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sabato 31 luglio 2021

 

Claude Bernard: Il terreno è tutto, il microbo è nulla!

il terreno è tutto il microbo è nulla

Ci sono momenti, nella storia dell’uomo in cui sono state compiute scelte che hanno avuto conseguenze importanti non solo nell’epoca in cui sono avvenute, ma nella storia di tutti gli anni successivi. E sono più profonde di quanto immaginiamo.

Ciò di cui ti voglio parlare in questo articolo riguarda il nostro benessere e avviene in pieno Ottocento proprio in ambito medico.

In questo periodo il mondo scientifico viene travolto dalle scoperte di Louis Pasteur (1822-1895), chimico e biologo francese al quale si attribuì la scoperta che ogni malattia che ci coinvolge è generata da un microrganismo che ci attacca.

Se da un lato è stato fondamentale per comprendere l’importanza della sterilizzazione in ambito chirurgico, dall’altro questo concetto ha condizionato profondamente il nostro modo di vedere le cose, perché per i due secoli successivi, fino ad oggi, la medicina rincorre e combatte qualsiasi forma di microbo o causa esterna che ci possa, potenzialmente danneggiare.

Ad ogni insorgere di una malattia, il nostro sguardo volge immediatamente alla ricerca di una causa esterna, che sia essa un virus, un fungo, un parassiata, o un batterio patogeno.

Claude Bernard

Nello stesso periodo operava Claude Bernard (1813-1878), fisiologo francese contemporaneo di Pasteur la cui concezione era praticamente opposta. Pur non negando la presenza dei microrganismi potenzialmente patogeni, egli studiava la natura umana partendo dal concetto di “terreno”, dimostrando, dati alla mano, quanto fosse determinante lo stato del terreno nel favorire la proliferazione o meno degli agenti patogeni.

Lo sanno i contadini quando preparano il terreno per le coltivazioni: tanto più è fertile e in salute il terreno su cui piantano i semi, tanto più forti e sane cresceranno le piante.

Cerchiamo di trasportare questo semplice concetto all’organismo umano.

È noto che in ogni laboratorio biochimico, per far proliferare un dato microbo, si preparano colture adatte alla sua sopravvivenza. Solo in un “terreno adatto”, potremo ottenere la proliferazione del microbo.

Il “terreno biologico“, comunemente detto “terreno”, è l’insieme dei fattori e delle condizioni che caratterizzano un determinato organismo in un certo momento.

Pertanto un individuo che ha un “buon terreno” non lascia spazio alla malattia.

A questo proposito va ricordato che durante tutte le gravi epidemie del passato non tutta la popolazione veniva colpita, ed erano proprio coloro rimasti sani a prestare le cure ai malati. Essi, pur essendo a stretto contatto con i malati, non contraevano la malattia. Coloro che restavano sani avevano infatti un buon terreno e perciò non adatto all’insediamento di quel dato agente patogeno. È solo quando un agente patogeno trova il terreno adatto che si genera una “malattia”.

Partendo dalle sue ricerche e proseguendo in questa direzione, Bernard proponeva che la medicina studiasse, prima ancora delle armi di distruzione batterica, quali potessero essere quelle condizioni favorevoli alla salute individuale, ovvero come costruire il terreno affinché gli agenti patogeni, pur arrivandoci, non trovino spazio per crescere.

E’ una concezione completamente opposta perché indirizza la ricerca sul soggetto sano e non sul malato.

Quali sono le condizioni di vita della persona in salute e armonia con sè stessa e il proprio corpo? Come mangia? Che abitudini ha? Che stile di vita conduce? Che emozioni prova? Come supera i suoi traumi?

Capisci quanto sarebbe differente la medicina se impostata su questi modelli ai quali ogni malato dovrebbe tendere, anziché bombardare il corpo avvelenandolo e drogandolo di chimica per sconfiggere minuscoli microrganismi?

Come avrai intuito la storia vuole che le teorie di Pasteur ebbero la meglio su quelle di Bernard e la scienza scelse in quel momento di seguire il primo modello.

Poco importa se in punto di morte Pasteur scrisse al collega

Mio caro Bernard, penso che abbiate ragione, il terreno è ben più importante del microbo, il terreno è tutto”.

Ciò che rimane è l’idea paradossale che l’uomo sia un essere vivente inserito in una natura che, pur essendogli madre e culla, lo attacca da tutti i fronti costringendolo a difendersi vaccinandosi e assumendo farmaci e sostanze anche potenzialmente dannose per l’organismo, per tutta la vita.

Cosa influenza il “terreno”?

Tutti gli esseri viventi hanno caratteristiche genetiche uniche, precise e determinate dal loro DNA che li portano ad avere un organismo in perfetto equilibrio, sia interno, che con l’ambiente esterno. Questo è quello che Bernard definirebbe un terreno ottimale.

dottor Mozzi

Secondo il parere del dottor Mozzi, medico che ha dedicato la sua vita alla ricerca delle potenziali cause delle malattie, le sostanze che introduciamo ogni giorno attraverso l’alimentazione, possono nel tempo influenzare in positivo ,o in negativo, la salute del terreno e di conseguenza la salute del nostro organismo.

Sempre secondo l’esperienza del dottor Mozzi la chiave per recuperare lo stato di salute non sta nel rincorrere un ipotetica cura, che sia essa un farmaco, o un integratore naturale, bensì nell’eliminare la causa.

Eliminare la causa significa dare l’opportunita al proprio organismo di auto-guarirsi

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