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domenica 5 maggio 2019

Calcificazione Arteriosa? Distruggila per sempre con la Vitamina K2-MK7



Aterosclerosi e arteriosclerosi devastano con l’ età le nostre arterie a causa di delle infiltrazioni di calcio, contribuendo alle malattie degenerative.

Recenti studi dimostrano che una carenza di una vitamina semisconosciuta, la K, crea una maggior calcificazione vascolare di quanto inizialmente pensato.
Non solo, sembra che la K ottimizzi anche l’ assorbimento della Vitamina D, fondamentale per la lotta contro le malattie autoimmunitarie.
Di Claudio Tozzi (autore della Geo Paleo Diet)
Nonostante tutti pensano che siano itumori, in realtà le malattie più diffuse e devastanti sono quelle legate all’ apparato cardio-vascolare, prime in classifica al mondo per quanto riguarda le cause di morte.
Recenti ricerche hanno individuato in una semplice vitamina, come la K, come una possibile e fondamentale agente anti-calcificazione delle arterie, uno dei fattori centrali nelle patologie legate a cuore e vasi che devastano soprattutto le popolazioni occidentali.
Infatti l’ epidemiologia ha dimostrato che nella maggior parte delle persone di età superiore ai 60 anni stanno progressivamente aumentando i depositi di minerali di calcio nelle loro arterie principali. (5)
Uno studioso, William Faloon, ha letto tutta la sterminata letteratura scientifica sull’ argomento e ha trovato molte cose veramente interessanti e sorprendenti sulla vitamina K in relazione all’ ostruzione delle arterie.
La calcificazione vascolare aortica riduce l’ elasticità arteriosa, che danneggia l’emodinamica cardiovascolare, causando morbilità (cioè il tempo nell’ arco della vita in cui si hanno uno o più patologie) emortalità (6-8) sotto forma di:
  • ipertensione 
  • stenosi aortica, cioè il restringimento di un orifizio (in questo caso l’ aorta) ma anche di un dotto, di un vaso sanguigno o di un organo cavo, tale da ostacolare o impedire il normale passaggio delle sostanze che fisiologicamente passano attraverso di essi.
  • ipertrofia cardiaca
  • infarto e ischemia degli arti inferiori
  • insufficienza cardiaca congestizia
  • Iintegrità strutturale compromessa. (9-11)

La gravità e l’estensione della mineralizzazione riflettono il carico della placca aterosclerotica  (12)
tanto che è possibile prevedere, in base ad essa, la morbilità e la mortalità cardiovascolare. (13)
In tutto questo disastro la vitamina K può aiutarci in modo insospettabile e concreto, ma vediamo innanzitutto cos’è.
Il nome vitamina K si riferisce a un gruppo di sostanze liposolubili (che si sciolgono cioè nei grassi) chiamati naftochinoni, conosciute fin dal 1929 nella forma della Vitamina K1, nota per gli effetti regolatori sulla coagulazione del sangue: la lettera K deriva infatti dall’iniziale del termine Koagulation.
La vitamina K1 (fitonadione o MK1) è la forma naturale della vitamina K, che si trova nelle piante e fornisce la principale fonte di vitamina K all’ uomo attraverso il consumo alimentare.
I composti della vitamina K2 (menachinoni o MK7) sono prodotti dai batteri nell’ intestino umano, sono nutrienti essenziali e forniscono una quantità più piccola rispetto al fabbisogno umano.
La Vitamina K2 è un nutriente essenziale che fa parte del gruppo delle Vitamine K e dello  stesso gruppo fanno parte la Vitamina K1,K3,K4, e K5.
Eccettuate la K3 e la K5, solo la K1, la K2 e la K4 hanno importanza per l’organismo umano.
La vitamina K è quindi necessaria per la normale coagulazione del sangue nell’ uomo, più specificatamente è necessaria al fegato per produrre i fattori necessari al sangue per coagulare in modo ottimale.
Il deficit della vitamina K o le disfunzioni epatiche (per esempio una severa insufficienza epatica) possono condurre a deficit dei fattori della coagulazione ed eccessivo sanguinamento.
Gli alimenti ricchi in vitamina K comprendono:
  • ortaggi a foglia verde (come spinaci, broccoli, asparagi, crescione, cavoli, cavolfiore, piselli),
  • fagioli,
  • olive,
  • colza,
  • soia,
  • carne,
  • cereali,
  • prodotti caseari.

La vitamina K è decisamente una sostanza “paleo” nel senso che al giorno d’ oggi consumiamo molta meno verdura rispetto all’ era paleolitica (creando quindi una carenza cronica della sostanza) e fino a 10.000 anni fa non mangiavamo affatto alcuni cibi che la contenevano come i fagioli,la colza,la soia,i cereali e i latticini; quindi mangiarli oggi, pur contenendo la preziosa vitamina K farebbero solo danni perchè non ci siamo evoluti con loro.
Inoltre ci sono persone a rischio di carenza di base come quelli conmalnutrizione cronica, gli alcolisti, ostruzione biliare,celiachia,colite ulcerosa,fibrosi cistica, ecc.… 
Il deficit della vitamina K è comunque raro, ma può condurre a problemi di coagulazione e ad  eccessive emorragie, specialmente se si assumono alcuni farmaci che possono ridurre i livelli di vitamina K alterando la funzione epatica o distruggendo la flora intestinale (i normali batteri intestinali) che produce appunto la vitamina K, come per esempio antibiotici, aspirina, farmaci anti-convulsivanti e alcuni sulfamidici.
 
Appare evidente quindi che al giorno d’ oggi, anche se il nostro organismo ne produce una certa quantità, è totalmente insufficiente per i nostri fabbisogni.
 
Particolarmente interessante e ben studiata la relazione tra la vitamina K e un diffuso farmaco anti-trombotico: il Warfarin ( Nome commerciale: Coumadin)
Un recente studio ha dimostrato che nelle donne che assumevano il warfarin (il quale blocca la vitamina K,) c’era un 50% in più di calcificazione delle arterie rispetto alle donne che non assumono questo farmaco e questo effetto patologico si è verificato in meno di un mese. (1)
Tale ricerca ha dimostrato che l’uso a lungo termine di warfarin è stato associato ad una maggiore prevalenza di calcificazione delle arterie.
I pazienti sottoposti a dialisi renale soffrono di grave calcificazione arteriosa tanto che le malattie cardiovascolari che rappresentano quasi la metà di tutti i loro morti. (2)
Uno studio clinico ha esaminato i livelli di vitamina K in pazienti sottoposti a dialisi e i risultati hanno mostrato che il 93% dei pazienti erano a rischio di calcificazione arteriosa.
Questo rischio è stato dimostrato essere ridotta con la supplementazione di vitamina K2. (3)
Nonostante questi dati, il vostro medico (e tantomeno il vostro cardiologo…) non vi consiglierà mai una supplementazione di vitamina K2 e, anzi, di solito la prima cosa che farà è sincerarsi di non farvela prendere perchè interferirebbe con i farmaci!
In realtà con questo articolo vi dimostrerò che un uso razionale e mirato di vitamina K può  proteggere in modo decisivo i nostri tessuti molli dalla calcificazione.
Pressione alta
Quando le arterie sono morbide ed elastiche si espandono prontamente e si contraggono ad ogni battito cardiaco. 

Quando le arterie si induriscono (calcificazione) e perdono l’ elasticità giovanile, c’è un aumento progressivo della pressione sanguigna. (14)

Questo accade perché il cuore è costretto a battere più forte per costringere il sangue nel sistema arterioso sempre più rigido. 

La calcificazione delle grandi arterie in uscita dal cuore (l’aorta) contribuisce a spiegare perché la pressione sanguigna aumenta con l’ età delle persone.

Un segno distintivo di ipertensione a lungo termine è l’allargamento del ventricolo sinistro del cuore (15), che è la camera del cuore che spinge il sangue nell’ aorta da dove viene poi distribuito in tutto il corpo.

L’aumento del carico di lavoro cardiaco causato dalla rigidità aortica (calcificazione) contribuisce a insufficienza cardiaca che affligge il 5% degli italiani (3.000.000 di individui) e più di 5 milioni di americani. (15-17)
Stenosi valvola aortica

Un dilemma affrontato da persone anziane è la progressiva disfunzione della valvola tra il cuore e dell’aorta che si apre e si chiude con ogni battito cardiaco.
Quando la valvola aortica riesce a chiudere completamente, il sangue rigurgita indietro nel ventricolo sinistro del cuore. (18-19)
Senza sostituzione chirurgica / riparazione della valvola aortica, si verifica spesso la morte per insufficienza cardiaca congestizia. (20)
Gli anziani sono chiamati a recuperare pienamente dalla sostituzione della valvola aortica, anche se più recenti tecniche di intra-arteriose stanno diventando disponibili per cui una valvola artificiale viene infilata attraverso l’aorta e cucita in posizione. (21)
Coloro che hanno sostituito con successo le valvole con quelle meccaniche, di solito richiedono terapia anticoagulante e farmaci per tutta la vita, come appunto il Warfarin, che però provoca tutta una serie di effetti collaterali. (22)
Un tempo si pensava che la stenosi aortica era causata da una vita stressante (23), ma è ormai chiaro è che è soprattuttola calcificazione dei lembi valvolari aortici a causare del malfunzionamento della valvola aortica, con infiammazione cronica, elevata glicemia, omocisteina alta e bassi livelli di magnesio. (24-31)
L’omocisteina è un’ aminoacido, (cioè un costituente delle proteine) che se troppo alto nel sangue, diventa un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari (infarto miocardio, ictus), e forse anche per la malattia di Alzheimer, come diversi studi hanno confermato.
Un alto tasso di omocisteina nel sangue (oltre il 12% dei valori normali) aumenta di tre volte il rischio di ictus o infarto cardiaco.

L’iperomocisteinemia è pericolosa anche in menopausa, perché aumenta i rischi cardiovascolari e facilita ed amplifica anche l’osteoporosi.
Per abbassare l’ omocisteina è molto efficace l’ integrazione di acido folico, una vitamina del gruppo B.
Calcificazione delle arterie coronariche

Il blocco delle arterie coronarie che alimentano il muscolo cardiaco richiede enormi quantità di spese ospedaliere ogni anno sotto forma di interventi chirurgici a cuore aperto di bypass coronarico e procedure di inserimento di stent intra-arteriosi.
Lo stent è una struttura metallica cilindrica a maglie che viene introdotta negli organi a lume (cioè gli organi cavi propriamente detti o visceri, come l’intestino, oppure i vasi sanguigni) e viene fatta espandere fino a che il suo diametro è pari a quello del lume.
In questo modo si può, per esempio, ridurre una stenosi, escludere un aneurisma o mantenere libere i visceri.
È interessante notare che, quando un operazione a cuore aperto viene eseguita per sostituire una valvola aortica calcificata, il chirurgo spesso fa anche un bypass sulle arterie coronarie nello stesso paziente. (32)
E’ normale, dato che l’ aterosclerosi coronarica e stenosi della valvola aortica hanno cause sottostanti simili come omocisteina elevata, infiammazione cronica, e calcificazione.(33-36)
La calcificazione gioca un ruolo significativo nell’ accelerazione la formazione della placca aterosclerotica che restringe le arterie coronariche con l’ invecchiamento.
Nei pazienti con malattia coronarica, la calcificazione è presente nel 90% dei casi.(37-38)
Clinicamente, la calcificazione vascolare è ormai accettata come un valido predittore di malattia coronarica (39), eppure la maggior parte dei cardiologi lo usano solo come marker diagnostico (con un test, chiamato punteggio di calcio coronarico) invece di combattere direttamente la causa primaria delle patologie coronariche, cioè le calcificazioni stesse… (40). 
Quali sono le cause delle calcificazione delle arterie?
  
Molti dei fattori di rischio noti che sono alla base dell’aterosclerosi hanno dimostrato di promuovere la calcificazione delle arterie.
Molti di questi sono già noti (e ancora non del tutto completamente accertati in qualche caso) come il colesterolo LDL elevato, omocisteina alta, diabete, insufficienza renale, infiammazione cronica e lo stress ossidativo.(33, 41-55)
Ulteriori contributi calcificazione includono bassi livelli di magnesio (un calcio-antagonista naturale), squilibri ormonali e iperparatiroidismo, che causano eccesso di calcio nel sangue.(56-88)
In realtà uno dei motivi principali per cui il nostro sistema vascolare calcifica con  l’età è invece sicuramente il più sottovalutato in assoluto (e addirittura osteggiato): l’ insufficiente apporto di vitamina K.
Infatti, un basso livello nel sangue di vitamina K2 stimola una proteina nella parete vascolare che lega il calcio nelle arterie, valvole cardiache e altri tessuti molli

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