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mercoledì 1 febbraio 2023

facoltà raziocinativa dell'uomo, mentre il volere

 [ Dostoevskij ]


Vedete: la ragione, signori, è una bella cosa, è indiscutibile, ma la ragione non è che la ragione e non soddisfa che la facoltà raziocinativa dell'uomo, mentre il volere è una manifestazione di tutta la vita, cioè di tutta la vita umana, con la ragione e con tutti i pruriti. E sebbene la nostra vita, in questa manifestazione, riesca sovente una porcheriola, pur tuttavia è la vita, e non è soltanto un'estrazione di radice quadrata. E, chissà (non si può garantire), forse tutto il fine a cui tende l'umanità sulla terra consiste solo in questa continuità del processo di raggiungimento, in altre parole nella vita stessa, e non propriamente nel fine, che, s'intende, dev'essere null'altro che il due più due quattro, cioè una formula, perché due più due quattro non è già più la vita, signori, ma l'inizio della morte. Ma ecco quel che fa meraviglia: da che cosa proviene che tutti questi statistici, saggi e amanti dell'umano genere, dell'enumerazione dei vantaggi umani, tralascino continuamente uno dei vantaggi?Il nostro proprio volere, spontaneo e libero, il nostro proprio capriccio, anche se stravagantissimo, la nostra fantasia, irritata a volte magari fino alla pazzia, tutto ciò è appunto quello stesso vantaggiosissimo vantaggio tralasciato, che non rientra in nessuna classificazione e a causa del quale tutti i sistemi e le teorie se ne vanno continuamente al diavolo.Provate dunque a gettare uno sguardo alla storia dell'umanità; be', che cosa vedrete? Uno spettacolo maestoso? Uno spettacolo variopinto? Uno spettacolo uniforme? Be', magari anche uniforme: si combatte e si combatte, si combatte adesso, si combatteva prima e si combatteva dopo: convenite che è perfino un po' troppo uniforme. Insomma, tutto si può dire della storia, tutto ciò che può venire in mente all'immaginazione più disordinata. Una cosa sola non si può dire: che sia uno spettacolo ragionevole.


Fëdor Dostoevskij, da Memorie dal sottosuolo - a cura di  Igor Sibald

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