I giorni della prova
Fui portato in una stanza del carcere, la numero dieci. Qui sarei rimasto tutto solo, soltanto con Dio e con il mio angelo custode fino al giorno della mia liberazione. Tre anni di isolamento, di penitenza, di preghiera e di tanti sacrifici. Andavo a letto alle ore 10,00 di sera; la sveglia era alle 5,00 del mattino; dovevo stare seduto sul letto e non sdraiato, potevo fare la solita passeggiata nella camera con tante buche e con l’umidità; quando veniva l’agente segreto della milizia rumena, dovevo stare con la faccia rivolta al muro. Egli apriva la porta per darmi qualcosa come il piatto di cibo, scarsissimo, o per vietarmi di parlare con qualcuno. Potevo farlo solo quando mi veniva chiesto. Era proibito avere carta, penna, ago ,filo e anche leggere. Trovandomi in questa difficile situazione, mi feci un programma rigoroso di preghiera e di meditazione. Dal momento che ero sacerdote dal 1937, conoscevo bene tutti i Vangeli delle domeniche. Avevo presente il materiale delle omelie nella mente, tutto pronto per essere meditato. Guardavo ogni sera il cielo dalla finestra e, dal movimento della luna, sapevo quando era la Pasqua e quindi quando era domenica. Facevo quasi un’ora e mezzo di meditazione, recitavo tre rosari meditati per intero, ogni giorno, recitavo le preghiere della Santa Messa che avevo imparato a memoria, facevo la Via Crucis passeggiando per la camera e fermandomi alle quattordici croci che avevo graffiato con le unghie sul muro. Due volte al giorno facevo uno scrupoloso esame di coscienza di almeno mezz’ora. In ogni momento sapevo benissimo quel che pensavo e che cosa mi piaceva o dispiaceva. Invece di cadere nella disperazione, incoraggiavo me stesso e mi preparavo per quello che Dio avrebbe voluto da me nel futuro. Certamente ebbi sufficiente tempo per ricordarmi di tutto il bene e il male che avevo fatto nella mia vita, dispiacendomi del male fatto e impegnandomi soltanto per il bene nel futuro. Per questo non si meravigli nessuno per quel che sto per dire: lo dico sinceramente e solo a Dio sia lode e gloria! Avevo una pace interiore così grande che, personalmente, se avessi avuto il Breviario e la Santa Messa, come anche un po’ più di cibo, non sarei voluto mai più andar via! Pensavo soprattutto in quanti posti della terra, a volte pericolosi e rischiosi, deve combattere l’uomo libero nella sua vita e quante sono le cose davvero necessarie per sentirsi bene e veramente realizzato, nel momento in cui ci si abbandona totalmente nelle mani di Dio.
(p. Gheorghe Patrascu, I giorni della prova e della grazia, Serafica)
Nessun commento:
Posta un commento