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lunedì 5 febbraio 2018

CANCRO: IL RIMEDIO DIMENTICATO… LE “TOSSINE DI COLEY”


CANCRO: IL RIMEDIO DIMENTICATO… LE “TOSSINE DI COLEY”

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di Jean-Marc Dupuis

Siamo nel 1890 a New York. Il dottor William Coley si gira e rigira nel suo letto. Il giorno precedente, questo giovane chirurgo di 28 anni ha, per la prima volta, visto morire una delle sue pazienti, Elizabeth Dashiell, morta di un cancro alle ossa.

Il dottor Coley è sommerso da un senso di colpa e di impotenza. All’alba, esce di casa. Ma invece di recarsi, come d’abitudine, al New York Cancer Hospital dove lavora, decide di partire per Yale, la grande università che si trova a due ore di treno a nord della città, nello stato vicino del Connecticut. Yale era già, all’epoca, rinomata mondialmente per la sua facoltà di medicina. La biblioteca universitaria conserva degli archivi che coprono tutte le malattie conosciute sino ad oggi e che descrivono precisamente i casi di milioni di malati.
È da questo giacimento prodigioso che il dottor Coley ricercherà dei casi di “sarcoma” simili a quelli che avevano ucciso la sua paziente. Il sarcoma è un tipo di cancro. Il dottor Coley spera di trovare dei casi nei quali dei pazienti, colpiti dallo stesso cancro della sua paziente, sono guariti. Perché, in fondo, è convinto che esista, da qualche parte, un trattamento che avrebbe potuto salvare la sua paziente.
Per più di due settimane, le sue ricerche sono vane. Sfoglia chili di documentazione polverosa. Ma la conclusione è sempre la stessa: paziente deceduto. Comincia a disperare, quando una sera, sul punto di lasciar perdere, fa una stupefacente scoperta.

Guarigione misteriosa

Il dottor Coley ha messo la mano, senza saperlo, su un caso che rivoluzionerà il trattamento del cancro. Scopre, infatti, il fascicolo medico completo di un uomo, il cui sarcoma è misteriosamente scomparso dopo aver contratto una malattia infettiva. Questa malattia, praticamente scomparsa oggi, si chiama “erisipela”. È un’infezione della pelle dovuta a un batterio, lo streptococco, che si manifesta con delle grandi placche rosse che possono colpire il volto, ma più spesso le gambe, e che si accompagna con delle febbri. Ma non è una malattia grave.
Subito dopo aver contratto l’erisipela, il sarcoma di questo paziente era dunque bruscamente sparito. Il dottor Coley ricercò altri casi simili e ne trovò diversi negli archivi; alcuni risalivano persino a centinaia di anni prima: il loro sarcoma era sparito dopo una semplice infezione della pelle!
Convinto che non potesse trattarsi di un caso, il dottor Coley decise di inoculare volontariamente lo streptococco responsabile dell’erisipela, a uno dei suoi pazienti colpiti da cancro alla gola. L’esperimento fu condotto il 3 maggio 1891, su un uomo chiamato signor Zola. Il suo cancro regredì e il suo stato di salute migliorò considerevolmente. Ritrovò la salute e visse otto anni e mezzo di più.
Il dottor Coley creò allora una mistura di batteri morti, meno pericolosi, a cui diede il nome di “Tossine di Coley”. Questa mistura era somministrata per iniezione sino a scatenare la febbre nel paziente. Osservò quindi che il rimedio funzionava e risultava efficace, anche nei casi di cancri metastatizzati.

Un giovane di sedici anni salvato dal cancro

Il primo paziente a ricevere le “Tossine di Coley” fu il giovane John Ficken, un ragazzo di 16 anni colpito da un tumore addominale diffuso. Il 24 gennaio 1893, ricevette la sua prima iniezione, che fu ripetuta successivamente ogni due o tre giorni, direttamente sul tumore. A ogni iniezione, aveva un innalzamento di febbre mentre il tumore regrediva. Dal mese di maggio 1893, ovvero 4 mesi più tardi, il tumore non aveva più che un quinto della sua dimensione originaria. Durante il mese di agosto, non era praticamente più percepibile. John Ficken fu definitivamente guarito dal cancro e morì 26 anni dopo, per un infarto.

Come questa scoperta fu stroncata sul nascere

Purtroppo, le “Tossine di Coley” andarono ad urtare contro un temibile “concorrente”: lo sviluppo delle macchine a raggi radioattivi (radioterapia), più facilmente industrializzabili. Coley stesso, in buona fede, acquistò due macchine da radioterapia, ma constatò rapidamente la loro minore efficacia. Per 40 anni, continuò quindi ad utilizzare con successo il suo metodo, sino alla sua morte, avvenuta il 16 aprile 1936.
Il formidabile business della chemioterapia prese in seguito rapidamente slancio, per garantire che questo rimedio, molto più semplice, meno pericoloso, e soprattutto meno costoso, cadesse nel dimenticatoio della medicina.

1999: le “Tossine di Coley” ritornano sulla scena

Tuttavia, la storia non si ferma qui, per fortuna. Nel 1999, dei ricercatori aperti di mente ripresero in mano gli archivi lasciati dal dottor Coley. Essi compararono i suoi risultati con quelli dei trattamenti più moderni contro il cancro e si accorsero che i suoi risultati erano superiori!
“Ciò che Coley faceva per gli ammalati di sarcoma all’epoca, era più efficace di quanto facciamo oggi noi per questi stessi ammalati”, dichiarò allora Charlie Starnes, ricercatore presso Amgen, una delle prime società di biotecnologia che lavora in Francia con l’Institut National du Cancer.
La metà dei pazienti di Coley colpiti dal sarcoma vivevano dieci anni o più dopo l’inizio del trattamento, contro il 38% con le terapie più recenti. I suoi risultati presso i pazienti malati di cancro dei reni e di cancro alle ovaie erano anch’essi superiori.

Una grande speranza per i pazienti malati di cancro

Oggi, una società americana, MBVax, ha ripreso le ricerche sulle “Tossine di Coley”. Benché non abbia ancora condotto gli studi su grande scala necessari alla loro commercializzazione, 70 persone hanno già beneficiato di questa terapia, tra il 2007 e il 2012.
Gli effetti sono stati così positivi, che la rivista scientifica Nature ne ha fatto eco nel mese di dicembre 2013 [1]. Le persone che hanno potuto beneficiare di questa terapia non omologata, erano colpite da cancri in fase terminale, tra cui melanomi, linfomi, tumori maligni al seno, alla prostata, alle ovaie. È abitudine, infatti, negli ospedali di permettere alle persone in situazioni molto difficili di rivolgersi verso terapie innovative, rifiutate agli altri.
Malgrado l’estrema gravità di questi cancri, le Tossine di Coley hanno provocato una diminuzione dei tumori nel 70% dei casi, e anche una remissione completa nel 20% dei casi, secondo MBVax. Il problema con il quale la compagnia si scontra oggi è che, per condurre esperimenti su grande scala che la regolamentazione attuale (norme europee o nord-americane) esige, e costruire un’unità di produzione, i bisogni di finanziamento si calcolano in… centinaia di milioni di dollari.
Ciò che era possibile nel 1890, nel laboratorio di un semplice medico di New York, appassionato al suo lavoro, è oggi diventato quasi impossibile nel nostro mondo iper-tecnologico e iper… soffocato da regolamenti e, soprattutto, da fortissimi interessi economici.
Articolo di Jean-Marc Dupuis
Riferimenti:
[1] DeWeerdt S. Bacteriology: A caring culture. Nature 2013 Dec 19; 504.
Traduzione di Ario Libert

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