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domenica 6 agosto 2023

DUE COSE CHE MCLUHAN HA DA DIRE (ALLA CHIESA E A TUTTI) SU GESU'


DUE COSE CHE MCLUHAN HA DA DIRE
 (ALLA CHIESA E A TUTTI) SU GESU'

SCRITTO IL 5 AGO 2023
Antonio Socci   Libero 

Il famoso teorico della comunicazione

Marshall McLuhan (1911-1980) e tanto

spesso citato quanto poco letto.

Dovunque si sente ripetere la sua

metafora del "villaggio globale" o la

sua celebre definizione "il mezzo è il

messaggio"

Concetto compreso poco e male, 
a proposito del quale McLuhan afferma
 "in Gesù Cristo non ci fu distanza tra il
mezzo e il messaggio, anzi è l'unico 
caso in cui si possa dire che il mezzo e
il messaggio s'identificano

perfettamente"

Infatti non c'è una "filosofia" del
Vangelo che prescinda dalla persona 
di Cristo. Nessun suo 'insegnamento-
quello dell'amore o le Beatitudini o il
concetto di Regno di Dio - si può
isolare da lui perché "e" la sua stessa
persona
Da lui deriva e a lui rimanda tutto ciò
che è vero, buono o bello Sono tessere 
del mosaico che è lui stesso e non si
possono capire né vivere se non
guardando lui e seguendo lui
"Suggerisco che la nostra fede
nell'Incarnazione" dice McLuhan
"abbia un'immediata rilevanza
sull'arte, la scienza e la filosofia. Con
l'Incarnazione tutti gli uomini sono
stati portati nella poesia di Dio, la
Ragione Divina, la Parola, il Figlio.
 Ma solo i Cristiani lo sanno. E sapendolo,
la nostra poesia, il nostro potere di
incarnazione e trasformazione del
mondo, diventano un assaggio
dell'Incarnazione Divina e del
Vangelo"

Parlando alla Chiesa di oggi.
preoccupata soprattutto di inventare
 "i mezzi", i modi, i metodi, il linguaggio
per evangelizzare (con l'ansia 
di non essere abbastanza moderna
 e attuale). McLuhan - che fu peraltro un
consultore al Concilio Vaticano II - la
invita a smettere di considerare 
la comunicazione in se stessa e guardare
piuttosto a ciò che opera il messaggio
 l'avvenimento di Cristo che continua
ad accadere nel mondo


Infatti spiega "Dire che il Verbo si è fatto
 carne in Gesù Cristo, è
un'affermazione teologica, è la forma
 (nel senso di Gestalt). Ma dire che
Cristo raggiunge tutti gli uomini, i
vagabondi, i mendicanti, i reietti,
significa parlare del fondo,
cioè di tutta la moltitudine degli effetti
secondari che noi non afferriamo
facilmente. Infatti soltanto al livello
del cristianesimo vissuto il mezzo è
realmente il messaggio: solo su questo
piano lo sfondo e la forma si

incontrano"

Quindi l'Incarnazione, l'avvenimento 
di Cristo, la sua presenza "fra noi", è al
tempo stesso il contenuto dell'annuncio 
cristiano e la sua
concreta modalità di comunicazione Il
"mezzo" è la sua stessa presenza
 misteriosa nella storia.

Sono alcune delle considerazioni 
che troviamo nel volume che raccoglie suoi

testi e interviste "La luce e il mezzo.
 Riflessioni sulla religione"(Armando), 
curato da Eric McLuhan e Jacek
Szklarek, con un'introduzione di
Gianpiero Gamaleri Il libro racconta 
anzitutto come è
avvenuta la conversione di McLuhan
 Il figlio spiega: "Mio padre attribuiva
spesso la sua conversione
all'influenza di due scrittori, san
Tommaso d'Aquino e G. K. Chesterton"
Una conversione intellettuale?
 Non solo. Non si entra nella Chiesa perché
si è "d'accordo". Dice McLuhan
"Non sono arrivato alla Chiesa con supponenza. 
Sono entrato in ginocchio. È il solo modo per entrare.
Quando le persone iniziano a pregare,
hanno bisogno di verità: è tutto. Tu
non arrivi alla Chiesa per idee e
concetti, e non puoi abbandonarla per
un mero disaccordo. Ciò avviene per
una perdita di fede, una perdita di
partecipazione. Quando le persone
lasciano la Chiesa, possiamo dire che
hanno smesso di pregare. La Chiesa

non è un'istituzione intellettuale. È

un'istituzione sovrumana"


Antonio Socci
Da Libero 5 Agosto

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