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lunedì 29 luglio 2019

Dr. Ermanno Leo, « sui tumori abbiamo fallito, siamo nelle mani delle multinazionali del farmaco »

Il Prof. Ermanno Leo è un oncologo e chirurgo italiano, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia dell’Apparato Digerente Colon-Retto dell’istituto dei Tumori di Milano.

E’ una delle eccellenze italiane elogiato in tutto il mondo per aver sviluppato 25 anni fa una innovativa tecnica chirurgica nel trattamento del cancro al colon-retto.

Infatti in assenza di essa i pazienti sono costretti a portare i segni di una mutilazione irreversibile, il famigerato sacchettino sull’addome.
Grazie alla collaborazione con colleghi francesi, l’equipe del Dr. Ermanno Leo ha realizzato un programma innovativo che trova oggi consenso scientifico ad ogni livello grazie alla tecnica operatoria di tipo conservativo che mantiene l’integrità dell’organo.

Insomma è una personalità che per 40 anni ha avuto a che fare con il cancro e conosce quello di cui sta parlando. 

In una conferenza del 2017 ha parlato chiaro: le multinazionali del farmaco di fatto bloccano la ricerca e ci costringono a combattere con i vecchi strumenti, tra i quali, appunto, la chemioterapia ...


“Tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà la chemioterapia.”

Ecco alcuni estratti del suo intervento alla conferenza:

“Io sono qui quasi per fare un mea culpa come oncologo, ma se dovessimo paragonare e confrontare ciò che ho sentito oggi che di encomiabile tecnologico è avvenuto nell’oncologia sono profondamente deluso e rendo omaggio a chi non ce l’ha fatta e a chi in questo momento non ce la sta facendo.

A me interessa un dato, poi tutti sappiamo che i giochi statistici si possono manipolare e fare: in Italia ci sono ogni anno quasi 180.000 morti di cancro, se questo è il segno di un successo io vado ai giardini pubblici.

Il timore mio, e me ne assumo totalmente la responsabilità, è che il cancro in questi decenni sia diventato un affare insieme alle guerre.

Il tumore al colon-retto, di cui mi occupo e di cui si conoscono tutti i precursori, è l’unico che potrebbe scomparire dalla faccia della terra, se ne ammalano ogni anno 50.000 persone con 25.000 morti l’anno. Se si facesse una colonscopia a tutti gli italiani sopra i 45-50 anni non ci sarebbe più la malattia perché si andrebbero ad asportare le forme ancora benigne e evitare la trasformazione in maligna così da non ricorrere al potere delle multinazionali.

Io lo dico senza vergogna, ma queste persone ormai gestiscono il problema farmaco fregandosene che i morti non sono assolutamente diminuiti e anzi, perché il problema è che tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà legata alla chemioterapia. Bisognerà cambiare completamente registro.”

Se vogliamo dare alcuni dati sulle multinazionali del farmaco (bigpharma). 600 miliardi di dollari sono le vendite delle prime 50 aziende farmaceutiche nel 2013 che equivale al PIL aggregato di 82 paesi, praticamente la metà del mondo.

Quindi il dramma è questo che bisogna avere il coraggio di.. io sono scandalizzato ma sapete quante società medico-scientifiche esistono in Italia? 800! Ma sono tutti scienziati?? E’ una cosa folle! Per il cancro non conosciamo i meccanismi ( che ne sono alla base) ed alla gente non si dice la verità.

Un mio amico di cui non posso fare il cognome mi ha detto che non siamo preoccupati della fuga dei cervelli all’estero ma degli imbecilli che restano qua. E’ una cosa abbastanza allucinante. Mi scrive un mio amico che è stato pochi giorni fa ad un congresso importante a Washington dove prima di ogni relazione al congresso è obbligatorio rendere palese le sovvenzioni che ricevono dalle case farmaceutiche.

Io per sfida, quasi per disperazione, scrissi ai miei collaboratori all’amministrazione dicendo che da ora in avanti i medici non dovrebbero andare a più di due congressi l’anno, scegliendo i migliori. Successe un finimondo! 

Perché voi dovete sapere che le multinazionali assoldano, soprattutto la parte medica particolare che utilizza i loro farmaci, per cui li devono mandare in giro a fare da sponsor, con risultati spesso manipolati!

Perché se noi dovessimo sommare tutte le notizie giornalistiche che enfatizzano tutte le scoperte che sembrano aver trovato il rimedio, ora dovremmo aver debellato la malattia.. c’è qualcosa che non va!

Una società seria vale in politica, economia, ma soprattutto sulla salute, si pone degli obiettivi, approva dei progetti, ma dopo due anni chiamo il progettista, il cosiddetto scienziato, e gli chiede dove sei arrivato. 

Se il progetto ha una prospettiva io te l’ho foraggio mille volte, ma se non porta da nessuna parte ed è solo frutto e mezzo perché tu a possa acquisire un posto socialmente utile sulla salute, non lo accetto!

Non te ne faccio una colpa, ci hai provato, ma cambiamo registro.
Ci sono troppi progetti volti al mantenimento di un posto di lavoro.


Manca il sistema di controllo per dire: la ricerca è fondamentale, ma mi dovete dire dove state andando!

Guardate che noi siamo salvi, come generazione, per due persone: Fleming che scopre la penicillina, tanti nostri genitori sono morti per una banale polmonite, e non l’ha scoperta con i soldi di bigpharma ma con il cervello!

L’altro grande personaggio della storia è Albert Sabin perché altrimenti oggi molti sarebbero qui con le stampelle o le sedie a rotelle, e l’ha fatto senza approfittarsi del 455 che oggi dilaga approfittandosi della generosità degli italiani che danno soldi ma non si è mai capito dove vanno a finire, perché non c’è un resoconto!

Oggi in Italia si ammalano 400.000 persone di cancro e continuiamo a scambiarlo per una malattia ma sono almeno mille malattie che si comportano in maniera una diversa dall’altra anche se sembrano uguali dal punto di vista biologico.

In Italia vi è una professione, quella degli scienziati, che non esiste, una laurea in “scienzologia”, che non esiste, come non esiste l’ordine degli scienziati.

Ma veramente torna il discorso che non sono quelli scappati ma quei quattro pirla rimasti??

Ditemi come si fa ad essere denominati scienziati, come possano aver codificato una nuova professione che è quella degli “scienziati”."

Il pavimento più bello del mondo. Dal 18 agosto saranno scoperte le straordinarie tarsie del Duomo di Siena

 
La navata centrale del Duomo di Siena
La navata centrale del Duomo di Siena

Dal 18 agosto al 27 ottobre prossimi programmata una nuova “scopertura” del celebre pavimento a commesso marmoreo

Il celebre pavimento a commesso marmoreo è unico per la tecnica utilizzata e per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla Sapienza. Secondo il Vasari si tratterebbe del pavimento “più bello…, grande e magnifico” che mai fosse stato fatto. Il risultato di un complesso programma iconografico realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento. Parliamo del pavimento del Duomo di Siena, normalmente coperto e protetto dal calpestio dei visitatori e dei numerosi fedeli, ma periodicamente scoperto per essere offerto all’ammirazione dei visitatori. La tecnica adoperata durante i secoli passati è quella del graffito e del commesso, con marmi di provenienza locale come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola, il verde di Crevole.
Il Pavimento intarsiato del Duomo di Siena
Il Pavimento intarsiato del Duomo di Siena

I cartoni preparatori per le cinquantasei tarsie furono disegnati da importanti artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che da un pittore “forestiero” come il Pinturicchio. L’occasione di ammirare The Wonder of Siena, la “meraviglia” della città, come già avevano intuito gli artisti e i viaggiatori anglosassoni che lo recensivano sulla stampa alla fine del XIX secolo, si ripresenterà a breve, visto che è stata programmata una “scopertura” dal 18 agosto al 27 ottobre prossimi. Un percorso che condurrà dalla sommità della Cattedrale e dal Facciatone del Duomo Nuovo fino alle tarsie marmoree: scendendo dai tetti del Duomo sarà possibile trattenersi all’interno della Cattedrale per poter vedere da vicino ogni singola tarsia in un percorso di fede e sapienza alla base dell’impianto iconografico del tappeto marmoreo.

sabato 27 luglio 2019

Robin, colei che, non mangiando, mangiava più di tutti




Marthe Robin, colei che, non mangiando, mangiava più di tutti


Leggiamo da aleteia.org
Marthe Robin nacque il 13 marzo 1902 a Drome, in Francia. Era la sesta e ultima figlia di Joseph e Amelie-Celestine Robin, che avevano una fattoria. I suoi genitori lavoravano sodo, e se fossero vissuti al giorno d’oggi sarebbero stati considerati della classe media. Erano cattolici, ma non frequentavano la chiesa. Questo ha influito sulla fede degli altri figli ma non su Marthe, che fin da piccola venne attirata da Dio e pregava per conto suo.
La malattia colpì Marthe nel suo secondo anno di vita. Insieme alla sorella Clemence contrasse la febbre tifoide. Clemence non sopravvisse, Marthe sì, ma da quel momento fu sempre debole e fragile. A 13 anni lasciò la scuola per aiutare nei lavori della fattoria. Frequentava comunque il catechismo e ricevette la Confermazione nel 1911. Il 15 agosto 1912 fece la sua Prima Comunione.
Anche se da quando aveva avuto la febbre tifoide era sempre malaticcia, nell’adolescenza sembrava felice. Era spensierata, amava ballare e rideva di cuore agli scherzi della nonna. Nel 1918, però, si ammalò di nuovo, e venne costretta a letto. I medici pensavano che potesse avere un tumore al cervello o un’encefalite. Non capirono davvero di cosa soffrisse fino a quando uno di loro le diagnosticò l’isteria. Era ormai stata “etichettata”.
Per il 1928 la parte inferiore del corpo di Marthe era ormai paralizzata, e nel 1929 accadde lo stesso alle braccia. Non era certo il risultato dell’isteria. Alla fine, senza prove, la sua condizione venne definita encefalite letargica, una rara forma di encefalite, ma la diagnosi non venne mai confermata.
Marthe viveva a casa in una stanza da letto scura per via dell’ipersensibilità alla luce. A 28 anni era ormai completamente paralizzata e allettata. All’inizio era in grado di usare il pollice e l’indice e riusciva a sgranare il rosario, ma alla fine perse la capacità di fare anche quello. Tutto ciò che riusciva a fare era muovere la testa. Non era più in grado di mangiare o perfino di bere un sorso d’acqua. I medici cercarono di cùostringerla a bere, ma l’acqua le usciva dalle narici. C’era tuttavia una cosa che assumeva senza problemi: la Santa Eucaristia.
All’inizio della sua malattia, Marthe venne visitata dalla Madonna, che la confortò molto. A volte, durante il 1928, le apparve Cristo stesso, e queste apparizioni la cambiarono per sempre. Fu allora che decise di “offrirsi completamente a Dio” e di “offrire le sue sofferenze in unione con Lui attraverso la preghiera e l’amore”. Si concentrò sempre di più sulla Passione di Cristo, avvicinandosi progressivamente anche alla Madonna.
Dagli anni Trenta, l’unica fonte di sostentamento di Marthe fu Cristo nell’Eucaristia. Dalle sue labbra non passarono mai né cibo né acqua. Il venerdì, quando riceveva la Santa Comunione, riviveva la Passione di Cristo – all’inizio spiritualmente, poi anche a livello fisico. Martha ricevette le stigmate. Dio l’aveva inclusa tra le persone che aveva scelto in modo particolare, come San Francesco, Santa Caterina da Siena e Padre Pio.
In Marthe si svolgeva il triduo della Passione, Morte e Resurrezione di Nostro Signore: il sangue era fresco e umido il venerdì, si asciugava il sabato e scompariva la domenica. Marthe Robin ha sicuramente sperimentato la Santa Eucaristia in modo straordinario, e lo ha fatto per ben 51 anni, fino alla morte, avvenuta nel 1981.
Anche se Marthe non ha mai concluso gli studi, era in grado di consigliare molte persone che le facevano visita con parole di grande saggezza. Possedeva un fortissimo senso di compassione e aveva una memoria straordinaria. Nel corso della sua vita, si stima che più di 100.000 persone siano andate da lei ricevendone indicazioni e guida. Ha onorato migliaia di richieste di preghiera, e la sua influenza è andata ben oltre la sua camera da letto.
Papa Francesco ha dichiarato Marthe Robin venerabile il 7 novembre 2014. Oggi una media di 400.000 persone all’anno visita la casa in cui ha vissuto ed è morta. Si dice che Marthe abbia detto: Voglio gridare a quelli che mi chiedono se mangio che mangio più di loro, perché sono nutrita dall’Eucaristia del sangue e della carne di Gesù. Vorrei dire che sono loro a bloccare gli effetti di questo cibo in se stessi”.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

lunedì 22 luglio 2019

SERVA DI MARIA Sr. Clare: "O tutto, o niente!" La fame d'amore che apre i Cieli

  • SERVA DI MARIA

Sr. Clare: "O tutto, o niente!" La fame d'amore che apre i Cieli

Promessa star di Hollywood, Clare sin da piccola viene spinta in un mondo fatto di fama, soldi e piacere senza freni. Ma proprio quando il peccato sembra averle rubato l'anima, l'amore irresistibile del Crocifisso la attira a sé: "Perché continui a farmi soffrire?". Complice la "trappola perfetta" della Vergine Maria, Clare si lascerà così conquistare dal Signore e inizierà la sua folle corsa verso il Paradiso...
Desiderare di consumarsi completamente, sino a sbiadire il proprio volto, sino a logorare mani e piedi, sino a perdere la voce. Dare tutto di sé e darlo subito, per offrire la vita intera a Dio. Un amore folle e radicale: “O tutto, o niente!”. Questa, in poche battute, era suor Clare Crockett.
È chiaro, allora, che non fu il caso a volere che questa giovane Serva del Focolare della Madre, rimase l’unica a morire sotto le macerie del tragico terremoto del 2016 a Playa Prieta. Tra tutte le sorelle del convento missionario in Ecuador, fu scelta solo lei. “Sola con il solo”: misteriosamente, si realizzava il motto di vita stabilito proprio nel giorno della sua consacrazione e ancor più si avverava quell’insondabile piano d’Amore che lei stessa aveva profetato: “Morirò giovane, a 33 anni, come Gesù”.
NASCERE E RINASCERE NELLO SPIRITO
Clare Crockett vede la luce il 14 novembre 1982 a Derry, in una famiglia dell’Irlanda del Nord duramente segnata dalle feroci lotte tra cattolici e protestanti. Lei stessa però dirà che la sua vera nascita avverrà solamente l’11 agosto 2001, data in cui la giovane fanciulla fa il suo ingresso nelle Serve del Focolare della Madre come postulante. Sarà questa, infatti, per Clare l’occasione di una vera e propria rinascita nello Spirito Santo che, corteggiandola come il più appassionato tra gli amanti, la conquisterà completamente.
Ma la strada che condusse Clare alla “vita nuova” fu tutt’altro che spianata. Per comprendere su quale terreno cominciò ad arare l’agricoltore e quanti rami ebbe a potare il vignaiolo, basti sapere che quando Clare annunciò a parenti ed amici il suo ingresso in convento, venne accolta con una fragorosa e corale risata. Gli stessi familiari erano convinti si trattasse di uno dei suoi colpi di testa che sarebbe durato pochi giorni, al massimo qualche settimana.
Del resto, quella ragazzina a dir poco esuberante, era nota a tutti come la futura stella di Hollywood per via del suo straordinario talento per la recitazione. Dotata di un agente dello spettacolo sin da piccolissima, Clare aveva conquistato da subito ruoli da protagonista sul piccolo schermo e alcune pellicole al cinema. Genitori, professori, amici… tutti quanti la spingevano in questa direzione, essendo convinti che un giorno sarebbe arrivata molto lontano. Quanto al rapporto con la fede, invece, non si poteva certamente festeggiare lo stesso successo. Clare, di famiglia cattolica più per etichetta che per sostanza, aveva ricevuto i sacramenti durante l’infanzia, ma ben presto, ai locali della parrocchia, aveva preferito quelli notturni che l’avevano eccitata ai piaceri del mondo. Alcool, droga e sesso erano diventati per Clare regola e dipendenza, complice l’ambiente dello spettacolo che l’aveva stretta, ancora piccola, tra le tenaglie del peccato. Eppure, nessuno poteva immaginare che la "follia" di quella ragazzina, che la spingeva a divorare sempre più vita, fosse in verità il sigillo messo da Gesù sul cuore della sua promessa sposa e che Dio stesso sarebbe stato pronto a tutto pur di portare a termine il suo piano d’Amore su quella vittima da Lui prescelta.
LA “TRAPPOLA” DELLA VERGINE MARIA
«Un giorno – racconta Clare durante una testimonianza - la mia amica, Sharon Dougherty, mi chiamò e mi disse: Clare, vuoi andare in Spagna? È tutto pagato”“Un viaggio gratis in Spagna! - pensai - Dieci giorni di festa in Spagna con il sole”. “Certo che ci vado!”. Io, sinceramente, pensavo che saremmo andate su un’isola turistica come Ibiza. Chi avrebbe potuto immaginare che invece fosse tutta una mossa della Vergine Maria per riportarmi a casa, nel Suo Focolare, in quello di Suo Figlio?».
Spiegarono a Clare che tutti quelli che volevano andare in Spagna si sarebbero dovuti presentare in una certa casa per ritirare il biglietto aereo. «Quando entrai nella casa – continua Clare - trovai un gruppo di 30-35 persone mature che recitavano il Rosario. Subito chiedo: "Voi andrete in Spagna?""Si", mi risposero con entusiasmo "ad un pellegrinaggio!"». Ovviamente Clare non ha la minima intenzione di partecipare ad un ritiro spirituale, ma l’amica insiste: ormai il biglietto aereo è pagato, perciò non ci si può più tirare indietro.
«Così arrivai in Spagna presso il monastero del Focolare della Madre, da sola e senza nessuna voglia di fare un pellegrinaggio». Era la Settimana Santa, ma Clare logicamente non lo sapeva e nemmeno poteva sospettare di dover partecipare per cinque giorni e con molto raccoglimento alla Passione, morte e Risurrezione del Signore.
L’IRRESISTIBILE SPOSO CROCIFISSO
È Venerdì Santo e qualcuno del gruppo dice a Clare che, in quel giorno, non avrebbe potuto star fuori dalla chiesa a fumare sigarette come sempre accadeva. La giovane, perciò, quasi costretta, si unisce alla Celebrazione liturgica della Passione e morte del Signore e col solito atteggiamento strafottente - come racconta lei stessa - sceglie subito di sedersi nei banchi più in fondo. Quando però arriva il momento in cui tutti si mettono in fila per l’Adorazione della Croce, Clare d’impeto li segue.
«Quando toccò a me baciare la croce non mi ricordo se mi inginocchiai o se feci la genuflessione, mi ricordo solo che baciai il chiodo che era sui piedi di Gesù e sentii come uno schiaffo sul cuore. In un istante ricevetti la grazia di vedere come Egli, Dio, era morto per me sulla croce, per i miei peccati, per le mie vanità, per le mie infedeltà, per la mia impurezza... Compresi e vidi d’un tratto che io avevo inchiodato il Signore alla croce e che l’unico modo in cui io potevo consolarLo era con la mia vita. Ormai non valeva raccontare barzellette, né fare una bella rappresentazione teatrale: nulla, nulla di ciò che io potevo fare era in grado di consolare Gesù, se non dandoGli tutta la mia vita! Compresi questo in un lampo, senza avere alcuna formazione religiosa: ero pazza, andavo in discoteca, pensavo di andare a Ibiza e in quel momento, nel baciare la Croce, il Signore mi fece cadere completamente da cavallo. (…) Ebbi la certezza che il Signore era sulla croce per me e, assieme a questa convinzione, sentii un vivo dolore. Tornando al banco, iniziai a piangere, e a piangere, e a piangere… non potevo smettere. Dio mi aveva mostrato con chiarezza che era morto per me e che io dovevo dargli qualcosa, e quel qualcosa non era semplicemente un’Ave Maria, una messa o un impegno piccolo, ma era la mia vita!». 
“PERCHE’ MI CONTINUI A FERIRE?”
Nonostante le enormi grazie ricevute durante il pellegrinaggio, Clare torna a casa e precipita di nuovo nelle seduzioni del mondo. Sente con chiarezza di avere ricevuto la chiamata di Dio, ma non riesce in alcun modo ad abbandonare la vecchia vita. «"Non posso diventare suora! Non posso smettere di bere, di fumare, di andare a divertirmi e non posso rinunciare alla mia carriera, alla mia famiglia..." Mi ripetevo queste cose, tuttavia non riuscivo a fare tutto questo semplicemente perché non avevo ancora chiesto a Gesù il Suo aiuto».
Non appena Clare si mette in ginocchio, il Signore corre in suo soccorso dandole la certezza che, se Egli le stava chiedendo qualcosa, certamente le stava anche donando la grazia e la forza per viverlo. 
E infatti, una notte accade qualcosa che cambierà l’esistenza di Clare per sempre: «Ero nel bagno di una discoteca, ero completamente ubriaca e stavo per vomitare, fu in quel momento che sentii con forza lo sguardo del Signore. Era così forte questo sguardo! E subito sentii dentro di me il Signore che mi diceva: “Perché Mi continui a ferire?”. Sapevo che il Signore era lì e mi stava guardando. Sentire lo sguardo del Signore è qualcosa che ti lacera. Vidi che di nuovo stavo inchiodando il Signore alla croce con i miei peccati, con le mie ubriachezze. Io sentii che il mio modo di vivere e la mia mancanza di risposta a ciò che il Signore mi stava chiedendo facevano molto male a me stessa e anche a Dio».
Fu questo il momento decisivo in cui Clare comprende che l’Amore di Gesù l’ha vinta per sempre: «Capii in quell’istante che dovevo lasciare tutto e seguirLo. Io sapevo che il Signore mi stava chiamando ad essere Sua nelle Serve del Focolare della Madre, a darGli la mia vita affinché altri Lo potessero conoscere. Sapevo con grande chiarezza che mi chiedeva di confidare in Lui, di porre la mia vita nelle Sue mani e di avere fede». E così accade: Clare  l'11 agosto 2001, giorno di santa Chiara D'Assisi, entra in monastero e l’11 febbraio 2006, fa i suoi primi voti scegliendo il nome religioso di Sr. Clare Maria della Trinità e del Cuore di Maria. L’8 settembre 2010 emette i suoi voti perpetui.
SERVIRE, FINO A CADERE A TERRA SFINITI
Dal momento della professione solenne, in un potente crescendo di intensità, inizia per Clare una corsa pazza verso il Signore. Nei cinque anni da professa, viene inviata in numerose comunità delle Serve: a Belmonte (Cuenca, Spagna), a Jacksonville (Florida, Stati Uniti), a Valencia (Spagna), a Guayaquil (Ecuador) e a Playa Prieta (Manabí, Ecuador). Di luogo in luogo, la Serva lascia dietro di sé la scia del suo bruciante amore per il Signore, che non smette di crescere e che si manifestava in una instancabile ed impressionate carità verso il prossimo.
Un esempio ne spiega bene la portata. Nel 2011, insieme ad altre 9 consorelle, suor Clare si trova ad accompagnare 140 ragazze alla GMG di Madrid. Ebbene, la Serva era così desiderosa che tutte le ragazze potessero incontrare personalmente il Signore, che non si fermò mai un istante. “Si mise a servizio sino al punto che – racconta una consorella –  l’ultimo giorno la trovammo svenuta su di un marciapiede. Doveva avere una delle sue emicrania di proporzioni siderali. Era veramente esausta, però non ci aveva detto nemmeno una parola di quanto stava male e continuava a non esprimere alcuna lamentela”. Eppure, tutti coloro che conoscono suor Clare sanno che la sua reazione di quel giorno, non fu per nulla un fatto isolato. Questa era la sua disposizione abituale, il modo in cui agiva normalmente e sempre si donava: fino a cadere a terra esausta. A scuola con i giovani, al catechismo coi bambini, in convento con le sorelle e con le novizie... Clare era una bomba di spiritualità che travolgeva chiunque la incontrasse e che esplodeva d'amore per ogni singola anima. 
Un’altra consorella racconta così il suo ultimo incontro con Clare: “Quando l'ho vista era completamente cambiata, era consumata in viso, era senza voce... ricordo che nel vederla così subito mi domandai: “Anche io posso dire di donarmi come si sta donando lei?”. La guardai con grande ammirazione e le dissi: “Suor Clare, tu stai consumando la tua vita qui, per Gesù!”. Mi guardò e senza esitazione rispose: “Sorella non siamo forse spose del Crocifisso?”. Poco dopo quell’incontro suor Clare morì, sotto le macerie del suo stesso convento in Ecuador, crollato al suolo dopo una violenta scossa di terremoto il 16 aprile 2016. Aveva 33 anni. “Lei sapeva che sarebbe morta giovane – continua la consorella - “Io morirò a 33 anni, come Gesù”, ripeteva misteriosamente negli ultimi tempi. Eppure non era affatto preoccupata, al contrario era piena di gioa, di pace e di amore: in cuor suo desiderava ardentemente vedere il Volto di Colui al quale per tutta la vita aveva anelato. "Quello che mi preoccupa - diceva - è di morire senza aiutare, senza servire, senza amare, senza regalare tutto di me a Dio!”. Questa era suor Clare: o tutto, o niente.


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Bella, brava e con un futuro da attrice. Ma a 18 anni incontra Dio e diventa suora

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La storia della giovane religiosa Clare Crockett, morta a 33 anni durante un terremoto, diventa un film documentario

Clare Crockett, da giovane, sognava di diventare una stella della Tv. Ma la notorietà che ha tenacemente inseguito ora la sta raggiungendo (anzi: l’ha già conquistata) in modo del tutto imprevedibile. Proprio come piace alla Provvidenza.
Già, perché Clare è una suora irlandese, morta durante il terremoto in Ecuador nel 2016 a soli 33 anni di età. Dotata di un non comune talento artistico, una bellissima voce, un fisico attraente e un sorriso accattivante, avrebbe potuto sfondare nel mondo dello spettacolo (Avvenire, 13 agosto).


alla testimonianza di suor ClareSotto le macerie

A distanza di qualche anno, le sue consorelle hanno realizzato un docu-film su di lei, dal titolo “O tutto o niente”. La notizia è che il documentario sta facendo conoscere la storia di suor Clare letteralmente in tutto il mondo. E ora il film è disponibile anche in italiano.Suor Beatriz Liaño, che – nel suo minuscolo ufficio di Roma, a due passi da Piazza Farnese – si dedica alla comunicazione, spiega: «Abbiamo ricevuto oltre mille richieste di proiezione del film, da tutto il mondo: dall’Argentina all’Australia, da Cuba alle Filippine, dal Ghana all’Indonesia… Oltre, ovviamente, che dai Paesi dove suor Clare aveva lavorato, ossia Irlanda, Regno Unito, Spagna ed Ecuador». Continua: «Le testimonianze che ci arrivano, dalle migliaia di persone che hanno già visto il film, ci dicono che nessuno rimane indifferente alla testimonianza di suor Clare

Sotto le macerie
Suor Clare venne ritrovata senza vita insieme ad altre cinque postulanti delle Serve della Casa della Madre in Ecuador dopo il terremoto di 7,8 gradi della scala Richter che ha colpito il Paese sudamericano nel 2016.
Era entrata nella congregazione appena diciottenne e aveva scelto come nome da religiosa Clare Maria della Trinità e del Cuore di MariaLa sua comunità la ricorda come una «sorella generosissima con uno spirito di simpatia molto speciale e un carisma unico per trattare con i bambini e i giovani».

Teatro e tv

Lei stessa era stata incaricata di scrivere questo riassunto della sua vocazione, giunta dopo una serie di esperienze a teatro e in tv, a soli 15 anni, che la proiettavano verso il mondo dello spettacolo.
“Sono nata in una famiglia cattolica. Provengo da una piccola porzione del mondo che si chiama Derry, nel nord dell’Irlanda. Quando ero piccola, era un posto in cui i termini “cattolico” e “protestante” erano solo politici. Nascere in una famiglia cattolica non significava necessariamente andare a Messa o ricevere una formazione nella fede cattolica. I cattolici, che volevano un’Irlanda unita, uccidevano i protestanti, e i protestanti, che non volevano un’Irlanda unita, uccidevano i cattolici. Per me essere cattolica significava questo. Dio non aveva alcun ruolo nella mia vita. In una società in cui prevaleva l’odio, non c’era posto per Dio.
Fin da piccola volevo diventare un’attrice. Verso i 15 anni sono entrata in una compagnia teatrale e avevo un “manager”. Presentavo alcuni programmi televisivi, scrivevo pièces teatrali, recitavo molto, vincevo dei premi e a 18 anni ho ottenuto un piccolo ruolo in un film”.

La vocazione

A suor Clare piacevano le feste. Dai 16 o 17 anni i suoi fine settimana consistevano nell’ubriacarsi con gli amici.
“Spendevo tutti i soldi in alcool e sigarette. Un giorno una delle mie amiche mi chiamò: ‘Clare – mi disse –, vuoi andare in Spagna gratis?’ ‘Un viaggio gratis in Spagna!’, pensai, ‘dieci giorni di festa spagnola al sole’. Certo che volevo andare! Mi disse che tutti i partecipanti si sarebbero riuniti in una casa la settimana successiva.

Arrivò il giorno stabilito e andai nella casa in cui si sarebbero ritrovati anche i miei amici. Entrai in una stanza con persone di 40 e 50 anni, tutte con un rosario in mano.
‘Andate in Spagna?’, domandai, quasi temendo di sentire la risposta che tutti avrebbero dato con entusiasmo tre secondi dopo: ‘Sì, andiamo al pellegrinaggio!’
Sì, cari amici, andavamo in pellegrinaggio per dieci giorni. Cercai di defilarmi, ma il mio nome era già sul biglietto e non c’era niente da fare, dovetti andare. Ora capisco che è stato il modo che la Madonna ha usato per riportarmi a casa, a casa sua, a quella di suo Figlio”.

La storia della giovane religiosa Clare Crockett, morta a 33 anni durante un terremoto, diventa un film documentario

Il pellegrinaggio

Il pellegrinaggio si è svolto durante la Settimana Santa in un monastero del XVI secolo.
“Non era sicuramente quello che avevo immaginato quando pensavo di andare in Spagna. Avremmo incontrato un gruppo che si chiamava Casa della Madre, e io non volevo stare lì. È stato tuttavia durante quel pellegrinaggio che il Signore mi ha concesso la grazia di vedere come era morto per me sulla croce. Dopo aver ricevuto quella grazia, sapevo di dover cambiare: ‘Se ha fatto questo per me, cosa posso fare io per Lui?’
È molto facile durante un ritiro o quando si ‘sente’ l’amore di Dio dirgli ‘Farò tutto ciò che mi chiederai’, ma quando ‘scendi dalla montagna’ non è più così semplice. Le suore mi invitarono ad andare con loro e con altre ragazze in pellegrinaggio in Italia qualche mese dopo.
Andai, e nonostante l’atteggiamento superficiale durante il pellegrinaggio il Signore mi parlò molto chiaramente. Voleva che vivessi in povertà, castità e obbedienza come le suore.
Gli dissi automaticamente che era impossibile. ‘Non posso diventare suora!’, dissi. ‘Non posso smettere di bere, di fumare, di andare alle feste, non posso abbandonare la mia carriera, la mia famiglia’. Se Gesù ci chiede di fare qualcosa, ci dà sempre la forza e la grazia per farlo. Senza il suo aiuto non avrei mai potuto compiere quello che ho dovuto fare per rispondere alla sua chiamata e seguirlo.
Dopo aver capito che mi chiamava, ho ricevuto un’altra grazia dal Signore quando stavo girando un film in Inghilterra. Vedevo che anche se apparentemente avevo tutto in realtà non avevo niente”.

Giorni di turbamento

Clare ricordava che spesso si sedeva sul letto della stanza d’albergo e sentiva un grande vuoto.
Stavo ottenendo tutto quello che avevo sempre desiderato ma non ero felice. Sapevo che solo facendo ciò che Dio voleva per me sarei stata davvero felice.
Il Signore mi ha mostrato quanto il mio stile di vita folle ferisse il suo Sacro Cuore. Sapevo che dovevo lasciare tutto e seguirlo. Sapevo molto chiaramente che mi chiedeva di confidare in Lui, di mettere la mia vita nelle sue mani e di avere fede. Ora sono felicemente consacrata nelle Serve della Casa della Madre.
Non smette mai colpirmi come il Signore lavori nelle anime, come possa trasformare totalmente la vita di una persona e conquistare il suo cuore. Ringrazio il Signore per la pazienza che ha avuto e che continua ad avere con me.
Non gli chiedo perché mi ha scelta, accetto semplicemente che lo abbia fatto. Dipendo completamente da Lui e dalla Vergine Maria, e chiedo loro di concedermi la grazia di essere quello che vogliono che io sia”.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti

martedì 16 luglio 2019

IL DIAVOLO, PRESENZA MISTERIOSA MA REALE, PERSONALE, NON SIMBOLICA....UNA REALTA' POTENTE...UNA MALEFICA LIBERTA' SOVRUMANA....

IL DIAVOLO, PRESENZA MISTERIOSA MA REALE, PERSONALE, NON SIMBOLICA....UNA REALTA' POTENTE...UNA MALEFICA LIBERTA' SOVRUMANA....

Checché ne dicano certi teologi superficiali, il Diavolo è, per la fede cristiana, una presenza misteriosa ma reale, personale, non simbolica. Ed è una realtà potente ("il Principe di questo mondo", come lo chiama il Nuovo Testamento, che più e più volte ne ricorda l'esistenza), una malefica libertà sovrumana opposta a quella di Dio: come mostra una lettura realistica della storia, con il suo abisso di atrocità sempre rinnovate e non spiegabili soltanto con l'uomo. Il quale da solo non ha la forza di opporsi a Satana; ma questo non è un altro dio, uniti a Gesù abbiamo la certezza di vincerlo. E Cristo il "Dio vicino" che ha forza e volontà di liberarci: per questo il Vangelo è davvero "buona notizia". E per questo dobbiamo continuare ad annunciarlo a quei regimi di terrore che sono spesso le religioni non cristiane. Dirò di più: la cultura atea dell'Occidente moderno vive ancora grazie alla libertà dalla paura dei demoni portata dal cristianesimo. Ma se questa luce redentrice del Cristo dovesse spegnersi, pur con tutta la sua sapienza e con tutta la sua tecnologia il mondo ricadrebbe nel terrore e nella disperazione. Ci sono già segni di questo ritorno di forze oscure, mentre crescono nel mondo secolarizzato i culti satanici.

Joseph Ratzinger - Rapporto sulla Fede, 1985

domenica 14 luglio 2019

Bilanci




Bilanci

«Tra pochi giorni compio 60 anni. Il bilancio si fa in fretta: non ho combinato un cazzo. A parte i danni. Ho vissuto come nel primo tempo di un cattivo film d’azione: spari, bombe, inseguimenti senza uno stralcio di sceneggiatura. Speravo che il secondo tempo, e magari un bel finale, riscattassero il tutto e invece è seguito un film minimalista di quelli in cui non succede nulla. 

E il tutto non è neppure originale: incarno perfettamente il tipo medio di quella parte della mia generazione che ha assommato la rovina pubblica a quella privata. Studi interrotti, carriere professionali troncate o mai iniziate, progetti mai portati a termine, edificazione di profili incerti di soggetti senza arte né parte ai quali i più sagaci di noi hanno pure trovato un nome accattivante: “cognitariato”. 

Praticamente chiunque non sappia fare un cazzo rientra nella categoria del cognitaro. In questo siamo sempre stati imbattibili: trovare nomi irresistibili per le minchiate che spariamo. 

Abbiamo fatto figli solitamente col partner sbagliato. E i più di noi si aggrappano a loro per dare un senso a questo deserto, caricandoli di aspettative. Ma poi i figli crescono, si trasferiscono e manco ci telefonano più. Come è giusto. E del resto questo ci fa chiedere che razza di figli siamo stati noi; io ricordo che mio padre mi guardava e non capiva… O forse aveva capito tutto. 

Siamo passati attraverso immani disastri convinti di avere sempre ragione, avendo avuto invece sempre torto. Ma, tanto, da quegli inarrivabili affabulatori che siamo sempre stati riusciremo a trovare qualcosa di eroico anche in questo. 

Abbiamo passato la vita a parlare di cose di cui non sapevamo un cazzo. Da domani non chiedetemi più pareri su cose per le quali nutro ormai solo indifferenza. Sarà il mio piccolo contributo recato nella direzione di ciò che tutti noi dovremmo veramente fare: dileguarci»

(Enrico Galmozzi, ex di Prima linea, in occasione del suo sessantesimo compleanno. Il passo è ripreso dal sito «Miccia corta. Una storia di Prima linea»)

sabato 13 luglio 2019

Guidami Tu, Luce gentile,

Guidami Tu, Luce gentile,

Guidami Tu, Luce gentile,
attraverso il buio che mi circonda,
sii Tu a condurmi!
La notte è oscura e sono lontano da casa,
sii Tu a condurmi!
Sostieni i miei piedi vacillanti:
io non chiedo di vedere
ciò che mi attende all’orizzonte,
un passo solo mi sarà sufficiente.
Non mi sono mai sentito come mi sento ora,
né ho pregato che fossi Tu a condurmi.
Amavo scegliere e scrutare il mio cammino;
ma ora sii Tu a condurmi!
Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura,
il mio cuore era schiavo dell’orgoglio;
non ricordare gli anni ormai passati.
Così a lungo la tua forza mi ha benedetto,
e certo mi condurrà ancora,
landa dopo landa, palude dopo palude,
oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà;
e con l’apparire del mattino
rivedrò il sorriso di quei volti angelici
che da tanto tempo amo
e per poco avevo perduto. 

In mare, 16 giugno 1833
John Henry Newman

mercoledì 10 luglio 2019

Ittiolo, a cosa serve? Tutte le proprietà benefiche di questa pomata

Ittiolo, a cosa serve? Tutte le proprietà benefiche di questa pomata


CATEGORIE: SALUTE

 
 
ittiolo

Le miracolose proprietà della pomata all'ittiolo

L’ittiolo è un prodotto in forma di pomata ottenuto da un particolare processo di lavorazione di resti fossili marini quali pesci e rettili. Questo composto lavorato di origine animale viene poi mescolato con estratti di zolfo e si presenta in forma cremosa, dal colore scuro tendente al nero e dall’odore moltoforte ed acuto. Nonostante questa descrizione possa far storcere il naso ai palati più delicati, dovete sapere che l’ittiolo in realtà è un prodotto davvero benefico e che se utilizzato nel modo giusto, può curare disturbi cutanei con poche applicazioni e senza dover ricorrere a creme cortisoniche o farmaci antibiotici.

Cosa è l’ittiolo e dove procurarlo?

L’ittiolo è un estratto, o meglio, un catrame minerale impiegato in cosmesifarmacologia ottenuto dalla distillazione a secco di fossili marini attraverso due procedimenti chimici particolari, la solfonazione e l’ammoniazione. Badate bene però che si tratta di un farmaco da banco, per cui non è richiesta la prescrizione medica. Il costo dell’ittiolo (comunemente chiamato anche iectamolo) si aggira intorno ai 10 euro ed è un prodotto molto comune e facile da reperire in qualsiasi farmacia.

Quali sono le proprietà benefiche dell’ittiolo?

Chi soffre di acne o cisti conosce sicuramente le proprietà miracolose dell’ittiolo. Difatti, se applicate una piccola porzione di crema di ittiolo su un brufolo, questo sparirà e si riassorbirà in men che non si dica. Come funziona l’ittiolo sulla pelle? Le proprietà dell’ittiolo sono di tipo antinfiammatorio e antimicrobico ma anche cheratolico e sebostatico. Lo zolfo infatti lenisce e pulisce l’epidermide e, se volete avere una pelle liscia come un bambino, dovreste assolutamente immergervi in una sorgente acquifera a base di zolfo come le vasche delle famose terme di Saturnia. Per le donne che soffrono di cisti all’inguine a causa di cerette o depilazioni malfatte, l’ittiolo è la soluzione definitiva. Difatti è spesso consigliato per risolvere i fastidiosi problemi di cisti o follicolosi. Chiaramente, prima di applicare l’ittiolo sulla ciste, è bene farla vedere ad un medico per farsi prescrivere la miglior cura. Tuttavia l’efficacia di questa pomata sull’epidermiche è altamente comprovata ed è utilizzata anche per risolvere problemi più gravi come la psoriasi.

Quali sono le controindicazioni dell’ittiolo?

Trattasi di farmaco risolvente, naturale e innocuo. Le controindicazioni sinora conosciute riguardano il manifestarsi di una certa iper-sensibilità della pelle qualora le applicazioni fossero troppo abbondanti o protratte per tempi lunghi. Inoltre è bene tenere a mente che questo prodotto è molto denso e untuoso, per cui se decidete di applicarlo sulla pelle per una cisti o per un brufolo, dovrete coprirlo con una garza e stare attenti a non macchiare i vestiti, perché è molto difficile da mandar via. Altra importante avvertenza è quella di non ingerire assolutamentel’ittiolo e di stare attenti a evitare il contatto con gli occhi o con le mucose vaginali, in caso di cisti inguinali. In caso di ingerimento o di contatto con una delle zone indicate, è bene lavare subito con acqua fredda e contattare un medico.