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martedì 14 ottobre 2025

farti scivolare di dosso

 “Un giorno capirai che la vera vittoria non è riuscire a far ragionare le persone, non è neanche avere la loro comprensione.

Vincerai nel momento stesso in cui riuscirai a farti scivolare di dosso ogni differenza, ogni azione priva di rispetto, ogni dimostrazione di menefreghismo.

Lì, in quel preciso istante, capirai che tutto dipende da te.

E riuscirai finalmente a sorvolare su tutto quello che, un tempo, non faceva che avvelenarti il cuore.”




Buona giornata

lunedì 13 ottobre 2025

“Lo spirito europeo e il mondo delle macchine”

 "Stiamo assistendo non alla fine naturale di una grande civiltà umana, ma alla nascita di una civiltà disumana che non avrebbe mai potuto nascere senza una vasta, immensa, universale sterilizzazione dei valori più alti della vita". 

George Bernanos, “Lo spirito europeo e il mondo delle macchine”



domenica 12 ottobre 2025

Origini del totalitarismo”

 “Il risultato di una costante e totale sostituzione della menzogna alla verità fattuale non è che la menzogna venga ora accettata come verità e la verità diffamata come menzogna, ma che la nozione stessa di verità sia distrutta e la distinzione tra vero e falso sia obliterata. […] In un mondo sempre mutevole e incomprensibile, le masse avevano raggiunto il punto in cui credevano simultaneamente a tutto e a nulla, pensavano che tutto fosse possibile e che nulla fosse vero. […] Il soggetto ideale del dominio totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma gli uomini per i quali la distinzione tra fatto e finzione (cioè la realtà dell’esperienza) e la distinzione tra vero e falso 

Hannah Arendt, “Origini del totalitarismo”



Padre Maximilian Kolbe

 Nel luglio del 1941, nel campo di concentramento di Auschwitz, un prigioniero fuggì.

Per rappresaglia, i nazisti radunarono dieci uomini.

Dieci a caso.

Dieci condannati a morire di fame e sete.


Tra loro c’era Franciszek Gajowniczek, un sergente polacco, padre di famiglia.

Quando udì il suo nome, cadde in ginocchio e gridò:

— “Mia moglie! I miei figli! Non li rivedrò mai più!”


E fu allora che un uomo fece un passo avanti.

Magro, con gli occhiali, la testa rasata e una calma che sembrava disumana.

Disse soltanto:

— “Io sono un prete cattolico. Voglio morire al suo posto.”


Si chiamava Padre Maximilian Kolbe.

Era stato arrestato per aver dato rifugio a profughi ebrei nel suo convento.

I soldati, increduli, accettarono lo scambio.


Lo condussero con gli altri nella cella della fame, un buco di pietra e oscurità.

Ogni giorno le guardie aprivano la porta per controllare chi fosse morto.

Ma dalla cella non uscivano urla.

Uscivano canti.

Canti di fede, di conforto, di pace.

Kolbe guidava le preghiere, accarezzava i morenti, e sussurrava:

— “Non c’è odio, solo amore.”


Dopo due settimane, era l’unico ancora vivo.

Il 14 agosto 1941, un ufficiale gli iniettò una dose di acido fenico.

Morì con lo sguardo sereno, le mani giunte, in silenzio.


Anni dopo, Franciszek Gajowniczek sopravvisse alla guerra.

Ritornò a casa. Abbracciò i suoi figli.

E per il resto della vita raccontò la storia di quell’uomo che gli aveva donato tutto.


Nel 1982, in Piazza San Pietro, Papa Giovanni Paolo II proclamò San Massimiliano Kolbe “martire dell’amore”.

Accanto al Papa, in prima fila, c’era proprio Franciszek — l’uomo che aveva avuto il privilegio di vivere grazie al sacrificio di un altro.


E forse nessuna parola può spiegare meglio il significato della fede di quella scena:

un uomo in ginocchio, e un altro che canta mentre muore.

LA SOLITUDINE

 LA SOLITUDINE


“Esistono tre modi con cui l’uomo tenta di superare il senso di solitudine: la sessualità, il conformismo e l’attività creativa. Nel primo caso in risultato è un sempre crescente senso d’isolamento, poiché l’atto sessuale, senza amore, non riempie mai il baratro che divide due creature umane, se non in modo assolutamente momentaneo.


La soluzione più frequente scelta dall’uomo è l’unione col gruppo. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo: salvo dal terrore della solitudine. L’unione ottenuta mediante il conformismo, non è intensa né profonda; è superficiale e, poiché è il risultato della routine, è insufficiente a placare l’ansia della solitudine.


Un terzo modo per raggiungere l’unione è l’attività creativa: sia che il contadino coltivi il grano o il pittore dipinga un quadro, l’uomo si unisce col mondo nel processo di creazione. Questo, tuttavia, vale solo per il lavoro produttivo, per il lavoro nel quale io progetto, produco, vedo il risultato della mia fatica. Ma nel moderno processo di lavoro, il dipendente, anello di una catena senza fine, è un’appendice della macchina o dell’organizzazione burocratica”. 


Erich Fromm, “L’arte di amare”

sabato 11 ottobre 2025

La casa

 Sapevate qual è una delle scene più belle e commoventi di tutta l’Odissea? E no, non sto parlando di Argo o di Penelope. 


Ma di Ulisse seduto su uno scoglio dell’isola di Ogigia che fissa il mare e scruta l’orizzonte. Perché? Perché questa scena racchiude un messaggero potentissimo! Ecco, sono trascorsi sette anni da quando Ulisse è prigioniero sull’isola di Calipso. La ninfa, invaghitasi di Ulisse, gli impedisce di riprendere il mare. E Ulisse ogni giorno che trascorre prigioniero sull’isola piange. 

Ogni giorno «sulle rocce in riva al mare, con gemiti e lacrime straziava il suo cuore, e piangeva, guardando il mare infinito.» Ma perche Ulisse piange? Una donna bellissima, una dea, lo ama, ha cibo e vino in abbondanza, addirittura Calipso gli offre l’immortalità, eppure Ulisse è infelice. Ha tutto senza avere nulla. Che cosa gli manca? Itaca. La sua casa. 

Casa però non è tanto un luogo fisico, il luogo dove dormiamo, mangiamo, il tetto sopra la nostra testa che ci ripara dal freddo, «la tua casa non è dove sei nato. Casa è dove cessano tutti i tuoi tentativi di fuga.» Quando Michelangelo scolpiva il David era a casa. Mentre Beethoven stava scrivendo la Nona Sinfonia, sia che si trovasse in un palazzo principesco o nella più umile delle taverne, ecco in quel momento era a casa. Karen Blixen ne «La mia Africa» scrisse: «Eccomi qui, è questo il mio posto». 

Là dove sei felice, sei a casa. Nella vita c’è chi ha denaro, ricchezze, potere, perfino la fama, ma se il tuo cuore non ha casa, se il tuo cuore non è a casa, hai tutto senza avere niente. Ecco cosa vi sta dicendo Omero! Vedete, la storia di Ulisse è la storia un uomo che attraversa i mari, che compie viaggi incredibili alla ricerca non della ricchezza o della gloria, ma della propria casa. Perché la felicità non è un posto in cui arrivare ma una casa in cui tornare. Casa è dove si trova il cuore. E senza cuore non c’è vita. Ecco perché in un mondo tanto cinico vi auguro di tornare, come Ulisse e di trovare la vostra Itaca, la casa del vostro cuore e della vostra anima. 


Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X ➡️ (Ai nuovi lettori: se vi piace ciò che scrivo, è uscito «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera» che ho scritto per farvi innamorare della letteratura cosi come me ne sono innamorata io. Potete leggerne un estratto gratuito qui: https://www.amazon.it/innamorarsi-Karenina-leggere-classici-lezioni/dp/8807174359


#lettura #cultura #Ulisse

giovedì 9 ottobre 2025

Lo scopo

 La tua vera patria è l'Universo.

La tua vera meta è essere te stesso.

Il tuo vero potere è poter aiutare.

La tua vera felicità è godere della vita.

Il tuo vero lavoro è creare bellezza.

La tua vera azione sociale è creare consapevolezza.

La tua vera disciplina è dominare il tuo ego.

La tua vera generosità è dare a te ciò che dai agli altri.

La tua vera avventura è lasciare il sicuro per l'incerto.

Il tuo vero amore è l'amore per la vita.


[A. Jodorowsky]

mercoledì 8 ottobre 2025

 CRONIN, L'INFERMIERA E DIO

Il medico e romanziere inglese Cronin racconta che in un paesino, ove prestò servizio sanitario, trovò un'infermiera che da anni lavorava a vantaggio dei malati, con una ricompensa appena sufficiente a mantenerla in vita.

Ogni giorno faceva venti chilometri, e trascorreva quasi tutte le notti, accanto ai malati.

- Perchè non vi fate pagare di più? - le domandò un giorno.

- Ho quel che mi basta - rispose quella, con serena semplicità.

- Va bene; ma qualche soldo di più lo dovreste guadagnare. Dio sa se lo meritate!

- Dottore -, disse l'infermiera dopo una pausa riflessiva; - se Dio sa che lo merito, che volete di più? Per me questo solo conta!

« Fui penetrato allora - scrive il Cronin - da un raggio di luce, nella quale vidi la ricchezza della vita di quella infermiera, e la vuota povertà della mia. Questo mi aiutò a passare dallo scetticismo, verso la fede in Dio».

lunedì 6 ottobre 2025

VITAMINA K2

 VITAMINA K2: LA VITAMINA DELLA LONGEVITÁ

C’è ancora molta confusione intorno alla vitamina K2. Spesso la si confonde con la vitamina K1, quella legata alla coagulazione del sangue, o la si ignora del tutto, come se non avesse un ruolo davvero importante. In realtà, la K2 è una delle vitamine più sottovalutate ma più decisive per la salute a lungo termine, tanto che altrove la considerano una vera vitamina della longevità.

E no, non è un dettaglio da appassionati di nutrizione. La K2 è la chiave che permette al corpo di usare correttamente il calcio, evitando che finisca dove non deve (nelle arterie, nei reni, nelle articolazioni) e dirigendolo invece dove serve... nelle ossa e nei denti.

E questo, biologicamente, fa tutta la differenza tra un corpo che invecchia in modo sano e uno che si irrigidisce e si calcifica lentamente.

La vitamina K2 è una molecola liposolubile appartenente alla famiglia delle menachinoni. Ne esistono diverse forme (MK-4, MK-7, MK-9…), ma quella che oggi viene studiata e utilizzata di più in medicina funzionale è la MK-7, di origine naturale (spesso estratta dal natto, un alimento fermentato giapponese).

La sua funzione principale è attivare due proteine fondamentali:

- L’osteocalcina, che serve a “fissare” il calcio nelle ossa.

- La proteina GLA della matrice (MGP), che impedisce al calcio di depositarsi nei tessuti molli e nelle arterie.

In parole semplici:

- La vitamina D assorbe il calcio,

- La K2 dice al calcio dove andare.

Quando manca la K2, il calcio circola nel sangue come un ospite senza indirizzo: parte di esso entra nelle ossa, ma un’altra parte può depositarsi nelle arterie o nei reni, contribuendo nel tempo a calcificazioni vascolari, rigidità arteriosa e rischio cardiovascolare.

Ecco perché non ha senso assumere vitamina D in modo cronico e ad alte dosi senza supportarla con K2: si rischia di “spingere dentro” più calcio, ma senza la guida per distribuirlo nel posto giusto.

A livello biochimico, la K2 agisce attivando (carbossilando) specifiche proteine che dipendono dalla vitamina K. Senza questa attivazione, le proteine restano “inattive” e non possono legarsi al calcio.

L’osteocalcina attivata promuove la deposizione di calcio nel tessuto osseo, migliorando la densità minerale e la forza dell’osso.

La MGP attivata lega il calcio libero nel sangue e lo allontana dalle pareti dei vasi, prevenendo calcificazioni arteriose.

Questo doppio effetto fa sì che la K2 sia considerata l’anello mancante nella gestione dell’osteoporosi e nella prevenzione cardiovascolare. Non è raro, infatti, che persone con osteoporosi assumano vitamina D e calcio per anni senza reali miglioramenti nella densità ossea, proprio perché manca la K2 a completare il lavoro.

La medicina funzionale oggi riconosce la K2 come una delle migliori alleate del cuore. Numerosi studi hanno mostrato che le persone con un adeguato apporto di K2 hanno arterie più elastiche, minor calcificazione coronarica e migliore funzione endoteliale.

Quando la K2 attiva la proteina MGP, impedisce che il calcio si accumuli nelle pareti arteriose, che con il tempo diventano rigide e meno capaci di adattarsi alle variazioni di pressione. Il risultato è un sistema cardiovascolare più flessibile e resiliente e, biologicamente, una minore età vascolare.

Non è un caso che si parli di “vitamina della giovinezza dei vasi”.

La sinergia tra vitamina D e K2 è così potente da influenzare non solo ossa e vasi, ma anche cervello e metabolismo. Perché quando il calcio è ben regolato:

- Le sinapsi funzionano meglio (il calcio è un mediatore fondamentale nei neuroni),

- I mitocondri lavorano con più efficienza,

- E il corpo mantiene un equilibrio minerale più stabile, con un minor rischio di infiammazione cronica.

Il concetto chiave è la distribuzione intelligente dei minerali. Un corpo che sa gestire bene il calcio è un corpo che invecchia lentamente, con ossa solide e tessuti elastici. Ecco perché la K2 viene chiamata vitamina della longevità strutturale: mantiene la struttura, non solo fisica ma anche funzionale, del nostro organismo.

Molti medici di medicina funzionale oggi non prescrivono mai la vitamina D3 senza associarvi la K2. Perché? Perché la D3 aumenta l’assorbimento intestinale del calcio e ne eleva i livelli nel sangue, ma senza K2 si rischia di accumularlo nei posti sbagliati.

Quando invece si combinano D3 + K2:

- Il calcio assorbito viene direzionato verso le ossa e i denti,

- Il sangue resta più “pulito” da accumuli minerali,

- E le arterie si mantengono elastiche e giovani.

È una sinergia perfetta: la D accende il motore, la K2 guida la rotta.

Essendo una vitamina liposolubile, la K2 va sempre assunta insieme a un pasto che contenga grassi buoni, per favorirne l’assorbimento (come olio extravergine, avocado, pesce azzurro o frutta a guscio).

Orario ideale:

- Molti preferiscono assumerla a pranzo o a cena, spesso nello stesso momento della vitamina D3.

Non serve distanziarle (ho scritto un post su questo aspetto). Se le vuoi distanziare ok, nessun problema.

🔹 Forma migliore:

MK-7 naturale da fermentazione (natto): è la più stabile e ha un’emivita lunga (resta attiva fino a 72 ore nel sangue).

Evitare forme sintetiche o miscele con dosaggi non dichiarati.

🔹 Dosaggio indicativo (per adulti sani):

In genere, si consigliano da 100 a 200 mcg al giorno di K2 MK-7,

in associazione con la vitamina D3 (2000–4000 UI/die, salvo diversa indicazione medica).

Chi assume dosi più alte di D3 può salire con la K2 fino a 300 mcg, ma sempre con prudenza e personalizzazione.

🔹 Durata:

Si può assumere tutto l’anno, ma è particolarmente importante nei mesi invernali o quando si integra la D3 regolarmente.

La K2 è molto sicura alle dosi fisiologiche, ma ci sono alcune eccezioni:

- Chi assume anticoagulanti orali (come warfarin o coumadin) deve parlarne con il medico, perché la K2 può ridurre l’effetto anticoagulante.

- In chi ha disturbi della coagulazione, trombosi recenti o malattie epatiche gravi, l’assunzione va sempre personalizzata.

Per il resto, non sono noti effetti collaterali significativi, anche a lungo termine.

Oltre al ruolo nel metabolismo del calcio, la K2 partecipa alla regolazione di geni coinvolti nell’infiammazione, nello stress ossidativo e nella salute mitocondriale. Attiva vie metaboliche che proteggono le cellule dall’invecchiamento precoce e migliorano la funzione energetica.

Questo è uno dei motivi per cui viene considerata una vitamina della longevità:

- Contribuisce alla salute cardiovascolare,

- Riduce il rischio di osteoporosi,

- Sostiene la salute cerebrale,

- E mantiene il corpo in uno stato di equilibrio minerale e antinfiammatorio.

La medicina funzionale la considera una sorta di “custode della struttura”: mantiene armonia tra ciò che è solido (ossa, denti) e ciò che deve restare flessibile (vasi, tessuti molli).

La K2 si trova in quantità variabili in alcuni alimenti, ma le fonti migliori sono poche e spesso assenti nelle diete occidentali:

- Natto (soia fermentata, ricchissimo in MK-7)

- Formaggi stagionati naturali (tipo Gouda, Brie, Emmental)

- Burro da latte di animali al pascolo

- Tuorlo d’uovo e carne di animali nutriti a erba

Tuttavia, per raggiungere livelli terapeutici o preventivi, spesso è necessario integrare, soprattutto se non si consumano questi alimenti regolarmente.

La longevità non è solo “vivere più a lungo”, ma vivere con strutture sane, tessuti flessibili e metabolismo efficiente. E la K2 contribuisce a tutto questo in modo diretto.

Meno calcificazioni = meno rigidità = più giovinezza biologica.

Non solo nelle arterie, ma anche nelle articolazioni, nei reni, nei dischi vertebrali.

Un corpo che riesce a mantenere il calcio “dove serve” è un corpo che invecchia con grazia e funzionalità. E questo è il principio stesso della longevità... mantenere la struttura, senza irrigidirsi.

Quindi, ricapitolando:

- La vitamina K2 non è un optional, è un cofattore essenziale della vitamina D.

- Guida il calcio verso ossa e denti e lo tiene lontano da arterie e tessuti molli.

- È sicura, sinergica con la D3, e fondamentale nella prevenzione di osteoporosi e calcificazioni vascolari.

- Aiuta a mantenere elasticità, forza e giovinezza cellulare.

Per questo, nella vera medicina funzionale oltreoceano (non quella che abbiamo in Italia che si spaccia per tale) la chiama “vitamina della struttura e della longevità”, perché mantiene in equilibrio ciò che tiene insieme tutto il corpo.

Non basta integrare vitamina D pensando di fare del bene alle ossa. La K2 è il direttore d’orchestra che coordina il lavoro della D3, del calcio e del magnesio. Senza di lei, la sinfonia si rompe, l’osso resta fragile, i vasi si irrigidiscono, il corpo invecchia più in fretta. Ecco perché, oggi, chi desidera prevenire, rigenerare e invecchiare bene non può dimenticare questa piccola ma potentissima molecola. La vitamina K2 non solo costruisce ossa forti...costruisce un corpo longevo, elastico e coerente con la vita.

XO - Patrizia Coffaro

La solitudine

 « È importante sapersi ritirare in se stessi: un eccessivo contatto con gli altri, spesso così dissimili da noi, disturba il nostro ordine interiore, riaccende passioni assopite, inasprisce tutto ciò che nell’animo vi è di debole o di non ancora perfettamente guarito. Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra. La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudine. »


Lucio Anneo Seneca, “De tranquillitate animi”