CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


martedì 31 marzo 2015

Da ideatore delle perversioni più spinte a fan di Joseph Ratzinger. Parla lo sceneggiatore di Basic Instinct


Da ideatore delle perversioni più spinte a fan di Joseph Ratzinger.
Parla lo sceneggiatore di Basic Instinct

Joe Eszterhas fu lo sceneggiatore di Basic Istinct e di altri film. La rivista "Time" lo incoronò il re del sesso e della violenza in America.

«Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre». Non sembri fuori luogo questa pur sentimentale citazione del profeta Geremia riferita ad un convertito che di sensualità spinta e “dannata” ne ha dispensata a piene mani per decenni. Un uomo che ha scritto decine di film sexy e tutt’altro che edificanti e che oggi va a messa regolarmente. L’autore di alcune delle scene di sesso più celebri e celebrate di Hollywood, con protagonista la languida Sharon Stone, adesso elogia Benedetto XVI e vorrebbe fare un film su Giovanni Paolo II.
Classe 1944, nato in Ungheria, Joe Eszterhas è cresciuto in un campo di profughi gestito dagli Alleati, da bambino emigrò negli Stati Uniti e oggi risiede a Cleveland. Il suo nome ai più non dice granché. Pochi sanno che il ragazzino scappato dall’Europa è stato direttore della celebre rivista Rolling Stone e sceneggiatore di film quali Basic Instinct, Showgirls, Jagged Edge e oggi è un fervente cattolico. Un bel salto, quello dalla trasgressione alla fede, raccontato da Eszterhas in Crossbearer. A Memoir of Faith. CNon vi annoierete a leggerlo – scrive il liberal New York Times – anzi potreste anche commuovervi».
«Non mi sono precisamente convertito al cattolicesimo, visto che alla nascita ero stato battezzato come cattolico» spiega Eszterhas a Tempi
.«La mia “conversione” ha a che fare con la scoperta di Dio nel mio cuore. Dalla primavera del 2001 ho iniziato a frequentare di nuovo la chiesa della mia infanzia». Paradosso vuole che la vicenda che allontanò tempo fa Eszterhas dalla fede sia la stessa che lo ha riavvicinato a Cristo. La sofferenza della madre – malata mentale e deceduta per un cancro – rese il giovane Joe alieno dal cristianesimo; a 12 anni inizia a fumare, a 14 a bere tequila e presto diventa un alcolizzato precoce. La professione di reporter di cronaca nera a Cleveland lo mette di fronte al lato più dark dell’umanità. L’abisso in cui sta precipitando si arricchisce tragicamente di un dato terribile quando scopre che il padre, direttore di un giornale cattolico ungherese, aveva fatto propaganda per i nazisti durante la Seconda guerra mondiale. «Non sono mai riuscito a perdonarlo davvero, se non quando Dio è entrato nel mio cuore» racconta Eszterhas.
L’incontro con l’Onnipotente ha una data precisa: 2001. Lo sceneggiatore di successo di Hollywood – 16 film scritti che hanno incassato in totale oltre 1 miliardo di dollari al botteghino – scopre di avere un tumore alla gola; in un’operazione chirurgica gli viene asportato l’80 per cento della laringe e gli viene imposto di smettere di bere e fumare. «I medici mi dissero che se non l’avessi fatto sarei morto. Ma io non volevo morire. Adoravo mia moglie e i miei figli (Joe ne ha 7, 4 avuti con l’attuale consorte Noemi, ndr). Gridai e chiesi a Dio di aiutarmi. Non avevo pregato da quando ero ragazzo: avevo ignorato Dio per quarant’anni e mi misi a chiedergli aiuto in quel momento. Mi ci volle un po’ di tempo per capire che Dio mi venne in aiuto perché mi ama. Perché, anche se non ci rendiamo conto che egli ci vuole bene, lui ci ama, ama tutti noi». Per Joe la scoperta di Dio prende provvidenzialmente i colori della guarigione improvvisa: «Dopo aver pregato 5 o 10 minuti, mi alzai e mi sentii meglio. Il chirurgo che mi aveva operato, Marshall Strome, mi disse che ero stato miracolato. I tessuti della mia gola si erano rigenerati in maniera così perfetta che nessun dottore, esaminandoli, avrebbe mai pensato che avessi avuto un tumore lì». Inizia una seconda vita per il creatore delle sceneggiature messe su pellicola dal regista Paul Verhoeven: «Ho grande rispetto per papa Benedetto XVI», svela Eszterhas a Tempi. «Credo sia un santo, un intellettuale, un uomo di pace e di buona volontà. Giovanni Paolo II? Prima di morire voglio scrivere un film su come ha sconfitto il comunismo e ha cambiato il mondo».

La svolta pro famiglia
Ma nel dorato mondo di Hollywood c’è spazio per Dio? «Certo! Adesso la mia più grande battaglia è convincerne gli studios», risponde lo scrittore magiaro-americano, che sta sponsorizzando prodotti «pro famiglia» e religiosamente orientati nel panorama cinematografico statunitense. Per Eszterhas guida spirituale in questo cammino di conversione è stato il monaco yankee Thomas Merton, un altro convertito dopo alcune esperienze comunistoidi: «Amo Merton perché quando scrive colpisce sempre il nostro punto debole. Egli conosce il mondo perché ha vissuto come un uomo tutto d’un pezzo. Il suo essere monaco non l’ha distanziato dal mondo reale». Cosa rende per lei il cattolicesimo così avvincente? «Sebbene abbia ancora alcune questione aperte con la Chiesa – la crisi per lo scandalo della pedofilia, il suo atteggiamento ipocrita verso l’omosessualità, il celibato dei preti, la mancanza di donne-prete – ebbene, è l’Eucaristia, il corpo e sangue di Cristo che qui si possono toccare, ciò che mi rende ogni giorno cattolico», spiega. «Credo poi che molti progressi sono stati fatti per risolvere il dramma della pedofilia che ha lordato la Chiesa».
Il passato ogni convertito se lo porta come bagaglio di esperienze e di trascorsi attraverso i quali ha (ri)scoperto la potenza di Dio: lei come vede la sua produzione hard così lontana dalla bellezza pura del Vangelo? Instinct è uno dei 16 film che ho scritto. È uno dei più
«Basic cupi, altre mie produzioni sono molto più luminose. Lo scrissi in un periodo di grande buio nella mia vita e penso che rifletta molto bene tutto questo. Però sono orgoglioso di quel film e del grande divertimento che procurò a milioni e milioni di persone in giro per il mondo. Comunque, conosco così bene il buio e il male che non escludo di scriverne ancora nelle mie opere. Però non vedo l’ora di raccontare cose più belle e positive visto che oggi la mia mente è più serena e pacificata». Joe, talvolta, fa il chierichetto nella sua parrocchia, la chiesa dei Santi Angeli a Bainbridges, sobborgo di Cleveland: «Mi commuovo quando porto la croce perché mi sento onorato di farlo. È come se stessi portando Cristo sulla croce».   

da: L'ultima seduzione di Joe www.tempi.it

Nessun commento: