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giovedì 2 agosto 2018

Sclerosi multipla



Svolta epocale nella cura della sclerosi multipla ad opera del cardiochirurgo italiano Salvatore Spagnolo

Colloquio col cardiochirurgo Salvatore Spagnolo

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a cura di Marcello Silvestro

Presentati al Congresso Mondiale di Cardiochirurgia, tenutosi ad Osaka il 6 e il 7 giugno 2018, i risultati della StenoSclero©Research del cardiochirurgo Salvatore Spagnolo.
La sperimentazione, condotta dal 2011, ha evidenziato la stretta correlazione tra la stenosi delle vene giugulari e le malattie neurodegenerative: sclerosi multipla, morbo di Parkinson, sindrome di Meniere.
L'intervento chirurgico di plastica di allargamento delle vene giugulari, ideato dal cardiochirurgo Salvatore Spagnolo con tecnica di microchirurgia, ferma il progredire delle malattie e, in casi selezionati, ha prodotto un miglioramento clinico notevole e costante con recupero di una buona qualità della vita e con assenza di recidiva remota.
Documentati casi di persone costrette su sedia a rotelle che hanno ripreso a camminare dopo il trattamento.
Video. Testimonianza paziente

Ne parliamo direttamente col cardiochirurgo Salvatore Spagnolo per capire di cosa si tratta.

Quando si parla di sclerosi multipla, l'àmbito di studio riguarda i neurologi e la medicina farmacologica. Lei, invece, è un cardiochirurgo. Qual è il rapporto tra neurologia e chirurgia delle vene? Come mai la circolazione delle vene cerebrali è ancora poco conosciuta? 
Come cardiochirurgo, la conoscenza del sistema venoso è basilare. La circolazione venosa comprende il sistema cavale superiore, che drena il sangue della parte superiore del corpo, il sistema cavale inferiore, che drena il sangue della parte inferiore del corpo, e la rete venosa del cervello e del midollo.
La carenza di mezzi tecnici necessari per lo studio della rete venosa, che è nascosta dalla scatola cranica e dalla colonna vertebrale, è la causa principale della sua poca conoscenza.
Video. Testimonianza paziente

Fino a cento anni fa, le vene erano considerate come dei semplici condotti che trasportavano il sangue con poco ossigeno dal cervello al cuore.
Con l'avvento dell'Angiografia, della Risonanza Magnetica e dell'Ecografia, le conoscenze sull'anatomia e sulla funzione del circolo venoso sono aumentate progressivamente.
Ora sappiamo che le vene svolgono un ruolo fondamentale nella nutrizione delle cellule nervose e nel mantenere costanti la circolazione e le pressioni cerebrali in qualunque posizione del corpo.
A tutt'oggi, sono poco conosciute e studiate le possibili correlazioni tra molte malattie del cervello e le stenosi del sistema venoso.
L'ampia esperienza da me maturata nel trattamento delle stenosi della vena cava superiore e dei suoi rami principali, mi ha fatto comprendere, invece, il ruolo fondamentale che la circolazione venosa riveste nelle patologie neurodegenerative del cervello.
Nelle sindromi cavali superiori, le ostruzioni di queste vene causano disturbi neurologici a gravità progressiva e, se non si provvede alla loro disostruzione, il paziente può sviluppare lesioni cerebrali irreversibili.
Video. Testimonianza paziente

Quali sono le caratteristiche che differenziano la circolazione venosa generale da quella cerebrale? 
Studi autoptici e controlli angiografici hanno evidenziato che le vene cerebrali e midollari non hanno valvole al loro interno - al contrario delle altre vene - e che sono collegate tra loro a costituire un condotto unico. Questo condotto è in comunicazione all'estremo superiore con il circolo venoso della parte superiore del corpo mentre all'estremo inferiore è collegato con le vene della parte inferiore.
Video. Testimonianza paziente

Questo significa che il circolo venoso del cervello è dotato della possibilità di arrivare al cuore attraverso due vie? 
Non solo, ma, per l'assenza di valvole, il sangue del circolo venoso del cervello e del midollo può fuoruscire dal cervello con molta facilità e defluire in qualunque altra parte del corpo umano. Quando siamo in posizione eretta, il sangue arriva al cuore prevalentemente attraverso le vene del midollo; quando siamo in posizione supina, si scarica prevalentemente attraverso le vene del cervello.
Attualmente, la letteratura scientifica ritiene che se vi è un ostacolo nelle vene del sistema cavale superiore, il sangue delle vene cerebrali inverte costantemente la sua direzione di flusso.
Invece, i nostri studi hanno riscontrato un comportamento totalmente diverso.
Video. Testimonianza paziente

Quali sarebbero questi nuovi comportamenti riscontrati? 
Noi, partendo dal presupposto che le vene cerebrali e midollari sono direttamente collegate a quelle della circolazione generale, abbiamo ipotizzato che, nelle stenosi a carico del sistema cavale superiore, è tutto il circolo venoso sopra la stenosi che inverte la sua direzione di flusso e si dirige nelle vene del cervello e del midollo.
Dall'angiografia di un nostro paziente - di sèguito riportata - si vede chiaramente che il liquido di contrasto iniettato al di sopra del punto di stenosi, invece di scendere verso il cuore, inverte la sua direzione di flusso e sale verso il cervello ed il midollo.
Video. Evidenza angiografica. La stenosi a carico del sistema cavale superiore provoca l'inversione di flusso del sangue venoso verso il cervello ed il midollo

Quali sono le conseguenze di questa sua ipotesi? 
Sono gravissime e vi spiego il perché. Oggi si ritiene che, nelle sindromi cavali superiori, il sangue proveniente dalle vene del capo, del collo e degli arti superiori scenda regolarmente verso il cuore. Noi abbiamo dimostrato, angiograficamente, che il sangue venoso, invece di scendere verso il cuore, inverte la sua direzione di flusso e si scarica nelle vene cerebrali.
Ciò vuol dire che, se in questi pazienti è presente un'infezione del cavo orale o della gola, batteri o virus possono, con facilità, essere trasferiti nel cervello con gravi conseguenze.

Quali sarebbero queste conseguenze? 
La conseguenza principale è che vi è un contatto diretto tra il sangue della circolazione generale e la circolazione cerebrale. Pertanto, nel cervello si verifica non solo un sovraccarico di volume ematico ma anche il possibile trasferimento di batteri e virus; si supera, così, la barriera ematoencefalica che evita il contatto tra le due circolazioni. Il continuo passaggio di sangue tra un sistema venoso e l'altro potrebbe essere alla base dell'insorgenza di molte malattie neurodegenerative, tra cui la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson. 
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Fotografia. Paziente in stato precomatoso


Come mai, ancor'oggi, si ignora l'importanza della circolazione venosa? 
Attualmente, l'attenzione della ricerca scientifica ed il trattamento medico sono focalizzati sullo studio e sula guarigione delle placche attive presenti nel cervello e nel midollo.
Noi abbiamo ipotizzato che in queste patologie è l'intero sistema cervello - midollo a essere coinvolto nel processo morboso e che la causa principale è legata a una stenosi delle vene del sistema cavale, soprattutto alle stenosi delle vene giugulari e azygos. 
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Fotografia. Paziente dopo l'intervento chirurgico


Quali sono gli attuali presìdi terapeutici della malattia? 
Attualmente, l'attenzione sia della ricerca sperimentale che del trattamento farmacologico è rivolta alla guarigione delle placche attive.
Noi riteniamo che una delle cause principali della degenerazione del tessuto nervoso sia legata alla stenosi delle vie di deflusso del sangue dal cervello ed abbiamo messo a punto una nuova tecnica nel trattamento della stenosi.
Questa tecnica consiste nell'aprire per il lungo la vena nel tratto stenotico e nell'ampliarla mediante un patch di allargamento o in vena safena o in tessuto pericardico.
La pervietà immediata e a distanza di cinque anni è del 96% su 125 casi operati.
Io spero che, nel futuro prossimo, una sinergia tra mondo neurologico e quello cardiochirurgico permetterà di trattare questi pazienti prima che la patologia diventi gravemente invalidante.


Salvatore Spagnolo, cardiochirurgo di chiara fama, è ideatore della tecnica di inversione della circolazione del sangue nelle arterie polmonari per il trattamento dell'embolia polmonare massiva che, prima della tecnica, aveva esito quasi sempre fatale.
Ha messo a punto una nuova tecnica chirurgica nel trattamento degli aneurismi della radice aortica e dell'aorta ascendente. Tale tecnica si basa sul concetto di non sostituire la parete aortica aneurismatica ma di ripristinarne la normale configurazione anatomo-funzionale mediante una plastica ricostruttiva della parete e,successivamente, stabilizzarla mediante l'applicazione, all'esterno, di una nuova parete in pericardio. Con questa tecnica, sono stati operati, finora, 600 pazienti.
Dal 1980 a oggi, ha eseguito, come primo operatore, oltre 25.000 interventi di cardiochirurgia, comprendenti tutte le patologie cardiovascolari dell'adulto.
Per primo, nel 1986, ha sostituito l'arco aortico in età pediatrica. Per questo intervento, gli fu conferito, dal Presidente della Repubblica, il Premio 'I numeri uno'.
Dal 1990, ipotizzando come causa principale di occlusione dei bypass coronarici la formazione di una nuova stenosi coronarica legata alla stessa tecnica operatoria utilizzata, ha introdotto la microchirurgia nell'intervento di bypass coronarico, utilizzando il microscopio operatore. Con tecnica microchirurgica, sono stati operati consecutivamente 4.600 pazienti. Con questa tecnica è migliorata notevolmente la percentuale di pervietà dei bypass con vena safena. La microchirurgia ha reso operabili i pazienti con coronarie di piccolo calibro, destinati al trapianto cardiaco. Con l'utilizzazione del microscopio operatore, è stato possibile, inoltre, ricostruire le coronarie nei pazienti con malattia coronarica diffusa o con stenosi multiple.
È stato autore o collaboratore di circa 120 lavori scientifici.
È stato Direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia del Policlinico di Monza (Mi).
Attualmente, è corresponsabile presso la clinica ICLAS di Rapallo (Ge).

Marcello Silvestro, architetto, Ph.D. in Gestione della Qualità, è, attualmente, direttore della rivista archimagazine

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