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martedì 13 agosto 2024

disintossicazione anti spike

 

 che tipo di disintossicazione anti spike propone Mc Cullough?

Il protocollo prevede l’utilizzo di tre sostanze naturali:

 nattochinasi, bromelina e curcumina, tutti prodotti facilmente reperibili. La nattochinasi è un enzima derivato dalla fermentazione della soia. È stato tradizionalmente utilizzato in Giappone per i benefici cardiovascolari che è in grado di dare. Gli studi del ricercatore americano sembrano dimostrare che è in grado di degradare la proteina Spike. 

La bromelina, invece, è un insieme di enzimi derivati da steli di ananas, un prodotto approvato dalla Fda statunitense e dall’Ema (l’Agenzia europea per il farmaco) come trattamento per le ferite. Come la nattochinasi, secondo Mc Cullough ha dimostrato di accelerare l’espulsione della proteina Spike. Infine, la curcumina è il composto attivo nella curcuma, ampiamente utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie, utile a mitigare ulteriori danni dalla proteina Spike

I primi risultati hanno fatto dichiarare a McCullough di aver osservato che le persone trattate col suo protocollo sperimentano sollievo da sintomi come intorpidimento, formicolio, alterazioni del ritmo cardiaco, cefalea, mal di testa e perdita dei sensi sotto questo protocollo. Le dosi raccomandate nel protocollo del dottor McCullough vanno seguite «per almeno tre mesi», con l’avvertenza che coloro che hanno ricevuto più dosi di vaccino potrebbero avere bisogno di un trattamento più lungo, fino ad un anno.

Il protocollo del medico americano specifica anche la posologia: la nattochinasi si assume attraverso 2000 unità di fibrina (100 milligrammi) per via orale due volte al giorno a stomaco vuoto; circa la bromelina, ne vanno assunti 500 milligrammi per via orale una volta al giorno, sempre a digiuno; infine la curcumina si assume attraverso 500 milligrammi per via orale due volte al giorno. Tuttavia, ci sembra assolutamente opportuno suggerire ai lettori di effettuare eventualmente questo tipo di trattamento solo ed esclusivamente sotto il controllo di un medico, che evidentemente non neghi la correlazione della patologia con il vaccino, e che possa anche eventualmente integrare o correggere tale protocollo.

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