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mercoledì 28 giugno 2023

IL SENSO RELIGIOSO NEL PERCORSO DI 16 FILM -

 

IL SENSO RELIGIOSO NEL PERCORSO DI 16 FILM - Introduzione

Autore:
Mocchetti, Giovanni
Curatore:
Leonardi, Enrico
Vedremo film che ci aiuteranno a “riaccendere dalle braci il fuoco fiammeggiante” che, una volta nella nostra vita, ha “attizzato”, risvegliato il nostro stupore, il desiderio, la domanda, l’inquieta ricerca di una risposta al proprio quotidiano bisogno di essere felici. Film che faranno “brillare” quell’improvviso, imprevedibile “acceso tizzone” dell’avvenimento dell’incontro, che ha cambiato radicalmente la nostra vita, seppellendo la nostra distrazione, la dimenticanza, l’abitudine, l’accidiosa inettitudine della nostra esistenza, rimettendoci protagonisti degli istanti che ci vengono donati, ridestando la memoria di quello che è successo “un bel giorno”.

IL SENSO RELIGIOSO NEL PERCORSO DI 16 FILM

“… perché c’è il dolore, la morte? perché in fondo vale la pena di vivere? Di che cosa e per che cosa è fatta la realtà? per che cosa vale veramente la pena che io sia, che la realtà sia?....”
(Luigi Giussani, “Il Senso Religioso” pp.59-61 - ed Rizzoli,1997)
“… tutto ciò che ci affascina nel mondo visibile, i boschi le pianure, i fiumi, le montagne, le stagioni, le steppe, i tramonti, le tempeste, la notte, le stelle, tutte queste cose di per sé vuote e indifferenti, si caricano di
significato, perché, senza che noi lo sospettiamo contengono un presentimento d’amore… che interesse avrebbe una scogliera, una foresta, un rudere se non vi fosse implicata un’attesa, che senso avrebbe la
solitaria cappella al bivio di un sentiero, perché avrebbe tanto pathos, se non vi fosse nascosta un’allusione? Se non potessimo fantasticare un incontro?...
” (Dino Buzzati, dal romanzo “Un Amore” - Mondadori)
“… ti dirò soltanto che io mi trovo in una sproporzione gigantesca tra il cuore e l’intelletto… tutto quello che faccio risulta da uno sforzo, da una lotta incessante per prendere contatto con la realtà che genera i fatti… Signore, concedi che io meriti tanto da poter capire con chiarezza cosa voglia questo impeto che urge dentro di me… sono come un cane da tartufo del divino nell’umano, ma non bramo catturarlo… io affogo, se non ho del grande in me: sono un’ostia d’ansietà...” (Clemente Rebora, Epistolario, 1923)
“… il significato della vita è un traguardo possibile solo per chi prende sul serio la vita, quindi gli avvenimenti, gli incontri, per chi è impegnato con la problematica della sua vita, con la vita intera nella quale tutto
è compreso: amore, studio, politica, denaro, fino al cibo e al riposo, senza nulla dimenticare, né l’amicizia, né la speranza, né il perdono, né la rabbia, né la pazienza. Dentro, infatti, ogni gesto, sta il passo verso il proprio destino…” (Luigi Giussani, “Il Senso Religioso” pp.48/9 - Rizzoli – ed.1997)

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INTRODUZIONE
Il cuore dell’uomo è uno, perché in ciascuno di noi c’è il desiderio di felicità, di Bene, di Bello, di Vero e di Giusto che, ogni giorno, cerca una risposta. Sono queste le esigenze costitutive del nostro io.
Perché? Noi non siamo degli animali che cercano di soddisfare il propri istinti primari (la fame, la sete, il sonno, l’accoppiamento). Ci differenzia la ragione, la consapevolezza di sé, curiosa ed aperta a tutte le categorie del possibile; inoltre, non siamo neanche degli intellettuali razionalisti che usano il cervello
come unico criterio di misura dell’ampio orizzonte della realtà. Nemmeno siamo solo sentimentali, altrimenti ci rapporteremmo con il prossimo e con la realtà che ci circonda, basandoci unicamente su una reattività emotiva. Questi sono gli aspetti della nostra fragilità, della nostra finitezza che,
tuttavia, coltiva dentro di sé l’incessante desiderio di un compimento.
Come si manifestano queste esigenze costitutive dell’io?
Per esempio: ci accorgiamo con stupore del cielo stellato, che desta in noi la domanda di chi ci abbia donato questo meraviglioso spettacolo. Nella grotta valdostana di Lilianes è scolpita la più antica mappa astronomica dell’umanità. Qui, in una preistoria lontana millenni, tra le caverne di una tribù di cacciatori,
un uomo di notte stava a guardare il cielo e vedeva brillare le stelle. Per tante notti le aveva fissate; con pazienza, siccome all’alba non voleva perderle, scelse una pietra aguzza e cominciò a battere sulla parete della roccia: sette fori, così l’uomo riprodusse le Pleiadi.
Noi non discendiamo dalle scimmie: l’evoluzionismo, con la teoria della selettività naturale di Darwin, è una falsa, parziale ideologia scientifica. Le scimmie non hanno mai riempito di graffiti colorati le pareti delle caverne di Altamira (esigenza di Bellezza) né seppellivano o innalzavano stuoie su dei pali per deporre i corpi dei loro defunti, come i nativi americani USA (esigenza di Bene).
Che cosa desideriamo di più durante il passare della giornata? Che qualcuno si faccia incontro a noi, accogliendoci così come siamo, con le nostre qualità e i nostri limiti e che ci dica: “Vieni a bere un caffè con me? Vieni a cena da me?”(esigenza di Bene e di Vero, perché “Pulchritudo splendor veritatis est” diceva San Tommaso, “la Bellezza è lo Splendore del Vero”).
In uno stralcio di un’omelia rivolta alle famiglie circa l’educazione dei figli, il vescovo Sant’Ambrogio dice:
“… non arrogatevi di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è più insopportabile una vita vissuta per niente… non trovo gesto migliore per dire la fierezza di un essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato…” (esigenza di Giustizia).
Queste esigenze costitutive del cuore dell’io sono universali e palpitano dentro ogni uomo/donna del nostro pianeta. Questa incessante esigenza di felicità che bussa alla porta del nostro cuore desidera una risposta accompagnata da attese, inquietudini, domande, insoddisfazione, ricerca di risposte, perché
siamo esserI finiti che aspirano all’infinito (“Mi illumino d’immenso” G. Ungaretti), un infinito che, talvolta, cerchiamo di raggiungere come Icaro (e sappiamo che fine abbia fatto).
Il “senso religioso” è la quotidiana, sorprendente avventura dell’io che vive quotidianamente questo anelito di dare uno scopo alla propria esistenza, perché “…Fecisti nos ad Te Domine: et inquietum est cor nostrum donec
requiescat in Te” (Ci hai fatti per Te, Signore: il nostro cuore è inquieto fino a quando non trova pace in Te). (S. Agostino, Confessioni, 1)

Vedremo film che ci aiuteranno a “riaccendere dalle braci il fuoco fiammeggiante” che, una volta nella nostra vita, ha “attizzato”, risvegliato il nostro stupore, il desiderio, la domanda, l’inquieta ricerca di una risposta al proprio quotidiano bisogno di essere felici. Film che faranno “brillare” quell’improvviso, imprevedibile “acceso tizzone” dell’avvenimento dell’incontro, che ha cambiato radicalmente la nostra vita, seppellendo la nostra distrazione, la dimenticanza, l’abitudine, l’accidiosa inettitudine della nostra esistenza, rimettendoci protagonisti degli istanti che ci vengono donati, ridestando la memoria di quello che è successo “un bel giorno”.
Come mi accade quotidianamente, aprendo il Libro delle Ore, su cui ho scritto, in apertura, questa frase di Laurentius Eremita: “Allora pensai che tutta la vita mia sarebbe trascorsa nel rendermi conto di ciò che mi era accaduto e il suo ricordo mi riempie di silenzio”.

Nell’elenco sono presenti due titoli di capolavori della Storia del Cinema, segnalati con un 2 asterischi

  • La giovinezza alla ricerca della verità di sé: “Into The Wild - Nelle terre selvagge”
  • L’assillante desiderio di conoscere Dio: “Il Settimo Sigillo” **
  • La presunzione di una ragione che pretende di misurare tutto: “Il Decalogo.1”
  • Una vocazione messa di fronte a un bivio: “Fuori dal mondo”
  • Due “on the road” che svelano il cuore dell’io: “Green Book” , “Verso il sole”
  • Il rischio della libertà per “entrare” nella realtà vera: “The Truman Show”
  • Il bambino nascosto: “Miracolo a Le Havre”
  • La purezza e la semplicità di cuore: “La Strada” **
  • L’imprevedibile esito di un’attesa: “Aria ferma”
  • L’indagine su un crocefisso che dicono risorto: “L’Inchiesta”
  • La sorprendente avventura di due bambini: “L’ultima estate - Ricordi di un’amicizia”
  • La comunione dei santi: “Le Stagioni del cuore”
  • L’accoglienza come sguardo aperto verso il diverso da sè: “The Blind Side”
  • Un imprevisto è la sola speranza: “Se Dio vuole”
  • Una gratuità sconcertante: “Good Sam”

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