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sabato 29 agosto 2020

diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi

 diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi

                  ***                 


«.......Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso... Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche in definitiva non politiche. La strada maestra fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come».
P.P. Pasolini 

Intervista di Luisella Re

venerdì 28 agosto 2020

 28 Agosto: Sant'Agostino.


"Riconosci in cosa consista la suprema armonia: non uscire fuori di te, ritorna in te stesso: la verità abita nell'uomo interiore e, se troverai che la tua natura è mutevole, trascendi anche te stesso. Ma ricordati, quando trascendi te stesso, che trascendi l'anima razionale: tendi, pertanto, là dove si accende il lume stesso della ragione. A che cosa perviene infatti chi sa ben usare la ragione, se non alla verità? Non è la verità che perviene a se stessa con il ragionamento, ma è essa che cercano quanti usano la ragione. Vedi in ciò un'armonia insuperabile e fa' in modo di essere in accordo con essa. Confessa di non essere tu ciò che è la verità, poiché essa non cerca se stessa; tu invece sei giunto ad essa non già passando da un luogo all'altro, ma cercandola con la disposizione della mente...".

(Agostino, De vera religione, 39.72)

giovedì 27 agosto 2020

Le fotografie ad un certo punto mi stancano

 Le fotografie ad un certo punto mi stancano 

***



Per far certe cose non si possono fare
per un motivo qualsiasi,
uno lo fa perché vuole incontrare Gesù.


Perché il povero è Gesù, 
non è un'immagine, è Gesù,

io non posso baciare un immagine,
io non posso, seguendo e passando la vita,
 a baciare le fotografie.

Io voglio abbracciare Gesù. Perchè le fotografie ad un certo punto mi stancano è quindi un non darsi a tutto.

Io invece voglio abbracciare Gesù... io voglio vedere Gesù


Padre Aldo Trento

martedì 25 agosto 2020

La felicità, l'ho cercata nel bel mondo



La felicità, l'ho cercata nel bel mondo
***

«Confesso di aver peccato, la felicità io  l'ho cercata e per trovarla ho girato la città, ho attraversato regni e solcato mari. La felicità io l'ho cercata nella splendida vita dei palazzi dei grandi, nei conviti delle persone geniali , nei balli, nelle feste, nel possesso dell'oro, nella vertigine del gioco, nei deliri della letteratura romantica, nella vicenda di una vita scappigliata, nella soddisfazione dell'ambizione. Io l'ho cercata la felicità, nella familiarità degli uomini celebri, e in tutti i piaceri dei sensi.
Ahi gran Dio dove non lho cercata!  
La maggior parte degli uomini s'inganna sulla natura stessa della felicità; e la cerca là dove non c'è... Si ama la felicità, e Gesù Cristo, sola felicità possibile, non è amato... O Dio mio! è mai possibile? l'Amore non è amato! Perchè? perchè non è conosciuto. Si esamina tutto, tranne Lui... O voi tutti che mi ascoltate, bisogna dunque che sia un Ebreo a supplicare i cristiani di adorare Gesù Cristo?... Ma, mi si dirà: «Non credo in Gesù Cristo». Neppure io vi credevo, ed è appunto per questo che ero infelice!»
sant'Hermann Cohen


Hermann Cohen sviluppa il suo pensiero sull'azione di grazia: «Il primo grado è quello del cuore: bisogna gravarvi la memoria delle insigni misericordie che il Signore ci ha concesso. – Il secondo grado ci porta a lodare, ad esaltare, a celebrare il bene ricevuto»; la preghiera liturgica, in particolare il Salterio ed il Te Deum, costituisce la miglior fonte dell'azione di grazia, poichè «ne è l'autore lo Spirito Santo stesso». Ma «è attraverso la divina Eucaristia e attraverso Essa sola che potremo degnamente liberarci del nostro debito di gratitudine verso Dio. Ecco il terzo ed il grado supremo dell'azione di grazia... O Dio mio, qaundo ti offro quest'Ostia di lode e d'amore, fai ancora sentire quella voce paterna che dall'alto dei cieli scese su Gesù: Ecco il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto (Marco 1, 11)

lunedì 24 agosto 2020

 «Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto piú vi sentite solo, trascurato, vili­peso, incompreso, e quanto piú vi senti­rete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un’infinita forza arcana, che vi sor­regge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi mera­viglierete, quando tornerete sereno. E que­sta forza è Dio!».


(San Giuseppe Moscati)

domenica 23 agosto 2020

 «Detesto gli spiriti dominati da un falso purismo, dall’idea fasulla che non si deve sbagliare. Così a furia di non sbagliare, il patrimonio di un uomo, di una città, di un paese si rinsecchisce.

Invece si ha il dovere di amare e, aggiungo, anche quello di sbagliare. Perché se si fa qualcosa, non si può fare a meno di sbagliare. Tutta l’arte è uno sbaglio: di grazia, di amore, di pietà.»

Giovanni Testori, 1992

sabato 22 agosto 2020

 

Sopra la croce di Gesù non era scritto solo INRI

KRZYŻ
Enrique Vidal Flores/Unsplash | CC0
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Ecco il vero significato dell’iscrizione ebraic

di Daniele Di Luciano

In Esodo 20,2 Dio rivela il suo nome a Mosè:

“Iao sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto”

La parola tradotta con “il Signore” è il famoso Tetragramma che gli ebrei non possono neanche pronunciare:

“YHWH“, vocalizzato in diversi modi tra i quali “Yahweh“. Le quattro lettere ebraiche che lo compongono sono queste: “יהוה“, yod-he-waw-he. Ricordiamo che l’ebraico si legge da destra verso sinistra.

Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 versetti 16-22, leggiamo:

“Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: «Il re dei Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei»». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».”

Nonostante il brano in questione sia famosissimo, la scena che si è svolta davanti a Gesù crocifisso dev’essere stata un po’ diversa da come ce la siamo sempre immaginata. Giovanni, forse, ha provato a sottolinearlo ma il lettore, non conoscendo la lingua ebraica, è impossibilitato a comprendere.

L’iscrizione di cui parla Giovanni è la famosa sigla “INRI“, raffigurata ancora oggi sopra Gesù crocifisso. L’acronimo, che sta per il latino “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum“, significa appunto “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei“.

Ma Giovanni specifica che l’iscrizione era anche in ebraico. Non solo: in un momento così importante l’evangelista sembra soffermarsi su dei particolari apparentemente di poco conto:

– il fatto che molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città

– i capi dei sacerdoti che si rivolgono a Pilato per far modificare l’iscrizione

– Pilato che si rifiuta di cambiarla.

Ponzio Pilato, che era romano, probabilmente non capiva che, senza volerlo, aveva creato un po’ d’imbarazzo – se vogliamo definirlo così – agli ebrei che osservavano Gesù crocifisso con quell’iscrizione sopra la testa.

Henri Tisot, esperto di ebraico, si è rivolto a diversi rabbini per chiedere quale fosse l’esatta traduzione ebraica dell’iscrizione fatta compilare da Pilato. Ne parla nel suo libro “Eva, la donna” nelle pagine da 216 a 220.

Ha scoperto che è grammaticalmente obbligatorio, in ebraico, scrivere “Gesù il Nazareno e re dei Giudei“. Con le lettere ebraiche otteniamo “ישוע הנוצרי ומלך היהודים“. Ricordiamo la lettura da destra verso sinistra.

Queste lettere equivalgono alle nostre “Yshu Hnotsri Wmlk Hyhudim” vocalizzate “Yeshua Hanotsri Wemelek Hayehudim“.

Quindi, come per il latino si ottiene l’acronimo “INRI“, per l’ebraico si ottiene “יהוה“, “YHWH“.

Ecco spiegata l’attenzione che Giovanni riserva per la situazione che si svolge sotto Gesù crocifisso. In quel momento gli ebrei vedevano l’uomo che avevano messo a morte, che aveva affermato di essere il Figlio di Dio, con il nome di Dio, il Tetragramma impronunciabile, inciso sopra la testa.

Non poteva andar bene che YHWH fosse scritto lì, visibile a tutti, e provarono a convincere Pilato a cambiare l’incisione. Ecco che la frase del procuratore romano “Quel che ho scritto, ho scritto” acquista un senso molto più profondo.

Sembra incredibile? Pensate che Gesù aveva profetizzato esattamente questo momento. In Giovanni 8,28 troviamo scritto:

“Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono”

Per “innalzare” Gesù intende la crocifissione. “Io Sono” allude proprio al nome che Dio ha rivelato a Mosè in Esodo 3,14:

“Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: «Io-Sono mi ha mandato a voi»”.

venerdì 21 agosto 2020

LETTERA PROFETICA SULL’APOSTASIA NELLA CHIESA

 Papa San Pio X 

LETTERA PROFETICA SULL’APOSTASIA NELLA CHIESA

“Ma sono ancora più strane, nello stesso tempo spaventose e rattristanti, l’audacia e la leggerezza di spirito di uomini che si dicono cattolici, che sognano di rifare la società in simili condizioni e di stabilire sulla terra, al di sopra della Chiesa cattolica, “il regno della giustizia e dell’amore”, con operai venuti da ogni parte, di tutte le religioni oppure senza religione, con o senza credenze, purché dimentichino quanto li divide, le loro convinzioni religiose e filosofiche, e mettano in comune quanto li unisce, un ‘generoso idealismo’ e forze morali prese “dove possono”. Quando si pensa a tutto quanto è necessario in forze, in scienza, in virtù soprannaturali per istituire la città cristiana, e alle sofferenze di milioni di martiri, e alle illuminazioni dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e alla dedizione di tutti gli eroi della carità, e a una potente gerarchia nata dal Cielo, e ai fiumi di grazia divina, e il tutto edificato, collegato, compenetrato dalla Vita e dallo Spirito di Gesù Cristo, la Sapienza di Dio, il Verbo fatto uomo; quando si pensa, diciamo, a tutto questo, si è spaventati nel vedere NUOVI APOSTOLI intestardirsi a fare di meglio mettendo in comune un vago idealismo e virtù civiche. Che cosa produrranno? Che cosa sta per uscire da questa collaborazione? Una costruzione puramente verbale e chimerica, in cui si vedranno luccicare alla rinfusa e in una CONFUSIONE SEDUCENTE le parole di libertà, di giustizia, di fraternità e di amore, di uguaglianza e di umana esaltazione, il tutto basato su una DIGNITA’ UMANA MALE INTESA. Si tratterà di un’AGITAZIONE TUMULTUOSA, sterile per il fine proposto e che avvantaggerà gli agitatori delle masse meno utopisti (….).
Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità nel lavoro, il beneficiario di quest’azione sociale cosmopolitica, può essere soltanto una democrazia che non sarà né cattolica, né protestante, né ebraica; UNA RELIGIONE…PIU’ UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA, che riunirà tutti gli uomini divenuti finalmente fratelli e compagni, nel “regno di Dio”.- “Non si lavora per la Chiesa: si lavora per l’umanità”. E ora, pervasi dalla più viva tristezza, ci domandiamo, Venerabili Fratelli, che cosa è diventato il cattolicesimo del Sillon [movimento francese- n.p.c.]. Ahimè! Esso…è stato captato, nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d’ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di APOSTASIA, organizzato, in tutti i paesi, per L’INSTAURAZIONE DI UNA CHIESA UNIVERSALE, CHE NON AVRA’ NE’ DOGMI, NE’ GERARCHIA, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il PRETESTO DELLA LIBERTA’ E DELLA DIGNITA’ UMANA, ristabilirebbe nel mondo, qualora POTESSE trionfare, il REGNO LEGALE DELL’ASTUZIA E DELLA FORZA, e l’OPPRESSIONE DEI DEBOLI, di quelli che soffrono e che lavorano”.

lunedì 17 agosto 2020

 Mia cara,

nel bel mezzo dell’odio

ho scoperto che vi era in me

un invincibile amore.

Nel bel mezzo delle lacrime

ho scoperto che vi era in me

un invincibile sorriso.

Nel bel mezzo del caos

ho scoperto che vi era in me

un’ invincibile tranquillità.

Ho compreso, infine,

che nel bel mezzo dell’inverno,

ho scoperto che vi era in me

un’invincibile estate.

E che ciò mi rende felice.

Perché afferma che non importa

quanto duramente il mondo

vada contro di me,

in me c’è qualcosa di più forte,

qualcosa di migliore

che mi spinge subito indietro.


(Albert Camus)

domenica 16 agosto 2020

mazzo di carte da gioco è una forma di calendario

 mazzo di carte da gioco è una forma di calendario autentica e ingegnosa

***

le carte

* Ci sono 52 settimane nell'anno e 52 carte da gioco

* Ci sono 13 settimane in ogni stagione e ci sono anche 13 carte in ogni completo.

* Ci sono 4 stagioni e 4 completi

* Ci sono 12 mesi dell'anno e 12 carte di corte (quelle che hanno facce)

* Le carte rosse rappresentano il giorno, le carte nere la notte

* Se permetti ai Jack = 11, le Regine = 12, e i Re = 13,

poi aggiungi tutte le somme di 1 + 2 + 3 +... a 13 = 91

Moltiplica questo per 4, per i 4 completi;

91 x 4 = 364 poi aggiungi 1 che è il Joker e arriverai al

numero di giorni nell'anno.

Ma è mera coincidenza? o una maggiore intelligenza


* Di interesse è la somma delle lettere in tutti i nomi delle carte;

ad esempio: aggiungete le lettere in ′′ uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, Jack, Regina, Re ′′ = 52!


Giano 108

venerdì 14 agosto 2020

La vita fugge, et non s’arresta una hora

 

14
La vita fugge, et non s’arresta una hora,
et la morte vien dietro a gran giornate,
et le cose presenti et le passate
mi dànno guerra, et le future anchora;


e ’l rimembrare et l’aspettar m’accora,
or quinci or quindi, sí che ’n veritate,
se non ch’i’ ò di me stesso pietate,
i’ sarei già di questi penser’ fòra.

Tornami avanti, s’alcun dolce mai
ebbe ’l cor tristo; et poi da l’altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti;

veggio fortuna in porto, et stanco omai
il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
e i lumi bei che mirar soglio, spenti.
La vita fugge e non si arresta neppure un attimo, e la morte la segue a grandi passi, e il presente e il passato mi tormentano, così come il futuro;

e il ricordo [del passato] e l'attesa [del futuro] mi angosciano, ora da una parte ora dall'altra, 
a tal punto che in verità io mi sarei già liberato da tutti questi pensieri [mi sarei ucciso], se non avessi pietà di me stesso.

Ritorno a pensare se il mio cuore triste provò mai dolcezza [nel passato]; e poi, dall'altra parte [pensando al futuro] vedo la mia navigazione turbata dai venti;

vedo il fortunale in porto e il mio timoniere [la ragione] ormai stanco, e rotte gli alberi e le sartie, e spente le belle luci [gli occhi di Laura] che ero solito fissare.

Interpretazione complessiva

  • Metro: sonetto con schema della rima ABBA, ABBA, CDE, CDE, con B e D in forte assonanza (quasi-rima). La lingua presenta vari latinismi, tra cui "et" (v. 1 e altrove), "hora" (v. 1), "anchora" (v. 4, di tipo grafico). Presenza dell'anafora "et" nei primi versi, che crea un effetto ritmico incalzante rispetto all'affollarsi dei pensieri e dei timori dell'autore, così come l'anafora anche di "Veggio" ai vv. 11-12. Antitesi di "vita" e "morte" ai vv. 1-2.
  • Il testo è centrato sul raffronto tra il rimpianto del passato e l'angosciosa incertezza del futuro, ovvero tra la consapevolezza che l'amore vano per Laura è stato moralmente un errore e il timore che ciò costi la salvezza spirituale al poeta: l'immagine iniziale della vita che fugge e della morte che la incalza "a gran giornate" (termine militare che anticipa la "guerra" del v. 4) dà l'idea di una coscienza tormentata dai dubbi e dalle ansie spirituali, presentando Petrarca come un uomo assediato e quasi circondato dalle sue angosce ("or quinci or quindi", v. 6). Il v. 8 allude in modo velato al proposito del suicidio ("i’ sarei già di questi penser’ fòra") dal quale è distolto dalla pietà che prova di se stesso, nonché dal timore di una futura punizione dopo la morte che sente ormai prossima e che prelude a un imminente giudizio divino.
  • I vv. 10-14 rappresentano la vita umana con la consueta metafora della navigazione in mare, che nel caso di Petrarca è turbata da venti tempestosi anche perché la "fortuna" (il fortunale, vento di burrasca) è persino in porto e dunque la fine del viaggio non potrà essere felice, inoltre il "nocchier" (la ragione) è stanco e la velatura della nave è spezzata dal vento, ovvero il poeta ha il fisico minato dalla vecchiaia e dalla malattia; i "bei lumi" che illuminavano la rotta del poeta, ovvero gli occhi di Laura paragonati a stelle, sono spenti in quanto la donna è ormai morta, immagine che riprende quella usata nella canzone conclusiva della raccolta (► TESTO: Vergine bella, che di sol vestita) in cui la luce che guida il viaggio di Petrarca è in realtà la Vergine, paragonata a Laura in qualità di portatrice di salvezza.

dannato alla tristezza quotidiana

 Andare per le vie tristemente

tormentato in continuo dal terrore

di vedermi svanire sotto gli occhi

le creazioni a lungo vagheggiate:

sentire indebolirsi dentro all’anima

l’ardore, la speranza tutto… tutto…

E restare così senz’un amore,

una grandezza, piccolo, volgare,

dannato alla tristezza quotidiana

e al pensiero incessante che infiniti

uomini han già sofferto quel ch’io soffro

ora e son morti oscuri, senza sorgere

a una luce di gloria, disperati.

Nel mio dolore nulla m’è lasciato,

neppur l’orgoglio di sentirmi il solo!

[14 novembre 1925] Cesare Pavese


non c’è più un’idea che leghi a sé gli uomini

  non c’è più un’idea che leghi a sé gli uomini

«Le ricchezze sono maggiori, ma le forze minori; non c’è più un’idea che leghi a sé gli uomini, tutto si è rammollito e debilitato, tutto e tutti sono diventati fiacchi e snervati. Tutti, tutti, tutti noi ci siamo infiacchiti!»

F. Dostoevskij, L’idiota, Feltrinelli, Milano 2011, p. 476.

la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga


 la gente ha rinunciato a sperare. 

E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga

***

 Gmork: 'Sei uno sciocco e non sai un bel niente di Fantàsia. È il mondo della fantasia umana. Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell'umanità e quindi Fantàsia non può avere confini.'

Atreyu: 'Perché Fantasia muore?'
Gmork: 'Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga.'
Atreyu: 'Che cos'è questo Nulla?'
Gmork: 'È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo.'
Atreyu: 'Ma perché!?'
Gmork: 'Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere.'
Atreyu: 'Chi sei veramente?'
Gmork: 'Io sono il servo del Potere che si nasconde dietro il Nulla. Ho l'incarico di uccidere il solo in grado di fermare il Nulla. L'ho perso nelle paludi della Tristezza. Il suo nome era Atreyu.
Atreyu: Se tanto dobbiamo morire, preferisco morire lottando. Attaccami Gmork! Io sono Atreyu!' 

 La storia infinita 

martedì 11 agosto 2020

La sua figura

 La sua figura 

Giunni Russo

Foglie dorate gocciolano giù

Apro le braccia al suo declinare stanco
E lascia la Tua luce in me


Stelle cadenti incrociano i pensieri
I desideri scivolano giù
Mettimi come segno sul tuo cuore
Ho bisogno di te

Sai che la sofferenza d'amore non si cura
Se non con la presenza della sua figu
ra


Baciami con la bocca dell'amore
Raccoglimi dalla terra come un fiore
Come un bambino stanco ora voglio riposare
E lascio la mia vita a te Tu mi conosci non puoi dubitare
Fra mille affanni non sono andata via
Rimani qui al mio fianco sfiorandomi la mano

E lascio la mia vita a te


Sai che la sofferenza d'amore non si cura
Se non con la presenza della sua figura
Musica silenziosa è l'aurora
Solitudine che ristora e che innamora
Come un bambino stanco ora voglio riposare
E lascio la mia vita a te

Mi manca la presenza della sua figura

lunedì 10 agosto 2020

sono colto dal mio “terribile bisogno di religione

 sanLorenzo #10agostostellecadenti 


Saint-Rémy, 9 maggio 1889

...

Mi sta tornando l’idea di lavorare e credo che mi torneranno anche molto presto tutte le mie facoltà lavorative. 

Solo che il lavoro mi assorbe talmente che credo resterò per sempre astratto e incapace di cavarmela per tutto il resto della mia vita.

Quando sono colto dal mio “terribile bisogno di religione”, vado fuori di notte a dipingere le stelle… e sogno sempre un quadro così, come con un gruppo di amici vivi. 

Vincent Van Gogh

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

 Non so dove i gabbiani abbiano il nido

***

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
Vincenzo Cardarelli

Chi sei, dolce Luce - Edith Stein

Chi sei, dolce Luce -
 Edith Stein

 "Chi sei,dolce Luce 
che m'inondi e rischiari
 la notte del mio cuore? 
Tu mi guidi qual mano di una mamma; 
ma se mi lasci 
non più d'un passo solo avanzerei.
 Tu sei spazio che l'esser mio circonda 
e in cui si cela. 
Se m'abbandoni cado nell'abisso del nulla, donde all'esser mi chiamasti.
 Tu a me vicino più di me stessa,
 più intimo dell'intimo mio.
 Eppur nessun ti tocca o ti comprende e
 d'ogni nome infrangi le catene:
 Spirito Santo - Eterno Amore!" 
 Edith Stein

domenica 9 agosto 2020

Se tu non parli

 Se tu non parli

***

Riempirò il mio cuore del tuo silenzio
E lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare
Come la notte
Nella sua veglia stellata
Con il capo chino a terra
Paziente.

Ma arriverà il mattino
Le ombre della notte svaniranno
E la tua voce
In rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
Nel canto
Prenderanno ali
Da tutti i miei nidi di uccelli
E le tue melodie
Spunteranno come fiori
Su tutti gli alberi della mia foresta.

Rabindranath Tagore

venerdì 7 agosto 2020

Ildegarda di Bingen, la santa che scoprì il legame indissolubile tra salute dell’intestino e stati d’animo

 



Ildegarda di Bingen, la santa che scoprì il legame indissolubile tra salute dell’intestino e stati d’animo

Veniva chiamata la «Sibilla del Reno». Per la sua medicina attingeva al regno vegetale. Studiava l’efficacia dei rimedi su consorelle e infermi. Per ciascuno applicava terapie mirate e personalizzate. La sua convinzione: se viene meno l’energia vitale, insorgono le malattie



Nell’immaginario comune, il Medioevo è considerato ancora un’epoca oscura, di generale arretratezza e ignoranza, mentre invece produsse un grande tesoro di sapienza: basti ricordare le invenzioni più conosciute come l’orologio e gli occhiali, le splendide tecniche costruttive del gotico, l’elevatissima ricerca spirituale, o, a livello sociale, le gilde e le corporazioni. 

Tra le figure che permettono di illuminare l’affascinante ”epoca di mezzo” vi è una monaca, Ildegarda di Bingen, dal 2012 Santa e Dottore della Chiesa, la quale ebbe un ruolo cruciale negli avvenimenti politici della sua epoca lasciando, inoltre, una cospicua eredità medica di straordinaria lucidità e modernità.
Una donna di genio

La carismatica santa nacque e a Bermersheim vor der Höhe nel 1098, decima figlia di una famiglia aristocratica che lasciò all’età di otto anni per entrare nel monastero di Disibodenberg, dove prenderà i voti.

La sua vita trascorse quasi esclusivamente entro le mura del convento, ma fu un’esistenza forte ed intensa: abbandonò il monastero di Disibodenberg per fondarne uno femminile a Rupertsberg, compì quattro viaggi pastorali in Germania e si impegnò nei più disparati ambiti di ricerca: formulò la “Lingua Ignota”, una sorta di esperanto arcaicizzante utilizzato all’interno del suo monastero di Rupertsberg; fu, inoltre, gemmologa, astrologa, e prima compositrice cristiana (le sue opere musicali sono raccolte nel Symphonia harmoniae caelestium revelationium); ebbe una fitta corrispondenza con Federico Barbarossa e perfino papa Eugenio III, che lesse i suoi testi di teologia al sinodo dei vescovi, a Treviri, era solito consultarla poiché le sue profezie - come riporta Giovanni di Salisbury- si erano sempre avverate.




Nella sua vivace intelligenza non mancò di esplorare anche il mondo della medicina cimentandosi nella preparazione di rimedi per i quali utilizzava metodi che potremmo definire “scientifici”, risultanti in parte dai suoi studi ed in parte dalle visioni che la colsero giovanissima, poi raccolte in scritti dopo l’incoraggiamento e il sostegno di San Bernardo di Chiaravalle.

L’armonia degli umori

Ildegarda credeva che il benessere dell’uomo fosse connesso a quello del mondo circostante, e riteneva essenziali l’armonia col creato ed il buon umore per conservarsi in salute.

Per la sua medicina, la Santa attingeva dal regno vegetale, illustrando le caratteristiche peculiari delle piante ed i benefici che apportavano, studiava l’efficacia dei rimedi su un notevole numero di pazienti - sia sulle sue consorelle che sugli infermi dei dintorni di Bingen - e per ciascuno utilizzava una terapia mirata e personalizzata: infatti, ogni specifico squilibrio di umori (bile gialla, sangue, flemma e bile nera, secondo la medicina dell’epoca) necessitava di una apposita cura, a differenza di un certo approccio odierno che prevede protocolli di cura standard, considerando poco la situazione clinica del paziente.

Molti dei suoi rimedi sono ancora usati nella fitoterapia contemporanea, come, ad esempio, il cumino per curare la nausea, la menta contro il mal di stomaco, il tanaceto contro tosse e raffreddore, la pelosella per favorire la diuresi, l’aneto e l’achillea millefoglie contro l’epistassi, il sanguinamento dal naso.




“Subtilitas” e “viriditas”

La “Sibilla del Reno”, come era chiamata, tuttavia, oltre alle cure per i mali comuni aveva individuato un sistema per mantenersi sempre in salute, per conservare la “viriditas”, ovvero quell’energia vitale che al suo venir meno, secondo lei, determinava l’insorgere di malattie. Per la mistica, le patologie erano riconducibili anche ad una alimentazione scorretta, non adatta alle esigenze dell’organismo, oppure composta da alimenti sani, ma male abbinati specie in virtù - ancora una volta- delle speciali esigenze del soggetto.

Aveva, per giunta, compreso come vi fosse qualcosa insito nella sostanza del mondo animale e vegetale: la subtilitas, “sottigliezza”, ossia un’energia curativa e benefica contenuta all’interno degli alimenti che, se usata con “discretio” poteva portare grandi benefici all’uomo.




Tali qualità nascoste degli alimenti che la santa aveva individuato, sembrano richiamare fortemente ciò che noi oggi chiamiamo “vitamine” e “minerali” e che sappiamo quanto siano importanti per un corretto regime alimentare.

Gli alimenti si suddividevano, per Ildegarda, in quattro tipologie: calda, fredda, secca e umida, caratteristiche utili da conoscere per bilanciare gli umori a seconda delle esigenze del malato. Ad esempio, la carne di piccione era considerata secca, così come la lattuga fredda, i ceci caldi, e così via.

Alcuni alimenti trovano un posto preminente nella dieta da lei ideata, come il farro che “fa buon sangue, rende lieta e serena la mente”. Non è un caso che questo cereale, da recenti analisi dell’’Università di Hohenheim, abbia dimostrato di contenere carboidrati complessi, l’amminoacido metionina, la vitamina B, l’acido folico, il selenio e il fosforo..

Al contrario di quanto oggi sostiene il crudismo, la Santa considerava nocivi alcuni frutti come, ad esempio, le prugne, le fragole e le pesche e le verdure non cotte: la cottura, infatti, eliminava gli umori potenzialmente dannosi per l’organismo ed in particolare per cuore e milza.

Le intuizioni sull’intestino

Una dieta speciale era stata pensata dalla mistica anche per aiutare i degenti ed era suddivisa per giorni di malattia: passava da un digiuno liquido volto ad idratare e depurare l’organismo, specie con tisane, rinforzandosi con alimenti via via più solidi e corroboranti per restituire il vigore fisico.




Il finocchio era considerato altamente benefico non solo come potente procinetico per la digestione, ma come vero “oro” per la salute: come la santa aveva già intuito, aiuta l’intestino svolgendo un ruolo cruciale nel benessere dell’uomo.

Del resto, con impressionante lucidità, Ildegarda aveva compreso che il tono dell’umore e la salute dell’intestino sono due fattori cardine della salute strettamente interconnessi, posizioni alle quali la scienza sta arrivando negli ultimi anni.

In un passo del “Causae et Curae”, una delle due opere mediche fondamentali di Ildegarda, l’autrice asserisce «La foschia nera generata dalla malinconia… salirà al cervello, la follia se ne impadronirà, discenderà verso l’intestino, qui distruggerà i vasi sanguigni e le viscere e renderà l’uomo totalmente folle».




Come riporta la rivista Nature, in alcuni pazienti afflitti da depressione, il numero di batteri nell’intestino è inferiore a quello presente nei pazienti sani. Il microbiota intestinale è responsabile del corretto metabolismo - alcuni batteri digeriscono molecole complesse - ostacola la colonizzazione da parte di agenti patogeni, sintetizza sostanze utili e rinforza il sistema immunitario.

“Equilibrio”, perciò, è la parola che Ildegarda di Bingen sembra suggerire: tra gli umori del corpo, nella dieta e con il mondo circostante.

Sono molte le cliniche ildegardiane oggi disseminate specie in Germania, in Francia e in Svizzera, che si occupano della terapia di diverse patologie, nello spirito di riscoprire misura e costanza nella propria vita, per mantenersi in salute e in buon umore.


 


L'ottimismo e il pessismo

Il pessimista e l'ottimista hanno in comune il fatto di non vedere le cose così come sono: l'ottimista è un imbecille felice, il pessimista un imbecille infelice.

L'ottimismo è un surrogato della speranza, di cui la propaganda ufficiale si riserva il monopolio. Approva tutto, subisce tutto, è per eccellenza la virtù del contribuente.

L'ottimismo è una falsa speranza ad uso dei vili e degli imbecilli.

La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi.

La speranza è una virtù, virtus, una determinazione eroica dell'anima. La più alta forma della speranza è la disperazione vinta.


Georges Bernanos

La libertà, perché?

La liberté, pour quoi faire?, 1953 (postumo)

giovedì 6 agosto 2020

i cannabinoidi CBC e CBD sono utili per contrastare i danni del Covid-19

Cannabis CBC CBD Covid 19




Cannabis per il Coronavirus: i cannabinoidi CBC e CBD sono utili per contrastare i danni del Covid-19

 04 Agosto 2020
 

È recentissima, datata due giorni fa, la notizia pubblicata dai quotidiani inerente uno dei tanti studi in atto sulla ricerca delle azioni antinfiammatorie e antivirali della cannabis.
Precedenti ricerche, iniziate quasi in concomitanza alla pandemia da coronavirus, ne hanno da subito dimostrato una POTENTISSIMA duplice azione anti-SARS-CoV2 / anti-covid19: trattasi di quella antinfiammatoria e antivirale! 


La cannabis uccide le proteine utilizzate dai virus per replicarsi e vivere nel nostro organismo, stimola la produzione di fattori antivirali specifici (interferone gamma, che blocca la fase della replicazione delle cellule virali), e contrasta anche i principali fattori infiammatori prodotti dal nostro organismo durante la tempesta citochinica innescata dal sistema immunitario (necessaria valvola di sfogo del corpo, ma che quando eccessivamente iperattivata favorisce l’indebolimento dello stesso sistema immunitario)!

Diverse e numerosissime sostanze isolate dai fiori e dalle foglie di cannabis esplicano tale duplice azione, come il THC, il cbd e i terpeni, ma, grazie ad un lavoro del Medical College of Georgia (e pubblicato sulla rivista scientifica Cannabis Research) possiamo, ed anzi, dobbiamo aggiungervi un altro composto del fitocomplesso: il cbc o cannabichromene.

CBC – Cannabichromene

Il cannabichromene (scoperto nel 1966) è uno dei sei principali cannabinoidi ed è il terzo per importanza (dopo THC e cbd, e prima del cbg). È responsabile degli effetti antinfiammatori e antivirali della cannabis e ne amplifica l’azione analgesica.

  • Non possiede, esattamente come il cbd e il cbg, attività psicotropa, ma solo ANTIDEPRESSIVA tramite la forte ibizione dell’ assorbimento dell’AEA (De Petrocellis et al., 2011).
  • Come altri cannabinoidi, concorre nello stimolare la neurogenesi (vedasi studi del 2013)
  • Esercita azione analgesica, interagendo direttamente con i recettori endocannabinoidi presenti in tutto il ns corpo, i CB1 e i CB2. Si lega tuttavia anche ad altri recettori, in particolare TRPA1 e TRPV1. Questi canali neuronali sono costituita da recettoriale cannbinoidi come il Sistema Endocannabinoide (ECS), e collegano tutto il corpo svolgendo un ruolo chiave nella trasmissione dei segnali di dolore e infiammazione (Davis and Hatoum 1983).
  • Le azioni ANTINFIAMMATORIE del cbc sono note dal 1980 (Wirth et al.).
  • Lo studio del 1982 (ElSohly et al.,1982) ne ha rivelato le azioni antibiotiche e antifungine.
  • Nel 2006, un altro studio (Ligresti et al.) ne ha evidenziato il poter anticancerogeno e la citotossicità su diverse linee cellulari tumorali.
  • ICBC è anche un ottimo ANTIBATTERICO (sia su batteri GRAM positivi sia su quelli GRAM negativi).
  • Il CBC riduce l’intossicazione da THC (Hatoum 1981)

La produzione di CBC è massima nei primi cicli vegetativi della pianta, entro i 3-4 mesi, prima della fioritura.
L’unica azienda del nord Italia che raccoglie foglie di cannabis light in prefioritura è EmilCanapa OpenSource.

Esiste anche l’integratore specifico di cbc, prodotto dalla Canvory – natural freedom, che potete aggiungere ai fitoestratti di cannabis, sia light, sia farmaceutica per potenziarne la titolazione. Le varietà farmaceutiche, infatti, vedasi il Bediol, ne contengono solo tracce

Il CBD può aiutare a evitare la distruzione polmonare da COVID-19

Il cannabidiolo, o CBD, può aiutare a ridurre la tempesta di citochine e l’eccessiva infiammazione polmonare che sta uccidendo molti pazienti con COVID-19, secondo quanto affermano i ricercatori.

Mentre sono necessari ulteriori lavori, inclusi studi clinici per determinare il dosaggio e i tempi ottimali, prima che il CBD diventi parte del trattamento per COVID-19, i ricercatori del Dental College of Georgia e del Medical College of Georgia hanno prove preliminari che potrebbero aiutare i pazienti a mlimitare le difficoltà respiratorie evitando interventi estremi come la ventilazione meccanica e la morte per sindrome da distress respiratorio acuto.

“L’ARDS è un killer importante nei casi gravi di alcune infezioni virali respiratorie, inclusa la sindrome respiratoria acuta grave da Coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e abbiamo urgente bisogno di migliori strategie di intervento e trattamento”, afferma il dott. Babak Baban, immunologo e decano associato ad interim per la ricerca presso DCG e corrispondente autore dello studio sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research .

Gli studi di laboratorio indicano che il CBD puro può aiutare i polmoni a riprendersi dall’infiammazione schiacciante o dalla tempesta di citochine, causata dal virus COVID-19 , e ripristinare i livelli di ossigeno più salutari nel corpo, afferma il co-autore Dr. Jack Yu, medico-scienziato e capo della chirurgia plastica pediatrica presso MCG.

Cbd e limitazione del danno polmonare

Le loro scoperte sul CBD sono state rese possibili dall’ulteriore scoperta di un modello sicuro e relativamente economico per limitare il danno polmonare causato dall’ARDS. Il lavoro sul virus stesso è limitato a una manciata di laboratori nella nazione in grado di gestire in modo sicuro il virus altamente contagioso e il loro approccio recentemente riportato apre ulteriori porte per lo studio di SARS-CoV-2.

Il loro modello, che sfrutta l’ampia e unica struttura genetica del nuovo coronavirus, ha prodotto sintomi classici di ARDS come la schiacciante, distruttiva risposta immunitaria, quindi il CBD ha significativamente ridimensionato gli indicatori classici dell’eccesso, come le citochine che favoriscono l’infiammazione mentre migliorava i livelli di ossigeno nel sangue e ha permesso ai polmoni di riprendersi dal danno struttural

Un grave problema con il SARS-CoV-2 è invece di uccidere solo il virus, con la risposta immunitaria esagerata può disabilitare rapidamente i polmoni, trasformandoli in un luogo in cui viene replicato il virus, piuttosto che in un luogo che rende disponibile ossigeno per i nostri corpi ed elimina i gas potenzialmente dannosi come l’anidride carbonica.

I ventilatori meccanici possono assumere queste funzioni vitali per un po ‘e consentire alle persone in condizioni critiche di usare meno energia per respirare e avere più energia per combattere le infezioni, mentre idealmente i polmoni si riprendono dall’assalto. Tuttavia, l’evidenza suggerisce che il 30-50% dei pazienti che arrivano al punto di ventilazione meccanica, non sopravvivono.

Le citochine in queste ormai famose “tempeste” sono una classe di molecole come l’interferone e l’interleuchina, secrete dalle cellule immunitarie e da altre cellule come le cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni, che influiscono sulla comunicazione cellulare e possono sia promuovere che scoraggiare l’infiammazione. Nel caso di COVID-19, c’è un’eccessiva produzione di molecole che favoriscono l’infiammazione come le interleuchine IL-6 e IL-1β, nonché cellule immunitarie come neutrofili e monociti, dicono i ricercatori.

Il cannabidiolo inverte la condizione di infiammazione polmonare

In effetti, dicono gli specialisti che sia i sintomi clinici che i cambiamenti polmonari fisici derivanti dall’ARDS sono stati invertiti con il trattamento con CBD.

Il loro modello è stato creato con l’aiuto di un analogo sintetico di RNA a doppio filamento chiamato POLY (I: C). Nell’uomo, il nostro DNA a doppio filamento contiene le nostre informazioni genetiche e il nostro RNA a singolo filamento esegue le istruzioni del nostro DNA per produrre determinate proteine. Nella famiglia dei coronavirus, l’RNA a doppio filamento trasporta il materiale genetico necessario per riprodurre i virus e dirotta il meccanismo cellulare del nostro corpo per farlo, dice Baban.

“L’istinto naturale del virus è quello di moltiplicarsi il più velocemente possibile”, afferma Baban. “Si intreccia con il nostro DNA per fare in modo che la cellula produca cibo e tutto ciò di cui ha bisogno.” I virus tendono anche ad avere un tessuto o tessuti che preferiscono – alcuni possono e vanno ovunque – e per SARS-CoV-2, i polmoni sono in cima alla lista“.

I nostri corpi non sono abituati a questo RNA a doppio filamento, quindi, come il virus, POLY (I: C) ottiene l’attenzione immediata ed estrema di una famiglia di recettori che aiutano il nostro corpo a riconoscere gli invasori come un virus e attivare la nostra risposta immunitaria innata in prima linea.

ICBD ha rapidamente migliorato i sintomi clinici, quindi in seguito studi dettagliati sui polmoni hanno mostrato danni alla loro struttura, come la crescita eccessiva dei tessuti, le cicatrici e il gonfiore, anch’essi completamente o parzialmente risolti. I loro prossimi passi includono studi simili su altri organi colpiti da COVID-19 tra cui l’intestino, il cuore e il cervello, dice Baban.

Fonte citata: ultimissimo studio del Medical College riportato su Cannabis Research (e citato ieri dal quotidiano La Repubblica che ha fatto confusione tra CBD e CBC