette di estrarli dai pesci o comunque da animali ovipari, che si riproducono cioè tramite la deposizione di uova e che perciò devono «fornire» al feto tutte le difese che gli sono necessarie. Nei mammiferi, invece, gli stessi fattori protettivi sono probabilmente ripartiti tra feto e utero materno, come dimostra il fatto che gli estratti di mammifero risultano molto meno efficaci.
Lo studio clinico appena pubblicato rappresenta il primo passaggio di un lavoro che comunque sarà ancora lungo. «Ora – anticipa Biava – dobbiamo verificare l’efficacia dell’estratto in persone malate di altre forme tumorali, come il glioblastoma, che sembra rispondere bene, ma soprattutto dobbiamo cercare di capire perché non in tutti i malati si hanno effetti positivi. Probabilmente questo dipende da una serie di caratteristiche della malattia, che varia da persona a persona, e del preparato, che potrebbe essere specifico per un tumore ma meno attivo in un altro. Dovremo decodificare meglio i fattori di differenziazione cellulare, contenuti nell’embrione dello Zebrafish, per comprendere con sempre maggiore precisione l’intero meccanismo biologico e poter quindi avere uno strumento più potente con il quale affrontare le diverse forme tumorali».

mercoledì 24 febbraio 2016

Sclerosi multipla e alimentazione: cosa emerge dalla ricerca scientifica

Sclerosi multipla e alimentazione: cosa emerge dalla ricerca scientifica

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22/02/2016
Il Prof. Paolo Riccio studia da oltre 10 anni l'impatto dell'alimentazione sulla SM. Lo abbiamo intervistato per chiedergli quali indicazioni emergono dagli studi più recenti. Sull'ultimo numero di SM Italia

Paolo Riccio
Paolo Riccio, già professore ordinario di Biochimica Generale all’Università della Basilicata a Potenza e docente di Neurochimica all’Università di Bari, si occupa da oltre dieci anni di alimentazione e sclerosi multipla con studi finanziati da AISM con la sua Fondazione. Come ricorda lui stesso «iniziai a occuparmi della correlazione tra sclerosi multipla e alimentazione quasi per caso, quando scoprii che una proteina del globulo di grasso del latte di mucca, la burofilina (BNT), è molto simile a un antigene mielinico che si chiama MOG (Myelin Oligodendrocite Glycoprotein)». Oggi Riccio ha terminato il suo insegnamento all’Università, ma continua a fare ricerca in questo ambito promettente e ancora poco esplorato. A breve verrà pubblicato un suo studio clinico, «Anti-inflammatory nutritional intervention in patients with relapsing-remitting and primary-progressive multiple sclerosis: A pilot study», sugli effetti di una dieta “anti-infiammatoria” e integratori alimentari nella SM, sia nella forma a ricadute e remissioni (trattata con interferone-beta) sia nella forma primaria-progressiva (senza terapia). Lo abbiamo intervistato per chiedergli quali indicazioni pratiche stanno emergendo dalla ricerca di cui si occupa.

Professore, se ho la sclerosi multipla posso mangiare una grigliata di carne, una frittura di pesce o una fetta di torta?
«Certo, il primo segreto per nutrirsi e stare bene è sempre quello di favorire la voglia di vivere e contrastare la depressione: anche la persona con SM ha diritto al benessere e, per questo, deve soddisfare se stessa e godere delle piccole gioie, anche quelle legate ai cibi. Quelli che ha citato sono alimenti da assumere con parsimonia, perché possono favorire l’infiammazione, ma certo non sono tossici. Se una persona con SM vuole gustarsi una bella bistecca, conviene che non lo faccia troppo di frequente e che in quel pasto non aggiunga altro, a parte un buon contorno di insalata mista e verdure cotte. Lo stesso principio vale per una frittura o una fetta di torta: se le porzioni sono abbondanti è meglio che siano al di fuori di un pasto completo. Un pasto dall’antipasto al dolce, ricco di grassi animali e di zuccheri, porta all’infiammazione post-prandiale e questo non va bene, dal momento che la SM è una malattia infiammatoria. Una dieta corretta nella SM, non deve favorire l’infiammazione ma la deve contrastare».


Frutta e verdura, per esempio, contrastano lo stato infiammatorio? Vanno sempre bene?
«Frutta e verdura sono componenti essenziali di quella che io chiamo dieta anti-infiammatoria. Per loro non ci sono limiti e problemi. A causa della possibile presenza di fitofarmaci le verdure e la frutta vanno però lavate bene.


Gli alimenti più ricchi di vitamina D possono essere importanti? «La vitamina D rappresenta un discorso a parte rispetto alla dieta. Alcuni alimenti come il pesce grasso, tipo il salmone, sono molto ricchi di vitamina D, ma possono non bastare per avere livelli adeguati della vitamina. Allo stesso modo può non bastare stare al sole. Nella SM i livelli di vitamina D possono essere e restare bassi, nonostante la dieta. Il dosaggio della vitamina D può essere effettuato in qualsiasi laboratorio di analisi e si può quindi sapere facilmente se si è in uno stato di deficienza o di insufficienza di vitamina D».

A cosa serve la vitamina D?
«Più che una vitamina è un ormone che serve a renderci più forti e a farci stare in salute. Per capire questo concetto, basti pensare alla sua ben nota funzione contro l’osteoporosi, per rendere più compatte le nostre ossa. Bassi livelli di vitamina D determinano una sorta di indebolimento dell’organismo nella risposta all’infiammazione. Per quello che ci interessa qui, la vitamina D ha una potente azione anti-infiammatoria, ma questa si esplica meglio al di sopra della soglia di 75 nmol/L e in presenza di vitamina A (aspetti che attualmente sono trascurati). Per questi motivi, a mio avviso, è preferibile che la vitamina D venga fornita come integratore alimentare, anche in alte dosi, fino a che non si arrivi ai livelli ottimali».


Cosa c’entra la flora batterica nella SM?
«La microflora batterica (o microbiota) intestinale è determinata da un complesso di microrganismi, la cui composizione è originale e unica per ciascuno di noi. Tra questi microrganismi ci sono, diciamo, batteri ‘buoni’ e batteri ‘cattivi’. Quelli buoni hanno un’azione sinergica, ci aiutano nel nostro metabolismo e contrastano l’infiammazione; mentre i batteri cattivi possono portare all’infiammazione della mucosa intestinale e all’aumento della permeabilità intestinale, che poi si può tradurre in un’infiammazione sistemica. Attraverso la dieta possiamo variare la composizione della nostra microflora batterica, letteralmente dando da ‘mangiare’ ai batteri buoni, che si nutrono delle fibre alimentari, per noi indigeribili; o ai batteri ‘tossici’ che sanno smaltire i prodotti derivanti da un’alimentazione ipercalorica ricca di grassi animali, carni rosse, fritture, sale e bevande zuccherate, ma che portano alla riduzione della biodiversità microbica intestinale, all’infiammazione intestinale e sistemica e alle malattie infiammatorie croniche».


In generale, che dieta è consigliabile secondo le ricerche condotte da lei o da altri esperti?
«I miei consigli per la dieta sono semplificabili dicendo che bisogna abituarsi a mangiare poco e spesso, variando il più possibile la dieta. È dimostrato che la restrizione calorica fa bene: contrasta l’infiammazione e consente di vivere più a lungo. Gli alimenti da preferire sono la verdura, la frutta, e il pesce e affini. È bene assumere spesso prebiotici e probiotici, cioè fibre e yogurt magro. Consiglio mezze porzioni di pasta, meglio se integrale, da alternare con le patate o con cereali senza glutine (ad esempio il riso), senza condimenti elaborati ma con pomodoro fresco o con varie verdure o legumi. Limitare latticini, formaggi grassi, uova. Evitare i grassi animali come burro e lardo e limitare l’uso di olio di semi di girasole e olio di palma e preferire invece l’olio extravergine di oliva, possibilmente crudo. È opportuno bere acqua, tè, caffè ed evitare o limitare il sale, le bevande zuccherate e l’alcool».


Alla base di queste proposte ci sono i suoi studi sulle basi molecolari dell’alimentazione: in parole semplici di cosa si tratta?
«Il cibo non è solo calorie. Diversi componenti della dieta svolgono un’azione biologica sul metabolismo delle nostre cellule e sulla composizione della nostra microflora intestinale. L’azione sul metabolismo si esplica attraverso enzimi, recettori nucleari e fattori di trascrizione presenti nelle cellule, che sono in grado di segnalare a livello del nostro DNA cosa si deve fare, se per esempio si debba orientare il metabolismo della cellula verso la degradazione delle molecole alimentari o verso le biosintesi e l’infiammazione. Per quanto riguarda la microflora intestinale ho già detto. Ecco, oggi non ci si limita a dire: ‘mangia questo che è sano, questo fa bene, questo fa male’; siamo in grado di spiegare a livello cellulare e molecolare i meccanismi con cui alcuni fattori della dieta sono pro-infiammatori e altri antiinfiammatori».


Perché, dal punto di vista scientifico, insiste così tanto sul fatto che per una persona con SM sia consigliabile adottare un’alimentazione di tipo anti-infiammatorio?
«Questo aspetto è importante soprattutto nella SM primaria-progressiva per la quale non esistono a oggi terapie specifiche, ma che ha anch’essa una natura infiammatoria come la forma con ricadute e remissioni. La dieta e gli integratori alimentari con proprietà anti-infiammatorie, sia a livello del metabolismo che sulla microflora intestinale, sono a mio avviso un mezzo efficace per contrastare l’infiammazione tanto nella forma a ricadute e remissioni quanto, e soprattutto, nella SM primaria-progressiva».


Mi perdoni, professore, il cibo va nella pancia, l’infiammazione tipica della SM riguarda il sistema nervoso: che collegamento c’è?
«In caso di disbiosi e infiammazione intestinale si ha l’aumento delle cellule T infiammatorie, in particolare Th1 e Th17, e la riduzione delle cellule immunosoppressive, note come cellule T regolatorie (Treg). Il rapporto Treg/Th17 diminuisce. Queste alterazioni non sono legate solo a malattie infiammatorie croniche intestinali. Una barriera intestinale danneggiata è permeabile e permette a cellule e molecole pro-infiammatorie di diffondere e arrivare alla barriera ematoencefalica. Cellule T specifiche della SM possono danneggiare la barriera emato-encefalica e indurre processi neuroinfiammatori focali. Questi aspetti sono ovviamente molto interessanti e sono presi in considerazione da studi molto recenti condotti negli ultimi quattro anni. Per questo motivo il simposio australiano da me condotto ha previsto la partecipazione di studiosi come il Prof. Wekerle, che cercano di comprendere il ruolo del microbiota intestinale nella SM».


Più in concreto, la ricerca ha studiato se esista un’interazione tra la dieta, i suoi componenti nutritivi e la risposta delle persone con SM ai trattamenti farmacologici che vengono assunti per fermare l’attività infiammatoria della SM? «Attualmente non ci sono Linee Guida riconosciute che indichino come una certa dieta favorisca oppure ostacoli l’efficacia dei farmaci in generale e di quelli per la SM in particolare. Dunque un medico e un neurologo si possono domandare se consigliando di adottare una dieta antiinfiammatoria si possano poi avere ripercussioni sull’azione del farmaco prescritto per la SM. E, in effetti, nessuno attualmente sa rispondere nel dettaglio a questa domanda. E, allora, come ci orientiamo? A mio avviso, se si consiglia una dieta anti- infiammatoria e insieme si prescrive un farmaco immunomodulante o immunosoppressore non solo non si causano problemi ma, anzi, si rafforza l’azione del farmaco. Un intestino in ordine, in condizione di ‘eubiosi’ per una dieta corretta, in alcuni casi consente al farmaco di essere assorbito e quindi di agire meglio e più a lungo. Inoltre alcuni fattori della dieta, agendo su alcuni enzimi, possono prolungare l’azione del farmaco e, infine a causa della loro natura anti-infiammatoria possono certamente coadiuvare l’azione del farmaco, con meccanismi diversi, senza interferire. In conclusione favorire il benessere della persona con SM con una dieta anti-infiammatoria significa favorire fra l’altro l’effetto del farmaco e rendere più accettabile la terapia».

Testo di Giuseppe Gazzola

L'intervista al Prof. Riccio è stata pubblicata sul primo numero del bimestrale d'informazione di AISM, SM Italia del 2016.

martedì 23 febbraio 2016

La VITAMINA A PER I CALLI AI PIEDI

La VITAMINA A PER I CALLI AI PIEDI
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Particolarmente interessante è questa pagina che mi ha posto Alessandro Bellino sulle proprietà della Vit A, ve la ripropongo:
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Questo ve lo dico perché quando esercitavo come medico a Velo Veronese, nel 1980, mi è capitato di assistere una donna costretta a letto fin dalla nascita che aveva una sindrome particolare (di cui ora non ricordo il nome. Ricordo la grande tumefazione di tutte le articolazioni che praticamente si erano calcificate per cui non le era possibile nessun movimento, ricordo che visitandola ha notato la bassa statura (se avesse potuto alzarsi in piedi sarebbe stata alta 1,30-1,40 m, ma soprattutto quello che mi ha colpito era l’estrema callosità dei piedi; allora, mi chiedevo, visto che non cammina come fanno i piedi ad avere tanti calli?? Per me era un vero mistero. Invece, i calli dei piedi, e questo l’ho saputo dopo studiando agopuntura, sono espressione di malattie d’organo. Nella pagina straordinaria che ci ha posto Bellino, stà scritto come con la somministrazione di Vit A i calli dei piedi letteralmente si staccano a blocchi, i granuli della desquamazione rimangono attaccati sulle lenzuola ed i granuli dei pori della pelle scompaiono. Pertanto, se ci affidiamo alla logica dell’agopuntura, questo significa che la Vit A cura le malattie d’organo. Ne abbiamo già parlato della Vit A come antitumorale ed abbiamo visto che in associazione alla Vit D abbia un azione anti- angiogenetica paragonabile al miglior anticorpo monoclonale, cioè in pratica queste due vitamine, se date a dosi alte impediscono al tumore di formare nuovi vasi e lo mandano in apoptosi. Mentre per la Vit D c’è minor timore di darla a dosi alte perché il suo assorbimento e la sua attivazione vengono regolate dal paratormone, c’è un maggior timore a somministrare il Retinolo Palmitato (Vit A) a dosi alte, perché è già la forma attiva che si introduce. I sintomi di sovradosaggio sono ben precisi, quali nausea e vomito ed ipertensione endocranica però sono dei sintomi che io non ho mai visto, neppure in mio figlio che a 5 anni ne aveva assunto 900 mila unità in un colpo solo. Allora consultando il libro delle vitamine della Roche leggo che nei casi di leggera Emeralopia, se ne devono somministrare 50.000 Ui al giorno per tre settimane, ma nei casi di Xeroftalamia e Cheratomalacia ne vanno somministrati 200.000 UI al giorno per diversi mesi. Dice testualmente 200.000 UI AL GIORNO PER DIVERSI MESI. Ma scusate la vitamina a non si accumula come tendono a farci credere??? Perché 200.000 UI al giorno per diversi mesi dovrebbe comportare diverse decine di milioni di unità una dose che dovrebbe causare chiari sintomi di intossicazione, NO, la Vit A, non si accumula, se non in casi particolarissimi (incapaci di metabolizzarla per mancanza di certi enzimi) ma viene metabolizzata abbastanza rapidamente, ed anche se si accumula nei grassi, una volta che va in circolo viene metabolizzata dai sistemi enzimatici preposti a metabolizzarla. Pertanto nessun rischio a prenderla, neppure a dosi alte, ma se accusate nausea e vomito, sospendete subito, significa che qualcosa nei vostri sistemi per metabolizzarla non funziona. Comunque la dose raccomandata è di 50.000 UI per alcune settimane, poi basta sospendere una settimana di pausa perché venga metabolizzata completamente. Abbiamo visto che agisce insieme alla Vit D sulle proteine G di membrana, quelle che regolano la comunicazione cellulare, oltre ad essere un potente anti infiammatorio, e per questo penso che Liborio con i suoi filmati vi abbia illustrato tutti i meccanismi.
Dr. Claudio Sauro

domenica 21 febbraio 2016

Argento colloidale ARGENTO COLLOIDALE: IL PIU’ POTENTE ANTIBIOTICO A LARGO SPETTRO

Argento colloidale
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ARGENTO COLLOIDALE: IL PIU’ POTENTE ANTIBIOTICO A LARGO SPETTRO
  • LA RISCOPERTA DELL’ARGENTO COLLOIDALE.
Prima dell'avvento degli antibiotici nel 1938 l'argento colloidale era considerato come uno dei fondamentali trattamenti per le infezioni. E' stato provato essere efficace contro più di 650 differenti malattie infettive, a confronto degli antibiotici chimici che FORSE lo sono contro una mezza dozzina.
  • GLI USI DELL' ARGENTO COLLOIDALE PRIMA DEL 1938.
La seguente è una lista parziale di alcuni usi documentati dell'uso dell'argento, particolarmente nella forma colloidale per il trattamento di varie malattie e agenti patogeni.
Acne, artrite, ustioni, avvelenamento del sangue, cancro, candida albicans, colera, congiuntivite, cistite, difterite, diabete, dissenteria, eczema, fibrosi, gastrite, herpes, herpes zoster (fuoco di S.Antonio), impetigine, infiammazione della cistifellea, infezioni da lieviti, infezioni oftalmiche, infezioni dell'orecchio, infezioni alla prostata, infezioni da streptococchi, influenza, problemi intestinali, lebbra, leucorrea, lupus, malaria, meningite, morbo di Lyme (borelliosi), pertosse, piede d'atleta, polmonite, pleurite, reumatismi, riniti, salmonellosi, scarlattina, seborrea, setticemia, tumori della pelle, verruche, sifilide, tubercolosi, tossiemia, tonsillite, tracoma, ulcere.
Il ritorno dell'argento in medicina risale ai primi anni '70. Il dott. Carl Moyer, presidente del Washington Department of Surgery, ricevette un contributo per sviluppare migliori trattamenti per le vittime di ustioni. Il dott. Margraf, biochimico, lavorò con il dott. Moyer e altri chirurghi per trovare un antisettico abbastanza forte ma anche sicuro da usare su ampie parti del corpo. Il risultato dei loro sforzi fu quello di trovare centinaia di nuovi utilizzi medici per l'argento. Quella colloidale è l'unica forma di argento che può essere usata con sicurezza come integratore. E' assorbito nei tessuti lentamente così da non causare irritazioni, diversamente dal nitrato di argento, che, data la sua azione tossica, reagisce violentemente con i tessuti del corpo. Le particelle colloidali si diffondono gradualmente attraverso il sangue fornendo un'azione terapeutica prolungata nel tempo. Molte forme di batteri, funghi e virus utilizzano un'enzima specifico per il loro metabolismo. L'argento agisce come catalizzatore disabilitando l'enzima. I microrganismi in questo modo soffocano. Per le forme di vita primitive come i microrganismi, l'argento è tossico come i più potenti disinfettanti chimici. Non c'è alcun organismo nocivo che possa vivere in presenza di anche minuscole tracce di semplice argento metallico. Secondo tests di laboratorio, batteri distruttivi, virus e funghi sono eliminati nel giro di pochi minuti di contatto. Il dott. Larry C. Ford del Department of Obstetric and Gynecology, UCLA School of Medicine, USA, in una lettera datata 1 novembre 1988 scrive che le soluzioni di argento hanno proprietà battericida e fungicida per la Candida Albicans e la Candida Globata. Il dott. E.M. Crooks ha dichiarato che l'argento colloidale elimina organismi patogeni in tre o quattro minuti di contatto. Infatti non c'è microbo conosciuto che non sia ucciso dall'argento colloidale in sei minuti o meno e senza produrre effetti secondari. L'argento colloidale è efficace contro parassiti, infezioni, influenza, e fermentazione. E' senza gusto, senza odore e non tossico. E' efficace ai pasti come aiuto alla digestione in quanto impedisce la fermentazione dei cibi nell'intestino. Non macchia la pelle, diversamente da alcuni preparati farmaceutici a base di argento che lo fanno in maniera notevole. Il dott. L. Keene (John Hopkins University) ha affermato che dal punto di vista terapeutico, solo i metalli colloidali presentano la necessaria omogeneità, le dimensioni delle particelle, la purezza e la stabilità per un grande risultato terapeutico. Uno degli indicatori critici della qualità dell'argento colloidale è il colore. Come le particelle aumentano di dimensione, il colore della sospensione diventa da giallo a marrone poi da rosso a grigio e quindi a nero. La forma ideale è quella con senza colore oppure un leggera tendenza al giallo. Il suo utilizzo fu interrotto a causa del costo di produzione che nei primi del '900 era molto alto. La disponibilità della penicillina e quindi dei moderni e più economici antibiotici ne causarono il temporaneo abbandono. Oggi, con i moderni processi di produzione, il costo è notevolmente sceso e quindi molte persone potranno permettersi questo meraviglioso prodotto. Jim Powel scrisse nella rivista Science Digest (marzo 1978) un articolo intitolato "Il nostro più potente germicida". " Grazie a illuminate ricerche, l'argento sta emergendo come una meraviglia della moderna medicina. Un antibiotico può eliminare FORSE una mezza dozzina di organismi nocivi, mentre l'argento ne uccide circa 650. Non si sviluppa resistenza. Inoltre l'argento e praticamente non tossico". Uno dei pionieri della ricerca sull'argento, il dott. Harry Magat di St. Louis (USA) ha dichiarato: " L'argento è il miglior germicida di ampio spettro che possediamo." Prima del 1938 l'argento colloidale era somministrato proprio come oggi lo sono le moderne medicine. Era iniettato sia per via endovena che intramuscolare, usato come gargarismo per malattie della gola, come lavaggi o irrigazioni, preso oralmente e applicato esternamente anche su tessuti sensibili e come gocce per gli occhi.
  • FORNITO DALLA NATURA.
L'argento si trova naturalmente nel terreno come minerale-traccia ed è uno degli elementi essenziali richiesti dalle piante, dagli animali e dall'uomo. Una volta lo ottenevamo naturalmente da terreni organici per mezzo della frutta, delle verdure, noci, grano e legumi. Oggi, la maggior parte delle piante cresce su terreni impoveriti e fertilizzati chimicamente, molti dei minerali importanti come ferro, zinco, rame, magnesio e cromo e minerali-traccia come l'argento non sono più disponibili per la nostra alimentazione. Il dott. Gary Smith, un ricercatore, ha indicato che l'argento può essere collegato con l'appropriato funzionamento delle naturali difese del corpo e che le persone con un insufficiente apporto di argento nella dieta possono essere predisposte alle malattie. 
Tests medici non hanno trovato effetti collaterali dall'uso di argento colloidale prodotto in modo appropriato e non si sono registrate interazioni o interferenze con altri medicinali. Studi di laboratorio hanno stabilito che il vero argento colloidale ha un effetto trascurabile sulla flora batterica, mentre è fortemente efficace contro le infezioni e per eliminare vari microbi, virus, funghi, ecc.
  • USATO DALLA NASA.
L'ente aerospaziale americano, NASA, ha ricercato 23 differenti metodi per purificare l'acqua e ha scelto un sistema a base di argento per i suoi space shuttle. Non solo la NASA, ma più di metà delle compagnie aeree mondiali usano filtri all'argento per l'acqua al fine di proteggere i passeggeri da malattie e da dissenteria. Anche i Russi nelle loro stazioni spaziali utilizzano filtri di argento negli impianti idrici. L'argento colloidale è insapore, inodore e non brucia su parti sensibili. 
Può essere preso per via orale, messo su una garza o cerotto e applicato direttamente su tagli, graffi, ferite aperte, ustioni, porri e verruche o usato su acne, eczema e irritazioni della pelle. 
Si possono fare gargarismi, mettere gocce negli occhi, per irrigazioni vaginali, anali, atomizzato o inalato dal naso o attraverso i polmoni.
  • LE ESPERIENZE DI ALCUNI MEDICI.
Il dottor Robert O. Becker, dalle sue ricerche e sperimentazioni sull'uso dell'argento in medicina, ha dedotto che la deficienza di argento nell'organismo è responsabile dell'improprio funzionamento del sistema immunitario e che l'argento è di beneficio non solo per combattere i microrganismi patogeni. Infatti può anche essere di aiuto nella maggiore stimolazione della ricrescita di tessuti danneggiati, per persone ustionate e persino i pazienti più anziani hanno notato un più rapido ristabilimento. Qualsiasi varietà di germi patogeni resistenti agli antibiotici sono eliminati dall'argento. Il dott. Bjorn Nordstrom, del Karolinska Institute, Svezia, ha utilizzato per molti anni l'argento quale trattamento per il cancro. Ha raccontato di aver guarito pazienti che erano stati abbandonati da altri medici perché considerati ormai incurabili. Il dott. Gary Smith, un medico ricercatore, sostiene che l'argento possa essere collegato al corretto funzionamento delle difese immunitarie del corpo.
SICURO ED EFFICACE, TUTTI I BATTERI, FUNGHI E VIRUS DANNOSI SONO DISTRUTTI ENTRO 6 MINUTI DI CONTATTO CON L'ARGENTO E NESSUN ORGANISMO PATOGENO PUÓ SOPRAVVIVERE IN PRESENZA ANCHE DI MINUSCOLE TRACCE DI ARGENTO.
Prima del 1938 l'argento colloidale era considerato uno dei fondamenti del trattamento antibiotico. Quando furono scoperti gli antibiotici l'uso dell'argento fu abbandonato
  • LE PIÚ IMPORTANTI QUALITÁ.
L'argento è efficace contro 650 fra germi, funghi e virus patogeni. Aiuta a ridurre le infiammazioni e favorisce la stimolazione della ricrescita dei tessuti danneggiati.È un rimedio per le infezioni 
Favorisce un rapido risanamento. 
Aiuta a rinforzare le naturali difese del corpo (quando preso giornalmente). 
Non si conoscono effetti collaterali o tossicità. 
Può essere preso sia internamente che per uso esterno. 
Ricavato dall' elemento minerale purissimo: l'argento (non contiene sostanze chimiche).
  • CARATTERISTICHE DINAMICHE.
Uno dei migliori e più sicuri antibatterici generali conosciuti. 
Sicuro nell'utilizzo, anche su bambini. 
Non si sono registrate incompatibilità dell'uso con altri farmaci.
Senza odore né sapore, sicuro anche per l'uso negli occhi e orecchie.
L'organismo non sviluppa dipendenza o intolleranza.
  • UNICO AVVERTIMENTO:
Donne in gravidanza o persone allergiche ai minerali-traccia dovrebbero consultare un medico prima di assumere il prodotto.
  • USO SUGGERITO:
Per un miglior utilizzo, tenere 20 gocce sotto la lingua per circa un minuto, poi deglutire e quindi bere un bicchiere di acqua o succo di frutta. Ripetere anche 3 volte al giorno se necessario. Non si conoscono reazioni secondarie a somministrazioni notevolmente superiori a quelle consigliate (anche 100ml/giorno) . L'acqua può essere purificata aggiungendo mezzo cucchiaio da cucina ogni 3,5 litri, agitare bene e attendere 6 minuti prima di bere.Tratto dahttp://www.naturmedica.com/argentocolloidale/intro.html 

sabato 20 febbraio 2016



Zeffirelli: la mia storia vera. Eccomi, son figlio di NN

 09 agosto 2002

Sua madre aveva già tre figli, era sposata e contro il parere di tutti non volle abortire. Ma non potè riconoscerlo. Oggi svela questo particolare. (di Franco Zeffirelli)

di Franco Zeffirelli La mia vita è un premio; una madre che genera una vita è una donna premiata qualunque sia la sua situazione, qualunque siano i conti da pagare, qualunque siano i suoi problemi emozionali: ha il marito, non ha il marito, ha quello che la ricatta, quello che l?ha abbandonata. Il privilegio di portare la vita è un privilegio che gli uomini non hanno: noi siamo inferiori alle donne per questo. Il miracolo di sentir germogliare nel proprio ventre una nuova vita, il vederla sbocciare e vederla venir su rende voi donne più forti. Anche se alla fine i figli vi deludono, gli anni della creazione della vita nessuno ve li toglierà mai e in qualunque momento della vostra esistenza, quando la pena del mondo, l?abbandono degli affetti vi cadrà sulle spalle, ripercorrerete certamente col pensiero, col cuore quei meravigliosi mesi in cui avete creato una vita. Che poi quello sia divenuto un assassino, un papa? non importa. Ed è strano che sia io a dire queste cose, io che non sono né padre né madre né niente? sono solo figlio. Di più, sono un aborto mancato. Avrei dovuto essere abortito perché nascevo da due persone che erano entrambe sposate: lui aveva una famiglia bella e pronta, lei aveva tre figli ed erano tutti e due al tramonto dell?età delle frizzole. E invece si innamorarono pazzamente e mia madre rimase incinta. Tutti naturalmente le consigliarono di abortire. Il marito era moribondo, quindi non c?era neppure la possibilità di nascondere la gravidanza illegittima. Mio padre da buon galletto andava dicendo in giro che questo figlio era suo, però non faceva niente. Ma la gravidanza andò ugualmente avanti. La mia nonna stessa me lo confessò e mi chiese scusa; disse «Io ero la prima feroce nemica di questa gravidanza». E io invece nacqui contro il parere di tutti, perché mia madre ripugnava il pensiero di uccidermi: «Morirei di rimorso, nel pensiero di aver avuto tre figli e di aver distrutto un?altra vita». Molti dei miei avversari invece dicono: «Magari ti avesse fatto fuori». È l?odio delle persone? mentre io vorrei conoscere solo l?amore, perché sono stato amato nel ventre di mia madre, ho assorbito tanto di quell?amore, l?ho sentito, mi è entrato addosso. Mia madre l?ho persa che avevo sette anni, però sono rimasto impregnato del suo amore. Quando qualcuno ti ha amato veramente tanto e tu l?hai amato, questo amore, questa fiammella, questa fiaccola non si spegne mai, ti è sempre accanto. Siamo fatti di spirito, chi ci crede; io ci credo profondamente perché la vita mi ha dato continue verifiche di non essere un ammasso di cellule ma di essere un corpo che alloggia temporaneamente uno spirito che è la frazione del grande Creatore, di Dio a cui torneremo. Questa è la mia concezione: non me la sgangherate perché sto benissimo così, dormo sonni tranquilli, sono arrivato a settant?anni e voglio arrivare tranquillo al mio ultimo passo. Forse interessa un piccolo episodietto della mia vita. Calza a pennello proprio in seguito alla mia storia. Quella di un bastardino. Infatti, io non avevo il nome né di mia madre né di mio padre. Mia madre inventò questo nome Zeffirelli perché, secondo un?antica tradizione dell?ospedale degli Innocenti di Firenze che si tramanda dai tempi di Lorenzo il Magnifico, ogni giorno della settimana corrispondeva ad una lettera. Il giorno che nacqui io toccava alla Z e mia madre, che oltre ad essere una grande sarta era musicista, pianista, un?appassionata di Mozart, con tanto di farfalle e zeffiretti, quando le proposero la Z come iniziale, all?impiegato comunale disse, appunto Franco Zeffiretti. Quello non capì bene e, invece delle doppie ?t?, mise le doppie ?l?: Franco Zeffirelli. Sono sicuro di essere l?unico con questo nome al mondo, però più tardi, divenuto grandicello, ero soltanto figlio di NN. A scuola tutti sapevano che il mio babbo si chiamava NN e mia mamma si chiamava NN. Quindi era tutto uno sfottò, anche se innocente perché veniva da bambini che non sanno. Un giorno ci fu una rissa nel convento di San Marco dove io frequentavo l?Azione Cattolica e dove viveva una persona molto importante, molto curiosa, che ogni tanto arrivava con i suoi libri e i suoi occhialoni. Era Giorgio La Pira. Lui insegnava storia del diritto romano e viveva lì come un frate laico, ma stava molto con noi, ci guardava e ogni tanto interveniva dicendo: «La Madonna. Quando avete un problema c?è sempre la Madonna, la Madonna! Salva tutto la Madonna». Quel giorno ci vide picchiarci e chiese che stava succedendo: «Ha detto che mia mamma è una puttana», gli risposi. Lui disse al ragazzo con cui mi stavo picchiando: «Tu vai a casa, che se comincio a parlare io della tua mamma ne vengono fuori delle belle!. Poi mi prese, tutto scosso e incavolato, mi tirò su per quel bellissimo scalone che certamente conoscete, che va dal chiostro al primo ordine del convento, e in cima al quale c?è L?annunciata di frate Angelico. Mi portò su di corsa proprio davanti a questo dipinto. «Lo sai cosa è questo?» mi chiese. «L?Annunciazione» risposi. «E sai cos?è l?Annunciazione?» «E beh, è venuto un angelo davanti alla Madonna e le ha detto che sarà madre di Gesù?» «Sì va ben?ma come?» «E la madre di Gesù?» feci io sempre più confuso. «Come sarebbe diventata la madre di Gesù?» A quel punto io mi impappinai definitivamente, perché sapevo come nascevano i figlioli? ma non volevo attribuirlo a Dio. Allora mi aiutò lui: «Perché lo Spirito divino è disceso nella carne, nel ventre di questa donna e si è incarnato. Hai capito? Quindi non vergognarti mai. La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, tu la devi pensare sempre come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua madre». E questa cosa da allora mi è rimasta addosso. È lo splendor veritatis, per riprendere le parole di Giovanni Paolo II. Da quel giorno il problema di mia madre, della sua moralità, del suo atteggiamento e amore verso di me non l?ho più avuto.

venerdì 19 febbraio 2016

Il “Biglietto Speech” di John Henry Newman Pensieri di Newman -



Il “Biglietto Speech” di John Henry Newman
Pensieri di Newman - 13 maggio 2009


in occasione dell’elevazione alla dignità cardinalizia

il 12 Maggio 1879

La mattina di lunedì 12 maggio (1879), il Padre Newman si recò al Palazzo della Pigna, residenza del Card. Howard, che gli aveva messo a disposizione il suo appartamento per ricevere il messo del Vaticano, latore del Biglietto con il quale il Cardinale Segretario di Stato lo informava che, nel Concistoro segreto da poco concluso, Sua Santità Leone XIII si era degnato di elevarlo al rango di Cardinale. Alle undici la sala era affollata di cattolici inglesi e americani, ecclesiastici e laici, come anche di molta nobiltà romana e dignitari della Chiesa, riuniti per l’occasione. Poco dopo mezzogiorno fu annunciato l’arrivo del messo della Concistoriale. Questi consegnò il Biglietto al Padre Newman, che, tolto il sigillo, lo diede a S.E. Mons. Clifford, Vescovo di Clifton, per la lettura ai presenti. Il messo informava quindi il nuovo Cardinale che Sua Santità lo avrebbe ricevuto il mattino seguente in Vaticano alle dieci, per il conferimento della Berretta, aggiungendo i consueti complimenti, ai quali egli rispose con quello che è passato alla storia come il “Biglietto Speech”.
La ringrazio, Monsignore, per la participazione dell’alto onore che il Santo Padre si è degnato di conferire sulla mia umile persona (parole pronunciate da Newman in italiano) e se Le chiedo il permesso di continuare il mio discorso non nella Sua lingua così musicale, ma nella mia cara lingua materna, è perché in questa posso esprimere meglio ciò che sento all’annuncio che Lei mi ha comunicato.
Vorrei anzitutto esprimere lo stupore e la profonda gratitudine che ho provato e che ancora provo per la magnanimità e l’amore del Santo Padre per avermi prescelto ad un onore così immenso. È stata davvero una grande sorpresa. Non mi era mai passato per la mente di esserne degno e mi è sembrato così in contrasto con le vicende della mia vita. Ho dovuto passare attraverso molte prove, ma avvicinandomi ormai alla fine di tutto, mi sentivo in pace. Tuttavia non è forse possibile che io sia vissuto tanti anni proprio per vedere questo giorno? Difficile anche pensare come avrei potuto affrontare una tale emozione se il Santo Padre non avesse compiuto un ulteriore gesto di magnanimità nei miei confronti, mostrando così un altro aspetto della sua natura piena di finezza e di bontà. Egli intuì il mio turbamento e volle spiegarmi le ragioni per cui mi aveva innalzato a tanto onore. Insieme a parole di incoraggiamento, mi disse che la sua decisione era un riconoscimento del mio zelo e del servizio che avevo reso per tanti anni alla Chiesa Cattolica; inoltre, egli era certo che i cattolici inglesi e perfino l’Inghilterra protestante si sarebbero rallegrati del fatto che io ricevessi un segno del suo favore. Dopo queste benevole parole di Sua Santità, sarei proprio stato insensibile e ingrato se avessi avuto ancora delle esitazioni.
Questo egli ebbe la premura di dirmi, e che cosa potevo desiderare di più? Nella mia lunga vita ho commesso molti sbagli. Non ho nulla di quella sublime perfezione che si trova negli scritti dei santi, cioè l’assoluta mancanza di errori. Ma ciò che credo di poter dire riguardo tutto ciò che ho scritto è questo: la mia retta intenzione, l’assenza di scopi personali, il senso dell’obbedienza, la disponibilità ad essere corretto, il timore di sbagliare, il desiderio di servire la santa Chiesa, e, solo per misericordia divina, un certo successo. E mi compiaccio di poter aggiungere che fin dall’inizio mi sono opposto ad una grande sciagura. Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato.
Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo cui non c’è alcuna verità positiva nella religione, ma un credo vale quanto un altro, e questa è una convinzione che ogni giorno acquista più credito e forza. È contro qualunque riconoscimento di una religione come vera. Insegna che tutte devono essere tollerate, perché per tutte si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia. La devozione non si fonda necessariamente sulla fede. Si possono frequentare le Chiese protestanti e le Chiese cattoliche, sedere alla mensa di entrambe e non appartenere a nessuna. Si può fraternizzare e avere pensieri e sentimenti spirituali in comune, senza nemmeno porsi il problema di una comune dottrina o sentirne l’esigenza. Poiché dunque la religione è una caratteristica così personale e una proprietà così privata, si deve assolutamente ignorarla nei rapporti tra le persone. Se anche uno cambiasse religione ogni mattina, a te che cosa dovrebbe importare? Indagare sulla religione di un altro non è meno indiscreto che indagare sulle sue risorse economiche o sulla sua vita familiare. La religione non è affatto un collante della società.
Finora il potere civile è stato cristiano. Anche in Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand’ero giovane valeva ancora il detto: “Il cristianesimo è la legge del Paese”. Ora questa struttura civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo. Il detto, e tanti altri che ne conseguivano, è scomparso o sta scomparendo, e per la fine del secolo, se Dio non interviene, sarà del tutto dimenticato. Finora si pensava che bastasse la religione con le sue sanzioni soprannaturali ad assicurare alla nostra popolazione la legge e l’ordine; ora filosofi e politici tendono a risolvere questo problema senza l’aiuto del cristianesimo. Al posto dell’autorità e dell’insegnamento della Chiesa, essi sostengono innanzitutto un’educazione totalmente secolarizzata, intesa a far capire ad ogni individuo che essere ordinato, laborioso e sobrio torna a suo personale vantaggio. Poi si forniscono i grandi principi che devono sostituire la religione e che le masse così educate dovrebbero seguire, le verità etiche fondamentali nel loro senso più ampio, la giustizia, la benevolenza, l’onestà, ecc; l’esperienza acquisita; e quelle leggi naturali che esistono e agiscono spontaneamente nella società e nelle cose sociali, sia fisiche che psicologiche, ad esempio, nel governo, nel commercio, nella finanza, nel campo sanitario e nei rapporti tra le Nazioni. Quanto alla religione, essa è un lusso privato, che uno può permettersi, se vuole, ma che ovviamente deve pagare, e che non può né imporre agli altri né infastidirli praticandola lui stesso.
Le caratteristiche generali di questa grande apostasia sono identiche dovunque; ma nei particolari variano a seconda dei Paesi. Parlerò del mio Paese perché lo conosco meglio. Temo che essa avrà qui un grande seguito, anche se non si può immaginare come finirà. A prima vista si potrebbe pensare che gli Inglesi siano troppo religiosi per un modo di pensare che nel resto del continente europeo appare fondato sull’ateismo; ma la nostra disgrazia è che, nonostante, come altrove, conduca all’ateismo, qui esso non nasce necessariamente dall’ateismo. Occorre ricordare che le sette religiose, comparse in Inghilterra tre secoli fa e oggi così forti, si sono ferocemente opposte all’unione della Chiesa e dello Stato e vorrebbero la scristianizzazione della monarchia e di tutto il suo apparato, sostenendo che tale catastrofe renderebbe il cristianesimo più puro e più forte. Il principio del liberalismo, poi, ci è imposto dalle circostanze stesse. Consideriamo le conseguenze di tutte queste sette. Con tutta probabilità esse rappresentano la religione della metà della popolazione; e non dimentichiamo che il nostro governo è una democrazia. È come se, in una dozzina di persone prese a caso per la strada e che certamente hanno la loro quota di potere, si trovassero fino a sette religioni diverse. Ora come possono trovare unanimità di azione in campo locale o nazionale quando ciascuna si batte per il riconoscimento della propria denominazione religiosa? Ogni decisione sarebbe bloccata, a meno che l’argomento religione non venga del tutto ignorato. Non c’è altro da fare. E in terzo luogo, non dimentichiamo che nel pensiero liberale c’è molto di buono e di vero; basta citare, ad esempio, i principi di giustizia, onestà, sobrietà, autocontrollo, benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi principi più proclamati e costituiscono leggi naturali della società. È solo quando ci accorgiamo che questo bell’elenco di principi è inteso a mettere da parte e cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a condannare il liberalismo. Invero, non c’è mai stato un piano del Nemico così abilmente architettato e con più grandi possibilità di riuscita. E, di fatto, esso sta ampiamente raggiungendo i suoi scopi, attirando nei propri ranghi moltissimi uomini capaci, seri ed onesti, anziani stimati, dotati di lunga esperienza, e giovani di belle speranze.
Ecco come stanno le cose in Inghilterra, ed è un bene che tutti ce ne rendiamo conto; ma non si pensi assolutamente che io ne sia spaventato. Certo ne sono dispiaciuto, perché penso possa nuocere a molte anime, ma non temo affatto che abbia la capacità di impedire la vittoria della Parola di Dio, della santa Chiesa, del nostro Re Onnipotente, il Leone della tribù di Giuda, il Fedele e il Verace, e del suo Vicario in terra. Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava essere un pericolo mortale; perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova. Questo è assolutamente certo; ciò che invece è incerto, e in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi eletti. A volte il nemico si trasforma in amico, a volte viene spogliato della sua virulenza e aggressività, a volte cade a pezzi da solo, a volte infierisce quanto basta, a nostro vantaggio, poi scompare. Normalmente la Chiesa non deve far altro che continuare a fare ciò che deve fare, nella fiducia e nella pace, stare tranquilla e attendere la salvezza di Dio. “Gi umili erediteranno la terra e godranno di una gran pace” (Ps 37,11).
Mansueti hereditabunt terram,
Et delectabuntur in multitudine pacis.
Questo discorso fu subito trasmesso dal corrispondente romano del giornale inglese The Times e uscì integralmente il giorno seguente nel suddetto giornale.

giovedì 18 febbraio 2016



Featured / Propaganda / La femen Sara Winter stupisce tutti: si converte e racconta la verità sul movimento
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LA FEMEN SARA WINTER STUPISCE TUTTI: SI CONVERTE E RACCONTA LA VERITÀ SUL MOVIMENTO



Una fondatrice delle Femen si converte e chiede scusa ai cristiani
Tutti conoscono le Femen, il commando di femministe protagonista di attacchi e spettacoli volgari, il cui unico risultato finora è stato confermare, purtroppo, il pregiudizio di chi sostiene che le donne, non riuscendo a catturare l’attenzione con i loro ragionamenti, possano soltanto spogliarsi. Per questo sono osteggiate da altrettante donne, che di loro si vergognano e rifiutano di riconoscerle come portavoce.
Si è scoperto inoltre che femministe radicali sono comandate da un uomo, Viktor Svyatskiy, una sorta di padre-padrone di cui sono schiave, e le loro azioni sono studiate e ben finanziate, non certo mosse da grandi ideali.
L’odio delle Femen è particolarmente rivolto ai cristiani, proprio per questo colpisce ancora di più che la fondatrice delle Femen brasiliane,Sara Fernanda Giromini -conosciuta con lo pseudonimo di Sara Winter (nella foto sopra)-, oggi si sia convertita. Non tanto dal punto di vista religioso, di questo non parla, ma certamente dal punto di vista umano e morale. Madre di una bambina, si è allontanata dalle sue amiche fasciste arrivando a combattere il femminismo e l’aborto.
Ha pubblicato il libro “Vadia Não!”, in cui, come si legge su Zenit.it, descrive gli abusi a cui è stata sottoposta e le delusioni che ha sofferto durante la militanza femminista. «Mi sono pentita di aver avuto un aborto e oggi chiedo perdono», ha detto. «Ieri è stato un mese dalla nascita del mio bambino e da quel giorno la mia vita ha assunto un nuovo significato. Sto scrivendo questo mentre lui dorme serenamente sopra la mia pancia. È la più grande sensazione del mondo»«Per favore», ha proseguito, «donne che cercate disperatamente di abortire, riflettete attentamente su di esso. Mi è dispiaciuto molto ciò che ho fatto. Non voglio accada lo stesso a voi». Chi ha visto l’inferno è il più credibile manifesto dissuasivo.
Fin da quando ha portato il movimento Femen in Brasile ha ricordato di aver avuto la sensazione di commettere uno sbaglio. In particolare, racconta, quando si fece protagonista nel 2014, insieme a un’altra militante, di una campagna a favore dell’omosessualismo: le due donne vennero immortalate mentre, seminude, si baciavano con una croce di sfondo, nei pressi della Basilica di Nostra Signora della Candelaria, a Rio de Janeiro. La foto diventò un’icona del disprezzo omosessuale nei confronti del cristianesimo. «La richiesta di perdono non è certo facile da compiere: chiedo scusa ai cristiani per questa protesta femminista. Siamo andati troppo oltre e abbiamo finito per offendere molte persone religiose e non».
La giovane ha definito il femminismo come una “setta”, che usa le donne come oggetti, promuove l’omosessualità e persino copre lapedofilia«Per la setta femminista le donne non sono l’ispirazione, bensì la ‘materia prima’ nel senso peggiore del termine. Sono oggetti utili allo scopo di infiammare l’odio contro la religione cristiana, l’odio contro gli uomini, l’odio contro la bellezza delle donne, l’odio contro l’equilibrio delle famiglie. Questo è ciò che il femminismo è, posso garantirlo che è così perché io ci sono stata dentro. Il movimento femminista è una copertura per i pedofili», accennando ad ambienti promiscui in cui le minori vengono inserite in modo coercitivo.
Sara rivela di essere stata costretta ad assumere comportamenti bisessuali per ricevere più rispetto all’interno del movimento:«Le donne lesbiche e bisessuali avevano molta più voce, dunque ogni giorno che passava destrutturavo la mia eterosessualità sostituendola con una bisessualità artificiale», allo stesso modo è stata indotta a fare uso di droghe, ad avere rapporti sessuali con sconosciuti e a prostituirsi, è stata anche molestata da un’altra donna in nome della lotta all’uguaglianza di genere.
La svolta nel suo percorso – dice lei stessa – è avvenuta quando per caso, o forse no, ha incontrato un “conservatore” e “antifemminista”, che ha iniziato a darlequell’affetto disinteressato che nessuna sua “compagna di lotta” le aveva mai offerto. Grazie a questo incontro ha intrapreso un nuovo cammino. La Giromini sta donando oggi una percentuale dei guadagni del suo libro a organizzazioni che si battono in favore della vita, sta inoltre tenendo conferenze in giro per il Brasile per denunciare le piaghe del femminismo, del gender e del marxismo culturale insieme alla psicologa e scrittrice brasiliana Marisa Lobo.
«Ho lasciato quel movimento di cui per quattro anni sono stata uno dei principali simboli in Brasile, e nessuno può dire il contrario!», ha detto. «Il risultato? Oggi sono molto più felice e sono in grado di aiutare le donne».



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