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domenica 9 ottobre 2016

LA MIRRA

LA MIRRA QUESTA SCONOSCIUTA
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Claudio Sauro

La mirra è la resina ottenuta dalla pianta Commiphora Molmol ed è tutti, quando si fa il suo nome la collegano ai doni che i tre Re Magi hanno portato a Gesù. Nessuno si chiede perché fosse tanto importante a quel tempo, tanto da essere considerata un dono al pari dell’oro. Pochi sanno che nell’antichità la Mirra era considerata per le sue grandi proprietà terapeutiche. Per ottenerla si praticano delle incisioni nella corteccia del tronco e
 dei rami della pianta Commiphora Molmol e da queste sgorga una resina che poi si consolida in modo vetraceo. Se la comprate vi daranno dei granuli piuttosto grandi, vetracei e duri di colore rosato, resistenti all’acqua, ma che si possono sciogliere in alcool puro al 25% o in un olio all’8%. Ne bastano comunque quantità bassissime (inferiori all’1%) perché eserciti in pieno la sua azione terapeutica. La sua composizione si basa principalmente su un olio essenziale da sequiterpeni di varia natura, oltre a componenti di base, carboidrati e gomme. Uno di questi sesquiterpeni è un potentissimo analgesico con un azione del tutto simile a quella dei cannabinoidi. Ma la Mirra ha anche proprietà  carminativa, espettorante, digestiva e disinfettante urinaria.  Una delle sue proprietà più significative è quella di cicatrizzazione delle ferite e di spegnere completamente in breve tempo le piaghe erpetiche sia da Herpes Simplex che da Herpes Zooster. Questo è dovuto non solo alla sua azione cicatrizzante diretta ma anche ad una potente azione antibiotica praticamente su tutti i batteri, virus e miceti.  Questa azione la Mirra la esercita sia per via locale che per via sistemica. Ma una delle caratteristiche più interessanti è che fra i sesquiterpeni della Mirra ne esiste uno che ha una potente azione antitumorale . Questo è comparso nientepopodimeno sulla rivista “LE SCIENZE” ancora nel 2001, “”Verificato che la mirra uccideva le cellule, la ricerca è proseguita fino all'isolamento del composto, in precedenza sconosciuto, che è risultato appartenere alla classe dei sesquiterpenoidi, presenti in molti prodotti naturali. Questo composto uccide le cellule tumorali inattivando una proteina specifica, la Bcl-2, normalmente prodotta in grande abbondanza da queste cellule . “”Il fatto poi che non se ne sia fatto niente è molto significativo ma penso che rientri nella logica degli Istituti Oncologici che “devono “ seguire gli stessi protocolli di 60 anni fa e che comportano un introito di 30 miliardi di euro per le Case Farmaceutiche. Probabilmente il sesquiterpene antitumorale della Mirra non era modificabile (senza perdere di efficacia) e quindi non brevettabile per cui è stato subito relegato nel dimenticatoio. Io credo che la cura per i tumori esisterebbe già, solo che è stata imboscata per motivi di interesse. . Ora ci sarebbe da chiedersi perché la Mirra era tenuta in così grande considerazione 2000 anni fa. E’ molto probabile che gli antichi la sciogliessero in olio è poi la utilizzassero soprattutto per disinfettare e cicatrizzare le ferite, ma non è da escludere che la usassero anche per via interna come potente analgesico. In questo senso la soluzione oleosa è la più indicata, in quanto viene assorbita molto lentamente mentre la soluzione alcoolica ha un assorbimento praticamente immediato e potrebbe dare disturbi intestinali. Chiaramente nell’antichità veniva utilizzata solo la soluzione oleosa perché l’alcool puro non ce l’avevano. Comunque nei secoli successivi la Mirra è stata praticamente dimenticata, praticamente, ma non del tutto, visto che sul MEDICAMENTA (di mio padre farmacista) del 1949 stà scritto: “In passato fu spesso impiegata in caso di atonia gastrica, di dispepsia dolorosa, nelle diarree e nelle dissenterie, ma anche si è rivelata utile nelle angine cardiache (per la sua azione vasodilatatrice coronarica), nell’ipertensione e nell’aterosclerosi. Entra nella composizione del balsamo di Fioravanti per le ferite torpide e nelle pillale di cinoglosso che si usano insieme all’acido ascorbico, nelle manifestazioni boccali dello scorbuto. Trova anche applicazione all’esterno come cicatrizzante ed antisettico nel trattamento di ulcere diabetiche difficili a guarire. Ho appena fatto riferimento al Piper Myristicum che grazie alla ricerca di Fabio Poli ha dimostrato di contenere due fitoestrogeni potentissimi antitumorali. Ne avete mai sentito parlare negli Istituti Oncologici?  

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