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martedì 24 gennaio 2017

La lezione di Newman sulla “religione del mondo”. «Hanno sacrificato la Verità ai vantaggi»

La lezione di Newman sulla “religione del mondo”. «Hanno sacrificato la Verità ai vantaggi» 

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agosto 12, 2016 Hermann Geissler
Un grande sermone del teologo che mise in guardia i cristiani dalla tentazione di ridurre la fede a modi benevoli, cortesi e misericordiosi

Un momento della Messa di beatificazione di Newman, celebrata da papa Benedetto XVI nel settembre 2010
Articolo tratto dall’Osservatore romano – Anche se i cristiani sono chiamati a vivere la loro missione nel mondo, non sono affatto del mondo. In molti sermoni John Henry Newman parla della tentazione di un cristianesimo mondano, un pericolo frequentemente tematizzato anche da Papa Francesco. «La mondanità spirituale, che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa», così scrive il Pontefice nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, «consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana ed il benessere personale» (n. 93).
Il 26 agosto 1832 — all’età di solo 31 anni e all’inizio del Movimento di Oxford — Newman tenne un sermone su «La religione del giorno». Con questo termine intende una religione fatta dagli uomini, assumendo elementi cristiani che sono al momento piacevoli e ignorando altri che appaiono poco utili o in contrasto con il pensiero dominante. Un tale cristianesimo à la carte, che Newman chiama anche «religione del mondo», contiene molti aspetti veri, ma non tutta la verità. Il nostro predicatore usa qui un linguaggio molto forte: «Sappiamo benissimo dalle più comuni esperienze della vita che una mezza verità è spesso la più grossolana e dannosa delle menzogne». Nella “religione del mondo”, nella mondanità spirituale si possono vedere, in ultima analisi, le tracce del Maligno che è il «padre della menzogna» (Giovanni, 8, 44).
Secondo Newman, una tale “religione del mondo” è esistita in ogni epoca della Chiesa, anche se ha preso forme diverse nel corso della storia. Nei primi secoli cristiani «il mondo costruì, con l’aiuto dei filosofi del giorno, una contro-religione, in parte simile al cristianesimo, ma in realtà sua acerrima nemica». Ovviamente con queste parole Newman accenna alla gnosi, che fu una terribile minaccia per il cristianesimo e che rinasce ai nostri giorni per esempio sotto la forma del cosiddetto “New Age”. Più tardi, Satana inventò un secondo idolo da opporre al vero Cristo, costruendo una “religione del terrore”: scelse allora «il lato più oscuro del Vangelo, il suo tremendo mistero, la sua terribile gloria, la sua inflessibile giustizia sovrana», ignorando che «Dio è anche amore», con la conseguenza che «la nobile fermezza e la benevola austerità dei cristiani autentici rimasero offuscate da fantasmi truci, duri di sguardi e dalla fronte altera».
Dopo questo breve sguardo storico, Newman afferma che nel suo secolo la “religione del giorno” ha assunto una forma diametralmente opposta: «Ha scelto del Vangelo il suo lato più sereno: l’annuncio della consolazione, i precetti di reciproco amore. Rimangono così relativamente dimenticati gli aspetti più oscuri e più profondi della condizione e delle prospettive dell’uomo. È la religione naturale in un’epoca civile, e Satana l’ha accortamente ornata e perfezionata fino a farne un idolo della verità. Via via che la ragione prospera, via via che il gusto si forma e si raffinano gli affetti e i sentimenti, sarà inevitabile che alla superficie della società si diffonda, del tutto indipendentemente dall’influenza della rivelazione, un costume generale di onestà e di benevolenza».
Un secolo più tardi, il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, morto in un campo di concentramento, metterà in guardia, con simili parole, contro la «grazia a buon prezzo», che chiama il nemico mortale della Chiesa: «La grazia a buon prezzo è la predica del perdono senza penitenza, è il battesimo senza ascesi della comunità, è la cena senza la confessione dei peccati, è l’assoluzione senza pentimento personale. La grazia a buon prezzo è grazia senza sequela, grazia senza croce, grazia senza Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo e incarnato».
Come Newman mostra, in questa nuova “religione del mondo” le virtù naturali sono generalmente apprezzate, i modi sono cortesi, la bellezza e la delicatezza di pensiero sono ritenute attraenti, certi vizi vengono disapprovati. Ma Dio e tutto il mondo del soprannaturale non vengono più ritenuti importanti, il peccato viene banalizzato, la verità relativizzata. In breve: si tratta di una religione fatta dall’uomo che accetta alcuni principi mondani, ma «abbandona un intero lato del Vangelo, cioè il suo carattere austero — Bonhoeffer parlerà in questo contesto della “grazia cara” — e ritiene basti essere benevoli, cortesi, candidi, corretti nella condotta, delicati, e che non include il vero timor di Dio, nessun vero zelo per il Suo servizio, nessun odio profondo del peccato, non l’adesione fervida alla verità dottrinale, nessuna speciale sensibilità intorno ai singoli mezzi adatti a raggiungere i fini, purché siano buoni i fini, nessuna lealtà di sudditanza alla santa Chiesa apostolica di cui parla il credo, nessun senso dell’autorità della religione se non all’interno della mente: in una parola, una dottrina che non ha serietà, e perciò non è calda né fredda, ma (secondo la parola della Scrittura) è semplicemente tiepida».
Newman ritiene che questa “religione del mondo” sia ormai dominante, perché «non abbiamo agito spinti dall’amore della verità, bensì sotto l’influsso dei tempi». Non pochi fedeli hanno di fatto equiparato la venuta del regno di Cristo con il progresso della civiltà moderna: «Hanno sacrificato la Verità ai vantaggi». Ignorano che tutti gli uomini sono prigionieri del peccato e bisognosi della grazia di Dio per essere salvati e che Gesù ci invita a sforzarci quando parla, per esempio, della porta stretta e della via angusta (cfr. Matteo, 7, 14). Molti pensano che «non occorre spaventarci, che Dio è un Dio di misericordia, che basta emendarsi per cancellare le trasgressioni, che il mondo, tutto sommato, è ben disposto verso la religione, che non è bene eccedere nella serietà, che in tema di natura umana non si debbono avere idee ristrette. Ecco dunque il credo degli uomini che non hanno alcun pensiero profondo».
Newman sa che «la pace dello spirito, la tranquillità della coscienza e la letizia dell’espressione rappresentano un dono del Vangelo e il distintivo del cristiano», ma aggiunge che «i medesimi effetti possono derivare da cause ben diverse. Giona dormì durante la tempesta, e lo stesso fece Nostro Signore. Ma l’uno riposava in una sicurezza malvagia; l’Altro nella pace di Dio che supera ogni comprensione. Le due condizioni non sono passibili di confusione, sono perfettamente distinte come è diversa la calma dell’uomo di mondo da quella del cristiano». Oggi molti vivono come Giona che fuggì davanti a Dio, non riconobbe la sua colpa e si accontentò di una pace solo apparente. Una simile quiete e una tale pace, tuttavia, non hanno alcuna durata.
Newman indica, insomma, quale sia la giusta risposta alla sfida della “religione del mondo”: la sintesi dei diversi aspetti della fede cristiana, che è fondamentale per ogni approccio veramente cattolico. Decisiva è innanzitutto l’immagine di Dio che deve suscitare nel nostro cuore, sia amore sia riverenza: «Il timor di Dio è il principio della sapienza, fino a quando non vedrete Dio come un fuoco consumatore, e non vi avvicinerete a Lui con riverenza e con santo timore, per il motivo di essere peccatori, non potrete dire di essere nemmeno in vista della porta stretta. Il timore e l’amore devono andare insieme; seguitate a temere, seguitate ad amare fino all’ultimo giorno della vostra vita». Da questa profonda conoscenza di Dio segue il riconoscimento della propria peccaminosità e la fiducia nella misericordia di Dio: «Finché non conoscerete il peso delle vostre colpe, e non semplicemente con la fantasia, ma in pratica, non semplicemente per confessarle con una frase di formale contrizione ma quotidianamente e nel segreto del vostro cuore, non potrete accogliere l’offerta di misericordia che il Vangelo vi porge attraverso la morte di Cristo».
Questi atteggiamenti conducono i fedeli all’abbandono amoroso a Dio e all’impegno serio per il bene: «La vostra conoscenza delle colpe aumenterà con l’aumentare della visione della misericordia di Dio nel Cristo. È questa la vera condizione cristiana e la massima somiglianza alla calma del Cristo e al suo placido sonno durante la tempesta cui sia possibile giungere; non saranno la perfetta gioia e la perfetta certezza che appartengono al cielo, ma una profonda rassegnazione alla volontà di Dio, un abbandono di noi stessi, corpo e anima, a Lui; senza dubbio nella speranza di essere salvi, ma fissando gli occhi più su Lui che su noi stessi, vale a dire, agendo per la Sua gloria, cercando di compiacerlo, dedicandoci a Lui con virile ubbidienza e intensità di buone opere».
Il monito di Newman circa la “religione del mondo”, che adatta il Vangelo allo spirito del tempo e si esprime in un cristianesimo tiepido, superficiale e puramente orizzontale, ha tuttora un’attualità tremenda. Non a caso Benedetto XVI, nel suo famoso discorso del 25 settembre 2011 nel Konzerthaus di Freiburg, ha invitato la Chiesa a un distacco dal mondo.
Papa Francesco continua questo programma con decisione. «Quando camminiamo senza la Croce», ha ribadito nell’omelia durante la sua prima messa con i cardinali dopo l’elezione alla cattedra di Pietro, «quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti, cardinali, papi, ma non discepoli del Signore».

mercoledì 18 gennaio 2017

Aceto di mele

Perché dovresti bere aceto di mele prima di andare a dormire
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 https://www.dionidream.com/aceto-di...
Studi recenti hanno riferito che la metà della popolazione occidentale soffre di glicemia alta o diabete, e la metà non se ne rende nemmeno conto.
In uno studio un gruppo aveva un cucchiaino di aceto di mele in un bicchiere d’acqua prima di coricarsi e tutti si sono svegliati il giorno dopo con i livelli di glucosio nel sangue significativamente abbassati. L’aceto di mele è utile per una serie di cose, come ad esempio il bilanciamento del pH, aumenta la flora batterica probiotica e contribuisce a mantenere il peso forma (e riduce velocemente l’eventuale sovrappeso).
Infatti il problema della glicemia alta e dell’insulino resistenza è legato all’aumento di peso, obesità, sovrappeso e malattie cardiovascolari. La verità è che l’aceto di mele è uno dei rimedi naturali più potenti e a “costo zero” per trattare questi disturbi!
Gli utilizzi dell’aceto di mele sono molti sia per uso interno, esterno e per la pulizia della casa. Infatti i suoi effetti antibatterici aiutano a guarire le ferite, l’acido acetico aiuta a tonificare la pelle ed eliminare la forfora, e gli stessi composti sono utili per igienizzare le superfici ed eliminare i cattivi odori.
L’aceto di mele è dimostrato che abbassa la glicemia alta
Sono davvero molti i benefici dell’aceto di mele per la salute: anemia, insonnia, colesterolo alto, obesità, mal di gola, alito cattivo, digestione lenta e tanto altro.
Uno dei fattori più sensazionali dell’aceto di mele è la sua capacità di bilanciare la glicemia. Un studio recente [1] presso l’Arizona State University ha testato 11 volontari con diabete di tipo 2, che non stavano assumendo insulina, ma  continuavano ad assumere i  farmaci a loro prescritti. Ogni partecipante ha bevuto 2 cucchiai di aceto di sidro di mele con uno spuntino prima di coricarsi. I ricercatori hanno dimostrato che la mattina seguente i soggetti dello studio avevano valori di glucosio nel sangue più bassi rispetto a quando avevano mangiato lo stesso spuntino con 2 cucchiai di acqua.
Poiché secondo le proiezioni 1 persona su 2 ha problemi di glicemia con tutto quello che ne consegue, e probabilmente non è a conoscenza, consumare aceto di mele è davvero benefico per trattare questa malattia causata da una dieta ricca di farine e zuccheri raffinati. [2]
Un altro recente studio[3] ha dimostrato che tre gruppi: il primo con principio di diabete, il secondo con diabete di tipo 2 e il terzo un gruppo sano – dopo aver assunto 30ml di aceto di mele avevano tutti i livelli di glucosio nel sangue più bassi anche dopo aver mangiato un pasto ad alto contenuto di carboidrati, rispetto all’assunzione di placebo. Ma c’è di più: in quelli con principio di diabete il loro livello di glucosio nel sangue è migliorato di quasi la metà, ed i soggetti con diabete di tipo 2 hanno diminuito i loro livelli di glucosio nel sangue del 25 per cento.
Sono davvero così importanti gli studi che coinvolgono il potenziale dell’aceto di mele per il controllo del peso. Il Journal of Agriculture and Food Chemistry ha riportato uno studio [4] su topi che sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi con l’ingrediente attivo in aceto di sidro di mele: acido acetico. Tutti una volta finito lo studio avevano il peso corporeo diminuito del 10 % rispetto al gruppo di controllo. I ricercatori affermano questo dimostra che l’acido acetico può “accendere” i geni che avviano la capacità degli enzimi di ridurre il grasso, il che impedisce l’aumento di peso. Inoltre aumenta il senso di sazietà.
Uno studio[5] in Giappone ha condotto un analogo esperimento su adulti obesi, ciascuno con un indice di peso corporeo, girovita e di massa corporea (BMI) simili, e ha diviso i soggetti in tre gruppi. Per 12 settimane, i membri di un gruppo hanno bevuto una bevanda con 15ml di aceto di mele, il secondo gruppo con 3oml di aceto di mele e il terzo gruppo invece senza. Quando lo studio è finito, coloro che avevano bevuto l’aceto di mele avevano minore peso corporeo, girovita diminuito, e trigliceridi più bassi rispetto agli altri. Gli scienziati hanno cosi  scritto: “In conclusione, l’assunzione giornaliera di aceto può essere utile nella prevenzione della sindrome metabolica riducendo l’obesità.”
Gli effetti dell’aceto di mele sulle cellule tumorali e come supporto immunitario
Un’altra cosa che l’aceto di sidro di mela fornisce è la disintossicazione del sistema linfatico, che poi aiuta a ottimizzare la funzione omeostatica nel corpo. Questo può avvenire grazie agli antiossidanti presenti nell’aceto di mele che riducono il danno ossidativo dai radicali liberi, migliorando sia il sangue sia gli organi.

    “L’aceto di sidro ha recentemente dimostrato di essere un forte agente antimicrobico e un’alternativa ai disinfettanti chimici tossici e costosi. Uno dei batteri più fatali, il Mycobacterium tuberculosis, è resistente ai disinfettanti, ma viene ucciso dall’acido acetico.
    Soprattutto nei pazienti immunodepressi, l’aceto di mele è un ottimo tonico antimicrobico naturale per liberarsi dei batteri nocivi e per fornire sostegno immunitario.”[6]

Diversi studi in provetta mostrano che l’aceto può uccidere le cellule tumorali. L’Authority Nutritioncita diversi studi; una in particolare in Giappone dove sono stati utilizzati diversi tipi di aceti fermentati per  indurre apoptosi (morte cellulare programmata) nelle cellule della leucemia.[7]
In un altro studio, tumori maligni alla mammella e al colon, così come tumori al polmone, alla vescica e alla prostata, sono stati tutti inibiti con aceto di riso, ma soprattutto i tumori del colon che sono stati inibiti del 62 % [8]
Come usare l’aceto per una buona digestione e per il mal di gola
Se hai avuto problemi come la colite, ulcere o reflusso gastrico, allora una combinazione di aceto di mele con il valore aggiunto di verdure fermentate ha il potenziale per alleviare diversi tipi di problemi allo stomaco.
L’acido che si forma durante la fermentazione è acido lattico che contribuisce a migliorare il tuo microbioma intestinale. Gli studi sugli animali si sono dimostrati utili quando i ricercatori hanno voluto testare l’aceto di mele sulla digestione. In uno studio [9] è stato scoperto infatti che l’aceto di mele può anche essere un vantaggio per la salute dell’apparato digerente, sulla base dei risultati di uno studio condotto su topi con colite ulcerosa. I ricercatori hanno scoperto che, quando l’acido acetico è stato aggiunto alla loro acqua potabile, gli animali avevano livelli più elevati di batteri buoni nelle loro viscere, come Lactobacillus e bifidobatteri, ha ridotto i batteri negativi come l’Escherichia coli e i sintomi dei disturbi gastrointestinali erano ridotti.

    Per la salute intestinale di tutti i giorni, sarà di aiuto una miscela di 2 cucchiaini di aceto di mele con un cucchiaino di miele grezzo in una tazza di acqua calda.
    Per il mal di gola utilizzare una miscela composta da: 1 cucchiaio di  aceto di mele; 2 cucchiai di acqua; 1 cucchiaio di miele grezzo; ¼ cucchiaino di zenzero in polvere. Assumere a piccoli sorsi al fine di ottenere il massimo contatto della miscela con la gola.

    Come condimento, una ricetta semplice e gustosa da servire con broccoli, asparagi o insalata include: 1 cucchiaio da tavola ciascuno di aceto di mele e succo di limone, 1/2 cucchiaino di aglio tritato, un pizzico di pepe nero macinato e qualche foglia di basilico fresco, tritato.

L’uso di ACV per bellezza, salute e alcune altre cose

    Un rimedio della nonna è bere un cucchiaio di aceto di sidro di mele guardando verso l’alto serve a sbarazzarsi del singhiozzo. La supposizione è che le terminazioni nervose saranno sovra stimolate  fino ad arrivare in uno stato di “shock” e terminare il singhiozzo. Vale sicuramente la pena di provare!
    Ammollare un panno nell’aceto di mele e porlo su un livido è utile a ridurre l’infiammazione e accelerare il processo di guarigione.

A causa del suo potenziale nel cambiare il  pH,  come ad esempio nel caso di forfora , pelle secca, pelle stanca, è stato utilizzato per:

    Punture di insetto
    Tonificare la pelle
    Scottature
    Edera velenosa
    Acne
    Ferite
    Forfora
    Fungo dell’unghia del piede (micosi)
    Ustioni
    Rimozione di verruche
    Piede dell’atleta
    Bagni disintossicanti
    L’acidità dell’aceto di mele è utile come un collutorio e anche per pulire lo spazzolino da denti a causa delle sue proprietà antibatteriche (imbeveteli in una soluzione composta da una mezza tazza di acqua, 2 cucchiai di ACV e 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio) .

Quale aceto di mele acquistare
Uso interno: aceto di mele biologico non pastorizzato (alcune marche sono la Voelkel, Biona e Bragg che hanno la “madre” dell’aceto inclusa, ovvero tutti i batteri probiotici vivi)
Uso esterno: aceto di mele normale che si trova in ogni supermercato

lunedì 16 gennaio 2017

Il Profeta di Gibran Khalil Gibran
INDICE
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Il Dolore

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Prese la parola una donna che disse: Parlaci del Dolore.
Ed egli disse:

 

Il vostro dolore è il rompersi del guscio che racchiude il vostro intendimento.
Come il nocciolo del frutto deve rompersi perché il suo seme possa ricevere il sole, così dovete conoscere il dolore.

Se poteste mantenere in cuore tutta la meraviglia per il prodigio quotidiano della vita, anche il dolore non vi sembrerebbe meno stupefacente che la gioia;

 

E accogliereste le stagioni del cuore come avete sempre accolto le stagioni che passano sui vostri campi.
E vegliereste sereni nell'inverno della vostra sofferenza.
Molte pene le avete scelte voi.
È la pozione amara con cui il medico in voi cura il vostro io malato.
Fidatevi del medico e bevete il rimedio tranquilli e in silenzio;
Perché la sua mano, anche se rude e pesante, è guidata dalla
mano premurosa dell'Invisibile.
E la tazza che vi porge, anche se brucia le labbra, è stata modellata con l'argilla che il Vasaio ha bagnato con le Sue lacrime sacre.

giovedì 12 gennaio 2017

Zygmunt Bauman: "Io, sempre straniero, l'unico giudice è la mia coscienza"


Zygmunt Bauman: "Io, sempre straniero, l'unico giudice è la mia coscienza"

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Racconta la sua storia e guarda il mondo: "È un campo minato". Il grande sociologo della modernità liquida domani compie 90 anni












Insomma, a 90 anni, tocca a Bauman assistere al disfarsi di un altro mondo ancora. È nato a Poznan, il 19 novembre 1925. La Polonia indipendente esisteva da appena sette anni, e non era un Paese dove le minoranze nazionali avevano una vita facile. Poznan poi, era la roccaforte della destra antisemita che esaltava una patria per i soli cattolici. Racconta Bauman: "A scuola, durante gli intervalli, non uscivo nel cortile. Era l'unico modo per evitare i calci e le botte degli altri. Amavo i libri. E andavo spesso in una libreria. Ma non avevo soldi".

L'impresa commerciale di suo padre fallì, causa crisi.
"Sì, fu una vicenda durissima. Un giorno in quel negozio vidi un cartello: "locale cristiano". E accanto un altro: "compra dal polacco" (significa non comprare dagli ebrei, ndr). Frequentavo anche una biblioteca pubblica, finché vidi sullo scaffale la rivista Alla gogna. Non ci tornai più".

"Alla gogna" era una delle più volgari riviste antisemite mai esistite. Nel 1939 Hitler invade la Polonia. Lei, appena 14enne, scappa in Urss, diventa piccolo comunista e si arruola nell'esercito polacco che combatte a fianco dell'Armata rossa.
"Nel ginnasio sovietico posso finalmente correre sul campo dietro al pallone (e tuttora sono un tifoso: di squadre perdenti): nessuno mi dice che devo andarmene in Madagascar o in Palestina e, quando confesso il mio amore per le lettere polacche, nessuno mi ricorda che sono un ebreo e quindi non devo usurpare una cultura non mia. Il mio essere polacco è sempre risultato sospetto, come se l'appartenenza alla Polonia l'avessi rubata senza averne il diritto e così fino a oggi. Ma possiamo parlare anche delle mie idee e non solo della biografia?".

Nel 1968, in seguito alle manifestazioni degli studenti, lei, allora professore all'Università di Varsavia viene dichiarato il nemico pubblico numero uno, sia in quanto deviazionista, sia in quanto sionista (e cioè ebreo). Fino a metà degli anni Sessanta però lei è stato comunista ed è stata un'esperienza fondamentale. Cosa era il comunismo?
"Il comunismo non è nato per miracolo né è caduto dal cielo, non è un prodotto dell'inferno. Segna invece una continuità con la storia. È uno dei risultati della riflessione filosofica, manifestatasi dopo il terremoto di Lisbona del 1755, che ha come scopo abbandonare l'atteggiamento da "guardaboschi" nei confronti del mondo a favore invece di una posizione da "giardiniere". Il giardiniere sistema il mondo; sceglie le piante giuste, estirpa quelle nocive. Il comunismo non è un'utopia romantica, ma è figlio del secolo dei Lumi, di Voltaire e Diderot. E ha qualcosa di messianico. Trotzky si considerava forse come un messia degli ebrei, forse come una specie di Cristo, forse pensava al secondo Avvento".

E poi?
"Infine, il comunismo è una tecnica di conquista del potere, tecnica golpista, tecnica che permette di ignorare i risultati delle elezioni, e che tende alla totale manipolazione delle coscienze e del linguaggio".

E con questa risposta ha spiegato anche perché a un certo punto smise di essere comunista. Ma l'adesione a cosa era dovuta?
"Camus disse che la particolarità del Novecento stava nel fatto di causare il Male in nome del Bene. C'era il fascino del nuovo inizio, che a sua volta si basava sulla repulsione per il vecchio mondo. Nell'adesione al comunismo c'è molto del socialdemocratico Bernstein e di Walter Benjamin con il suo Angelo della storia. Il bolscevismo è stato una specie di Partito dell'azione. E, per quanto mi riguarda, ero un giovane soldato decorato con una medaglia al valore militare per aver partecipato alle cruenti battaglie di Kolberg e di Berlino. Non ero un intellettuale. Volevo che il mio povero e infelice Paese cambiasse".

Seguono gli anni del potere comunista. Lei diventa un sociologo importante, poi un dissidente; infine, espulso, va in Israele ma vi rimane pochissimo...
"Non volevo scambiare il nazionalismo polacco di cui sono stato una vittima, per il nazionalismo israeliano".

La sua non è una biografia comune...
"Non esistono biografie comuni. Ogni uomo è un mondo a sé, irripetibile".

Sarà, ma la sua, è una biografia molto ebraica. Ha vissuto in Polonia, Israele, Inghilterra. Ovunque è rimasto straniero.
"Un comico inglese diceva che l'ebreo è un uomo che in ogni luogo è fuori luogo. Sì, sono nato straniero e morirò straniero. E sono innamorato di questa mia condizione. Con mia moglie Janina, scomparsa quasi cinque anni fa, eravamo uniti in tutto, ma una cosa non l'ho condivisa con lei: ha scritto Il sogno di appartenenza, un libro in cui esprimeva il suo bisogno di appartenere. Io ne faccio a meno. Nell'essere "straniero" ci sono alcuni privilegi. Il più grande di questi è potersene infischiare dell'opinione pubblica. L'unico tribunale è quello della propria coscienza ed è il più severo di tutti".

Come le è venuta l'idea della modernità liquida?
"Fin da bambino sono stato affascinato dalla fisica. Poi sono diventato un sociologo e non un astronomo come sognavo. L'idea della modernità liquida mi è venuta leggendo il fondamentale libro di Ilya Prigogine, Nobel per la fisica, The End of Certainty. Prigogine parlava della debolezza dei legami tra le molecole dei liquidi contrapposta alla forza di questi legami nei corpi solidi ".

venerdì 6 gennaio 2017

STALIN E MARIA
Vittorio Messori nel suo libro "Ipotesi su Maria" ha ricostruito il caso clamoroso di Stalin (proprio quel satanasso, massacratore di cristiani!).
Un giornalista e storico russo, che proviene dalla nomenklatura sovietica, nel 1997, ha pubblicato documenti fino ad allora top secret che svelano una vicenda clamorosa.
E' noto che nel momento in cui le truppe tedesche, invasero l'Urss e sembrarono sul punto di prevalere, Stalin fece qualcosa di inimmaginabile: fece riaprire al culto 20 mila chiese che aveva chiuso e i santuari più popolari, acconsentì all'elezione del Patriarca ortodosso, poi fece organizzare solenni processioni con la veneratissima icona della Madre di Dio di Kazan, protettrice della Russia e addirittura la fece portare in aereo a Stalingrado.
Fece perfino in modo che l'altra icona amata dal popolo, la "Madonna della tenerezza" di Vladimir, su un aereo militare, in segno di benedizione sorvolasse Mosca circondata dai tedeschi; fece appello al popolo della Santa Russia e addirittura recuperò la prassi zarista mandando i soldati in battaglia al grido "Avanti con Dio!".
Fatto sta che i russi combatterono come leoni e i nazisti furono vinti. Gli storici, che conoscevano alcuni di questi fatti, seguiti da una svolta nell'atteggiamento verso i cristiani, ritennero che fossero dettati da Realpolitik. E che la mossa di Stalin fosse riuscita.
Oggi, con l'apertura degli archivi si è scoperto che all'origine di tutto c'è un religioso ortodosso libanese, padre Elia, un mistico che, pregando per la salvezza della Russia ebbe una visione della Madonna la quale - scrive Messori - "gli trasmise le disposizioni del cielo".
Erano esattamente le cose che Stalin poi fece eseguire, dopo aver ricevuto la lettera del metropolita libanese attraverso l'ambasciata sovietica a Beirut.
La conferma è data dal fatto che nel 1947 proprio a quello sconosciuto asceta libanese fu assegnato - nella sorpresa generale - il Premio Stalin (che egli gentilmente rifiutò).
Evidentemente il Cielo non voleva che la Russia fosse conquistata e distrutta dal paganesimo nazista. E oggi, dalla Russia dove rifiorisce meravigliosamente la fede cristiana, quella stessa icona prodigiosa è stata portata da Putin in Vaticano. 
(Antonio Socci)
Epifania
Qualcuno fa fatica ad arrivare alla fede, perché è irritato dai «misteri»: ritiene che sia preferibile dedicare la propria attenzione non a un Dio che non si vede e non si capisce, ma alla realtà mondana che è chiara e accessibile alla nostra ragione. Ma se uno riflette, vede che le cose stanno proprio al contrario. 
Il mondo è un enigma; e le nostre capacità razionali, se riescono a studiarlo un po’ nei suoi meccanismi e a dominarlo, non arrivano affatto a capirlo nel suo significato, e non sono in grado di rispondere alle domande che più contano e più sono incisive. 
Un grande e angosciato poeta italiano, contemplando nella notte l’infinità tersa dei cieli, così si interrogava: «Che vuol dir questa – solitudine immensa? Ed io che sono?». E, poiché era uno spirito lucido e profondo, non si lasciava incantare né dai fatui bagliori dello scientismo né dal mito conclamato del progresso («le magnifiche sorti e progressive»), ma concludeva a uno straziato «non so», sincero ma chiuso e irredimibile, preludio alla confessione disperata: «Per me la vita è male». 
Il mondo è davvero un enigma oscuro; un enigma che la mente non è in grado di penetrare, nonostante gli esaltanti e inquietanti successi della scienza; un enigma che non sa illuminarci né sulla sua e nostra origine, né sulla sua e nostra fine, né sulla ragione plausibile del suo e del nostro esistere. 
Dio invece è sì un mistero inaccessibile, ma è anche un mistero illuminante: sa far arrivare la sua luce sul mondo; ci offre, con la venuta tra noi del Figlio suo, il significato ultimo dell’esistenza; ci dice quale sia il nostro destino. Sicché chi vuole continuare a vivere ragionevolmente, non ha altra scelta che oltrepassare la pura ragione e aprirsi alla luce dell’alto. O la verità di Dio o l’assurdo: questo è nella sua sostanza, il dilemma dell’uomo che vuol ragionare fino in fondo e perciò non si accontenta del «che» e del «come», ma vuol arrivare a sapere il «perché» delle cose e del suo vivere. Ecco il messaggio esistenziale della Epifania. (Epifania 1989).

giovedì 5 gennaio 2017

Quando Ratzinger predisse il futuro della Chiesa

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Non fingeva di predire il futuro. Era fin troppo saggio per farlo. Di fatto, temperò le sue considerazioni iniziali dicendo: “Dobbiamo quindi essere cauti nei nostri pronostici. Quello che ha detto Sant’Agostino è ancora vero: l’uomo è un abisso; nessuno può prevedere quello che uscirà da queste profondità.
E chiunque creda che la Chiesa sia non solo determinata dall’abisso che è l’uomo, ma raggiunga l’abisso più grande, infinito, che è Dio, sarà il primo a esitare con le sue predizioni, perché questo ingenuo desiderio di sapere con certezza potrebbe essere solo l’annuncio della sua inettitudine storica”.
Ma quest’era, traboccante di pericolo esistenziale, cinismo politico e caparbietà morale, anelava a una risposta. La Chiesa cattolica, faro morale nelle acque turbolente del suo tempo, aveva sperimentato di recente alcuni cambiamenti sia tra i propri aderenti e che tra i dissenzienti, che si chiedevano cosa sarebbe diventata la Chiesa in futuro.
E così, in una trasmissione della radio tedesca del 1969, padre Joseph Ratzinger offrì la sua risposta accuratamente pensata. Ecco le sue considerazioni conclusive:
Il futuro della Chiesa può risiedere e risiederà in coloro le cui radici sono profonde e che vivono nella pienezza pura della loro fede. Non risiederà in coloro che non fanno altro che adattarsi al momento presente o in quelli che si limitano a criticare gli altri e assumono di essere metri di giudizio infallibili, né in coloro che prendono la strada più semplice, che eludono la passione della fede, dichiarandola falsa e obsoleta, tirannica e legalistica, tutto ciò che esige qualcosa dagli uomini, li ferisce e li obbliga a sacrificarsi. Per dirla in modo più positivo: il futuro della Chiesa, ancora una volta come sempre, verrà rimodellato dai santi, ovvero dagli uomini le cui menti sono più profonde degli slogan del giorno, che vedono più di quello che vedono gli altri, perché la loro vita abbraccia una realtà più ampia. La generosità, che rende gli uomini liberi, si raggiunge solo attraverso la pazienza di piccoli atti quotidiani di negazione di sé. Con questa passione quotidiana, che rivela all’uomo in quanti modi è schiavizzato dal suo ego, da questa passione quotidiana e solo da questa, gli occhi umani vengono aperti lentamente. L’uomo vede solo nella misura di quello che ha vissuto e sofferto. Se oggi non siamo più molto capaci di diventare consapevoli di Dio, è perché troviamo molto semplice evadere, sfuggire alle profondità del nostro essere attraverso il senso narcotico di questo o quel piacere. In questo modo, le nostre profondità interiori ci rimangono precluse. Se è vero che un uomo può vedere solo col cuore, allora quanto siamo ciechi!
In che modo tutto questo influisce sul problema che stiamo esaminando? Significa che tutto il parlare di coloro che profetizzano una Chiesa senza Dio e senza fede sono solo chiacchiere vane. Non abbiamo bisogno di una Chiesa che celebra il culto dell’azione nelle preghiere politiche. È del tutto superfluo. E quindi si distruggerà. Ciò che rimarrà sarà la Chiesa di Gesù Cristo, la Chiesa che crede nel Dio che è diventato uomo e ci promette la vita dopo la morte. Il tipo di sacerdote che non è altro che un operatore sociale può essere sostituito dallo psicoterapeuta e da altri specialisti, ma il sacerdote che non è uno specialista, che non sta sugli spalti a guardare il gioco, a dare consigli ufficiali, ma si mette in nome di Dio a disposizione dell’uomo, che lo accompagna nei suoi dolori, nelle sue gioie, nelle sue speranze e nelle sue paure, un sacerdote di questo tipo sarà sicuramente necessario in futuro.


Facciamo un altro passo. Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità. Poiché il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali. In contrasto con un periodo precedente, verrà vista molto di più come una società volontaria, in cui si entra solo per libera decisione. In quanto piccola società, avanzerà richieste molto superiori su iniziativa dei suoi membri individuali. Scoprirà senza dubbio nuove forme di ministero e ordinerà al sacerdozio cristiani che svolgono qualche professione. In molte congregazioni più piccole o in gruppi sociali autosufficienti, l’assistenza pastorale verrà normalmente fornita in questo modo. Accanto a questo, il ministero sacerdotale a tempo pieno sarà indispensabile come in precedenza. Ma nonostante tutti questi cambiamenti che si possono presumere, la Chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio Uno e Trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Essa farà questo con fatica. Il processo infatti della cristallizzazione e della chiarificazione la renderà povera, la farà diventare una Chiesa dei piccoli, il processo sarà lungo e faticoso, perché dovranno essere eliminate la ristrettezza di vedute settaria e la caparbietà pomposa. Si potrebbe predire che tutto questo richiederà tempo.
Il processo sarà lungo e faticoso, come lo è stata la strada dal falso progressismo alla vigilia della Rivoluzione Francese – quando un vescovo poteva essere ritenuto furbo se si prendeva gioco dei dogmi e insinuava addirittura che l’esistenza di Dio non fosse affatto certa – al rinnovamento del XIX secolo. Ma dopo la prova di queste divisioni uscirà da una Chiesa interiorizzata e semplificata una grande forza. Gli uomini che vivranno in un mondo totalmente programmato vivranno una solitudine indicibile. Se avranno perduto completamente il senso di Dio, sentiranno tutto l’orrore della loro povertà. Ed essi scopriranno allora la piccola comunità dei credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto.
A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. Si deve fare i conti con grandi sommovimenti. Ma io sono anche certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico, che è già morto, ma la Chiesa della fede. Certo essa non sarà più la forza sociale dominante nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà come la casa dell’uomo, dove trovare vita e speranza oltre la morte”.
La Chiesa cattolica sopravvivrà nonostante uomini e donne, non necessariamente a causa loro, e comunque abbiamo ancora la nostra parte da fare. Dobbiamo pregare e coltivare la generosità, la negazione di sé, la fedeltà, la devozione sacramentale e una vita centrata in Cristo.
Nel 2009 Ignatius Press ha diffuso il discorso di padre Joseph Ratzinger in un libro intitolato Faith and the Future.

mercoledì 4 gennaio 2017

Il professore Ivan Neumyvakin è ex-capo del programma di risanamento degli astronauti russi ovvero della medicina spaziale sovietica. Nei corso della sua attività ha creato un sistema di risanamento unico al mondo. Andato in pensione ha aperto una sua clinica privata in Russia dove riesce a curare anche malattie incurabili come sclerosi multipla e Parkinson attraverso il digiuno, erbe speciali e acqua “nutritiva”.

“Nella mia pratica parto dal presupposto che una persona che pesa 50-60 kg deve bere non meno di 1,5 litri, se ha delle malattie articolari, deve bere 2 litri, e chi pesa più di 70 kg deve bere non meno di 2 litri,

Da dove viene questo valore? In media, una persona di 70 kg evacua con l’urina circa 1 litro del liquido, e con le feci, 100 ml. Dalla superficie della pelle e con l’aria che si respira, si perdono altri 900 ml. Tutto insieme compone 2 litri d’acqua che vanno recuperati.

Dopo tre-sei mesi i malati che erano a letto si alzano,  vanno al mercato, iniziano ad essere autosufficienti. Il segreto è semplice: hanno saziato le cellule dell’acqua di cui si avvertiva la mancanza. La medicina non nota che l’acqua è il miglior elettrolita, è l’energia; senza l’acqua non funzionano i mitocondri, le stazioni idroelettriche che forniscono alla cellula l’energia.”

Afferma il prof. Neumyvakin. Ma quello che è più importante è quale acqua bere! Infatti quasi tutti, sebbene magari non lo mettiamo in pratica, sappiamo che dobbiamo bere acqua durante la giornata. Ma quale acqua? E quando berla? Questi infatti sono gli aspetti più importanti che permettono a questo medico russo di avere un enorme successo con i suoi pazienti.

Come preparare l’acqua “nutritiva” per le cellule del Dr. Neumyvakin

“…L’acqua va bevuta così: mettete in bocca un pizzico del sale e poi bevete un bicchiere d’acqua con l’aggiunta di 5-15 gocce di perossido di idrogeno (acqua ossigenata) al 3%. Dopo, bevete un’altro bicchiere, Presto sentirete che vi piacerà bere tale acqua. Questo serve per recuperare l’acqua che è stata impiegata dall’organismo durante il sonno per l’evacuazione degli scarti metabolici, e d’altra parte, serve per eliminare la bile concentrata che si è formata di notte nella cistifellea, la fonte principale dei calcoli.

Ricordatevi che questa acqua è un prodotto di nutrizione. Dopo 10-15 min dopo la sua assunzione, tempo che serve per strutturare l’acqua, inizierà a funzionare come l’elettrolito, antiossidante che diluisce tutte le formazioni acide.

Un organismo idratato produce l’urina quasi incolore e inodore, simile all’acqua. Un organismo disidratato produce l’urina amara, gialla, salata. La pratica evidenzia che è inutile cercare di curare tali malati senza prima ripristinare il loro equilibrio acido -basico.

…Il perossido di idrogeno è uno dei più potenti antiossidanti. Acidificando le sostanze rimaste poco acide, favorisce la basificazione degli ambienti acidi (amate dalle cellule cancerogene), ripristinando l’omeostasi e l’equilibrio acido-basico, favorendo così la guarigione.

La quantità del sale assunto giornalmente, non deve superare 2-3 gr. Teniamo conto del fatto che il nostro organismo si nutre della soluzione fisiologica 0,9%: questa quantità di sale non nuoce all’organismo.”

L’aggiunta del perossido di idrogeno al 3% produce un effetto molto marcato di ossigenazione nell’organismo. Le cellule cancerose vivono negli ambienti poveri di ossigeno. E anche questa assunzione potrà favorire l’eliminazione delle cellule patologiche, cancerogene, e parassiti compresi.

L’ideale sarebbe acquistare acqua ossigenata per uso interno che in Italia è praticamente introvabile mentre all’estero si trova facilmente: puoi cercare su google o ebay “Hydrogen Peroxide Food Grade” e ad esempio questa qui viene dall’Inghilterra (non acquistarla dall’America che ci mette molto tempo ad arrivare e le spese di spedizione sono alte). Molti usano anche la normale acqua ossigenata, ma quella per uso interno è ancora più pura.

Tè, caffè e bevande gassate e zuccherate sono acqua “sporca” che non nutre le cellule.  E il Dr. Neumyvakin non è l’unico ad affermarlo infatti ne avevo parlato anche nell’articolo “Ho curato più di 3000 ulcere e molto altro con l’acqua! dove il medico iraninano Fereydoon Batmanghelidj ha avuto risultati eccezionali semplicemente aumentano il consumo di acqua.

Quando bisogna bere l’acqua per avere degli effetti terapeutici?

Pochi sanno che si deve bere 1-2 bicchieri d’acqua “nutritiva” 10-15 min prima di mangiare. Quest’acqua si raccoglie nel duodeno, dove si accumulano gli alcali e quindi diventa naturalmente alcalina.

Non si dovrebbe bere durante i pasti perché si danneggia la digestione. E’ concesso invece il vino e altre bevande acide che migliorano la digestione.

E’ ottimo bere 2 bicchieri d’acqua la mattina appena alzati e un bicchiere la sera un po prima di andare a letto.

Se hai fame nel corso della giornata tra un pasto e l’altro bevi 1 bicchiere d’acqua. Ricorda che in totale durante la giornata vanno bevuti almeno 6 bicchieri pieni d’acqua (1.5 litri).

Ulteriori consigli sull’acqua

In passato quando non c’era l’acqua ossigenata si ossigenava l’acqua travasandola da una tazza all’altra diverse volte, sollevando molto la tazza con l’acqua. L’acqua che batte sul fondo della tazza si riempie d’ossigeno, simile a quello che accade in una cascata. Per avere un’acqua piena di ossigeno vivo si consiglia di travasarla per 30 volte. Fallo tenendo sotto una grande tazza, che raccoglierà le gocce che cadranno durante i travasi.

Anche il suono è un altro modo per ossigenare l’acqua. Le molecole dell’acqua trattate con il suono (tuono, campane) si frantumano in particelle più piccole: l’ossigeno atomico, ozono, idrogeno ecc. Questo fenomeno si chiama la dissociazione. Durante le epidemie, in Russia antica, facevano suonare ininterrottamente le campane, e la malattia arretrava, o le vittime erano relativamente poche. Si sa che per due terzi l’uomo è fatto d’acqua. Possiamo supporre che il suono delle campane agiva sull’acqua dell’organismo alzando la concentrazione del perossido di idrogeno, rafforzando così il sistema immunitario.

martedì 3 gennaio 2017

Microbioma, quei trilioni di compagni che ci fanno stare bene




Microbioma, quei trilioni di compagni che ci fanno stare bene

Da: Repubblica.it 
Influenzano salute e umore. E ora si è scoperto che sono anche la chiave del successo di una dieta. Sono i batteri che vivono dentro di noi, molto più numerosi delle nostre cellule. Una serie di studi dimostra perché benessere e buon umore dipendono anche da loro
  • 2' di lettura
Quando mangiamo, non siamo mai soli. Il nostro cibo finisce anche “nella bocca” dei trilioni di batteri che vivono dentro di noi, concentrati nel sistema digestivo. Ed è anche con loro che dobbiamo fare i conti, se vogliamo che i buoni propositi di seguire una dieta abbiano successo.

I trilioni di batteri che formano il microbioma - definito l’“organo in più” o l’“organo nascosto” per la sua complessità e importanza – hanno infatti i loro gusti e preferenze, che si sono formate con noi giorno dopo giorno. Dopo anni di alimentazione a base di pizze, torte e cioccolata, reagiranno con disgusto a una dieta improvvisa a base di frutta e insalata, spiega uno studio sui topi pubblicato su Cell Host & Microbe.

Prima che una dieta sana abbia effetti benefici, è necessario quindi che i batteri “viziati” lascino il posto a quelli “virtuosi”. Ma sulle varie famiglie dei nostri commensali (e sui loro gusti) i ricercatori hanno ancora conoscenze limitate. Il numero di microrganismi che vivono dentro di noi supera sicuramente quello delle nostre cellule (13 trilioni di media). I loro geni sono superiori in quantità ai nostri fra le 250 e le 800 volte. Non stupisce dunque che per ripopolare stomaco e intestino di specie batteriche benefiche occorrano parecchie settimane.

“Se dobbiamo prescrivere a un paziente una dieta per migliorare la sua salute – ha spiegato Jeffrey Gordon, il biologo della Washington University a St. Louis che ha coordinato la ricerca – dobbiamo imparare a conoscere quali microbi promuovono questi effetti benefici”.
Per scoprirlo i ricercatori hanno preso dei topolini sterili, cioè privi di batteri, e li hanno poi colonizzati con due tipi opposti di microbiomi di origine umana: uno preso da un individuo abituato alla tipica dieta americana senza restrizioni e uno sottoposto alla cosiddetta “restrizione calorica”.

La dieta americana prevedeva carne, carboidrati raffinati e zuccheri senza limiti (per una media di 3mila calorie al giorno). La restrizione calorica raggiungeva metà di queste calorie attraverso un’alimentazione quasi esclusivamente di origine vegetale. Oltre a una salute complessiva migliore, chi segue questo regime alimentare ha un intestino popolato da specie batteriche più numerose e diversificate. I batteri “americanizzati”, oltre a essere più poveri, faticano anche a rispondere a un ravvedimento alimentare, almeno in tempi brevi.

Un effetto sorprendente dell’esperimento è che basta vivere insieme a un individuo con un microbioma salutare per esserne “contagiati”. L’effetto è stato provato sui topi, ma era stato notato in passato anche sugli uomini, fra le coppie sposate. Oltre a vivere dentro di noi, si era osservato, i batteri ci circondano infatti come una nuvola. E non è difficile immaginare come, vivendo insieme, possano trasferirsi da un individuo all’altro rendendo il nostro “io” ancora di più un “noi”.

Il ruolo del microbioma è stato dimostrato per una grandissima varietà di effetti sulla salute. I batteri non solo aiutano a degradare i nutrienti che assumiamo con l’alimentazione. Ma smaltiscono tossine, sintetizzano proteine, ormoni, molecole legate alle infiammazioni, neurotrasmettitori, vitamine e altre componenti che non saremmo in grado di produrre da soli, e che dall’intestino entrano nella circolazione sanguigna per raggiungere ogni angolo del corpo. L’efficacia del nostro sistema immunitario, la propensione ad ammalarci di diabete o a diventare obesi sono legate alla composizione dei nostri commensali. Perfino malattie del cervello come Parkinson,  depressione o ansia sono riconducibili all’equilibrio del nostro apparato digerente.

La rivista Plos One ha appena pubblicato uno studio dell’università di Exeter che conferma come la salute della pancia sia legata anche all'umore. Il microbioma dell’intestino gioca infatti un ruolo essenziale nella produzione di serotonina, un neurotrasmettitore legato tra l’altro al benessere psicologico. "La nostra ricerca - ha commentato il coordinatore José Mesonero dell'università di Saragozza - serve tra l'altro ad aprirci la mente su quanto sia complesso l'universo di questo organo nascosto. E conferma quanto ci sia ancora da capire sul collegamento fra intestino e cervello".