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sabato 20 agosto 2022

Il nichilismo

 ✍️💭UMBERTO GALIMBERTI: IL NICHILISMO E I GIOVANI


 “I giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive ed orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. [...] Bisogna educare i giovani a essere se stessi, assolutamente se stessi.


Questa è la forza d'animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la propria ombra. Di forza d'animo hanno bisogno i giovani soprattutto oggi perché non sono più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell'esistenza e incerta s'è fatta la sua direzione. [...]


Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell'alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita.”


UMBERTO GALIMBERTI, Il nichilismo e i giovani

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Non si devono regalare ai bambini le cose in qualsiasi momento,

"Non si devono regalare ai bambini le cose in qualsiasi momento, quando compiono gli anni, quando è Natale, quando è Pasqua, quando sono promossi… I giocattoli stanno al posto delle parole mancate.


Perché i padri tendono a non parlare tanto con i bambini perché si annoiano. Le madri parlano con i bambini, ma parlano ad un livello fisico: “Sei sudato?” “Stai attento.” “Hai la febbre?” Mai che facciano una domanda psicologica sul tipo: “sei felice?” che il bambino resterebbe anche sconcertato rispetto alla improbabilità che arrivi una domanda del genere. 


Adesso poi ci sono i telefonini, gli Ipad, che vengono letteralmente consegnati a loro in modo tale che stanno tranquilli. Ci si siede a tavola, si ordina e poi nell’attesa genitori e figli tutti con il telefonino. Una sorta di solitudine di massa: negazione totale della relazione sociale. Perché non si devono chiamare “social” quelle cose lì, ma si devono chiamare “solitudine di massa”. Colui che interagisce con me deve avere un corpo davanti a me e non semplicemente un’immagine."

 Umberto Galimberti

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