VITAMINA K2: LA VITAMINA DELLA LONGEVITÁ
C’è ancora molta confusione intorno alla vitamina K2. Spesso la si confonde con la vitamina K1, quella legata alla coagulazione del sangue, o la si ignora del tutto, come se non avesse un ruolo davvero importante. In realtà, la K2 è una delle vitamine più sottovalutate ma più decisive per la salute a lungo termine, tanto che altrove la considerano una vera vitamina della longevità.
E no, non è un dettaglio da appassionati di nutrizione. La K2 è la chiave che permette al corpo di usare correttamente il calcio, evitando che finisca dove non deve (nelle arterie, nei reni, nelle articolazioni) e dirigendolo invece dove serve... nelle ossa e nei denti.
E questo, biologicamente, fa tutta la differenza tra un corpo che invecchia in modo sano e uno che si irrigidisce e si calcifica lentamente.
La vitamina K2 è una molecola liposolubile appartenente alla famiglia delle menachinoni. Ne esistono diverse forme (MK-4, MK-7, MK-9…), ma quella che oggi viene studiata e utilizzata di più in medicina funzionale è la MK-7, di origine naturale (spesso estratta dal natto, un alimento fermentato giapponese).
La sua funzione principale è attivare due proteine fondamentali:
- L’osteocalcina, che serve a “fissare” il calcio nelle ossa.
- La proteina GLA della matrice (MGP), che impedisce al calcio di depositarsi nei tessuti molli e nelle arterie.
In parole semplici:
- La vitamina D assorbe il calcio,
- La K2 dice al calcio dove andare.
Quando manca la K2, il calcio circola nel sangue come un ospite senza indirizzo: parte di esso entra nelle ossa, ma un’altra parte può depositarsi nelle arterie o nei reni, contribuendo nel tempo a calcificazioni vascolari, rigidità arteriosa e rischio cardiovascolare.
Ecco perché non ha senso assumere vitamina D in modo cronico e ad alte dosi senza supportarla con K2: si rischia di “spingere dentro” più calcio, ma senza la guida per distribuirlo nel posto giusto.
A livello biochimico, la K2 agisce attivando (carbossilando) specifiche proteine che dipendono dalla vitamina K. Senza questa attivazione, le proteine restano “inattive” e non possono legarsi al calcio.
L’osteocalcina attivata promuove la deposizione di calcio nel tessuto osseo, migliorando la densità minerale e la forza dell’osso.
La MGP attivata lega il calcio libero nel sangue e lo allontana dalle pareti dei vasi, prevenendo calcificazioni arteriose.
Questo doppio effetto fa sì che la K2 sia considerata l’anello mancante nella gestione dell’osteoporosi e nella prevenzione cardiovascolare. Non è raro, infatti, che persone con osteoporosi assumano vitamina D e calcio per anni senza reali miglioramenti nella densità ossea, proprio perché manca la K2 a completare il lavoro.
La medicina funzionale oggi riconosce la K2 come una delle migliori alleate del cuore. Numerosi studi hanno mostrato che le persone con un adeguato apporto di K2 hanno arterie più elastiche, minor calcificazione coronarica e migliore funzione endoteliale.
Quando la K2 attiva la proteina MGP, impedisce che il calcio si accumuli nelle pareti arteriose, che con il tempo diventano rigide e meno capaci di adattarsi alle variazioni di pressione. Il risultato è un sistema cardiovascolare più flessibile e resiliente e, biologicamente, una minore età vascolare.
Non è un caso che si parli di “vitamina della giovinezza dei vasi”.
La sinergia tra vitamina D e K2 è così potente da influenzare non solo ossa e vasi, ma anche cervello e metabolismo. Perché quando il calcio è ben regolato:
- Le sinapsi funzionano meglio (il calcio è un mediatore fondamentale nei neuroni),
- I mitocondri lavorano con più efficienza,
- E il corpo mantiene un equilibrio minerale più stabile, con un minor rischio di infiammazione cronica.
Il concetto chiave è la distribuzione intelligente dei minerali. Un corpo che sa gestire bene il calcio è un corpo che invecchia lentamente, con ossa solide e tessuti elastici. Ecco perché la K2 viene chiamata vitamina della longevità strutturale: mantiene la struttura, non solo fisica ma anche funzionale, del nostro organismo.
Molti medici di medicina funzionale oggi non prescrivono mai la vitamina D3 senza associarvi la K2. Perché? Perché la D3 aumenta l’assorbimento intestinale del calcio e ne eleva i livelli nel sangue, ma senza K2 si rischia di accumularlo nei posti sbagliati.
Quando invece si combinano D3 + K2:
- Il calcio assorbito viene direzionato verso le ossa e i denti,
- Il sangue resta più “pulito” da accumuli minerali,
- E le arterie si mantengono elastiche e giovani.
È una sinergia perfetta: la D accende il motore, la K2 guida la rotta.
Essendo una vitamina liposolubile, la K2 va sempre assunta insieme a un pasto che contenga grassi buoni, per favorirne l’assorbimento (come olio extravergine, avocado, pesce azzurro o frutta a guscio).
Orario ideale:
- Molti preferiscono assumerla a pranzo o a cena, spesso nello stesso momento della vitamina D3.
Non serve distanziarle (ho scritto un post su questo aspetto). Se le vuoi distanziare ok, nessun problema.
🔹 Forma migliore:
MK-7 naturale da fermentazione (natto): è la più stabile e ha un’emivita lunga (resta attiva fino a 72 ore nel sangue).
Evitare forme sintetiche o miscele con dosaggi non dichiarati.
🔹 Dosaggio indicativo (per adulti sani):
In genere, si consigliano da 100 a 200 mcg al giorno di K2 MK-7,
in associazione con la vitamina D3 (2000–4000 UI/die, salvo diversa indicazione medica).
Chi assume dosi più alte di D3 può salire con la K2 fino a 300 mcg, ma sempre con prudenza e personalizzazione.
🔹 Durata:
Si può assumere tutto l’anno, ma è particolarmente importante nei mesi invernali o quando si integra la D3 regolarmente.
La K2 è molto sicura alle dosi fisiologiche, ma ci sono alcune eccezioni:
- Chi assume anticoagulanti orali (come warfarin o coumadin) deve parlarne con il medico, perché la K2 può ridurre l’effetto anticoagulante.
- In chi ha disturbi della coagulazione, trombosi recenti o malattie epatiche gravi, l’assunzione va sempre personalizzata.
Per il resto, non sono noti effetti collaterali significativi, anche a lungo termine.
Oltre al ruolo nel metabolismo del calcio, la K2 partecipa alla regolazione di geni coinvolti nell’infiammazione, nello stress ossidativo e nella salute mitocondriale. Attiva vie metaboliche che proteggono le cellule dall’invecchiamento precoce e migliorano la funzione energetica.
Questo è uno dei motivi per cui viene considerata una vitamina della longevità:
- Contribuisce alla salute cardiovascolare,
- Riduce il rischio di osteoporosi,
- Sostiene la salute cerebrale,
- E mantiene il corpo in uno stato di equilibrio minerale e antinfiammatorio.
La medicina funzionale la considera una sorta di “custode della struttura”: mantiene armonia tra ciò che è solido (ossa, denti) e ciò che deve restare flessibile (vasi, tessuti molli).
La K2 si trova in quantità variabili in alcuni alimenti, ma le fonti migliori sono poche e spesso assenti nelle diete occidentali:
- Natto (soia fermentata, ricchissimo in MK-7)
- Formaggi stagionati naturali (tipo Gouda, Brie, Emmental)
- Burro da latte di animali al pascolo
- Tuorlo d’uovo e carne di animali nutriti a erba
Tuttavia, per raggiungere livelli terapeutici o preventivi, spesso è necessario integrare, soprattutto se non si consumano questi alimenti regolarmente.
La longevità non è solo “vivere più a lungo”, ma vivere con strutture sane, tessuti flessibili e metabolismo efficiente. E la K2 contribuisce a tutto questo in modo diretto.
Meno calcificazioni = meno rigidità = più giovinezza biologica.
Non solo nelle arterie, ma anche nelle articolazioni, nei reni, nei dischi vertebrali.
Un corpo che riesce a mantenere il calcio “dove serve” è un corpo che invecchia con grazia e funzionalità. E questo è il principio stesso della longevità... mantenere la struttura, senza irrigidirsi.
Quindi, ricapitolando:
- La vitamina K2 non è un optional, è un cofattore essenziale della vitamina D.
- Guida il calcio verso ossa e denti e lo tiene lontano da arterie e tessuti molli.
- È sicura, sinergica con la D3, e fondamentale nella prevenzione di osteoporosi e calcificazioni vascolari.
- Aiuta a mantenere elasticità, forza e giovinezza cellulare.
Per questo, nella vera medicina funzionale oltreoceano (non quella che abbiamo in Italia che si spaccia per tale) la chiama “vitamina della struttura e della longevità”, perché mantiene in equilibrio ciò che tiene insieme tutto il corpo.
Non basta integrare vitamina D pensando di fare del bene alle ossa. La K2 è il direttore d’orchestra che coordina il lavoro della D3, del calcio e del magnesio. Senza di lei, la sinfonia si rompe, l’osso resta fragile, i vasi si irrigidiscono, il corpo invecchia più in fretta. Ecco perché, oggi, chi desidera prevenire, rigenerare e invecchiare bene non può dimenticare questa piccola ma potentissima molecola. La vitamina K2 non solo costruisce ossa forti...costruisce un corpo longevo, elastico e coerente con la vita.
XO - Patrizia Coffaro