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giovedì 5 maggio 2022

Napoleone su Gesù

 IL CINQUE MAGGIO: LA BELLA IMMORTAL BENEFICA FEDE CATTOLICA DI NAPOLEONE. Quello che i manuali scolastici non dicono (e che io ripeto a distanza di un anno per i nuovi amici di questa pagina).

Napoleone è morto giusto 201 anni fa, il CINQUE MAGGIO 1821: "Ei fu. Siccome immobile / dato il mortal sospiro / stette la spoglia immemore..." con quel che segue, fino a quegli ultimi sorprendenti versi di Manzoni, che sono un vero e proprio inno alla "bella immortal benefica fede". Tu, Fede cristiana, sei abituata a perdere tante battaglie, ma infine - da grande stratega - a vincere la guerra. Però questa è una vittoria davvero clamorosa: non era mai accaduto in 1800 anni di storia cristiana che un uomo così grande ("più superba altezza"), uno che aveva fama di mangiapreti, e che aveva usato il Papa come chierichetto quando si era autoincoronato imperatore, alla fine della vita si piegasse ai piedi del Crocifisso, "il disonor del Golgota".

Personalmente non avevo mai approfondito la cosa, finché un giorno - mi ricordo come se fosse accaduto un attimo fa - di fronte ad una porta di Gerusalemme Ettore Soranzo mi parlò di questo librettino:

Napoleone Bonaparte, Conversazioni sul cristianesimo, prefazione di Giacomo Biffi, ESD, pp. 90.

Conversazioni fedelmente trascritte dai suoi generali che erano con lui in esilio nell'isola di Sant'Elena. Due generali, uno agnostico e uno ateo, in seguito si convertirono grazie alla testimonianza del loro imperatore, il quale fra l'altro aveva chiesto e ottenuto dagli Inglesi che venisse celebrata la messa domenicale nell'isola di Sant'Elena.


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Ecco qualche frase di Napoleone:

«Sono cattolico romano, e credo ciò che crede la Chiesa»

«Il più grande miracolo di Cristo è stato fondare il regno della carità: solo lui si è spinto ad elevare il cuore umano fino alle vette dell’inimmaginabile, all’annullamento del tempo; lui solo creando questa immolazione, ha stabilito un legame tra il cielo e la terra. Tutti coloro che credono in lui, avvertono questo amore straordinario, superiore, soprannaturale; fenomeno inspiegabile e impossibile alla ragione».

«“Tutto di Gesù mi sorprende. Il suo spirito mi supera e la sua volontà mi confonde. Tra lui e qualsiasi altra persona al mondo non c’è possibilità di paragone. E’ veramente un essere a parte. Le sue idee, i suoi sentimenti, la verità che egli annuncia, la sua maniera di convincere, non si riescono a spiegare nè con le istituzioni umane nè con la natura delle cose. La sua nascita e la storia della sua vita, la profondità della sua dottrina che raggiunge davvero la vetta delle difficoltà e ne è la soluzione più ammirevole, il suo Vangelo, il suo cammino attraverso i secoli, tutto rappresenta per me un prodigio. E’ un mistero insondabile. Qui non vedo niente di umano, più guardo da vicino e più mi accorgo che tutto è al di sopra di me, tutto appare più grande. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la distanza dell’infinito. Io di uomini me ne intendo e Gesù Cristo non era solamente un uomo. In Licurgo, in Numa, in Maometto, non vedo che dei legislatori i quali, poiché occupavano il primo posto nello Stato, hanno cercato la migliore soluzione al problema sociale. Non ci trovo nulla che nasconda la divinità ed essi stessi, del resto, non hanno mai alzato le loro pretese così in alto. Cerco invano nella storia qualcuno simile a Gesù Cristo o qualcuno che comunque si avvicini al Vangelo. Anche gli empi non hanno mai osato negare la sublimità del Vangelo che ispira loro una specie di venerazione obbligata! Che gioia procura questo libro! Dal primo giorno fino all’ultimo, egli è lo stesso, sempre lo stesso, maestoso e semplice, infinitamente severo e infinitamente dolce. Che parli o che agisca, Gesù è luminoso, immutabile, impassibile. Gesù si è impadronito del genere umano. Mentre tutto ciò che egli ha fatto è divino, negli altri, Zoroastro, Numa, Maometto, non c’è nulla, al contrario, che non sia umano. L’azione di questi mortali si limita alla loro vita. Cristo si tratta forse di una invenzione dell’uomo? No, al contrario è una realtà inspiegabile. Gesù è il solo che abbia osato tanto. E’ il solo che abbia detto chiaramente e affermato senza esitazione egli stesso di sé: io sono Dio. Voi parlate di Cesare e di Alessandro, delle loro conquiste e dell’entusiasmo che seppero suscitare nel cuore dei soldati, ma quanti anni è durato l’impero di Cesare? Per quanto tempo si è mantenuto l’entusiasmo dei soldati di Alessandro? Invece per Cristo è stata una guerra, un lungo combattimento durato trecento anni, cominciato dagli apostoli e proseguito dai loro successori e dall’onda delle generazioni cristiane. E che dura tuttora. Dopo san Pietro i trentadue vescovi di Roma che gli sono succeduti sulla cattedra hanno, come lui, subito il martirio. Durante i tre secoli successivi, la cattedra romana fu un patibolo che procurava sicuramente la morte a chi vi veniva chiamato. In questa guerra tutti i re e tutte le forze della terra si trovano da una parte, mentre dall’altra non vedo nessun esercito, ma una misteriosa energia, alcuni uomini sparpagliati qua e là nelle varie parti del globo e che non avevano altro segno di fratellanza che una fede comune nel mistero della Croce. Potete concepire un morto che fa delle conquiste con un esercito fedele e del tutto devoto alla sua memoria? Potete concepire un fantasma che ha soldati senza paga, senza speranza per questo mondo e che ispira loro la perseveranza e la sopportazione di ogni genere di privazione? Questa è la storia dell’invasione e della conquista del mondo da parte del cristianesimo. [...] Con un prodigio che supera ogni prodigio. Egli vuole l’amore degli uomini, vuole, cioè, la cosa al mondo più difficile da ottenere. Ciò che un saggio domanda inutilmente a qualche amico, ciò che un padre chiede ai suoi figli, la sposa al suo sposo, un fratello al fratello, in una parola il cuore, questo e ciò che egli vuole per sè. Lo esige in forma assoluta e immediatamente lo ottiene. Così egli conferma ai miei   la sua natura divina. Alessandro, Cesare, Annibale, Luigi XIV, con tutto il loro genio hanno fallito su questo punto. Hanno conquistato il mondo e non sono riusciti ad avere un amico. [...]L’esistenza del Cristo è da un capo all’altro un tessuto misterioso, lo ammetto. Ma questo mistero risponde a delle difficoltà che si ritrovano in tutte le esistenze. Rifiutatele e il mondo diventa un enigma. Accettatele e avrete una soluzione ammirevole della storia umana. [...]Il Vangelo possiede una virtù segreta, un "non so che" che affascina il cuore. Nel meditarlo si prova la stesso sentimento che a contemplare il cielo. Il Vangelo non è un libro, è un essere vivente, con una capacità di azione, con una potenza che invade tutto quello che si oppone alla sua espansione. Eccolo su questo tavolo, questo che è il libro per eccellenza (e qui l’Imperatore lo sfiora con rispetto). Non mi stanco mai di leggerlo, ogni giorno e sempre con lo stesso piacere. Il Cristo non muta. Non esita mai nel suo insegnamento e la sua più piccola affermazione ha un’impronta di semplicità e di profondità che cattura l’ignorante e il sapiente, per poco che vi prestino la loro attenzione. Da nessuna parte si ritrova questa serie di belle idee, di belle massime morali, che sfilano come battaglioni della milizia celeste e producono nel nostro animo lo stesso sentimento che si prova considerando la distesa infinita del cielo quando, in una bella notte d’estate, risplende di tutta la luce degli astri. Non soltanto il nostro spirito è occupato, ma è dominato da questa lettura e l’anima con questo libro non corre mai il rischio di smarrirsi. [...]Ciò che strappa la convinzione sono tutti i vantaggi e la felicità che derivano da una simile credenza. L’uomo che crede è felice!»

Il libro è di 90 pagine. A questo link si possono trovare le prime 27: http://www.napoleonbonaparte.eu/.../Conversazioni-sul...

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