Ecco come sono nati i portici a Bologna
Bologna è la città più porticata al mondo. Ma come e quando hanno avuto origine i suoi celebri portici? Scopriamolo insieme
Bologna è la città dei portici per antonomasia. Nel capoluogo felsineo, i porticati misurano complessivamente più di 38 chilometri, contando solo quelli nel centro storico, che arrivano a 53 km se si aggiungono quelli fuori porta.
Non esiste al mondo una città più porticata di Bologna. Per la loro importanza artistico-culturale, i portici bolognesi sono stati inseriti nel 2006 nella “Tentative List” italiana dei siti candidati a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Qui troviamo portici da record, a partire da quello di San Luca, che con i suoi 3.796 metri di lunghezza e le sue splendidi 666 arcate è il più lungo del mondo.
Non esiste al mondo una città più porticata di Bologna. Per la loro importanza artistico-culturale, i portici bolognesi sono stati inseriti nel 2006 nella “Tentative List” italiana dei siti candidati a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Qui troviamo portici da record, a partire da quello di San Luca, che con i suoi 3.796 metri di lunghezza e le sue splendidi 666 arcate è il più lungo del mondo.
Ma come sono nati i portici che hanno reso il capoluogo felsineo famoso in tutto il mondo? La prima testimonianza di questo straordinario patrimonio architettonico risale all’anno 1041. L’Università di Bologna attirava in città moltissimi studenti e accademici, ma il forte incremento della popolazione era dovuto anche all’immigrazione dalle campagne vicine.
Ben presto, si dovette far fronte ad una vera e propria emergenza abitativa, e si sentì l’esigenza di inventarsi un nuovo spazio urbano. Così, i cittadini decisero di aumentare la cubatura delle proprie case, ampliando i piani superiori con la creazione di sporti in legno sorretti dal prolungamento delle travi portanti del solaio e, in caso di forte sporgenza, da mensole dette “beccadelli”. Con il passare del tempo, gli sporti aumentarono in grandezza, per cui fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso, che ne impedissero il crollo. Fu così che nacquero i portici.
Da subito i bolognesi compresero la grande utilità di queste opere architettoniche, che offrivano riparo dal sole e dalle intemperie, permettendo a cittadini e turisti di attraversare la città con qualsiasi condizione atmosferica. I portici favorirono anche l’espansione di attività commerciali e artigiane, oltre a rendere più abitabili i pianterreni, isolandoli dalla sporcizia delle strade.
Nel 1288, il Comune di Bologna stabilì che tutte le case nuove dovessero essere costruite con il portico in muratura, mentre quelle già esistenti che ne fossero state prive erano tenute ad aggiungerlo. Tuttavia, nella città felsinea sopravvivono oggi ben otto portici in legno. Di questi, un celebre esempio è Casa Isolani, in strada Maggiore, risalente al XIII secolo, insieme all’elegante Casa Grassi in via Marsala e a Casa Rampionesi, in via del Carro. Risalgono invece al Trecento Casa Azzoguidi-Rubini, in via S.Niccolò, Casa Seracchioli al principio di via S.Stefano, fino all’ex orfanotrofio di via Begatto, mentre il più giovane portico ligneo è quello di via Gombruti 17, realizzato nel XV secolo.
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