«Amare la vita più del senso della vita?
E non piangerò per disperazione, ma solo perché versare quelle lacrime mi farà felice. Mi inebrierò della mia stessa commozione. Le vischiose foglioline di primavera, il cielo azzurro: ecco ciò che amo! Qui non c'entrano né l'ingegno né la logica, qui si ama con le viscere, con i primi impulsi giovanili... Comprendi qualcosa, Aleska, di tutto questo guazzabuglio, o no?» Ivàn scoppiò in una risata improvvisa.
«Capisco anche troppo: si ha voglia di amare con le viscere e con il ventre e tu l'hai detto benissimo. Sono terribilmente lieto che tu abbia tanta voglia di vivere!» esclamò Alesa. «Credo che tutti dovrebbero amare la vita prima di ogni altra cosa al mondo.» «Amare la vita più del senso della vita?»
«Proprio così: amarla prima della logica, come dici tu, assolutamente prima di ogni logica, e solo allora se ne afferrerà il senso. Metà dell'opera è fatta, Ivàn, e assicurata: ami la vita. Ora devi cercare di compiere anche l'altra metà e sarai salvo.»
«Forse non mi stavo ancora perdendo e tu parli già di salvezza! E in che cosa consiste l'altra metà?»
«Nel far resuscitare i tuoi morti che forse non sono nemmeno mai morti. Su, dammi il tè. Sono contento di parlare con te, Ivàn.»
«Sei come ispirato, lo vedo. Amo terribilmente queste professions de foi da parte... dei novizi come te. Sei un uomo risoluto, eh, Alekséj? È vero che vuoi lasciare il monastero?»
«Sì, è vero. il mio stàrets mi manda nel mondo.»
Fratelli Karamazov Dostoevski
Nessun commento:
Posta un commento