Chi è Maggie Gobran, la “Madre Teresa” del Cairo e dei ventuno copti uccisi dall’Isis
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aprile 19, 2015
Benedetta Frigerio
Manager di successo, venticinque
anni fa lasciò tutto «per rispondere a Dio» e dedicarsi ai bisognosi.
«Sono felice di essere madre di questi martiri. È un onore»
«I MIE FIGLI MARTIRI». Tredici di loro erano stati educati da questa donna, soprannominata la “madre Teresa del Cairo” o “mamma Maggie”, come la chiamano i 30 mila bambini poveri di cui si occupa da oltre un quarto di secolo. Intervistata da Fox News, Maggie ha raccontato che «sì ho mangiato con loro, ho pregato con loro, ho giocato con loro, ho pianto con loro, ho studiato con loro» e alla notizia della decapitazione «all’inizio eravamo tutti molto tristi e piangevamo. Poi il presidente ha annunciato sette giorni di lutto nazionale e in meno di tre giorni tutte le famiglie hanno cominciato a festeggiare, perché questi uomini non hanno rinnegato la loro fede. E noi siamo orgogliosi. Sono martiri in cielo. Sono felice di essere madre di questi martiri. È un onore».
IL SEGRETO DELLA FEDE. Nel 1989 fondò l’associazione Stephen’s Children, che oggi assiste circa 30 mila bambini all’anno tramite 90 centri, fra cui asili, scuole, servizi medici ed educativi per le famiglie. Nonostante i pericoli in un paese a maggioranza islamica, questa missionaria non fa segreto dello scopo della sua opera: «Portare Cristo ai poveri». «Non hanno pane, non hanno cibo, sono affamati ogni giorno – ha spiegato – ma cercano sopratutto amore e rispetto. Sono nudi, senza vestiti, ma sopratutto sono privi di dignità. Per questo siamo lì fra loro. E per questo cambiano. È un’esperienza di cambiamento di vita. Così anche se sono poveri sono ricchi dentro». Perché quando «dai gioia a qualcuno, le vite cambiano. Si fanno diventare ricchi i poveri, più generosi i ricchi verso i poveri, si rendono forti i deboli e i falliti speranzosi». È sempre da questo amore vivo, secondo mamma Maggie, che hanno tratto forza i martiri copti. Come ha chiarito alla giornalista che le domandava da dove le vittime avessero preso il coraggio di non rinnegare la fede: «L’hanno preso da Lui, essendo stati toccati dall’amore vero che ti fa credere in Dio. Credendo i Lui sai che vivrai per sempre».
IL BENE NASCOSTO. Ai suoi bambini Maggie insegna a non avere paura di chi uccide: «Quando sei dalla parte della verità ti senti forte, ogni istante». Secondo lei anche l’immagine del martirio mostra «questa verità», visto che gli assassini con i volti coperti «temevano di mostrarsi al mondo, mentre gli altri avevano un’identità chiara e non hanno avuto timore, sapendo che andavano da Lui per sempre».
Così sono morti quei copti che Maggie aveva guardato come tutti i suoi poveri: «Vedo Gesù in ogni bambino – ha detto in più occasioni -. Questa è la nostra missione, dire a tutti che sono amati da Gesù». Per lei ogni giorno è come rivivere quello che accadde a Maria sotto la croce: «“Questa è tua madre”, così ogni bambino bisognoso diventa mio figlio. Non è facile guardare tuo figlio mentre soffre tanto».
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