Helen Keller era nata il 27 giugno 1880. Quando aveva solo pochi mesi a causa di una meningite o forse della scarlattina perse la vista e l’udito. Una bambina sordo-cieca nell’Alabama della fine Ottocento non aveva grandi prospettive. Eppure, i suoi genitori cercarono in tutti i modi di evitare che Hellen rimanesse isolata nel silenzio e nell’oscurità, e ci riuscirono grazie all’aiuto di Anne Sullivan, un’insegnante ipovedente, che riuscì a trovare un modo per comunicare con la piccola Helen attraverso l’alfabeto manuale. In questo modo, grazie alla straordinaria dedizione di Anne Sullivan e alla sua determinazione, Helen Keller, che imparerà a leggere attraverso il Braille anche diverse lingue straniere, è stata la prima persona sordo-cieca a laurearsi.
La storia è nota, l’abbiamo vista nel celebre film “Anna dei miracoli”.
Quello che forse è meno noto è lo straordinario impegno di Helen Keller nel corso della sua vita non solo per apprendere il più possibile e migliorare la sua condizione, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti dei più deboli. Dopo la laurea, infatti Helen Keller iniziò a scrivere diversi libri, non solo la sua autobiografia, ma anche saggi su vari argomenti, trasformandosi presto in una paladina per i diritti civili. Cercò di attirare l’attenzione sui diritti dei disabili, come lei, sostenendo l’importanza dell’istruzione scolastica per tutti, ma fu anche attivista politica, pacifista e suffragetta e sostenitrice dell’importanza del controllo delle nascite.
Si interessò ai diritti dei lavoratori denunciando il loro sfruttamento: «Ho visitato i luoghi dove lavorano gli operai sfruttati, le industrie, i bassifondi sovraffollati. Anche se non li ho potuti vedere, li ho odorati.»
Strenua sostenitrice del diritto di voto alle donne, Helen Keller aderì al partito socialista, e questo le costò l’appoggio della stessa stampa che in passato l’aveva elogiata per il suo coraggio e la sua forza. Ma Helen era una persona che non la mandava a dire, e quando un giornalista si permise di scrivere che le sue idee politiche scaturivano dalle sue manifeste limitazioni fisiche, lei rispose ricordandogli i complimenti ricevuti dallo stesso giornalista prima di venire a sapere le sue simpatie socialiste.
“Quel giorno, i complimenti che lui mi tributò furono così generosi che ancora arrossisco al solo ricordarli. Ma adesso che ho reso pubbliche le mie posizioni socialiste, lui ricorda a me e al pubblico che sono cieca e sorda e soggetta a compiere molto facilmente errori. Evidentemente, mi si deve essere ristretta l'intelligenza dall'ultima volta che ci siamo visti.”
D’altronde Helen Keller era una donna straordinariamente forte, che riuscì a vivere oltre i suoi limiti, a trovare il coraggio di andare avanti e di occuparsi del prossimo, nonostante la sua condizione.
Forse perché, come scrisse nel libro, “Il mondo in cui vivo”:
"L’unico buio senza luce è la notte dell’ ignoranza e insensibilità".
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La farfalla della gentilezza
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