CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


martedì 29 novembre 2022

Avvento attendere

 Festeggiare l'Avvento significa saper attendere: attendere è un'arte che il nostro tempo impaziente ha dimenticato. Esso vuole staccare il frutto maturo non appena germoglia; ma gli occhi ingordi vengono soltanto illusi, perché un frutto apparentemente così prezioso è dentro ancora verde, e mani prive di rispetto gettano via senza gratitudine ciò che li ha delusi. Chi non conosce la beatitudine acerba dell'attendere, cioè il mancare di qualcosa nella speranza, non potrà mai gustare la benedizione intera dell'adempimento.

Chi non conosce la necessità di lottare con le domande più profonde della vita, della sua vita e nell'attesa non tiene aperti gli occhi con desiderio finché la verità non gli si rivela, costui non può figurarsi nulla della magnificenza di questo momento in cui risplenderà la chiarezza; e chi vuole ambire all'amicizia e all'amore di altro, senza attendere che la sua anima si apra all'altra fino ad averne accesso, a costui rimarrà eternamente nascosta la profonda benedizione di una vita che si svolge tra due anime.

Nel mondo dobbiamo attendere le cose più grandi, più profonde, più delicate, e questo non avviene in modo tempestoso, ma secondo la legge divina della germinazione, della crescita e dello sviluppo.


Dietrich Bonhoeffer

#29novembre #dietrichbonhoeffer #avvento

lunedì 28 novembre 2022

La carruba

 La storia della carruba e del carato 


Secondo un'antica leggenda greca il carrubo (Ceratonia siliqua) nacque dal corno di un toro che venne colpito da un fulmine.

La leggenda ha lasciato il segno appunto nel nome Keronia, dalla contaminazione dei nomi greci keras (corno) e keraunós (fulmine).

In Italia, attraversando le campagne dell’area mediterranea, non è difficile imbattersi in carrubi isolati o in filari, alberi dal portamento maestoso e dall’ampia chioma sempreverde. Originario della parte orientale del Mare Nostrum, il carrubo (Ceratonia siliqua) è presente fin quasi al limitare del deserto del Sahara e sarebbero stati proprio i suoi frutti, i dolci baccelli dal sapore di cioccolato, a sfamare Giovanni Battista, meritandosi così il nome di pane di San Giovanni. 

Da lì il carrubo si diffuse successivamente in tutto il Mediterraneo e i suoi frutti vennero impiegati a scopo terapeutico e alimentare, arrivando perfino ad essere trasformati in salse salate nel Rinascimento.

L’impiego preferito è quello dolce perché i baccelli maturi vengono mangiati a morsi per il loro gradevole gusto di cioccolato, e sono graditi anche dai cavalli.

Però occorre prestare attenzione perché all’interno si trovano dei semi durissimi che pesano 0,20 gr. e un tempo erano presi a riferimento come unità di misura per titolare la qualità dell’oro e chiamati carati, dall’arabo "qirat", che significa appunto seme di carrubo.

La polpa macinata dei baccelli dà una farina ricca di fibre e sali minerali, utilizzata come surrogato del cacao per la preparazione di bevande e dessert. 

Però, a differenza di questo, la carruba è molto più dolce, grazie all'elevata percentuale di glicidi (60% circa). 

In fitoterapia si ricorre alla polpa macinata per le sue capacità di placare le irritazioni di gola e intestino e di combattere le diarree infantili. Sciolta nell’acqua della vasca, la farina si rivela idratante e rinfrescante.

Il carato, cioè il seme della carruba, ha origine agli inizi del ventesimo secolo, quando si rese necessario standardizzare l'unità di misura per la vendita delle gemme.

Fino a quel momento, l'unità di misura che si usava come contrappeso nelle bilance di precisione, erano i semi di carruba.

Il carrubo (Ceratonia Siliqua), produce dei frutti, all' interno dei quali ci sono dei semi che hanno la prerogativa di essere molto omogenei in termini di peso e di dimensioni, proprio per questo venivano usati come unità di misura per le pietre preziose.

A che cosa servo io, durante il giorno?

 '“A che cosa servo io, durante il giorno?” “A essere lì. Quel che conta, credo, non è trovarsi dove si è più utili, ma la’ dove si deve essere. È Dio che colma la differenza”.

(G. Cesbron, da “I santi vanno all’inferno”)



domenica 27 novembre 2022

Calendario moderno

 Il CALABRESE che nel XVI Sec. fece I CALCOLI DEL CALENDARIO MODERNO USATO IN TUTTO IL MONDO.


Luigi Lilio nacque a Cirò nel 1510 e ivi morì nel 1576. Si rese immortale progettando la riforma del calendario, una rivoluzione ADOTTATA DA TUTTO IL MONDO, eseguita nel 1582 sotto il Pontefice Gregorio XIII. Ma chiaramente pochi lo sanno, perchè i libri di storia parlano di Gregorio XIII e non di Lilio. Lilio si pose il problema astronomico-confessionale quando il Consiglio di Nicea stabilì che la Pasqua sarebbe stata celebrata la prima domenica dopo il plenilunio di primavera. Dai suoi calcoli l'anno risultò essere di 365 gg 5 ore 49 min e 12 secondi. Dovette correggere la data e dal 4 ottobre si passò al 15.

In generale la semplicissima regola delle intercalazioni adottata dalla riforma liliana è la seguente: ogni anno non divisibile per quattro sarà anno comune di 365 giorni e sarà bisestile di 366 giorni se il suo numero è divisibile per quattro. Fanno eccezione alla regola gli anni secolari i quali, benché abbiano il numero divisibile per quattro, non sono bisestili. Per essi si adotta una regola simile, ovvero: ogni anno secolare il cui numero del secolo, non considerando i due zeri, non sia divisibile per quattro sarà comune; sarà bisestile se è divisibile per quattro. Per evitare dunque che si producessero accumuli di errori futuri, fu decretato che si cancellassero 3 giorni ogni 400 anni, mantenendo la regola giuliana dell’introduzione di un anno bisestile ogni 4 anni, ma gli anni secolari, che nel calendario giuliano erano tutti bisestili, divennero comuni tranne quelli divisibili per quattro, che rimasero bisestili. Seguendo queste indicazioni, sono stati bisestili per esempio gli anni 1980, 1984; non sono stati e non saranno bisestili gli anni 1800, 1900, 2200 etc.; sono stati e saranno bisestili gli anni 1600, 2000, 2400, 2800 etc.


In quanto allo spostamento dell’equinozio di primavera dovuto al calendario giuliano, Lilio, per recuperare i giorni perduti e per ricondurre l’equinozio di primavera alla data del 21 marzo, propose di eliminare dal calendario dieci giorni; questa correzione poteva essere apportata fin dall’inizio dell’adozione del nuovo calendario o gradualmente nel periodo compreso tra il 1584 e il 1620. Entrambe le soluzioni sono riportate nel Compendium. Fu Clavio, sulla base delle proposte di Lilio, a suggerire di passare dal 4 al 15 ottobre 1582. Le correzioni di Lilio non sono limitate alla sincronizzazione dell’anno civile con l’anno astronomico di quel tempo, bensì i suoi calcoli offrono un potentissimo strumento che permette di adattare il suo calendario a qualsiasi variazione dell’anno tropico. Risolto il problema dell’anno calendaristico, non così semplice era il rimedio di correggere l’altro errore del calendario che consisteva nella retrodatazione dei noviluni. È la parte più interessante della riforma perché lo scopo fondamentale dei riformatori era che, nello stabilire l’epoca della Pasqua, non venisse tradita l’intenzione dei padri niceni, cioè che la Pasqua cristiana si celebrasse nella prima domenica dopo il plenilunio che seguiva l’equinozio di primavera. Lilio pensò di rivedere il ciclo Metonico ed elaborò un metodo per evitare che le lunazioni scivolassero di un giorno ogni 312,5 anni. Mediante due equazioni (solare e lunare) propone un originale ed efficace ciclo delle epatte che permette di stabilire la data della Pasqua di qualsiasi anno nel corso dei secoli. In breve, con la riforma liliana furono eliminati dieci giorni dal calendario giuliano e solo gli anni secolari divisibili per quattro rimasero bisestili. Il ciclo Metonico per la determinazione della Pasqua venne invece sostituito con il ciclo delle epatte.

Pagina: I Briganti Italici

Noi siamo sardi

 Noi siamo sardi

Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono
sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina,
del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.

Grazia Deledda

sabato 26 novembre 2022

Etty Hillesum

 Le mie battaglie le combatto contro di me, contro i miei proprio demoni: ma combattere in mezzo a migliaia di persone impaurite, contro fanatici furiosi e gelidi che vogliono la nostra fine, no, questo non è proprio il mio genere. Non ho paura, non so, mi sento così tranquilla. Mi sento in grado di sopportare il pezzo di storia che stiamo vivendo, senza soccombere. Mi sembra che si esageri nel temere per il nostro corpo. Lo spirito viene dimenticato, s'accartoccia e avvizzisce in qualche angolino. Viviamo in un modo sbagliato, senza dignità. Io non odio nessuno, non sono amareggiata: una volta che l'amore per tutti gli uomini comincia a svilupparsi in noi, diventa infinito.


Hetty Hillesum

“Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani – ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso promettere nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. Forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: (…) tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi. Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento – invece di salvare te, mio Dio” 


Etty Hillesum, Diario 1941-1943,

Adelphi, pp. 169-170

Sì, al di là della gente ti cerco

 Sì, al di là della gente

ti cerco.

Non nel tuo nome, se lo dicono,

non nella tua immagine, se la dipingono.

Al di là, più in là, più oltre.

Al di là di te ti cerco

Non nel tuo specchio e nella tua scrittura,

nella tua anima nemmeno.

Di là, più oltre.

Al di là, ancora, più oltre

di me ti cerco. Non sei

ciò che io sento di te.

Non sei

ciò che mi sta palpitando

con sangue mio nelle vene,

e non è me.

Al di là, più oltre ti cerco.

E per trovarti, cessare

di vivere in te, e in me,

e negli altri.

Vivere ormai di là da tutto,

sull'altra sponda di tutto

- per trovarti -

come fosse morire.


Traduzione di Emma Scoles


PEDRO SALINAS, "Sì, al di là della gente ti cerco" (La voce a te dovuta, Torino, Einaudi 1979).


la società esercita un potere senza precedenti sull'Uomo,

 Dal momento che la società con la sua complessa organizzazione esercita un potere senza precedenti sull'Uomo, la dipendenza dell'Uomo da essa è giunta a tal punto che egli ha quasi cessato dall'avere un'esistenza intellettuale autonoma. Siamo così entrati in un nuovo Medio Evo. Con un atto di volontà collettivo, la libertà di pensiero è stata messa fuori gioco, poiché molti rinunciano a pensare come liberi individui, per lasciarsi guidare dal collettivo al quale appartengono.


ALBERT SCHWEITZER, La responsabilità della filosofia nella decadenza della cultura, 1923.

La persona amata

 Quando si trova qualcuno e il tuo cuore smette di funzionare per alcuni secondi, fai attenzione. Potrebbe essere la persona più importante nella tua vita.


Se gli sguardi si incrociano e si specchiano l'uno nell'altro, stai all'erta: potrebbe essere la persona che stai aspettando da quando sei nato.


Se il tocco delle labbra è intenso, se il bacio è appassionato e in quel momento gli occhi diventano umidi, c'è qualcosa di magico tra di voi.


Se l'ultimo e il primo pensiero della giornata è per quella persona, se la volontà di stare assieme e unire il tuo cuore con il suo è forte, Dio ti ha inviato un dono: l'amore.


Se un giorno vi chiederete scusa a vicenda, per un qualunque motivo, un abbraccio, un sorriso, una carezza sui capelli saranno più importanti di mille parole: siete fatti l'uno per l'altra.


Se per qualche motivo sei triste, l'altro soffrirà le tue sofferenze, piangerà le tue lacrime. Che cosa meravigliosa. Tu potrai contare su di lui in tutti i momenti della tua vita.


Se riesci a pensare il suo odore, come se fosse al tuo fianco, se trovi bellissima la sua persona che se sta dentro un vecchio pigiama, con vecchie ciabatte e capelli arruffati…


Se per tutto il giorno non riesci a lavorare in attesa dell'incontro che cui sarà la notte, se non riesci ad immaginare un futuro senza avere quella persona al tuo fianco…


Se immaginerai quella persona già vecchia e sarai sicuro di essere ancora pazzo di lei, se preferirai morire prima di vederla andar via... è l'amore che è entrato nella tua vita.


Molte persone si innamorano molte volte nella vita, ma poche incontrano il vero amore. O magari l'incontrano, ma non prestano attenzione a questi segnali e lasciano che l'amore vada via, senza che accada nulla.


È il libero arbitrio. Per questo si deve stare attenti ai segnali, a non lasciare che il giorno per giorno ti faccia diventare cieco e non ti faccia vedere la cosa più bella nella vita: l'amore.


CARLOS DRUMMOND DE ANDRADE, Amore.

la tecnica più efficace

 "La gente spesso mi chiede qual è la tecnica più efficace per trasformare la propria vita.

È un po' imbarazzante che dopo anni di ricerche e sperimentazioni, devo dire che la risposta migliore è: 

Sii solo un po' più gentile “.


          Aldous Huxley

Non progredire è assai tentante

 Non andare avanti, restare dove siamo, non progredire, in altre parole accontentarci di ciò che abbiamo, è assai tentante, perché conosciamo ciò che abbiamo; a questo possiamo aggrapparci, e ce ne viene un senso di sicurezza.


Temiamo, e di conseguenza evitiamo, di affrontare l'ignoto, l'incerto; perché, se può non apparire rischioso una volta che l'abbiamo fatto, prima di affrontare l'impresa i nuovi aspetti che si profilano al di là del passo iniziale appaiono imprevedibili, pericolosi, e dunque fonte di paura.


Soltanto il vecchio, il comprovato, è sicuro; o, per lo meno, così sembra. Ogni nuovo passo comporta il pericolo di un fallimento, ed è qui che va ricercato uno dei motivi per cui la gente ha tanta paura della libertà.


ERICH FROMM, Avere o essere?, 1976.

Chi è amato non conosce morte

 “Chi è amato non conosce morte, 

perché l'amore è immortalità, 

o meglio, è sostanza divina. 

Chi ama non conosce morte, 

perché l'amore fa rinascere la vita 

nella divinità”.


Emily Dickinson

dobbiamo porci delle sfide

 “La nostra vita è un'opera d'arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida. L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane”.


ZYGMUNT BAUMAN, L’arte della vita

venerdì 25 novembre 2022

Meditazione

 “Credo di poterlo fare: tutte le mattine, prima di mettermi al lavoro, prenderò l'impegno di "volgermi verso l'interno" una mezz'ora, ad ascoltare il mio intimo. "Immergersi in se stessi". Potrei anche chiamarlo meditare. Ma sono ancora un tantino spaventata da questa parola. Beh, perché no? Una quieta mezz'ora dentro di me. Non è abbastanza muovere bene braccia, gambe e tutti gli altri muscoli la mattina nel bagno. Un essere umano è corpo e spirito. E davvero una mezz'ora di ginnastica, insieme a una mezz'ora di “meditazione" possono costruire vaste fondamenta di quiete e concentrazione per l'intero giorno. Ma non è per niente semplice, quell’ “ora quieta” va imparata. Allora tutto il ciarpame e i fronzoli delle umane meschinità sarebbero eliminati da dentro di noi. Dopotutto anche una testolina piccola come la mia è imbottita di un mucchio di crucci insignificanti.”


Etty Hillesum (1914-1943), Il gelsomino e la pozzanghera #ettyhillesum

La carità

 "Capisco ora che la carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù che essi praticano, ma soprattutto ho capito che la carità non deve restare affatto chiusa nel fondo del cuore: Nessuno, ha detto Gesù, accende una fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere affinché rischiari tutti coloro che sono in casa".

(Santa Teresa del Bambin Gesù) #santateresadelbambingesù

giovedì 24 novembre 2022

La società fabbrica tipi umani

 "Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. Non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali. Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto."


Eric Fromm (1900-1980), L’arte di vivere

mercoledì 23 novembre 2022

L’alchimia chiusa dentro una pietra Il carbone e il diamante. O del segreto della bellezza

Da diciotto anni porto all’anulare l’anello di fidanzamento. Non amavo i gioielli:
sulle prime quel diamante mi colpì meno della promessa che rappresentava. Solo col tempo ho capito perché un diamante è bello. La prima scoperta è stata una sera in una sala d’attesa, mentre aspettavo una visita medica che mi preoccupava, e le lancette dell’orologio non avanzavano mai. Dunque in quella sera di inquietudine mi sono accorta che negli ambienti in penombra un diamante cattura l’unico raggio di luce. O forse è il raggio, che inesorabilmente attratto dal diamante lo attraversa, mentre quello lo scompone e lo seziona nei sette colori dell’iride. Così, seduta in una sala d’aspetto, ho cominciato a giocare: la banale luce di una lampada, afferrata dalla pietra, veniva come chimicamente divisa e ricondotta alle sette sue radici. Se inclinavi di un millimetro l’anello, ecco il raggio luccicare nello splendore ardente di un identico arcobaleno: dal rosso ardente fino al palpitare notturno di azzurro, indaco, viola.

 

Gioco ipnotizzante e fantastico, come un piccolo sole prigioniero fra le mani. E solo ora capivo perché gli uomini fanno pazzie per i diamanti: luce che si infiamma nell’ombra e si rivela nella sua verità. Nei viaggi notturni, nelle attese in stazioni e aeroporti, quante volte quello sfavillio mi ha incantato. E quando mia figlia aveva due anni, per tenermela buona a Messa, le mostravo il bagliore al mio dito (azzurro, indaco, viola…). E lei sedotta, lei che allungava la mano paffuta ad afferrare l’alchimia chiusa dentro una pietra. Mia figlia bambina affascinata dalla luce di un diamante, come re e regine e principi e sudditi e briganti, da millenni.

Allora ho cercato di studiare. Questo sasso, cos’è? È magia vecchia di milioni di
anni: fra tutte le materie, una delle più antiche. Carbonio puro, come la umile grafite
delle matite. E parente, incredibile, anche del povero opaco carbone. Gli stessi atomi, ma legati in una struttura diversa. Il carbone incenerisce nei camini, il diamante è “adamas”, in greco: l’invincibile. Eppure nemmeno il blasone primordiale mi spiegava del tutto l’incanto di quella luce. Ma l’altro giorno mi sono imbattuta in questa frase di Vladimir Solov’ëv: «Che cos’è la bellezza? Guardate il carbone e il diamante. Il carbone e il diamante chimicamente sono lo stesso. Perché il carbone è brutto e il diamante è bello? Perché il carbone fissa tutta l’attenzione a se stesso, mentre nel diamante si vede il sole e tutta la luce: attraverso di esso si vede qualche altra cosa, superiore alla pietra, che la fa bella». La più stupefacente bellezza dunque è quella che si lascia attraversare da un’altra bellezza, più grande. Totalmente, senza
opporre resistenza, né trattenere il raggio che non le appartiene. E in quel passaggio la luce si svela: dal rosso sangue al giallo del sole allo zenith, fino al tramonto indaco
e viola. La materia più dura, più invincibile, si fa interamente trapassare dalla luce. E in quell’istante di docilità, la rivela. «Luce incarnata», così Solov’ëv chiama il bagliore che mi incanta.
(Come se la luce avesse avuto bisogno della materia, per potersi svelare).

martedì 22 novembre 2022

la massa degli uomini abdica alla sua volontà,

 Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.


Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.


Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917. #Gramsci #AntonioGramsci #filosofia #cultura

Gazzetta filosofica 


« Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri. Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a sé stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire ogni giorno di più l’organismo di cui siamo parte, penetrare la vita con tutte le nostre forze di consapevolezza, di passione, dì volontà; non addormentarsi, non impigrire mai. »


Antonio Gramsci, “Quaderni del carcere”

La rosa bianca, Scholl

 Ho fatto il proposito di andare ogni giorno in chiesa a pregare, perché Dio non mi abbandoni. Non conosco affatto Dio e faccio certo tanti errori nella mia rappresentazione di Lui, ma Lui mi perdonerà se glielo chiederò. Se saprò amarlo con tutta l'anima, allora perderò il mio sguardo distorto. Quando osservo gli uomini accanto a me, o anche me stessa, provo un profondo rispetto per l'uomo, perché Dio è disceso sulla terra per lui. D'altro canto, però, questa sarà sempre una cosa del tutto incomprensibile per me. Sì, ciò che meno riesco a comprendere di Dio è proprio questo Suo amore. E tuttavia, se non lo conoscessi... O Signore, ho tanto bisogno di pregare, di chiedere! Sì, davvero dovremmo sempre ricordare quando abbiamo a che fare con le altre persone che Dio si è fatto uomo per loro. Eppure a volte ci sentiamo troppo bravi per abbassarci ad alcuni di loro! Oh, che presunzione! Che motivo ho di essere tanto presuntuosa? (Sophie Scholl, 12.2.1942)

lunedì 21 novembre 2022

divido in cinque categorie: gli uomin

 «Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi.

 più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»


LEONARDO SCIASCIA, Il giorno della civetta (Torino, Einaudi 1961).

venerdì 18 novembre 2022

Sulla comunione

 Sulla comunione

. Dire: « C’è questa carenza di comunione, allora la voglia è quella di approfondire la comunionalità tra di noi » , porta a qualcosa di fittizio, come tale porterebbe a qualcosa di fittizio. È, invece, la voglia di approfondire la fede in me. È l’ultima domanda, che nessuno ha toccato. È l’ultima domanda: è l’approfondirsi della fede in me, è questo che mi coagula con voi in comunione. C’è un pericolo presente e molto diffuso nel movimento: quello di pensare che la riscossa è l’approfondire la propria appartenenza alla oggettività della comunione. Ma l’oggettività della comunione nasce dall’approfondirsi della fede personale, perché la fede è il rapporto con Cristo e Dio. È quanto più approfondisco la fede che mi unisco a te, perfino se tu resisti. Quando sarete sposati, quanto più un uomo approfondirà il senso del suo rapporto con Cristo dentro la funzione che gli è data, tanto più amerà sua moglie, anche se lei gli facesse le corna. È l’approfondirsi della fede nella persona che, come corollario, come conseguenza, matura la comunione. Non è volendo approfondire la comunione tra di noi che la nostra comunione matura: così emergono e si privilegiano, infatti, gli aspetti psicologici, sentimentali, ideologici. È questo il problema che da due anni il CLU cerca di fare venire a galla. Perciò, la presenza sarà una conseguenza di questo, una conseguenza, anche dal punto di vista dinamico, molto analoga: la presenza avviene quanto più è profonda la coscienza della fede che ho in me. Per questo io ho sottolineato certi termini: la presenza « riempie » , dà « gusto » , dà « pace » , perché sono tutti sintomi personali. A che cosa si oppone questa sottolineatura portata a galla, specialmente quest’anno, con l’idea di presenza? Si oppone all’idea di una presenza come « comunità » , come collettività, come gruppo. Non è che non ci debba essere, ma è la conseguenza. Altrimenti diventa ideologico, si sperpera più presto che tardi, ci si stanca. Per questo, lo volevo citare prima, quando è stato provocato dall’intervento di Parma – dico l’unico caso che io ho visto, de visu , con i miei occhi –, il modo con cui quelli della Cattolica hanno portato avanti, hanno gestito, l’azione dei Cattolici Popolari per far pagare meno la mensa e per le tasse all’Università Cattolica, è proprio stato per me il segno più grande di consolazione che il CLU era cambiato, non dico tutto, ma che il CLU stava cambiando, perché è realmente stata come una festa. Infatti hanno fatto anche una festa, con alcune migliaia di persone, davanti alla Cattolica, perché era stato proibito di farla dentro. Da allora, dalla sconfitta avuta quella volta, i capi dell’Università Cattolica hanno cambiato molto l’atteggiamento. Comunque, era una festa. Io ho visto queste persone ilari, cioè riempite, con gusto, in pace, a differenza di tutto quello che si era fatto in altri anni, come iniziative, in università. Cito questo per sottolineare che il problema è la persona, che tutto deriva dalla fede della persona. Per che cosa, amici miei, siamo qui? Che cosa ci riunisce? Fare CL? Ma fatevelo voi CL, se volete proprio giocare anche da grandi! È il problema della propria vita, della mia vita, del significato della mia vita, della verità della mia vita, della verità del mio rapporto col mondo e perciò della verità del mio rapporto col tempo, col destino! Questo è il problema: è la fede, che cosa realmente significhi che Cristo è il significato della mia vita. Il resto è tutto corollario, viene fuori, viene a galla, con i suoi strumenti mediativi, eccetera, ma è questo il punto. In questo senso, una gestione di CL ( si chiami CLE, si chiami CLU, si chiami insediamento), in cui prevalga  la « gestione » , cambia la faccia del significato della diaconia: o la diaconia è punto di gestione oppure è il primo luogo dove c’è gente che vive la fede. 


 Giussani Luigi, Dall'utopia alla presenza: (1975-1978),BUR

mercoledì 16 novembre 2022

dove sono andati i tuoi sogni?

 … E ti domandi: dove sono andati i tuoi sogni? e scuotendo la testa dici: come volano veloci gli anni! E di nuovo ti chiedi: cosa ne hai fatto della tua vita? Dove hai seppellito i tuoi giorni migliori? Hai vissuto oppure no? Guarda, ti dici, guarda, come giunge il freddo nel mondo. E passeranno ancora gli anni e appresso verrà la solitudine cupa. Verrà la vecchiaia con il bastone tremante, e appresso l’angoscia e la desolazione. Impallidirà il tuo mondo fantastico, moriranno, annegheranno i tuoi sogni e si disperderanno come le foglie gialle dagli alberi… Oh, Nasten’ka! Sarà triste allora restare solo, completamente solo, e non avere più nulla di cui rammaricarsi, nulla, assolutamente nulla… Perché tutto ciò che è andato perduto, tutto ciò, tutto era niente, uno stupido zero assoluto, nient’altro che sogno!


F. Dostoevskij, Le notti bianche

domenica 13 novembre 2022

Le mie battaglie

 Le mie battaglie le combatto contro di me, contro i miei proprio demoni: ma combattere in mezzo a migliaia di persone impaurite, contro fanatici furiosi e gelidi che vogliono la nostra fine, no, questo non è proprio il mio genere. Non ho paura, non so, mi sento così tranquilla. Mi sento in grado di sopportare il pezzo di storia che stiamo vivendo, senza soccombere. Mi sembra che si esageri nel temere per il nostro corpo. Lo spirito viene dimenticato, s'accartoccia e avvizzisce in qualche angolino. Viviamo in un modo sbagliato, senza dignità. Io non odio nessuno, non sono amareggiata: una volta che l'amore per tutti gli uomini comincia a svilupparsi in noi, diventa infinito.


Hetty Hillesum.

Preghiera benedizione

 Io benedico il giorno che fui nato;

io benedico il prete e il sacro Fonte,

il giorno e l’ora che fui battezzato.


Io benedico quel casto mattino

quando, gravato già di nove lustri,

mi cibai di Gesù come bambino.


Io benedico il dì che nel mio Duomo

lo Spirito discese a fare tempio

della Sua gloria anche me, pover’uomo.


Benedico quell’invito giocondo

a lasciar tutto per amor di Cristo,

scegliendo l’Ognibene sopra il mondo.


Benedico l’Amore Crocifisso

quando mi elesse a ministrare il Sangue

che al Ciel ci salva dal mortale abisso.


Bene sia sempre a chi quaggiù la voce

del Signor a seguir mi fu d’aiuto,

l’universal carità della Croce.

Per tante grazie e patimenti tanti

l’Amante Trinità sia benedetta:

con Maria, e Giuseppe, e tutti i Santi.


(C. Rebora, Rendimento di grazie)

venerdì 11 novembre 2022

principale pericolo del XX secolo

 "Il principale pericolo del XX secolo sarà 

la religione senza Spirito Santo,

il cristianesimo senza Cristo,

il perdono senza pentimento,

 la salvezza senza rigenerazione,

 la politica senza Dio 

e il paradiso senza inferno"


William Booth




giovedì 10 novembre 2022

concentrarmi soltanto sull'essenziale

 Una volta, Madre Teresa di Calcutta mi ha scritto: «L'importante non è il numero di azioni che facciamo, ma l'intensità di amore che mettiamo in ogni azione». Come attingere questa intensità di amore nel momento presente? Penso che devo vivere ogni giorno, ogni minuto come l'ultimo della mia vita. Lasciare tutto ciò che è accessorio, concentrarmi soltanto sull'essenziale. Ciascuna parola, ciascun gesto, ciascuna telefonata, ciascuna decisione è la cosa più bella della mia vita, riservo a tutti il mio amore, il mio sorriso; ho paura di perdere un secondo, vivendo senza senso... Sono in prigione, se aspetto il momento opportuno per fare qualcosa di veramente grande, quante volte nella vita mi si presenteranno simili occasioni? No, afferro le occasioni che si presentano ogni giorno, per compiere azioni ordinarie in un modo straordinario... Per te, il momento più bello è il momento presente. Vivilo appieno nell'amore di Dio. La tua vita sarà meravigliosamente bella se sarà come un cristallo formato da milioni di tali momenti. 


Card. Van Thuan

lunedì 7 novembre 2022

Lo iodio

 Eccovi il capitolo tratto dal libro Terapie Occultate di Jerzy Zieba:

Iodio e malattie della tiroide: lo scadimento della medicina contemporanea


Lo iodio, un semplice elemento in traccia,  per carenza del quale possiamo ammalarci gravemente, ma anche morire.


Dedico questo capitolo a tutti i malati con patologie della tiroide, ai medici e,  in modo particolare,  agli endocrinologi. 


Spesso dicono che gli integratori a base di iodio sono pericolosi, oppure che non si può assumere lo iodio in dose maggiore di quella raccomandata. Questa paura dello iodio - come quella della Vit. D - viene inculcata agli studenti di medicina da decine di anni.  Risultato: tanti malati inutilmente. È comunemente riconosciuto che lo iodio è necessario per il corretto funzionamento della tiroide ma... non è tutto.


Lo iodio svolge un ruolo importante nello sviluppo del feto. La sua carenza, in casi estremi, porta a ipotiroidismo congenito e cretinismo. Anche senza arrivare a situazioni così estreme,  l’importanza dello iodio per lo sviluppo del bambino è  enorme.  alla sua carenza si attribuisce un QI (quoziente d'intelligenza) più basso.


La carenza di iodio nelle donne in gravidanza provoca difetti congeniti nel bambino, aborti, nascituri nati morti.  E le donne carenti di iodio che allattano possono aver problemi nell'assicurare ai bambini la giusta dose di questo elemento.


Relativamente di recente è stata scoperta la presenza di recettori dello iodio sulla superficie di ogni cellula del nostro organismo, come nel caso della Vit. D. Dunque, subito sorge il dubbio (come nel caso della Vit. D): “se così è, forse abbiamo necessità di questo iodio più di quanto ci viene detto? Qual è il vero fabbisogno rispetto alle dosi attualmente raccomandate? 


Lo iodio può essere assolutamente sicuro anche se consumato in dosi 100.000 volte superiori a quelle raccomandate. Sorpresi? Suppongo di si. Un po' di pazienza...


Iodio: una forma sicura e una pericolosa


Ad un numeroso gruppo di pazienti malati ai polmoni furono prescritti 6.000 mg (!) di ioduro di potassio al giorno senza nessun effetto negativo sulla salute.


Sicuramente tanti lettori si domanderanno: come mai?  La risposta è molto semplice. Come  sono stati messi nello stesso mazzo la luce UVA e UVB, la Vit. K1 e K2 e tutti gli otto ingredienti della Vit. E, lo stesso è stato fatto con lo iodio. Dov'è il problema? Lo iodio è presente in due forme:

a) iodio organico

b) iodio inorganico


L'unica forma sicura di iodio è quella inorganica, non radioattiva.


Purtroppo i gravi effetti collaterali, provocati dai preparati contenenti iodio, vengono attribuiti esclusivamente allo iodio, mentre la vera colpevole è tutta la particella alla quale lo iodio è legato. Da qui nasce l'equivoco.


Per cui ogni volta che parleremo di iodio, parleremo sempre, senza eccezione, della sua forma INorganica e NON radioattiva.


Ricordiamo:


-  iodio inorganico e non radioattivo: BENE

-  iodio organico e radioattivo: MALE


Lo iodio, come tale, non è pericoloso. Invece sotto forma di molecola organica sì, lo è, e molto.


Da parecchio tempo sono comparse pubblicazioni sugli effetti negativi dello iodio nelle terapie. Il più delle volte i titoli stessi  hanno allarmato il lettore  perché contenenti affermazioni del tipo: “ipertiroidismo provocato dallo iodio...” o “intossicazione provocata dallo iodio...” ecc. Analizzandole meglio, però, si evince che, sì, provocavano effetti collaterali ma, lo iodio utilizzato nei preparati (farmaci) era in forma organica! Veramente è così difficile distinguere l'erbaccia dal grano? Intanto il nostro cervello ha già codificato che “lo iodio è pericoloso”.


La natura umana, di per sé, predilige le generalizzazioni: sono più facili da accettare. Invece un'analisi più approfondita richiede un minimo di sforzo e per farlo siamo troppo pigri. E così mettiamo, di nuovo, nello stesso mazzo l'innocuo iodio inorganico (per esempio la soluzione di Lugol) insieme al tossico iodio organico, cioè quello contenuto nei farmaci prodotti dall’industria farmaceutica.


Lo iodio è stato il primo elemento testato sugli esseri umani, eppure la sua carenza è la più diffusa al mondo. Tante volte i medici parlano della carenza di iodio ma quanti di loro consigliano la sua integrazione nella sua forma migliore, quella inorganica? Hanno paura anche se questa “iodofobia” non ha nessun fondamento: le tre generazioni di medici  hanno somministrato iodio, nella forma di iodio/ioduro di potassio, in dosi addirittura dai 12.5 fino ai 37.6 mg (mg, non microgrammi); hanno dimostrato la sua totale sicurezza. Per qualche strano motivo l'ambiente medico, con molto fervore, diffonde qualunque - anche il più banale - effetto collaterale provocato dalla forma inorganica dello iodio, mentre, nello stesso tempo, è infinitamente tollerante quando si tratta  dei serissimi effetti collaterali della sua forma organica e radioattiva.


Al momento di decidere la terapia da scegliere e la  prescrizione di iodio, all'improvviso ci dimentichiamo delle sue  due forme.  Di nuovo, tutto nello stesso mazzo: si attribuiscono  effetti collaterali all'elemento in sé, senza distinguere la forma chimica usata. La mancanza di logica è terrificante.


Eppure, più di cent’anni fa, si cominciò a somministrare iodio in forma inorganica, come panacea di quasi tutto:

- paralisi

- aneurisma

- intossicazione da piombo o mercurio

- aterosclerosi

-  malattie della tiroide

- emofilia

- discinesi (incontrollati movimenti del corpo)

- scrofulosi (infiammazione dei linfonodi generata da micobatteri)

- fistola lacrimale,

- patologie dell'anca

- sifilide

- infiammazioni acute

- cancrena 

- gotta

- lupus

- difterite

- asma

- ulcerazioni

- bronchite

- ascesso, foruncolo

- patereccio (lat. panaritium)

- geloni


Ovviamente questa lista non è completa. Già negli anni 1820-1840 comparvero numerose pubblicazioni sui vantaggi della somministrazione di preparati di iodio (inorganico!). Purtroppo queste pubblicazioni stranamente “evaporarono” dagli archivi di tutte le biblioteche americane. Non è la prima volta che succede. E non solo con le pubblicazioni riguardanti lo iodio.


Albert Szent-Gyorgy, premio Nobel, medico che nell'anno 1928 cristallizzò la Vit. C, disse: “Quando ero ancora uno studente di medicina, lo iodio in forma KI (ioduro di potassio) fu considerato un rimedio universale. Nessuno sapeva come funzionasse, ma ebbe effetti molto positivi su un paziente. Tra noi studenti era popolare il detto : “se non sai dove e perché, prescrivi K e I” (che in inglese fa rima, ma non nella traduzione).


Nel 1956 esistevano già 1.700 preparati contenenti iodio, e migliaia di prove della loro efficacia e sicurezza:


ATTENZIONE: 

Iodoral R è un preparato contenente 5 mg di iodio e 7.5 mg di ioduro di potassio. È dunque la soluzione di Lugol in compresse. Adesso è l’unico preparato del genere sul mercato, purtroppo solo negli USA.


Iodio: terapia delle “inguaribili” malattie della tiroide


Tutti i lettori  sono a conoscenza che le patologie più frequenti della tiroide sono l’iper o l’ipotiroidismo. Se la somministrazione di iodio in caso di ipotiroidismo è ancora abbastanza tollerato, in caso di ipertiroidismo  il suggerimento  suscita una pessima reazione nei medici. L’ipertiroidismo può essere provocato da un’auto- aggressione dell'organismo (malattia autoimmune), come nel caso del Morbo di Graves-Basedov che costituisce il 90% dei casi di ipertiroidismo, oppure no (non autoimmune). 


Oggi non sappiamo curare le malattie autoimmuni. Questi malati sono condannati a non guarire mai, se si rivolgono a un medico che non sa curare questo tipo di malattia (la maggioranza!). Gli studenti di medicina, ancor prima della laurea, vengono privati di qualsiasi pensiero critico e autonomo,  indottrinati come sono, fin dall’inizio della carriera professionale, che queste malattie sono inguaribili, quindi vengono curati i sintomi.


Nella clinica del dott. Biedl questa patologia veniva curata e anche i pazienti con una forma acuta reagivano benissimo alla somministrazione di iodio.  Una sostanza semplice, innocua e poco costosa.


Somministrando iodio solo nei casi di ipertiroidismo ( non dimentichiamo che in questi casi ci viene detto che - per amor di Dio! - non lo si può usare), la guarigione avvenne nell’ 88% dei casi. Altri medici affermarono che somministrando solo una semplice soluzione di Lugol nella dose di 6-90 mg, ottenevano la guarigione nel 92% dei casi. Dose 600 volte maggiore di quella oggi raccomandata! Vennero guariti pazienti da una malattia che oggi colpisce milioni di persone, particolarmente le donne. Non c'è bisogno di aggiungere che – ovviamente - non ci furono effetti collaterali. Il tutto fu riportato in pubblicazioni mediche.


I risultati furono straordinari. Vorrei qui far notare ai lettori un piccolo ma importante dettaglio che potrebbe essere sfuggito. Questi fantastici casi di GUARIGIONE furono il risultato di somministrazione di iodio. E furono descritti quasi 100 anni fa! 


Dunque, allora i medici conoscevano la cura. E oggi non più? Questo è il “progresso” raggiunto in questo campo.  Abbiamo fatto passi indietro. È evidente. Dispiace solo per chi si ammala oggi: se fosse vissuto 100 anni fa, sarebbe guarito. E oggi?


Oggi abbiamo a che fare con un'amnesia di massa tra i medici. Stranamente sono stati dimenticati tutti gli studi precedenti, le osservazioni e i successi raggiunti grazie a una sostanza semplice e poco costosa:


Oggi la terapia dell’ipertiroidismo consiste in:

a) somministrazione di sostanze sintetiche, le cosiddette sostanze antitiroidee o tireostatici, che provocano una lunga lista di effetti collaterali

b) applicazione di iodio radioattivo per “friggere” la tiroide, il che favorisce l'insorgenza del tumore della tiroide (tornerò a questo dopo),

c) l'uso del bisturi: tagliare e…. il paziente è a posto! Veramente? Chi ci è passato sa che cosa intendo.


Quale centro medico, con la tecnologia più moderna a disposizione, può vantare il 90% di guarigioni dell’ipertiroidismo SENZA l'uso di pericolosi farmaci come il nocivo iodio radioattivo, e senza il bisturi? E soprattutto senza effetti collaterali? Questa è una vergogna e un fallimento.  


Lo iodio veniva usato nella terapia del Morbo di Graves-Basedow già nel 1940 da... von Basedow stesso (!) e da Stokes nel 1845, anche Trousseau ed altri medici  curavano ciò che i medici oggi non sanno curare. E ci sono pubblicazioni.


Oggi la tiroide viene avvelenata, tagliata o fritta con iodio radioattivo.


Responsabilmente bisogna ammettere che esistono rari casi in cui, nonostante una lunga somministrazione, il paziente non reagisce. In tal caso bisogna trovare una soluzione più radicale, ma solo dopo il fallimento della terapia con lo iodio, non automaticamente. Ho già premesso che non sono nemico di farmaci, chemioterapia o chirurgia così per partito preso. Servono, ma solo quando sono assolutamente indispensabili. In alcuni casi non possiamo fare a meno della mano e del bisturi del chirurgo. Qui vorrei ricordare che nella famosa clinica Mayo, negli USA, venne utilizzata la soluzione di Lugol prima e dopo un intervento chirurgico, e ciò permise di evitare tanti postumi. 


Sottolineo che gli studi citati non vennero eseguiti in un garage o in una cucina, anche se risalgono a tanto tempo fa. Per esempio, il dott. P. Beebe, di New York, così descrive la sua più che decennale esperienza nella terapia dell’ipertiroidismo somministrando iodio:


“Dalla mia esperienza risulta che lo iodio è una delle migliori sostanze terapeutiche che abbiamo per curare il gozzo nella sua forma ipertiroidea. Certamente, come nel caso di ogni farmaco forte, si può far danno, come si può far danno applicando altri farmaci. Negli ultimi dieci anni ho curato un gran numero di malati di ipertiroidismo e, nella maggior parte dei casi, l'utilizzo di iodio ha costituito parte della terapia. Non vi è nessun pericolo se la dose viene scelta adeguatamente al caso. L’eccessiva sensibilità allo iodio, descritta da alcuni autori, è un fenomeno raro. Se la dose è adeguatamente regolata, non c'è rischio di effetti collaterali”. (Nell'originale si parla di “iodismo”, che probabilmente voleva significare intossicazione da iodio, o “Basedow” provocato da iodio):


La letteratura scientifica suggerisce che l'utilizzo della soluzione di Lugol da parte dei medici di “quel tempo”, nel caso del Morbo di Graves-Basedow, dà risultati molto migliori - e con meno complicanze -  dell’utilizzo separato di iodio o di ioduro di potassio separatamente:


Ovviamente, a quei tempi, i medici non introducevano altri elementi di cura legati a cambiamenti dell'alimentazione. Allora poco si sapeva di vitamine, minerali o  di sostanze o elementi di traccia indispensabili per la salute umana. Oggi sappiamo molto di più sull'argomento. Sappiamo quanto sia importante un’alimentazione adeguata. Oggi, volendo, si potrebbe curare questa patologia ancora meglio. 


La mente di un medico sveglio, dopo aver letto che l'ipertiroidismo veniva curato così efficacemente già 100 anni fa, dovrebbe illuminarsi come un albero di Natale. Ma come può farlo, se non ne è a conoscenza? Lui sa soltanto quello che gli è stato insegnato. E che cosa gli è stato insegnato?  Veramente poco.


Qualcuno dirà: “Va beh.... abbiamo in vendita il sale iodato”. Sì, solo che per soddisfare almeno la minima quantità di iodio richiesta dall'organismo, circa 12.5 mg, bisognerebbe consumare quasi 165 gr di sale, cioè 35 cucchiaini da tè. Forse quaýývlcuno ci riesce. Io: passo . Anche se qualcuno ci riuscisse, probabilmente si procurerebbe notevoli danni. Il sale iodato contiene iodio, ma solo sotto la forma di ioduro di potassio. E il nostro organismo DEVE avere anche iodio in forma elementare, non legata, così come lo è nella soluzione di Lugol. Il tessuto del seno, per esempio,  per rimanere sano ha bisogno di iodio elementare. È solo un esempio.


Vale la pena di notare che, prima di introdurre il sale iodato, negli USA in realtà non esistevano malattie tiroidee autoimmuni, come per esempio il Morbo di Hashimoto, nonostante che in quel periodo i medici americani utilizzassero litri di soluzione di Lugol, quasi per ogni male.


(Il Morbo di Hashimoto è una tiroidite cronica. Secondo i manuali, è inguaribile. Ovviamente non è vero: dal Morbo di Hashimoto si guarisce, bisogna solo sapere come curarlo. Così come nel caso di aterosclerosi, osteoporosi e altre patologie “inguaribili”).


Quando nel 1930 l'industria farmaceutica dette inizio alla produzione di ormoni tiroidei, gli endocrinologi cominciarono a prescriverli ai pazienti con ipotiroidismo e con semplice gozzo, al posto della soluzione di Lugol usata da decenni. Gli endocrinologi supponevano che, utilizzando sale iodato, la carenza di iodio sarebbe stata combattuta, il che - come abbiamo visto - è lontano dalla verità. Già nel 1950 la maggior parte degli endocrinologi trascurava il fatto che il fabbisogno di iodio non si limita esclusivamente alla tiroide, e che i loro predecessori, utilizzando per decine di anni molto più iodio di quello raccomandato oggi, restituivano salute alla gente.


Sappiamo che lo iodio è necessario alla tiroide per sintetizzare la tiroxina, conosciuta come T4. Invece di utilizzare lo iodio per permettere alla tiroide la sintesi di questo ormone, cominciarono a somministrare un ormone pronto! Oggi Eutirox è onnipresente. Il nostro organismo ha precisissimi meccanismi di controllo della quantità di ormone prodotto e secreto. Mai e poi mai, assumendolo dall'esterno, potremmo indovinare la dose giusta richiesta dall'organismo. Da ciò derivano effetti collaterali, come nel caso dell’insulina. Molto meglio stimolare la tiroide con lo iodio, perché produca da sola il T4 nella quantità necessaria e a momento debito. È vero che l'organismo trasforma poi il T4 in T3, una forma attiva, ma... perché usare un ormone sintetico quando quello naturale, prodotto dalla tiroide, è molto più sano? Che cosa ha provocato questo atteggiamento “strano”? Ha vinto un ormone sintetizzato artificialmente, ma qualcuno ci ha rimesso la salute. Principalmente le donne, che adesso più frequentemente soffrono di ipertensione, diabete, obesità, tumori al seno e alla tiroide:


Veramente ci siamo dimenticati che l'utilizzo di un “surrogato” della tiroxina (T4)  incrementa il rischio d'insorgenza del tumore al seno?


Questi sono anche i risultati della iodofobia che fu scatenata, ed è tuttora presente.


“Effetto Wolff-Chaicoff”: un imbroglio ossequiato dalla medicina ancora oggi


Come  si spiega, dunque, che oggi lo iodio viene evitato come fosse la peste, mentre prima della seconda guerra mondiale era considerato la panacea di tutti i mali? La prima, e forse maggiore, responsabile fu una pubblicazione del 1948 a cura di due scienziati: Wolff J and Chaikoff 


Ora chiederei ai medici, e particolarmente agli endocrinologi, di riflettere.


Per coloro che non sono laureati in medicina, prima di spiegare meglio, devo fare una premessa. Quando la tiroide è satura di iodio come un secchio pieno d'acqua, non è in grado di assorbirne neppure una “goccia” in più. Questa sua caratteristica fu sfruttata dopo la catastrofe di Chernobyl, quando l'aria si riempì di polveri di iodio radioattivo. Vennero somministrate grandi quantità di soluzione di Lugol. Non ho mai sentito che qualcuno fosse morto per questo. Lo iodio, contenuto in così grande quantità nella soluzione, saturò totalmente la tiroide, impedendole l'assorbimento dello iodio radioattivo delle polveri tossiche perché era già“piena”. Se non fosse stata saturata dallo iodio della soluzione di Lugol, avrebbe assorbito lo iodio radioattivo con gravi conseguenze: la distruzione della tiroide con alta probabilità di sviluppo di tumori. Sarebbe stata una tragedia. Questo successe allora. Oggi “APPOSTA”  prescriviamo iodio radioattivo perché così “curiamo” la tiroide. Che bel “progresso” in medicina!


Torniamo alla pubblicazione di Wolff e Chaikoff.  Scrissero le loro osservazioni in seguito alla somministrazione intraperitoneale di ioduro in quantità crescenti. Osservarono che fu quasi impossibile captare lo iodio radioattivo somministrato successivamente. Ora sappiamo perché: la tiroide di quei topi era stata saturata precedentemente dallo iodio. Come interpretarono, però, questi due signori i risultati delle loro osservazioni? Non ci crederete! Affermarono che “un così alto livello di iodio inorganico blocca la produzione di ormoni tiroidei, causando ipotiroidismo e formazione di gozzo. 

E la loro conclusione “lo iodio è pericoloso” si diffuse nel mondo. Ereditò addirittura i loro nomi : “Effetto Wolff-Chaikoff”. Se è formalmente considerato “un effetto” di qualcosa,  si evince che debba essere vero.


Il mondo medico ebbe uno scossone. L'attacco allo iodio si scatenò alla velocità della luce. In seguito a questo articolo ne uscirono altri, insieme a numerosissime pubblicazioni che avvertivano della sua pericolosità. Venne rimosso da tutti i prodotti e sostituito con la versione organica, nociva per l'uomo! I mulini smisero di aggiungerlo alla farina e, per renderla più soffice, usarono i composti di bromo! Si... BROMO! Non sbaglio. Veniamo avvelenati. I composti di bromo, in realtà, vengono rimossi, ma... dal sale. E ci martellano di consumare meno sale possibile! Nello stesso tempo  risultò che  sostituendo la combinazione iodio/ioduro di potassio con il bromo, andava crescendo l’incidenza del tumore al seno e alla tiroide. Un caso?


Il mondo medico  diffuse le informazioni sull'”Effetto Wolff-Chaikoff” in tutte le facoltà di medicina del mondo. L'entusiasmo entrò nelle università dalla porta, ma il cervello... uscì dalla finestra. Nessuno, per farsi un'opinione e prendere decisioni, aspettò la conferma di queste notizie così eclatanti da parte di un qualche diverso istituto. Eppure la conferma di una ricerca è sempre, senza alcuna eccezione, la regola base per accettare un'affermazione scientifica. È sempre stato così, ma non in questo caso. E che succederebbe se nessun altro fosse in grado di ripetere i loro studi con lo stesso “effetto”? In tal caso dovremmo cestinarli insieme alla conclusione. Si fa sempre così. Sono stati svolti altri studi? Ovviamente sì.  Mai nessuno è riuscito ad ottenere lo stesso risultato!  Non c'è stata, e non c'è ripetibilità della sperimentazione di Wolff-Chaikoff. Il che, in condizioni normali,  porta al totale rigetto dei loro risultati.


Nel frattempo l'informazione sull’“Effetto Wolff-Chaikoff” ha raggiunto gli ambienti medici, senza verifiche, senza conferme. E si è curata la gente diversamente. Sappiamo con quali risultati.


Mi piace ricordare la conclusione dei loro studi:  “un così alto livello di iodio inorganico blocca la produzione di ormoni tiroidei, causando ipotiroidismo e formazione di gozzo”.


Che vuol dire “così alto”? Gli studi in vitro dimostrarono che la concentrazione di ioduro necessario per provocare l'effetto descritto da Wolff e Chaikoff fu di quattro ordini di grandezza maggiore di quelle utilizzate da loro!  E quella fu veramente altissima.


Che cosa significa in questo caso? Significa che per provocare quell'effetto nell'uomo e non nel ratto, bisognerebbe prescrivere 50 gr di ioduro di potassio al giorno, pari a 50.000.000 microgrammi! Ricordiamo le raccomandazioni ufficiali? Dovrebbero essere appena 150 microgrammi.


Qualcuno ha notato questo “piccolo” dettaglio? Ma, no! In tante pubblicazioni mediche questo fatto viene citato come... conferma dell’ “Effetto Wolff-Chaikoff”!


Questo argomento è così importante perché è stato la causa di una “correzione” terribilmente dannosa nella terapia della tiroide, condannando milioni di persone a perdita di salute e a cure sbagliate della loro patologia. È tutto? Magari!  


Chiedo scusa  - ma il problema è serio - se ancora una volta ripeto e sottolineo il senso della conclusione di Wolff e Chaikoff:


“Un così alto livello di iodio inorganico blocca la produzione di ormoni tiroidei, causando ipotiroidismo e formazione di gozzo.


Perché questa ripetizione? Perché in seguito venne fuori che questi due “scienziati”, nei topi usati per i loro esperimenti, nemmeno misurarono il livello di questi ormoni!  E in questi topi non risultò né gozzo, né ipotiroidismo! Dunque fu un volgare IMBROGLIO!


Nel 1970  venne di nuovo studiata e rivalutata l’azione della soluzione di Lugol, somministrandola a esseri umani - e non ai topi! - nella dose di 30 mg (5gocce di soluzione) tre volte al giorno. Questi studi, ben progettati ed eseguiti, SMENTIRONO totalmente l’ “Effetto Wolff-Chaikoff”. Queste le conclusioni:


“Nell'ipertiroidismo, lo iodio/ioduro di potassio contenuto nella soluzione di Lugol, somministrato nella dose  di 90 mg (!), stimola una tendenza fisiologica alla normalizzazione del funzionamento della tiroide ed è un effetto positivo”


La valanga provocata dagli iodofobi era inarrestabile ormai. Tutto il mondo medico in modo insensato e acritico accettò l’imbroglio  dello studio di Wolff e Chaikoff come  “certezza” e cominciò a “curare” così come viene fatto tutt'oggi. Almeno un'università cestinò l’“Effetto Wolff-Chaikoff?  Macché..., si continua, con testardaggine, a considerarlo il motivo per non usare lo iodio inorganico nelle terapie (dell'uomo, e non del topo). Cascano le braccia! O forse dovremmo chiederci se “abbiamo uno psichiatra a bordo?”.


Terapia della tiroide – un passo in dietro della medicina contemporanea


Come si evince da numerosi studi e dalla pratica ultracentenaria su molte migliaia di persone,  la somministrazione di iodio, nella soluzione di Lugol, porta alla guarigione dall'ipertiroidismo ed alla conseguente “normalizzazione del funzionamento della tiroide”. È veramente così difficile prenderne nota e comprenderlo? Non occorrerebbe chiedersi: “in nome di che cosa, ad un malato con ipertiroidismo “si brucia” letteralmente la tiroide con una sostanza radioattiva “di Chernobyl” con tutte le sue conseguenze, quando, dopo la catastrofe di quel reattore, per paura che mezza Europa potesse rimanere intossicata, in mezzo al panico, fu somministrata - sì! - la soluzione di Lugol? Dunque, la  soluzione di Lugol adesso farebbe del male a qualcuno? Si sa, farebbe male, e tanto, ma non al paziente.


Adesso qualche esempio di pagine polacche in Internet (volutamente senza indirizzo): 


- “Molto importante ed efficace metodo di cura è quello con lo iodio radioattivo”.


In questo contesto, mi suona strana la parola “cura” come se si trattasse di un centro benessere S.p.a. per le vacanze. Chi ha subito questa “cura” sa qual è la verità. Ricordiamoci che questo iodio radioattivo è sempre lo stesso iodio dal quale ci siamo protetti - noi e le nostre tiroidi -  dopo la tragedia di Chernobyl. E adesso è un mezzo terapeutico!


oppure:


- “Nella maggior parte dei casi, si prescrivono farmaci anti-tiroidei (tireostatici). Comunque, sempre più spesso, viene applicata la terapia con radioiodio”.


Poi:


- La terapia del Morbo di Graves-Bassedow è esclusivamente sintomatica. Non conosciamo ancora un mezzo per neutralizzare o prevenire un attacco di anticorpi”.


Veramente non conosciamo il modo per curare questa malattia in modo efficace e sicuro? Oppure abbiamo una cataratta  così avanzata che ci rende ciechi? 


Più avanti ancora:


- “Prescriviamo farmaci appartenenti a due gruppi: farmaci anti-tiroidei e iodio radioattivo. I primi possono alterare la morfologia del sangue e occorre fare prelievi per controllarlo. Lo iodio, invece, distrugge il tessuto tiroideo, quindi vanno controllate le concentrazioni durante la terapia.”


Faccio notare le parole: “Lo iodio, invece, distrugge il tessuto tiroideo”. Capisco che siano inserite nel contesto della prima frase, ma... qualcuno  non molto addentro potrebbe pensare che sia vero. Non sarebbe stato meglio scrivere: “Lo iodio radioattivo distrugge il tessuto tiroideo”? Almeno sarebbe onesto e, soprattutto, vero.


E qui un'altra “ciliegina”:


- “Sempre più spesso viene utilizzata la terapia con radioiodio, un metodo efficace e sicuro”.


Se questo metodo è così efficace e sicuro, forse sarebbe più economico portare i malati direttamente a Chernobyl per sottoporli a radiazioni.  Gratuite. Lì il suolo è ancora radioattivo…  Potrebbe essere “una S.p.a. ucraina per malati di tiroide” e l'autore dell'articolo potrebbe farne il direttore. Ovviamente mi sto burlando di lui. Ma, sbaglio?


L'uso dello iodio radioattivo nella terapia del Morbo di Basedow è legato all'insorgenza di leucemia e di altri tumori ma a parte questo, è... “un metodo sicuro”.


Per un buon funzionamento del nostro organismo non è necessaria nessuna – ripeto, nessuna -  dose di radiazioni o di sostanze radioattive. La prescrizione di farmaci anti-tiroidei provoca il rischio di intossicazione del fegato, così forte che più volte ne è necessario il trapianto. E talora può verificarsi anche il decesso del paziente.


Ripeto: il nostro organismo non si ammala per la carenza di farmaci, ma per la carenza di sostanze naturali, come per esempio lo iodio. Nella sua forma inorganica, però.


Come si vede, esiste una grande urgenza di aggiornare i medici, spiegando bene la differenza tra la forma organica ed inorganica dello iodio.


Si parla tanto della possibilità di far uso di diversi integratori, minerali, ecc. Ma una delle cause  principali di tutte le malattie è la spaventosa intossicazione dell'ambiente, cioè del terreno, dell’alimentazione, dell'aria e dell'acqua...


Le sostanze nocive per l'uomo rimangono, in tanti casi, nel nostro corpo per sempre. Tranne alcune, il nostro organismo non è in grado di eliminarle. La loro presenza disturba l'azione di tante sostanze indispensabili per la salute o le distrugge del tutto. Ci ammaliamo senza la possibilità di guarire, a volte moriamo. A meno che non smettiamo di curare i sintomi e rimuoviamo invece la causa. Come rimuovere però metalli pesanti o altre sostanze tossiche? Veramente non è  facile. Non prendiamoci in giro: le varie diete non rimuovono queste tossine, a meno che non siano localizzate nel tessuto adiposo.


Una giusta integrazione di iodio porta ad un incremento delle tossine rimosse con le urine. E non si tratta di tossine qualsiasi. Dopo solo tre compresse del sopracitato Iodoral, nelle urine dei pazienti sono comparse quantità 20 volte maggiori di composti di bromo e fluoro.  L’eliminazione delle tossine è stata veloce. L’integrazione è stata efficace anche per eliminare con le urine sostanze come mercurio, cadmio, arsenico o alluminio. È un risultato molto importante. Di questa opportunità abbiamo bisogno, e tanto! 


Sarebbe errato pensare che lo iodio serva solo alla tiroide. Anche altri organi ne hanno tanto bisogno e, senza, si ammalano.


Organi come la mucosa dello stomaco, seni o ghiandole salivari, contengono iodio in concentrazione quasi pari a quella nella tiroide. Altri organi che necessitano assolutamente di iodio sono: ovaie, prostata, timo, pelle, cervello, articolazioni, arterie e ossa.


I dottori Guy Abraham, Flechas e Brownstein, in base alla loro pluriennale esperienza, affermano che la dose ottimale, soddisfacente, reale fabbisogno di TUTTO l’organismo, è di circa 12.5 mg al giorno. Le loro ricerche hanno riguardato più di 4.000 persone che hanno assunto 12.5 mg di iodio al giorno; i diabetici, invece, fino a 100 mg al giorno. È risultato che tali dosaggi di iodio hanno portato alla totale guarigione di dolorosissimi noduli al seno; i diabetici hanno potuto ridurre l’insulina; i pazienti con fibromialgia (un dolore diffuso dappertutto, particolarmente nei muscoli e nelle articolazioni) hanno avuto  bisogno di meno farmaci o sono guariti  del tutto, e  i sofferenti di cefalea se la sono scordata del tutto. Non sanno perché, ma lo iodio funziona e tanta è stata la gratitudine dei pazienti.


Le funzioni della tiroide sono rimaste invariate nel 99% dei pazienti. Effetti collaterali come allergia, ingrossamento delle ghiandole salivari o della tiroide, oppure effetti di sovraddosaggio, sono comparsi raramente, in meno dell’1% dei pazienti. Tutto ciò, paragonato a terapie con i farmaci  abituali, è un risultato più che eccezionale. Invece sintomi da eccesso di iodio - accompagnati da gusto metallico, rinorrea o rash cutaneo simile all'acne – in realtà furono causati  dalla disintossicazione dai bromuri e, dopo aver diminuito la dose di iodio, sono scomparsi  del tutto.


L'amidarone, farmaco d'uso comune contro l'aritmia, nella sua struttura chimica è molto simile alla tirossina. I pazienti che prendono 300 mg di Amidarone, ricevono 9 mg al giorno di iodio organico ivi contenuto. Questo non preoccupa affatto i medici,  non ne sono allarmati, non temono questo iodio, anche se 9 mg sono 9.000 microgrammi e la dose raccomandata è di soli 150 microgrammi. Veramente siamo di fronte ad una logica contorta.

Purtroppo l'Amidarone provoca ipotiroidismo nel 20% dei pazienti. Gli endocrinologi incolpano  di ciò lo iodio liberato dal farmaco e non la nociva molecola organica. Lo fanno senza alcuna prova per sostenere la loro tesi.


Vale ben la pena di conoscere tutto ciò. Vale la pena sapere anche che lo iodio ha un ruolo chiave nella prevenzione del tumore al seno, oggi una vera epidemia. Come detto sopra, i seni – e non solo la tiroide - costituiscono un relativamente grande magazzino di iodio. Più i seni sono grossi, più iodio è necessario. Il loro tessuto ha bisogno di iodio per rimanere sano. Altrimenti   nascono diversi problemi di salute. Quando lo iodio scarseggia, la tiroide ed altri organi cercano di captarne il più possibile, e così scarseggia per tutti. La sua carenza in organi come tiroide, seni, ovaie, ecc, apre la strada direttamente a malattie di questi organi.


Influenza dello iodio sul metabolismo ormonale. E che altro?


Nelle donne, in particolare, esiste un forte legame tra iodio e produzione di ormoni come gli estrogeni. Gli estrogeni vengono sintetizzati anche nell'uomo, anche se in quantità minori.


Ciò vale anche per il il testosterone nelle donne. Un'alterazione del delicato equilibrio di questi ormoni può provocare un tumore. Gli estrogeni sono indispensabili per lo sviluppo e il funzionamento di ovaie, utero o seni.


I principali tipi di estrogeni sono:

a) estrone (E1),

b) estradiolo (E2)

c) estriolo (E3).


La questione è che ogni donna non solo necessita di questi ormoni per il corretto funzionamento del suo organismo, ma ne ha bisogno in dosi e proporzioni adeguate. È molto importante perché, per esempio, l'estriolo presenta proprietà antitumorali.


Dunque, quando parliamo di terapia ormonale sostitutiva, è necessario un preciso monitoraggio della quantità e dei rapporti quantitativi tra questi tre tipi di estrogeni. Lo scopo della terapia, come dice il nome, è sostituire questi ormoni sintetizzati dal corpo, somministrandoli dall'esterno. Non potendo monitorare i loro rapporti quantitativi, facilmente si può provocare un disequilibrio e, in seguito, l'insorgenza di patologie tipiche in questi casi, come dolorosi noduli al seno, obesità, tumori, ecc. Per questo ogni frazione va segnata, misurata, ma... per qualche motivo, in Polonia si controlla l'estriolo e l'estradiolo, ma non l'estrone. Perché? Non lo so. 


Il dott. Jonathan Wright, ha dimostrato che lo iodio, nella forma della soluzione di Lugol, aiuta a mantenere gli estrogeni nelle giuste proporzioni. Inoltre ha dimostrato che questa soluzione chiaramente favorisce la produzione di estriolo, l’estrogeno che previene l'insorgenza di tumori.


Il dott. D. Brownstein, altro specialista in questo campo, ha confermato che lo iodio aiuta a mantenere il rapporto tra gli estrogeni, in modo tale che l'organismo della donna produca più benefico estriolo. In caso di carenza di iodio, è quasi impossibile mantenere l'equilibrio degli estrogeni.


Per questo motivo spesso ci troviamo in situazioni in cui un endocrinologo a tutti i costi cerca di riequilibrare gli estrogeni in una paziente, e non ci riesce, perché prima non ha integrato lo iodio carente. Spesso, dunque, agisce “alla cieca”. L'eccesso di estrogeni, come l'eccesso di insulina, è molto pericoloso. Quando “manipoliamo” le quantità degli estrogeni somministrati dall'esterno a donne in post -menopausa, le difficoltà nel mantenere il loro giusto equilibrio costituiscono dunque un problema. E, come sappiamo, a volte finisce male.


È stato dimostrato che la carenza di iodio è accompagnata da alterazioni nella produzione degli estrogeni nelle ovaie, nonché da cambiamenti nel funzionamento dei recettori di estrogeni nei seni. In questi casi le ovaie cominciano a produrre troppi estrogeni e i recettori di estrogeni nei seni, iper-sensibilizzati, li captano più facilmente. È un male, perché ciò può portare all'insorgenza di tumore (al seno).


L'integrazione di iodio normalizza completamente questo stato. A patto che la si faccia.  Ma... quale donna la fa? Proprio questo è uno degli elementi importanti nella prevenzione del tumore al seno. Allora la cosiddetta “diagnosi precoce” non serve più. Partecipando ad una conferenza a Los Angeles sulla terapia alternativa del tumore, mi ricordo benissimo il caso di una donna con tumore al seno che guarì completamente, integrando soltanto lo iodio.


Specialisti americani molto conosciuti, che si occupano di iodio, tiroide e tumori, sono concordi nell'affermare che il deficit di iodio aumenta l'insorgenza di tumori al seno, stomaco, tiroide, laringe, ovaie e utero:


Già nel 1896  fu notato il legame tra ipotiroidismo e tumore. Anche se non vennero condotti studi concreti, dall'esperienza clinica di tanti medici risulta che questo legame esiste. Significa che le donne con ipotiroidismo più spesso si ammalano di tumore al seno:


L'ipotiroidismo favorisce, ovviamente, una diminuita resistenza di tutto l'organismo. Come ho già detto, un sistema immunitario mal funzionante è causa di tumori. In caso di ipotiroidismo, i processi biochimici avvengono più lentamente, compaiono stanchezza, secchezza della pelle, freddo alle estremità del corpo, sovrappeso, e tanti malati riferiscono che “il loro cervello lavora a rilento”.  Somministrando ormone tiroideo si possono alleviare questi sintomi. Di nuovo “curiamo” i sintomi, ma alleviarli non vuol dire rimuoverne la causa! La causa è la carenza di iodio. Lo iodio è assolutamente necessario perché l'organismo sia in grado di produrre un'energia sufficiente.


Se, nel caso di carenza di iodio, “stimoliamo” la tiroide somministrando ormoni artificiali, come per esempio l'Eutirox, allora:


a) Artificialmente acceleriamo il metabolismo, il paziente perde peso, è più lucido, si sente meglio, ecc.  Il paziente è contento e il suo medico pure. Ma... lo iodio non c'è, come prima.


b) Accelerare artificialmente il metabolismo prescrivendo Eutirox, senza integrazione di iodio,  provoca un fabbisogno di iodio ancora maggiore. È il cane che si morde la coda, perché la tiroide (senza iodio) funziona in modo coatto e ciò di cui ha veramente bisogno comunque non gli viene  fornito.


È un procedimento pericoloso perché abbiamo portato l'organismo ad uno stato di accelerazione forzata, quindi necessita di ancora più iodio. Controlliamo gli ormoni tiroidei FT3/FT4 e tutto sembra OK, ma dopo un po' di tempo il paziente si ammala ancora. E questa volta compare una diversa patologia. Ricordiamoci che lo iodio serve non solo alla tiroide….


È facile dedurre che, se nel momento in cui compare una patologia causata dalla carenza di una sostanza necessaria al funzionamento di diversi organi, noi “supportiamo” artificialmente un organo solo, provocando contemporaneamente un maggior fabbisogno di questa sostanza, prima o poi altri organi ce lo segnaleranno. E lo faranno, ammalandosi. E così andremo a curare un altro organo eliminando i sintomi, perché della vera causa ci siamo già dimenticati. E siamo da capo. Senza fine..., cioè fino alla fine, ma non quella che vorremmo.


Angelina Jolie, famosa attrice americana, nel 2013 ha sconvolto il mondo rivelando di aver rimosso ambedue i seni per paura del tumore. La decisione fu presa in seguito alla notizia che il gene BRCA1, responsabile della riparazione cellulare nel suo organismo, era mutato. Quando la funzione di questo gene viene indebolita, i danni provocati portano all'insorgenza del tumore al seno con altissima probabilità (anche del 90%). Gli scienziati, poco fa, hanno affermato che la combinazione di iodio e ioduro di potassio (soluzione di Lugol) stimolerebbe la maggiore attività del gene BRCA1, il che, naturalmente, è molto vantaggioso. Significa che la somministrazione di soluzione di Lugol, in questi casi, proteggerà le donne al cento per cento dal tumore?

 

Certamente no, è ovvio, ma... non tutte le donne saranno mai sottoposte a un esame di questo tipo. E poi si parla di PROBABILITÀ e non di certezza al 100%. In altre parole, merita che questa probabilità venga ridimensionata.


Un modo semplice, e sempre fattibile, è assicurare all'organismo la quantità sufficiente di iodio.


Ancora una importantissima precisazione. Non è mio obiettivo la spiegazione dettagliata delle reazioni biochimiche con partecipazione di iodio o delle trasformazioni che subisce. Devo sottolineare, però, che lo iodio viene trasformato all'interno dell'organismo in presenza di tante sostanze di traccia, e particolarmente di magnesio e selenio.


Per questo motivo lancio un avvertimento: non andate di corsa in farmacia a comprare la soluzione di Lugol per berla in modo incosciente, senza considerare questo aspetto. In un paese africano, durante una campagna contro la carenza di iodio, venne introdotto il sale iodato. Dopo un certo periodo, all'improvviso, si osservarono numerosi casi di patologie tiroidee. Venne dimenticato che durante il metabolismo dello iodio è necessario il selenio. 


Dunque: la questione dell’integrazione di iodio deve comprendere non solo la sua carenza, ma anche le conseguenti esigenze del metabolismo dei minerali e delle vitamine, assicurando in modo particolare la giusta quantità di selenio, ma anche di magnesio, rame e vitamine B2 e B3.


Il selenio non solo è essenziale nella terapia delle malattie tiroidee, ma – come indicano le ultime ricerche - il suo ruolo è incisivo nella prevenzione e terapia del tumore. In questo caso la sua presenza è così determinante che descriverò i dettagli della sua azione, e precisamente delle sue tre forme principali, separatamente, in un libro in cui approfondirò il tema di una terapia del tumore completamente diversa da quella praticata attualmente.


Non è mio obiettivo descrivere qui il metodo di cura delle patologie della tiroide, ma dimostrare che la tiroide può essere curata molto meglio di quanto si faccia adesso.


Attenzione!


In centinaia di email che ricevo la questione della terapia della tiroide è sorprendentemente frequente.  Contengono domande del tipo: che metodo consiglia per curare Hashimoto? Quanta soluzione di Lugol devo prendere?, ecc. Anche se dalle malattie della tiroide si può guarire, tutto il processo non è semplice e la terapia non è uguale per tutti.  Rispondo che occorre essere seguiti da un endocrinologo che sa che cosa fare. Purtroppo mi rendo conto che non è facile trovarlo. Proprio per questo, come ho sottolineato all'inizio, dedico questo capitolo proprio agli endocrinologi, invitandoli a riflettere e applicare questo tipo di terapia,  perché - come abbiamo visto - si può curare e guarire il malato alla tiroide senza procurargli inutili sofferenze. Qui non si tratta di una semplice integrazione, ma della terapia di un complicato e sensibile sistema  endocrino. E non lo si può fare per telefono o via mail.  Quindi non aggiungo ora un riepilogo, perché un endocrinologo, dopo aver letto  queste pagine, saprà come fare.