« Considero pieno di pericoli il passaggio dell’umanità dalla sfera naturale alla tecnosfera: si tratta di un processo forse irreversibile che minaccia di accelerare grandemente nel XXI secolo. Il progresso tecnologico che per secoli si è sviluppato divorando ampie porzioni delle risorse della natura, ora lo fa a spese della cultura e dell’uomo. L’uomo che è sempre stato compartecipe, se non facitore della storia, diventa una scheggia del progresso tecnologico, i cui clamorosi successi eclissano il valore della persona in quanto tale. Il nostro mondo interiore, un tempo più abituato alla concentrazione e al lavorio del pensiero, e che già avevamo abbastanza trascurato, ora è invaso da un esorbitante profluvio di vacue informazioni. Questa marea riduce sempre più la presenza dell’elemento spirituale, fino alla sua completa scomparsa in molti soggetti. L’uomo da tipo “storicoculturale” si sta sempre più mutando in tipo “tecnogeno”. Questa profonda trasformazione psicologica è foriera per l’umanità di una minaccia mortale: perdere se stessa »: Aleksandr Solženicyn, Che cosa ci preoccupa di più alla fine del secondo millennio?, in Ritorno in Russia, Marsilio, Venezia, 2019, pag. 87.
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