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mercoledì 5 marzo 2025

perché leggere Dostoevskij


Hermann Hesse: perché leggere Dostoevskij

Dobbiamo leggere Dostoevskij quando ci sentiamo a terra, quando abbiamo sofferto sino ai limiti del tollerabile e tutta la vita ci duole come un’unica piaga bruciante e cocente, quando respiriamo la disperazione e siamo morti di mille morti sconsolate. Allora, nel momento in cui – soli e paralizzati in mezzo allo squallore – volgiamo lo sguardo alla vita e non la comprendiamo nella sua splendida, selvaggia crudeltà e non ne vogliamo più sapere, allora, ecco, siamo maturi per la musica di questo terribile e magnifico poetallora, infatti, non siamo più spettatori, non siamo più giudici e degustatori, ma siamo dei poveretti in mezzo a tutti i poveri diavoli dei suoi romanzi, e soffriamo le loro pene, fissiamo anche noi, ammaliati e senza respiro, il vortice della vita, la macina instancabile della morte. E in quei momenti avvertiamo anche la musica di Dostoevskij, il suo conforto, il suo amore, e solo allora sperimentiamo il senso meraviglioso del suo terrificante e spesso così infernale mondo poetico.

Due forze ci afferrano nei suoi libri. La prima è la disperazione, l’accettazione del male, il subire, il non più opporsi alla crudele, sanguinosa durezza e problematicità della natura umana. Di questa morte bisogna morire, quest’inferno deve essere attraversato, se si vuole che anche l’altra voce del maestro, quelle celestiale, giunga fino a noi. La nuda sincerità con cui si confessa che la nostra vita umana è una cosa misera, incerta e forse disperata, è l’indispensabile premessa. Dobbiamo esserci arresi al dolore, abbandonati alla morte, il ghigno infernale della realtà nuda e cruda deve aver raggelato i nostri occhi, prima che si possa essere in grado di accogliere la profondità e la verità dell’altra, della seconda voce.

La prima voce dice di sì alla morte, di no alla speranza, rinuncia a tutti gli abbellimenti, a tutti gli eufemismi concettuali e poetici con cui siamo abituati a lasciarci mascherare i pericoli e le efferatezze dell’esistenza umana da parte di certi piacevoli scrittori. Ma la seconda voce ci indica un elemento diverso dalla morte, un’altra realtà, un’essenza differente: cioè la coscienza dell’uomo. Sia pure, tutta la vita umana, guerra e dolore, bassezza e atrocità: c’è però pur sempre qualcos’altro, la coscienza, ossia la facoltà insita nell’uomo di contrapporsi a Dio. Certo, anche la coscienza ci conduce attraverso il dolore e il terrore della morte, ci porta alla miseria e alla colpa, ma ci fa uscire dall’insopportabile solitudine dell’assurdo, ci mette in contatto col senso delle cose, con la loro essenza, con l’eternità.

[…]

Questi due messaggi li ho sentiti in Dostoevskij quando ero un buon lettore dei suoi libri, cioè nelle ore in cui il dolore e la disperazione mi avevano preparato a capirlo. C’è un artista che mi ha fatto sentire qualcosa di analogo, un musicista che non in ogni momento sono disposto ad amare e ad ascoltare, così come non sempre avrei voglia di leggere Dostoevskij. È Beethoven. Egli ha quella conoscenza della felicità, della saggezza e dell’armonia, che però non si trovano lungo facili sentieri, ma lampeggiano a tratti lungo la via che costeggia l’abisso, che non si colgono sorridendo, ma solo tra le lacrime ed esausti dal dolore.

Questo testo è un estratto dai “Saggi – Poesia scelte”  di Hermann Hesse, edito da Mondadori nella traduzione di Italo Alighiero Chiusano

martedì 4 marzo 2025

La poesia

La poesia 

Direi, con modestia, che la poesia è una combinazione di vocali e di consonanti. Una combinazione nella quale è entrata una luce, e dal grado di questa luce che si riconosce la verità della poesia. Quando la poesia è poesia, raggiunge l’irraggiungibile, mette a contatto le parvenze con la sola realtà, che è la realtà eterna”. 

 Giuseppe Ungaretti,

domenica 2 marzo 2025

Quando ti accorgerai

 UNA PREDIZIONE AGGHIACCIANTE 

Il 2 febbraio 1905 nacque a San Pietroburgo la filosofa e scrittrice statunitense di origine russa Alissa Zinovievna, più conosciuta nel mondo della letteratura come Ayn Rand.

E disse:


"Quando ti accorgerai che per produrre devi ottenere il permesso di chi non produce nulla;

quando vedrai che il denaro fluisce verso chi non traffica in beni, ma in favori;

quando percepirai che molti diventano ricchi grazie alla corruzione e alle influenze più che al loro lavoro, e che le leggi non ti proteggono da loro ma, al contrario, proteggono loro da te;

quando scoprirai che la corruzione viene premiata e l’onestà diventa un sacrificio personale, allora potrai affermare, senza timore di sbagliare, che la tua società è condannata."

sabato 1 marzo 2025

prima di tutto ama l'uomo.

 Non vivere su questa terra 

come un estraneo

e come un vagabondo sognatore.

Vivi in questo mondo

come nella casa di tuo padre:

credi al grano, alla terra, al mare,

ma prima di tutto credi all'uomo.

Ama le nuvole, le macchine, i libri,

ma prima di tutto ama l'uomo.

Senti la tristezza del ramo che secca,

dell'astro che si spegne,

dell'animale ferito che rantola,

ma prima di tutto senti la tristezza 

e il dolore dell'uomo.

Ti diano gioia

tutti i beni della terra:

l'ombra e la luce ti diano gioia,

le quattro stagioni ti diano gioia,

ma soprattutto, a piene mani,

ti dia gioia l'uomo!


Nazim Hikmet, uno dei maggiori poeti turchi del 900, Poesie d' amore 1923/1962

persone medicina

 Persone medicina

Nonna le chiamava "persone medicina"Diceva che ci sono persone che quando le guardi guarisciChe appena le senti calmano i battitiAggiustano i polsiTi aprono le persiane del cuore e fanno entrare la luce veraQuella del solePersone che con un abbraccio ti fermano la tachicardia di dentro,quella che per notti e annihai collezionato a colpi di ansieche nemmeno ti appartenevano.Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhiCamomilla nello sguardoChe tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieriE dopo averle incontrate anche i sogni diventano più pulitiDopo averle incontrate pure i sogni sognano meglioDiceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi doloriChe non hanno paura di abbracciarti i traumiChe sanno dove metterti dentro le parole giustePersone che hanno imparato a frequentare così bene il soleChe sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramontoNonna le chiamava "persone medicina"Diceva che ci sono persone che quando le guardi guarisciA detta sua le uniche persone da frequentareA detta sua le uniche persone da diventare
Fonte: LyricFind
Compositori: Giovanni Giancaspro / Tommaso Sgarbi