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lunedì 27 giugno 2022

VITTORIO FELTRI  CHE NON TI ASPETTI


“Quella volta che anch’io volevo fermare una vita”


"Anche io quando ero un giovane padre mi trovai di fronte al dilemma. Io e mia moglie, persona mite, avevamo già tre figli. Ella a un certo punto scoprì di essere incinta (…) Se avesse portato a termine la gravidanza, con il quarto pargolo, non avrebbe più potuto continuare la sua attività importante presso un ente pubblico, l’Amministrazione provinciale. Sorse in me ed anche in lei l’idea dell’aborto, il quale però non era ancora stato reso lecito. (…) Presi contatto con una struttura (in Svizzera). (…) Avvicinandosi la data dell’intervento io e la mia consorte cominciammo ad avere titubanze che crebbero quotidianamente. Non discutevamo d’altro in casa mia (…) Una sera si mise a singhiozzare. Non riusciva a digerire la situazione che si andava profilando. Le presi la mano e gliela accarezzai, poi le sussurrai mentre il mio cuore sobbalzava (…) Teniamoci anche questo quarto rompicoglioni e che sia finita ogni tribolazione. Ci abbracciammo come due sposini (…) Basta col tormento che mi procurava l’ipotesi di stroncare una creaturina che non era neanche in grado di opporsi e protestare. (…) Quando risalii nel reparto mi venne incontro una giovane infermiera che teneva tra le braccia un fagottino: con entusiasmo mi disse: ‘Ecco, è nata la Sua bambina’. Guardai la piccola come si osserva un gioiello. Mi sembrava un miracolo. E pensare che aveva rischiato di finire in un bidone della spazzatura. (…) Allorché leggo sui giornali che la gente si lamenta perché in Italia le culle sono vuote, penso che l’aborto abbia contribuito a svuotarle”.


Vittorio Feltri, Libero - 26 giugno 2022

La bellezza

 A Jesolo il cardinale Angelo Bagnasco, parlando a braccio, ha tenuto una  "lectio" proprio sulla Bellezza che salva. Eccone una mia sintesi:


Si fa esperienza del Bello quando accade la commozione estetica, la contemplazione, il rapimento interiore. Il Bello raggiunge la profondità dell'essere e in qualche modo lo salva. Ci salva dalla banalità, dalla superficialità, dalla visione pessimistica del mondo e di noi stessi. La commozione estetica ha questo potere di salvazione dalla banalità, dalla tristezza, dalle ombre dei fantasmi che ci vorrebbero far dire che un altro mondo è impossibile.

Poi urge una salvezza più profonda: essere salvati dal non-senso, dal nulla.

Nel cupolino di san Marco, come abbiamo appena visto, dentro la Creazione c'è già la Redenzione, la promessa di un mondo nuovo: Dio ricomincia la sua opera cominciando da se stesso: s'incarna e viene a redimerci, perché "tutto è stato fatto per mezzo di Lui (Creazione) e in vista di Lui (Redenzione)". L'uomo ha bisogno di questa salvezza ontologica.

La commozione estetica non è la meta, ma la via che ci conduce alla commozione metafisica, cioè ad una salvezza ben altra e definitiva.

La riflessione greca ha fuso il Bello e il Buono in una sola parola: "Kalokagathìa". Su questa scia la riflessione ortodossa con Pavel Florenskij ci fa fare un passo avanti: "La vera Bellezza coincide col Bene, ovvero con l'Amore che è la forma suprema del bene". 

Quando guardo un anziano pieno di rughe - portate magari con sano orgoglio - malato e decrepito, mi chiedo: dov'è il bello? E sorge in me una commozione diversa, nella quale s'incarna l'amore.

Quando abbiamo la grazia di incontrare persone che vivono questo amore, ci sentiamo bene. Ci sono persone la cui presenza e vicinanza semplicemente ci fa bene, ci fa stare meglio. La bellezza di queste persone  ci dà fiducia e ci ci libera dall'angoscia, ovvero dall'ombra che circola nella nostra stanca Europa. Specialmente nei giovani c'è smarrimento, non senso per la vita, sbandamento nei comportamenti. Se non trovano un orientamento etico e spirituale finiscono in balìa degli istinti e si lasciano vivere: è il contrario della libertà. Aveva ragione Camus che nel Sisifo scrive: "Il problema dei problemi è se la vita val la pena dell'essere vissuta. È il problema del suicidio".

La Bellezza ci porta su in alto, ad un livello ben superiore: "Dio è amore". La Bellezza assoluta è l'infinito che ha il volto di Gesù. La liturgia è la bellezza in atto: l'anima viene posta nel cuore della Trinità, per partecipare alla suprema bellezza di Dio. La suprema Bellezza è quella che ci attende alla fine.

sabato 25 giugno 2022

 Brani scelti: UGO FOSCOLO, Ultime lettere di Jacopo Ortis, 1802.

Io non so né perché venni al mondo; né come; né cosa sia il mondo, né cosa io stesso mi sia. E s'io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d'una ignoranza sempre più spaventosa. Non so cosa sia il mio corpo, i miei sensi, l'anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò ch'io scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra se stessa, non può conoscersi mai. Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazj dell'universo che mi circondano.

Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di uno spazio incomprensibile, senza sapere perché sono collocato piuttosto qui che altrove; o perché questo breve tempo della mia esistenza sia assegnato piuttosto a questo momento dell'eternità che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno. Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo. (20 Marzo, a sera)

ADESSO CHE IL TEMPO E' TUTTO MIO

 


ADESSO CHE IL TEMPO E' TUTTO MIO


“Adesso che il tempo sembra tutto mio

e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,

adesso che posso rimanere a guardare

come si scioglie una nuvola e come si scolora,

come cammina un gatto per il tetto

nel lusso immenso di una esplorazione, adesso

che ogni giorno mi aspetta

la sconfinata lunghezza di una notte

dove non c’è richiamo e non c’è più ragione

di spogliarsi in fretta per riposare dentro

l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,

adesso che il mattino non ha mai principio

e silenzioso mi lascia ai miei progetti

a tutte le cadenze della voce, adesso

vorrei improvvisamente la prigione.

Quante tentazioni attraverso

nel percorso tra la camera

e la cucina, tra la cucina

e il cesso. Una macchia

sul muro, un pezzo di carta

caduto in terra, un bicchiere d’acqua,

un guardar dalla finestra,

ciao alla vicina,

una carezza alla gattina.

Così dimentico sempre

l’idea principale, mi perdo

per strada, mi scompongo

giorno per giorno ed è vano

tentare qualsiasi ritorno.

Addosso al viso mi cadono le notti

e anche i giorni mi cadono sul viso.

Io li vedo come si accavallano

formando geografie disordinate:

il loro peso non è sempre uguale,

a volte cadono dall’alto e fanno buche,

altre volte si appoggiano soltanto

lasciando un ricordo un po’ in penombra.

Geometra perito io li misuro

li conto e li divido

in anni e stagioni, in mesi e settimane.

Ma veramente aspetto

in segretezza di distrarmi

nella confusione perdere i calcoli,

uscire di prigione

ricevere la grazia di una nuova faccia.

E’ tutto così semplice,

sì, era così semplice,

è tale l’evidenza

che quasi non ci credo.

A questo serve il corpo:

mi tocchi o non mi tocchi,

mi abbracci o mi allontani.

Il resto è per i pazzi.


Patrizia Cavalli da "Le mie poesie non cambieranno il mondo" (1974)


damm

mercoledì 22 giugno 2022

Aforismi Alda Merini

 1. Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.

2. Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo. Sono altro. Sono altrove.

3. La miglior vendetta? La felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.

4. Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!

5. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.

6. Ci sono adolescenze che si innescano a novanta anni.

7. Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto.

8. Quando la bugia sembra vera nasce la calunnia.

9. Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore… donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente…

10. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara.



Curiosità
Primo piano

Le 15 Frasi più Belle di Alda Merini

Di Valeria Bonora - 18 Giugno 2018

Nacque a Milano il 21 marzo del 1931 Alda Merini una donna che fece della sua vita un’opera d’arte; internata per la prima volta all’età di 16 per un disturbo bipolare passò la sua vita a scrivere opere intense ricche di drammaticità, forse dovute ai suoi disturbi psichiatrici, alla vita vissuta durante la guerra, povera in canna e ricca di orrori o forse dovute al distacco forzato dalle sue 4 figlie perché ritenuta “psicolabile”.

“La maternità è una sofferenza, una gioia molto sofferta. Da un amante ci si può staccare, ma da un figlio non riesci” ~ A. Merini

Alda Merini era una donna con tanti sogni, una scrittrice formidabile che già all’età di 15 anni, senza una grande cultura scolastica alle spalle, fu in grado di scrivere poesie apprezzate da Giacinto Spagnoletti un critico letterario, poeta e romanziere italiano. La sua vita fu costellata dalla violenza, prima la guerra e poi il marito che la picchiava quando era ubriaco, queste sofferenze non l’abbandonarono mai e la resero la vittima perfetta da rinchiudere negli ospedali psichiatrici, dove anche qui vide la violenza perpetrata sulle donne ricoverate, stupri da parte di preti che segnarono la sua vita da cattolica facendole avere una visione distorta della religione, il suo Dio era diventato un Dio cattivo, crudele e vendicativo.

Le parole di Alda riguardo all’internamento: «Quando venni ricoverata per la prima volta in manicomio, ero poco più di una bambina, avevo sì due figlie e qualche esperienza alle spalle, ma il mio animo era rimasto semplice, pulito, in attesa che qualche cosa di bello si configurasse al mio orizzonte. (…) Insomma, ero una sposa e una madre felice, anche se talvolta davo segni di stanchezza e mi si intorpidiva la mente. Provai a parlare di queste cose a mio marito, ma lui non fece cenno di comprenderle e così il mio esaurimento si aggravò e, morendo mia madre, alla quale io tenevo sommamente, le cose andarono di male in peggio, tanto che un giorno, esasperata dall’immenso lavoro e dalla continua povertà e poi, chissà, in preda ai fumi del male, diedi in escandescenze e mio marito non trovò di meglio che chiamare un’ambulanza, non prevedendo certo che mi avrebbero portata in manicomio. Fu lì che credetti di impazzire».

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Alda Merini

Nel 1979 Alda uscì definitivamente dall’ospedale psichiatrico e ricominciò a scrivere degli orrori e delle torture vissute all’interno della struttura dell’Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano. Dopo la morte dell’amato marito (sì, nonostante la sua violenza lei lo amò sempre profondamente), Alda si risposò col poeta Michele Pierri e si trasferì a Taranto, la malattia del nuovo marito fu il pretesto ideale per i figli del poeta per allontanare la donna che cadde nuovamente in una crisi depressiva e venne ricoverata in un nuovo ospedale psichiatrico nella città che la ospitava, purtroppo le cose non erano differenti da quello milanese.

Fu solo nel 1986 che Alda Merini riuscì a trovare la pace tornando a Milano e ricominciando a scrivere, molte onorificenze e una laurea honoris causa dall’Università di Messina le furono riconosciute e divenne un personaggio di successo.

Morì nel 2009 di tumore fumando le sue “amatissime sigarette”, come dicono le sue figlie, lasciando pagine scritte, poesie, aforismi, frasi incisive, perlopiù sepolte in cassetti di amici ai quali amava regalarle, ma moltissime pubblicate e delle quali possiamo bearci; una piccola “ape furibonda“, come amava definirsi, che ha scritto della vita, quella vera, quella dolorosa, quella che lascia il segno.

“Ho avuto quattro figlie. Allevate poi da altre famiglie. Non so neppure come ho trovato il tempo per farle. Si chiamano Emanuela, Barbara, Flavia e Simonetta. A loro raccomando sempre di non dire che sono figlie della poetessa Alda Merini. Quella pazza. Rispondono che io sono la loro mamma e basta, che non si vergognano di me. Mi commuovono”.

Ho raccolto 15 degli aforismi e poesie più belle, ma ce ne sarebbero a migliaia da leggere e da imparare, frasi attuali e incisive che segnano chi le coglie e danno un senso alla vita.

1. Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.

2. Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo. Sono altro. Sono altrove.

3. La miglior vendetta? La felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.

4. Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!

5. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.

6. Ci sono adolescenze che si innescano a novanta anni.

7. Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita, rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti e che tu non hai voluto.

8. Quando la bugia sembra vera nasce la calunnia.

9. Le persone capitano per caso nella nostra vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono la vita di insegnamenti. A volte ci fanno volare in alto, altre ci schiantano a terra insegnandoci il dolore… donandoci tutto, portandosi via il tutto, lasciandoci niente…

10. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara.

Alda Merini

11. “C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare.”

12. “La cosa più superba è la notte quando cadono gli ultimi spaventi e l’anima si getta all’avventura.”

13. Chi muore in silenzio si vendica delle curiosità altrui.

14. Non si può descrivere una cosa che non si è mai amata.

15. Io ero un uccello dal bianco ventre gentile, qualcuno mi ha tagliato la gola per riderci sopra, non so. Io ero un albatro grande e volteggiavo sui mari. Qualcuno ha fermato il mio viaggio, senza nessuna carità di suono. Ma anche distesa per terra io canto ora per te le mie canzoni d’amore.

lunedì 20 giugno 2022

La donna

 

Se sei attratto da una donna per la taglia del suo petto, per la sua vita o per i suoi fianchi, ti sbagli.

Se ciò che apprezzi di più in loro sono i tratti del loro volto, il colore dei suoi occhi, la lunghezza delle gambe o come sembra con la minigonna continui a sbagliarti. Una donna è il suo comportamento, il suo modo di essere, il modo in cui ti tratta e guarda, la sua risata e i suoi silenzi.

Una donna è la sua intelligenza, la sua ribellione, la sua consegna, la sua generosità, la sua capacità di fare varie cose contemporaneamente, le sue manie.

La cosa migliore di una donna non è il suo involucro, è quello che c'è dentro: il suo umore, le sue ricorrenze, il suo coraggio, il suo modo di pensare ...

Un vero uomo, un uomo intelligente, si innamora di ciò che gli altri non immaginano

Quell'uomo può vedere ciò che gli altri non immagino che esista e questo, amici, ha un premio ..

e si chiama felicità ..

LA PERDI ...

Devi essere così stupido da provocare lacrime a chi ti ha provocato il miglior sorriso.

E ti chiedi perché la sto perdendo? La perdi, quando lei ti regala l'alba nel suo sguardo e tu le rendi grigi i suoi giorni.

La perdi, quando lei diventa arcobaleno solo per dipingere il tuo mondo e tu in cambio le dai indifferenza.

La perdi, quando lei è ancora piena di dettagli e tu in cambio le menti. La perdi, quando lei aspetta una chiamata o un tuo messaggio, e tu scrivi a qualcun altro.

La perdi, quando lei ti cerca per abbracciarla e tu la usi fisicamente. La perdi, quando lei ancora ti vede con ammirazione e tu la vedi come quella che vieta la tua libertà.

La perdi ... perché semplicemente tu non meriti qualcuno come lei.

Scritto da Gabriel Garcia Marquez:

giovedì 16 giugno 2022

 “Ma il guaio è che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io, nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci; non ci siamo intesi affatto.”


Luigi Pirandello (1867-1936), Uno, nessuno e centomila, 1926

mercoledì 15 giugno 2022

 Il buon Dio non ispira desideri irrealizzabili! 


 «Ho sempre desiderato d'essere una santa, ma, ahimè, ho sempre constatato, quando mi sono confrontata con i Santi, che tra loro e me c'è la stessa differenza che esiste tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia, oscuro, calpestato dai piedi dei passanti.


 Invece di scoraggiarmi, mi sono detta:


😇 il Buon Dio non potrebbe ispirare desideri irrealizzabili; quindi, nonostante la mia piccolezza, posso aspirare alla santità.


 Farmi diversa da quello che sono, più grande, mi è impossibile: mi devo sopportare per quello che sono con tutte le mie imperfezioni; ma voglio cercare il modo di andare in Cielo per una piccola via tutta nuova. 


Vorrei trovare anch'io un ascensore per innalzarmi fina a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione.

 Allora ho cercato nei libri santi l'indicazione dell'ascensore, oggetto del mio desiderio; e ho letto queste parole uscite dalla bocca della Sapienza Eterna:


 "'Se qualcuno è molto piccolo, venga a me'.


 Così sono arrivata a intuire che avevo trovato ciò che cercavo. E volendo sapere, o mio Dio, ciò che faresti al molto piccolo che rispondesse alla tua chiamata, ho continuato le mie ricerche ed ecco quello che ho trovato:


 'Come una madre accarezza il figlio, così io vi consolerò: vi porterò in braccio e vi cullerò sulle mie ginocchia!' 


L'ascensore che mi deve innalzare fino al Cielo sono le tue braccia, o Gesù!


 Per questo non ho bisogno di crescere, anzi bisogna che io resti piccola, che lo diventi sempre più».


               S. Teresa di Lisieux🌹

 Un bimbo abbandonato 


Se nel crocicchio d’una via deserta

o in mezzo al mondo gaio e spensierato

incontraste un bambino abbandonato,

pallido il viso e la pupilla incerta,

che d’una madre il bacio ed il consiglio

abbia perduto, e pianga su una bara

la memoria più santa e la più cara.

oh, portatelo a me!… Sarà mio figlio.

Io lo terrò con me, per sempre. A sera

gli metterò le sue manine in croce,

con lui, per lui dicendo a bassa voce

de’ miei anni più belli la preghiera.

La parola che eleva e che conforta

io gli dirò con placida fermezza;

la gelosa e veggente tenerezza

avrò per lui de la sua mamma morta.

Io gli dirò che la vita è lavoro,

gli dirò che la pace è nel perdono;

di tutto ciò vhe è giusto e grande e buono

farò nella sua mite alma un tesoro.

Mentr’io declinerò verso l’oblìo,

e avrò la cuffia e metterò gli occhiali,

ei salirà, lo spirito agl’ideali,

le braccia alla fatica e il cuore a Dio. 


Ada Negri // Trent Gudmundsen

martedì 14 giugno 2022

Colui che mente a se stesso

 Colui che mente a se stesso, e dà ascolto alla sua propria menzogna, arriva al punto che più nulla di vero riesce a distinguere né in sé né intorno a sé, e quindi finisce a non stimare né se stesso né gli altri.

Non stimando nessuno, cessa di amare, e per trovare, così privo di amore, qualcosa che lo interessi e lo distragga, s’abbandona alle passioni e ai grossolani piaceri, e scende nei suoi vizi addirittura al livello dei bruti: tutto questo per l’incessante mentire che fa al prossimo e a se stesso.
E colui che mente a se stesso è certo il più suscettibile d’offendersi.
Si sa, offendersi è a volte molto piacevole, non è vero?
Ed ecco che sa bene, il nostro uomo, che nessuno lo ha offeso, che è stato lui stesso a immaginarsi l’offesa, a mentire per farsene bello, sa che lui stesso ha calcato le tinte per comporne un quadro, ha spaccato in quattro ogni parola e d’un fuscello ha fatto una montagna: sa bene anche lui tutto questo, eppure è pronto più d’ogni altro ad offendersi, pronto ad offendersi fino a pigliarci gusto, fino a provarci un piacere intenso, e in questo modo perviene addirittura al vero e proprio rancore.

(Dostoevskij, I fratelli Karamazov, 2: 2

lunedì 13 giugno 2022

Dolce luce

 “Guidami, dolce Luce;

attraverso le tenebre che mi avvolgono, 

guidami Tu sempre più avanti!

Nera è la notte,

lontana è la casa,

guidami Tu sempre più avanti.

Reggi i miei passi:

cose lontane non voglio vedere, 

mi basta un passo per volta.

Così non sempre sono stato,

né sempre ti pregai

affinché Tu mi conducessi. 

Amavo scegliere la mia strada,

ma ora guidami Tu

sempre più avanti

guidami dolce luce.

Guidami Tu

sempre più avanti”


J. H. Newman 

sabato 11 giugno 2022

  Che cerchi, poeta, nel tramonto?


Nuda è la terra, e l’anima

ulula contro il pallido orizzonte

come lupa famelica. Che cerchi,

poeta, nel tramonto?

Amaro camminare, perché pesa

il cammino sul cuore. Il vento freddo,

e la notte che giunge, e l’amarezza

della distanza… Sul cammino bianco,

alberi che nereggiano stecchiti;

sopra i monti lontani sangue ed oro…

Morto è il sole…

Che cerchi, poeta, nel tramonto?


Antonio Machado // Vincent van Gogh

La fede e la ragione

 La fede non è l'avversaria della ragione, ma l'avvocato della sua grandezza...


L'appello alla ragione è un grande compito della Chiesa, specialmente oggi, poiché dove fede e ragione si separano l'una dall'altra, ambedue si ammalano. La ragione diventa fredda e perde i suoi criteri, diventa crudele, perché non c'è più nulla sopra di essa


(Benedetto XVI, Vi ho chiamato amici)

venerdì 10 giugno 2022

Celiachia

 



Alessio Fasano | disturbi spettro autoimmune | endorfine | glutine | permeabilità intestinale | sensibilità al glutine



25 Maggio 2015

Abbiamo provato a contattare il dr. Fasano per un’intervista inviandogli varie e-mail che non hanno avuto risposta.

Abbiamo allora deciso di tradurre ed in certi punti sintetizzare questa bella ma lunga intervista che abbiamo trovato online su questo sito.

Ricordiamo che Alessio Fasano è autore del libro di recente pubblicazione: “Gluten Freedom” acquistabile su Amazon in lingua inglese. Fasano è anche direttore del Center for Celiac Research presso il Massachusetts General Hospital for Children. Esplora argomenti dai miti che stanno diffondendo sulla celiachia alla ricerca di marcatori di sensibilità al glutine, come la ricerca che si sta sviluppando sul “microbioma“.
Ricordiamo che è un italiano di origini salernitane e che si è laureato proprio in Italia.



 

Traduzione: Angelo

Domanda: sei concentrato sulla celiachia da molti anni, che cosa ti ha fatto decidere di scrivere il proprio libro ora?

Alessio FasanoDomanda interessante. Personalmente non avrei mai pensato in vita mia di scrivere un libro come questo. Sono stato costretto a farlo in realtà, perché quando abbiamo iniziato questo cammino tanti anni fa, abbiamo affrontato una grande sfida: la conoscenza in un settore sconosciuto: la celiachia; nessuno ne sapeva niente. C’erano poche informazioni sulla dieta priva di glutine, era percepita come inesistente negli Stati Uniti, confinato al Nord Europa, e così via.

Poi abbiamo iniziato questo viaggio. Abbiamo creato – almeno credo che siamo stati tra i principali attori – questa esplosione della questione e la consapevolezza che ha fatto spostare il pendolo nella direzione opposta. Ora vedo le persone che affermano di essere esperti, facendo alcune dichiarazioni che veramente mi disturbano molto.

Domanda: quindi si volevano mettere le cose in chiaro?

Alessio Fasano: Assolutamente. Perché c’è un sacco di confusione, spesso si sentono anche parlare colleghi in modo estremamente contraddittorio.

Domanda: perché pensi che la celiachia e la sensibilità al glutine abbiano avuto un drammatico simile aumento della prevalenza rispetto al recente passato?

Alessio Fasano:  credo che ci siano due componenti che giustificano questo aumento. In primo luogo – una maggiore consapevolezza. Ancora una volta, quando abbiamo iniziato questo viaggio ci è stato detto: “la celiachia non è mai arrivata in Nord America e mai lo farà, siamo solo diversi, e questa è la fine della storia”.

Questo mi dava una sensazione spiacevole, perché gli ingredienti della ricetta c’erano, ma non venivamo a capo del problema. Quindi la domanda è stata: “Come mai? Cosa sta succedendo? “

Quando abbiamo iniziato a studiare il problema, ci siamo resi conto che non siamo diversi dall’Europa. E c’è voluto un po’ per educare i professionisti sanitari che, nonostante quello che gli avevano insegnato alla scuola di medicina, la celiachia esiste negli Stati Uniti. E quando si inizia a cercarla, si trova.

Il secondo componente è che vi è un vero aumento della prevalenza nel tempo. E questo non è unico per la malattia celiaca o sensibilità al glutine; è ciò che vediamo in molte altre malattie autoimmuni. Siamo nel bel mezzo di una epidemia.

Domanda: si parla nel libro che anche chi non ha una predisposizione genetica per la malattia celiaca potrà svilupparla lo stesso. Vuol dire che c’è qualcosa nell’ambiente che ‘innesca‘ la celiachia nelle persone?

Alessio Fasano:  Fino al recente passato, la risposta è stata “è il glutine, e quindi se siete geneticamente predisposti e si ingerisce glutine, è destino che si svilupperà la malattia”. Non è più così. C’è stato un interessante studio che abbiamo fatto in adulti sani nel quale in un periodo di 50 anni abbiamo visto la malattia celiaca raddoppiare ogni 15 anni. Queste persone mangiavano glutine per decenni senza ammalarsi, e, tutto ad un tratto, hanno sviluppato la malattia.

Ciò significa che certo la predisposizione conta, certo, bisogna ingerire glutine. Ma questa è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Un’altra cosa deve essere allora inclusa nel quadro generale del problema. Personalmente, credo che sia un cambiamento nella composizione del microbioma il che potrebbe essere un’ulteriore causa che incrina la salute e predispone alla malattia.

Il glutine fa male a tutti?

Domanda: di solito sentiamo che il glutine possa essere un problema solo per le persone con malattia celiaca o con disturbi correlati al glutine, ma ricordiamo che nessuno è in grado di digerire correttamente il glutine. Puoi spiegare il perché?

Alessio Fasano:  Questo è uno dei motivi per cui ho scritto il libro! Perché alcune persone in altri libri sostengono che a causa di ciò che hai appena citato, tutti abbiamo bisogno evitare il glutine. Il glutine non può essere digerito da nessuno, il glutine può indurre una risposta immunitaria in tutti, e quindi tutti hanno bisogno di fare diete senza glutine.

Domanda: Ma non sei d’accordo con questo?

Alessio Fasano:  No, io sicuramente non la penso così. Come spiego in alcune parti del libro, tramite un errore evolutivo, il glutine viene interpretato dal nostro sistema immunitario come nemico, come parte di un batterio. Quindi reagiamo come quando siamo esposti ai batteri. Utilizziamo lo stesso tipo di armi.

Ma siamo tutti esposti ai batteri ogni giorno. Siamo tutti impegnati in questa lotta. Pochissimi perdono questa lotta e sviluppano infezioni, molto pochi. La stessa storia si propone con il glutine. Siamo tutti esposti al glutine. Siamo tutti impegnati in questa lotta. Pochissimi di noi perderanno questa guerra e svilupperanno disturbi correlati al glutine. La stragrande maggioranza di noi vincerà la guerra, e, probabilmente non sapremo nemmeno che questa guerra è in corso.

Domanda: Abbiamo sentito parlare molto di sensibilità al glutine. Puoi spiegarci in cosa è diversa dalla celiachia?

Alessio Fasano:  Ci sono molte differenze tra le due cose, ma ci sono anche somiglianze. Le complicanze cliniche sono sovrapponibili – non è possibile distinguerli solo in termini di sintomi.

La celiachia è una malattia autoimmune, che ha normalmente una componente genetica. La sensibilità glutine non è una malattia autoimmune, e non ha la stessa componente genetica. La malattia celiaca è quasi completamente confinata in un certo patrimonio genetico, la sensibilità al glutine no.

Poichè la celiachia è una malattia autoimmune, rimarrà per tutta la vita. La sensibilità al glutine, non lo sappiamo. Si potrebbe guarire, ma non lo sappiamo.

La celiachia è guidata anche da un minimo di contaminazione incrociata del glutine. Nella sensibilità al glutine, non è necessariamente così. Ci sono alcune persone che, come con la celiachia, è la contaminazione incrociata a farli ammalare. Altre persone, tuttavia, possono tollerare le contaminazioni incrociate o addirittura non hanno alcun problema con un morso di pizza, ma se abbondano troppo col glutine, hanno problemi.

Poiché non è geneticamente determinata, la sensibilità al glutine sembra non avere un aumento del rischio all’interno della stessa famiglia, con la malattia celiaca questo fattore esiste per certo. Con la malattia celiaca, hai comorbilità [Condizioni di salute legate], come la altre malattie autoimmuni, e, per quanto ne sappiamo, non abbiamo queste comorbidità con la sensibilità al glutine.

con la celiachia si possono avere conseguenze se non si elimina il glutine dalla propria dieta. Così si può sviluppare problemi nel corso del tempo, come l’osteoporosi, il linfoma, e così via. Per quanto ne sappiamo, se siete sensibili al glutine non ci sono tali conseguenze nel corso del tempo.

Domanda: C’è un modo per testare la sensibilità al glutine?

Alessio Fasano:  Non ancora. In questo momento non abbiamo validato i test, pertanto facciamo diagnosi con criteri di esclusione. Normalmente escludiamo la celiachia e l’allergia al grano prima di fare la diagnosi della sensibilità al glutine. Attualmente, stiamo facendo uno studio in doppio cieco che sta cercando di identificare alcuni biomarcatori così, ci auguriamo, di avere un test al più presto.

Domanda: Hai menzionato prima il microbioma intestinale, e abbiamo sentito molto su di esso in rapporto alla celiachia, la allergie e un’ampia varietà di condizioni. Che ruolo gioca il microbioma nella malattia celiaca e nella sensibilità al glutine?

Alessio Fasano:  Da quello che abbiamo capito, le modifiche del microbioma da batteri “amichevoli” a batteri “bellicosi” è quello che può predisporre alla malattia celiaca o la sensibilità al glutine. Questo concetto è abbastanza rivoluzionario perché significherebbe che non sei nato per sviluppare la malattia celiaca, il cancro, la sensibilità al glutine, l’asma o le malattie autoimmuni. Hai la possibilità di svilupparle, ma questo potenziale si tradurrà in realtà solo da come l’ambiente inciderà suoi tuoi geni. Ed è il microbioma che trasmuta gli stimoli ambientali e che incide davvero sul nostro genoma.

L’effetto del glutine sul cervello

Domanda: hai scritto che il glutine sembra giocare un ruolo in alcune malattie neurologiche come l’autismo, l’ADHD e persino la schizofrenia. In che modo il glutine colpisce il cervello?

Alessio Fasano:  Ci sono due teorie sui meccanismi su come il glutine possa provocare sintomi neurologici. Si dice che alcuni di questi “frammenti” di glutine non digerito sono strutturalmente simili ai prodotti chimici che controllano il nostro comportamento. Questi “frammenti” sono chiamati endorfine e più precisamente, gliadorfine. Entrano nel flusso sanguigno e infine, attraverso la barriera ematoencefalica, raggiungono il cervello e modificano il comportamento dell’individuo. A seconda che si sia, ancora una volta geneticamente predisposti, è possibile sviluppare l’ADHD, la cefalea cronica, la schizofrenia, l’autismo e qualunque altra cosa.

L’altra teoria, che sembra essere un po’ più basata sull’evidenza, è quella neuroinfiammatoria. I primi passi sono gli stessi: si ingerisce glutine, il glutine è parzialmente digerito, e passa attraverso la permeabilità intestinale nel corpo. Il sistema immunitario inizia a combattere la guerra, al fine di sbarazzarsi del nemico. Per fare questo, deve sviluppare armi e distribuirle. E il danno collaterale, quando si scatta questo corsa all’armamento, è l’infiammazione.

Alcuni di questi soldati (cioè le cellule immunitarie) sono programmate per rimanere sul campo (cioè l’intestino) e quindi creano danni collaterali lì, e questo è un tipico esempio della celiachia. Altri soldati, sono programmati per lasciare l’intestino e andare altrove, come il sistema nervoso, e creare infiammazione lì. Questo è ciò che chiamiamo neuroinfiammazione, che si traduce ancora una volta, a seconda della predisposizione in un diverso tipo di risultato clinico.

Domanda: Ma occorre ancora essere scettici sul tema asse glutine e cervello?

Alessio Fasano: Mi stai scherzando, vero? Questo problema affliggerebbe la stragrande maggioranza degli individui.

Domanda: stai facendo progressi? Pensi che ci sono meno persone scettiche ora?

Alessio Fasano: Penso di sì, lentamente ma inesorabilmente. Lo scetticismo si solleva sempre quando alcune convinzioni sono radicate. Ecco, questo è uno dei motivi per cui abbiamo deciso di scrivere questo libro. Perché alcune persone dicono: “non c’è dubbio – il vostro cervello sarà fritto se non vivrete senza glutine”. Questo è un argomento molto difficile da difendere. Questo annullerà anche la piccola verità che vi è in questa affermazione.

In termini di atteggiamento scientifico sarebbe più onesto affermare: “noi non lo sappiamo ancora per certo ma c’è la possibilità che ad un sottogruppo di individui il glutine possa avere conseguenze nefaste al cervello se ingerisce glutine”. 

Domanda: Sono passati quasi 20 anni da quando hai fondato il Center for Celiac Research. Puoi farsi il punto della situazione?

Alessio Fasano: Non siamo solo andando avanti, ma abbiamo già raggiunto una destinazione che mai avrei previsto quando ho iniziato questo viaggio. È incredibile. Persino 5 anni fa, era impensabile concepire ciò che noi oggi conosciamo. Siamo davvero arrivati ​​molto lontano.

Domanda: A che punto siamo per un trattamento per la malattia celiaca?

Alessio Fasano: Ci sono diversi approcci, alcuni che effettivamente utilizzano batteri come una sorta di enzima in grado di completare la digestione. Quindi possiamo utilizzare questi batteri al posto degli enzimi.

Ci sono alcune persone che stanno cercando di utilizzare immunomodulatori per bloccare la reazione del sistema immunitario. I più avanzati, ora stanno passando ad una fase 3 di test. In pratica si blocca l’aumento della permeabilità intestinale in modo che il glutine non possa uscire dall’intestino [la pillola zonulina sviluppato dalla Alba Therapeutics].

Domanda: Guardando al futuro, cosa ne pensi possa essere realizzato nei prossimi 5 a 10 anni di ricerca sulla celiachia? Pensi che ci sarà mai una cura?

Alessio Fasano: credo che un trattamento è una possibilità; una cura, non sono sicuro. Niente è impossibile in biologia, così a un certo punto potremmo avere una cura, diciamo un vaccino o qualcosa che ti libererà dal celiachia. E sarebbe fantastico, e ciò significherebbe che si avrebbe la possibilità di estrapolare questo trattamento per qualsiasi altra malattia autoimmune. Sarà dura, ma niente è impossibile.

Ma quello che credo veramente impressionante e, credo, realizzabile, è la prevenzione. Così si avrà un modo per ingannare il destino in modo da rimanere sepre in salute. Abbiamo appena iniziato un mega progetto chiamato CDGEMM, che sta per Celiac Disease Genomic Environmental Microbiome and Metabolomic Study. Seguiremo 500 bambini a rischio celiachia dalla nascita, per vedere se siamo in grado di identificare perchè si sviluppa l’autoimmunità, in modo da poter intervenire in anticipo.

Domanda: ti ringrazio molto per aver parlato con noi oggi riguardo il tuo libro ed averci espresso le tue opinioni sulla celiachia.

Alessio Fasano: è stato un vero piacere.

mercoledì 8 giugno 2022

 «La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri… E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, di finire alla mercé di chi ci sta di fronte. Non ci esponiamo mai. Perché ci manca la forza di essere uomini, quella che ci fa accettare i nostri limiti, che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto. Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà. Mi piacciono i barboni. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.»


(Alda Merini)

San Luigi Gonzaga

 “È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la santità? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi. “La santità è anche sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno. La santità è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”. “Ma si ammalerà anche lui così?” disse quasi piagnucolando l’inserviente. “Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare perché pensano prima di tutto ad amare” rispose il vecchio gesuita sorridendo. “Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Questo ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta”.

La santa prostituta

 Il monaco e la prostituta...

Un giorno una prostituta andò in Chiesa per confessarsi. In lacrime si inginocchiò davanti alla croce, mentre il vecchio padre Anatolij ascoltava la sua confessione. Di lontano un novizio riconobbe la donna e, quando ella ebbe finito, si avvicinò e disse: "Sai che quella è una prostituta?". "Ma di chi parli figliolo?" "Come di chi!? Di quella donna!". Il vecchio monaco si intristì e rispose: "Che Dio perdoni la tua bestemmia, figlio mio! Come osi chiamare prostituta colei che lo Spirito ha appena santificato!? Ella era una santa caduta, ma ora si è rialzata e non sarà il tuo giudizio a corrompere quanto la grazia ha sanato. Quando Dio perdona, il peccato non è più e se qui un tempo entrò una prostituta, oggi ti dico che ella gode della gloria delle vergini. Come il pane e il vino diventano Corpo e Sangue del Signore per opera dello Spirito, per quello stesso mistero nella confessione i peccatori diventano santi. E tu non oseresti mai chiamare meretrice una santa!".

sabato 4 giugno 2022

Cultura


Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.

ANTONIO GRAMSCI, Quaderni del Carcere, 1929-1935

venerdì 3 giugno 2022

L’amore? Cos’è l’amore?

L’amore? Cos’è l’amore?

 "L’amore? Cos’è l’amore? L'amore impedisce la morte. L'amore è vita. Tutto, tutto ciò che io capisco, lo capisco solamente perché amo. È solo questo che tiene insieme tutto quanto. L'amore è Dio, e il morire significa che io, una particella dell'amore, ritorno alla sorgente eterna e universale." 


Da Guerra e pace,  Lev Tolstoj // Élisabeth Vigée Le Brun

mercoledì 1 giugno 2022

quei milioni di persone che vogliono "sopravvivere'

 «Il vero danno è fatto da quei milioni di persone che vogliono "sopravvivere". Gli uomini onesti che vogliono solo essere lasciati in pace. Quelli che non vogliono che la loro piccola vita sia disturbata da qualcosa di più grande di loro stessi. Quelli che non prendono posizione né sposano cause. Chi non misura le proprie forze, per paura di entrare in conflitto con le proprie debolezze. Chi non ama agitare le acque o farsi nemici. Coloro per cui la libertà, l'onore, la verità e i principi sono solo teorie. Quelli che vivono in sordina, si accoppiano in sordina, muoiono in sordina. È l'approccio riduzionista alla vita: se vivi “in piccolo”, avrai tutto sotto controllo. Se non fai rumore, l'uomo nero non ti troverà. Ma è tutta un'illusione, perché anche loro muoiono, quelle persone che avvolgono il loro spirito in piccole palline per essere al sicuro. Al sicuro? Da cosa? La vita è sempre sull'orlo della morte; le strade strette conducono allo stesso luogo dei viali larghi, e una candela debole si spegne proprio come una torcia fiammante. Scelgo io il modo in cui bruciare.»


SOPHIE SCHOLL, decapitata dai nazisti il 22 febbraio 1943 a 21 anni