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lunedì 11 marzo 2019

vivere all’altezza della propria dignità di uomini


Vivere all’altezza della propria dignità di uomini 

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Che cosa poi voglia dire vivere all’altezza della propria dignità di uomini è questione sterminata; però credo che almeno tre aspetti possano essere messi a fuoco.
·        Il primo aspetto è la verità, la conoscenza del vero. Per poter vivere da uomini il primo fattore  è conoscere, capire come stanno le cose. Si potrebbe stare al mondo dicendo a una donna “ti amo” senza sapere che cosa si sta dicendo? Dicendo a un amico “ti voglio bene” senza sapere che cos’è l’amicizia? Subendo il dolore, - la gente muore - e non capendo niente della sofferenza e della gioia della salute e della malattia, del bene e del male, della verità e della menzogna. Si può stare al mondo senza sapere niente di tutto questo? Si può benissimo stare al mondo senza l’inglese e senza la matematica, senza essere andati a scuola; ma che uomo sarebbe uno che non sapesse niente del Bene e del Male, del senso di tutto e di ogni singola parte? Allora capiamo perché nella Divina Commedia e così centrale lo vedremo la questione della luce: perché la luce e il punto di esperienza anche fisica che facciamo della chiarezza. Invece nella mancanza di chiarezza, al buio, ci facciamo del male: anche se nessuno è cattivo, se nessuno vuol male al vicino, nel buio ognuno va a sbattere contro gli altri, contro le cose. Quindi la prima esigenza dell’uomo è avere una luce, conoscere la verità delle cose.
·        Poi però Dante aggiungerebbe che questo non basta. Perché bisogna che la verità conosciuta come è successo a lui con Beatrice investa la vita, dia forma alla Vita. Dare forma alla vita vuol dire dare un senso alle cose, generare un modo di amare, di usare i soldi, il tempo. Rendere buona la vita: conoscere la verità e praticare il bene. Ma non basta ancora. Di che cosa avrebbe bisogno ancora un uomo?

·        L’ultima cosa, la terza dimensione, è che un uomo ha bisogno di sentire utile il proprio tempo. Cioè occorre che alla fine della giornata, alla fine della settimana, alla fine del mese, ma anche alla fine della vita, uno possa dire: “Non è stato tempo perso. Ho sbagliato magari tanto, ma ho provato a rendere la mia vita utile per me stesso e per gli altri uomini, ho cercato di rendere questo mondo un po’ più vero, un po’ più giusto, un po’ più bello”. Coltivare, favorire, costruire la bellezza, rendere il mondo per quel che compete a ciascuno, nel  suo piccolo un po’ più bello. Conoscere la verità, amare il bene e costruire la bellezza sono le tre dimensioni dell’uomo, avrebbe detto Dante a vent’anni, perché lui di se stesso diceva cosi , pensava così.

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