Giovanni Allevi: Lei è credente?
«Sì, credo in Dio e penso che chiunque svolge una attività artistica o creativa non può non esserlo. Il musicista ha la possibilità di osservare la realtà e di svelare il mistero, di essere travolto da squarci di divino. Io sono solo un compositore, certe valutazioni le lascio ad altri, anche se trovo il cristianesimo assolutamente rivoluzionario per questa divinità che si è fatta uomo, che sentiamo così vicino. Nel mio piccolo sento di potere mettere la gente a contatto con le proprie emozioni più profonde, il che fa bene allo spirito»
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"Ho capito che dove non c’è certezza del futuro, serve vivere con più intensità il presente. Ho strappato alla mia fine una manciata di anni e li voglio vivere come un presente allargato.
Cosa darei oggi per suonare davanti a 15 persone.
I numeri non contano. Perché ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più.
Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo.
Come è liberatorio essere se stessi."
Giovanni Allevi
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