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venerdì 1 dicembre 2023

SAN CHARLES DE FOUCAULD

 SAN CHARLES DE FOUCAULD, sacerdote


« … Charles de Foucauld meditando davanti al Bambino Gesù, nel periodo natalizio 1897-1898, il brano del Vangelo di san Matteo proclamato in questa domenica, mantenne l'obbligo assunto - da coloro che li hanno ricevuti -  di fare fruttificare i talenti: «Noi saremo chiamati a rendere conto di tutto ciò che abbiamo ricevuto... E poiché ho ricevuto tanto, molto mi sarà chiesto! Se ho ricevuto molto di più della maggior parte degli uomini... la conversione, la vocazione religiosa, La Trappe, la vita di eremita, Nazaret, la comunione quotidiana e tante altre grazie, molto mi sarà chiesto...».


La beatificazione di Charles de Foucauld ne è la conferma: guidato veramente dallo Spirito di Dio, seppe mettere a frutto i numerosi “talenti” ricevuti e, corrispondendo felicemente alle ispirazioni divine, seguì un cammino veramente evangelico sul quale attirò migliaia di discepoli.


Il Santo Padre Benedetto XVI ha ricordato recentemente che «possiamo riassumere la nostra fede in queste parole: Iesus Caritas, Gesù Amore», che sono proprio le parole che Charles de Foucauld aveva scelto come motto per esprimere la sua spiritualità.


La vita avventurosa e affascinante di Charles de Foucauld offre una prova convincente della verità di queste parole del Sovrano Pontefice. Possiamo, infatti, facilmente scoprire una sorta di filo rosso che, attraverso tutti i cambiamenti e tutte le evoluzioni, penetra fino in fondo nell'esistenza di fratel Charles; come scriveva il padre Huvelin al padre abate di Solesmes nel 1889: “fa della religione un amore”.


Lo stesso Carlo rivelò così, a un compagno di liceo rimasto agnostico, quello che definì «il segreto della mia vita»: «L'imitazione è inseparabile dall'amore... Ho perso il cuore per questo Gesù di Nazaret crocifisso millenovecento anni fa e passo la vita cercando di imitarlo per quanto mi consente la mia debolezza".


Nella corrispondenza con Louis Massignon, possiamo analizzare la libertà che Carlo acquistò nel suo modo di imparare ad amare: "L'amore di Dio, l'amore del prossimo... Questa è tutta la religione... Come ci si arriva? non in un giorno poiché è essa stessa la perfezione: è la meta alla quale dobbiamo sempre tendere, alla quale dobbiamo costantemente avvicinarci e che soltanto in cielo raggiungeremo». 


Già nel 1882 troviamo la celebre frase di Mt 25 che tanto spesso cita e che lo accompagna fino alla meditazione finale del 1916, quando traccia un parallelo tra la presenza eucaristica e la presenza negli ultimi:


«Credo che non vi sia parola del Vangelo che mi abbia colpito più profondamente e trasformato la mia vita più di questa: “Tutto quello che farete a uno di questi piccoli, l’avete fatto a me”. Se consideriamo che queste parole sono quelle della Verità increata, quelle della bocca che ha detto 'questo è il mio corpo... questo è il mio sangue', con quale forza siamo portati a cercare e ad amare Gesù in “questi piccoli”, questi peccatori, questi poveri”.


Charles de Foucauld ha avuto un influsso notevole sulla spiritualità del XX secolo e resta, all'inizio del terzo millennio, un riferimento fecondo, un invito ad uno stile di vita radicalmente evangelico […]


Accogliere il Vangelo in tutta la sua semplicità, evangelizzare senza voler imporre, testimoniare Gesù nel rispetto delle altre esperienze religiose, riaffermare il primato della carità vissuta in fraternità, sono solo alcuni degli aspetti più importanti di un patrimonio prezioso che ci incoraggia a far consistere la nostra vita, come quella del beato Carlo, nel “gridare il Vangelo dai tetti… gridare che siamo di Gesù”. » 

( Omelia del Card. Jose’ Saraiva Martins, S. Messa di Beatificazione - 13/11/2005)

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