Ecco l’interstizio, il nuovo organo tra i più grandi
del corpo umano
***
di Cristina Marrone
Si
profila una rivoluzione per l’atlante dell’anatomia umana. È stato infatti
identificato (e riconosciuto come organo a sé) l’interstizio (nome scientifico
interstitium) tra i più grandi del corpo umano: si trova diffuso in tutto
l’organismo, sotto la pelle e nei tessuti che rivestono l’apparato digerente, i
polmoni, i vasi sanguigni e i muscoli. È formato da cavità interconnesse piene
di liquido e sostenute da fibre di collagene ed elastina. Agisce come un vero e
proprio ammortizzatore, ma la sua presenza potrebbe spiegare anche molti
fenomeni biologici come la diffusione dei tumori, l’invecchiamento della pelle,
le malattie infiammatorie degenerative e perfino il meccanismo d’azione
dell’agopuntura.
Promosso a nuovo organo
A
indicarlo è lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports
dall’Università di New York e dal Mount Sinai Beth Israel Medical Centre. I
ricercatori, mediante una particolare tecnica, hanno visualizzato questa nuova
struttura anatomica che tiene insieme i vari distretti corporei. Per decenni
l’interstizio è stato etichettato come semplice «tessuto connettivo» ed è
rimasto «invisibile» nella sua complessità a causa dei metodi usati per
esaminarlo al microscopio, che lo facevano apparire erroneamente denso e
compatto. Ora invece ha conquistato una sua nuova dignità, tanto da essere
promosso nuovo organo. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports.
La tecnica con cui è
stato osservato l’interstizio
La
vera natura dell’interstizio è stata osservata per la prima volta grazie ad una
nuova tecnica di endomicroscopia confocale laser, che consente di vedere al
microscopio i tessuti vivi direttamente dentro il corpo, senza doverli
prelevare e poi fissare su un vetrino. Impiegata su alcuni pazienti malati di
tumore che dovevano essere sottoposti a chirurgia per rimuovere pancreas e
dotto biliare, la tecnica ha permesso di osservare la reale struttura
dell’interstizio, che è stato poi riconosciuto anche in tutte le altre parti
del corpo sottoposte a continui movimenti e pressioni. «Questa scoperta ha il
potenziale per determinare grandi progressi in medicina, inclusa la possibilità
di usare il campionamento del fluido interstiziale come potente strumento
diagnostico», spiega Neil Theise, docente di patologia all’Università di New
York.
La diffusione dei tumori
Il
continuo movimento di questo fluido potrebbe spiegare perché i tumori che
invadono l’interstizio si diffondono più velocemente nel corpo: drenato dal
sistema linfatico, questo sistema di cavità interconnesse è la «sorgente» da
cui nasce la linfa, vitale per il funzionamento delle cellule immunitarie che
generano l’infiammazione. Inoltre, le cellule che vivono in questi spazi e le
fibre di collagene che li sostengono cambiano con il passare degli anni e
potrebbero contribuire alla formazione delle rughe, all’irrigidimento delle
articolazioni e alla progressione delle malattie infiammatorie legate a
fenomeni di sclerosi e fibrosi. Il reticolato di proteine che sostiene
l’interstizio, infine, potrebbe generare correnti elettriche quando si piegano,
seguendo il movimento di organi e muscoli, e per questo potrebbe giocare un
ruolo nelle tecniche di agopuntura.
Nessun commento:
Posta un commento