A Jesolo il cardinale Angelo Bagnasco, parlando a braccio, ha tenuto una "lectio" proprio sulla Bellezza che salva. Eccone una mia sintesi:
Si fa esperienza del Bello quando accade la commozione estetica, la contemplazione, il rapimento interiore. Il Bello raggiunge la profondità dell'essere e in qualche modo lo salva. Ci salva dalla banalità, dalla superficialità, dalla visione pessimistica del mondo e di noi stessi. La commozione estetica ha questo potere di salvazione dalla banalità, dalla tristezza, dalle ombre dei fantasmi che ci vorrebbero far dire che un altro mondo è impossibile.
Poi urge una salvezza più profonda: essere salvati dal non-senso, dal nulla.
Nel cupolino di san Marco, come abbiamo appena visto, dentro la Creazione c'è già la Redenzione, la promessa di un mondo nuovo: Dio ricomincia la sua opera cominciando da se stesso: s'incarna e viene a redimerci, perché "tutto è stato fatto per mezzo di Lui (Creazione) e in vista di Lui (Redenzione)". L'uomo ha bisogno di questa salvezza ontologica.
La commozione estetica non è la meta, ma la via che ci conduce alla commozione metafisica, cioè ad una salvezza ben altra e definitiva.
La riflessione greca ha fuso il Bello e il Buono in una sola parola: "Kalokagathìa". Su questa scia la riflessione ortodossa con Pavel Florenskij ci fa fare un passo avanti: "La vera Bellezza coincide col Bene, ovvero con l'Amore che è la forma suprema del bene".
Quando guardo un anziano pieno di rughe - portate magari con sano orgoglio - malato e decrepito, mi chiedo: dov'è il bello? E sorge in me una commozione diversa, nella quale s'incarna l'amore.
Quando abbiamo la grazia di incontrare persone che vivono questo amore, ci sentiamo bene. Ci sono persone la cui presenza e vicinanza semplicemente ci fa bene, ci fa stare meglio. La bellezza di queste persone ci dà fiducia e ci ci libera dall'angoscia, ovvero dall'ombra che circola nella nostra stanca Europa. Specialmente nei giovani c'è smarrimento, non senso per la vita, sbandamento nei comportamenti. Se non trovano un orientamento etico e spirituale finiscono in balìa degli istinti e si lasciano vivere: è il contrario della libertà. Aveva ragione Camus che nel Sisifo scrive: "Il problema dei problemi è se la vita val la pena dell'essere vissuta. È il problema del suicidio".
La Bellezza ci porta su in alto, ad un livello ben superiore: "Dio è amore". La Bellezza assoluta è l'infinito che ha il volto di Gesù. La liturgia è la bellezza in atto: l'anima viene posta nel cuore della Trinità, per partecipare alla suprema bellezza di Dio. La suprema Bellezza è quella che ci attende alla fine.
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