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mercoledì 28 maggio 2025

Medaglia Miracolosa kolbe

 "In diversi tempi la santissima Vergine Maria è venuta in aiuto dei propri figli e ha offerto svariati modi per raggiungere più facilmente la salvezza e la liberazione dal giogo di satana.

Adesso, nell'era dell'Immacolata Concezione, la santissima Vergine ha consegnato all'umanità la Medaglia Miracolosa, la quale, per mezzo di innumerevoli miracoli di guarigioni e soprattutto di conversioni, conferma la propria provenienza celeste. Manifestandola, l'Immacolata stessa promise moltissime grazie a tutti coloro che l'avrebbero portata; e poiché la conversione e la santificazione sono grazie divine, la medaglia miracolosa è il mezzo migliore per raggiungere il nostro scopo. [...] Sulla medaglia, poi, è impressa la giaculatoria: «O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che a Te ricorriamo». L'Immacolata stessa ha posto sulla nostra bocca questa preghiera, rivelandocela e raccomandandoci di recitarla. Mettiamo in pratica, quindi, anche questa raccomandazione".


San Massimiliano Maria Kolbe

Scritti

martedì 27 maggio 2025

Solo a partire da un "tu", l’"io" può trovare se stesso.

 “L’uomo può accettare se stesso 

solo se è accettato da qualcun altro. 

Ha bisogno dell’esserci dell’altro che gli dice, 

non soltanto a parole: è bene che tu ci sia!

Solo a partire da un "tu", 

l’"io" può trovare se stesso. 

Chi non è amato 

non può neppure amare se stesso.

Questo essere accolto

viene anzitutto dall’altra persona”. 


Benedetto XVI

lunedì 26 maggio 2025

Disse la vecchia guaritrice dell’anima: non fa male la

 “Disse la vecchia guaritrice dell’anima: non fa male la schiena, fa male il carico. Non fanno male gli occhi, fa male l’ingiustizia. Non fa male la testa, fanno male i pensieri. 

Non fa male la gola, fa male quello che non si esprime o si esprime con rabbia. Non fa male lo stomaco, fa male quello che l’anima non digerisce. Non fa male il fegato, fa male la rabbia. Non fa male il cuore, fa male l’amore, Ed è proprio lui, l’amore stesso, che contiene la più potente medicina.” 

Ada Luz Marquez

Preghiera


Prima della comunione


Vieni, o Signor: riposati,

regna nei nostri petti,

sgombra da' nostri affetti

ciò che immortal non è.

Discendi: ogni tua visita

prepari un tuo ritorno,

fino a quell'aureo giorno

che ci rapisca in Te.


Dopo la Comunione


Sei mio; con Te respiro:

vivo di Te, gran Dio!

Confuso a Te col mio,

offro il tuo stesso amor.

Empi ogni mio desiro;

parla, ché tutto intende,

dona, ché tutto attende,

quando T'alberga, un cor

Alessandro Manzoni, per la prima comunione della figlia, compose i canti della messa: riporto gli ultimi due.

domenica 25 maggio 2025

I barbari e un nuovo san Benedetto

 

«Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero (spesso senza rendersi conto pienamente di ciò che stavano facendo) fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e oscurità. Se la mia interpretazione della nostra situazione morale è esatta, dovremmo concludere che da qualche tempo anche noi abbiamo raggiunto questo punto di svolta. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di comunità al cui interno la civiltà e la vita intellettuale e morale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. (…) Questa volta, però, i barbari non aspettano al di là delle frontiere: ci hanno già governato per parecchio tempo. Ed è la nostra inconsapevolezza di questo fatto a costruire parte della nostra difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro san Benedetto, senza dubbio molto diverso» (Alasdair MacIntyre, “Dopo la virtù”, 1981)

il filosofo spentosi l'altro giorno all’età di 96 anni, :

Ci vogliono “nuove forme di comunità” come humus che permetta il fiorire e il fruttificare del seme umano. La nuova barbarie totalitaria fa di tutto per impedire l’esprimersi della dimensione comunitaria. «Impedire l’espressione comunitaria è come tagliare alle radici la alimentazione della pianta; la pianta poco dopo muore» (Luigi Giussani, il Senso Religioso”, 1988).

giovedì 22 maggio 2025

l’incredulità

 "La maggior parte degli uomini di oggi non sono tanto atei o non credenti, quanto increduli. Ma colui che è incredulo non è fuori dalla sfera della religione. Lo stato d’animo di chi non appartiene più alla sfera del religioso non è l’incredulità, ma l’indifferenza. Ma l’indifferenza è veramente la morte dell’uomo.


_Norberto Bobbio, Che cosa fanno oggi i filosofi?


💭 

Ashwagandha Withania somnifera

 Ashwagandha: cos’è, benefici reali, come e quando assumerla

L’Ashwagandha (Withania somnifera), conosciuta anche come “ginseng indiano”, è una pianta medicinale utilizzata da secoli nella medicina ayurvedica. Celebre per le sue proprietà adattogene, aiuta il corpo a gestire lo stress e a mantenere l’equilibrio fisiologico. In questa guida approfondiamo cos’è l’Ashwagandha, quali sono i suoi benefici comprovati, come e quando assumerla, chi dovrebbe evitarla e cosa sapere per utilizzarla in sicurezza ed efficacia.


Cos’è l’Ashwagandha

L’Ashwagandha è una pianta della famiglia delle Solanaceae, originaria dell’India, del Medio Oriente e dell’Africa. Il termine sanscrito “ashwagandha” significa “odore di cavallo”, riferendosi sia all’aroma della radice sia alla credenza tradizionale secondo cui dona forza e vigore. Le radici essiccate sono la parte più utilizzata a fini fitoterapici.


Questa pianta è classificata come adattogeno, ovvero una sostanza naturale in grado di aumentare la resistenza dell’organismo a stress fisici, mentali ed emotivi, contribuendo al mantenimento dell’omeostasi.


I benefici dell’Ashwagandha 

1. Riduzione dello stress e dell’ansia

Numerosi studi clinici hanno evidenziato la capacità dell’Ashwagandha di ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. Una revisione sistematica pubblicata su Medicine (Baltimore) ha confermato che l’assunzione di estratti di Ashwagandha riduce in modo significativo ansia, stress percepito e insonnia in adulti sani o con disturbi d’ansia lievi.


“Un’assunzione di 300-600 mg al giorno di estratto di radice di Ashwagandha può migliorare significativamente la qualità del sonno e ridurre i livelli di stress” (Salve et al., 2019).


2. Mescolare 

Uno studio pubblicato nel 2019 (Lopresti et al.) ha dimostrato che l’integrazione con Ashwagandha in uomini in sovrappeso ha portato a un aumento del 14,7% del testosterone e del 18% del DHEA, con conseguente miglioramento della massa muscolare e della vitalità.


3. Supporto cognitivo e concentrazione

Ashwagandha può contribuire al miglioramento della memoria, del focus mentale e delle capacità cognitive. Gli withanolidi, i principali attivi della pianta, sembrano esercitare effetti neuroprotettivi che possono aiutare in condizioni di affaticamento mentale e declino cognitivo lieve.


4. Effetti positivi sulla glicemia e sul metabolismo

Alcune ricerche indicano che l’Ashwagandha può contribuire a ridurre i livelli di glucosio a digiuno, migliorare la sensibilità insulinica e coadiuvare il controllo del peso corporeo, specialmente in soggetti con insulino-resistenza.


Quando assumere Ashwagandha

L’effetto dell’Ashwagandha può variare in base al momento della giornata:


Al mattino: per aumentare vitalità, concentrazione e adattamento allo stress quotidiano.

Alla sera: per favorire il rilassamento, ridurre il cortisolo e migliorare il sonno.

La scelta dipende dall’obiettivo personale: tonicità e focus? Mattina. Relax e riposo? Sera.


Quanto Ashwagandha assumere al giorno

La dose ottimale varia in base alla concentrazione dell’estratto:


Estratto standardizzato KSM-66: 300-600 mg al giorno (1-2 capsule), meglio se con i pasti.

Radice in polvere: 1-5 g al giorno, da assumere in acqua, latte vegetale o smoothie.

Per ansia o stress, spesso bastano 300 mg/die; per supporto sportivo o aumento del testosterone, si consigliano 600 mg/die.


Quanto tempo ci mette a fare effetto

I primi benefici si possono percepire dopo 1-2 settimane, ma gli effetti ottimali si manifestano entro 4-8 settimane di assunzione costante.


Chi non deve assumere Ashwagandha

Ashwagandha è ben tollerata, ma ci sono categorie per cui è sconsigliata:


Donne in gravidanza o allattamento

Persone con ipotiroidismo grave o ipertiroidismo non trattato

Chi assume farmaci sedativi, ansiolitici o immunosoppressori

Soggetti con ulcere gastriche (effetto irritante a dosi elevate)

Consulta sempre un medico prima di iniziare un’integrazione.


Effetti collaterali possibili

Sono rari, ma possibili con dosi elevate o in soggetti sensibili:


Disturbi gastrointestinali (nausea, diarrea)

Sonnolenza e sedazione

Aumento della funzionalità tiroidea

Ashwagandha KSM-66: cosa significa?

KSM-66 è un estratto brevettato a spettro completo, ottenuto solo da radice (non da foglie), con la più alta concentrazione di withanolidi e biodisponibilità clinicamente testata. Risulta essere tra le forme più efficaci e sicure di Ashwagandha sul mercato.


FAQ su ashwagandha

Quando è meglio assumere l’Ashwagandha? Dipende dall’obiettivo: mattina per energia e concentrazione, sera per relax e sonno.


Quanto tempo ci mette a fare effetto l’Ashwagandha? Dai 7 ai 30 giorni di assunzione costante.


Chi non può assumere Ashwagandha? Gravidanza, allattamento, problemi tiroidei, terapie farmacologiche specifiche.


Cosa succede se smetto di prenderla? Gli effetti benefici svaniscono gradualmente, ma non ci sono fenomeni di astinenza.


Ashwagandha aiuta a dormire? Sì, grazie alla riduzione del cortisolo e all’azione calmante.


Aiuta a perdere peso? Può aiutare indirettamente, riducendo lo stress e migliorando la composizione corporea.


Come assumere l’Ashwagandha in polvere? Mescolata in acqua, latte vegetale, frullati o tisane. È consigliato l’abbinamento con un pasto.


Conclusioni

L’Ashwagandha è un integratore naturale con effetti documentati su stress, energia, forza fisica e benessere generale. Scegliere un estratto standardizzato come KSM-66 garantisce efficacia e sicurezza. L’assunzione costante e personalizzata, accompagnata da una dieta equilibrata e da un corretto stile di vita, può essere un valido supporto per chi cerca più equilibrio, forza e serenità nella vita quotidiana.

Ashwagandha Pura di +Watt contiene KSM-66 ad alta biodisponibilità: la forma più efficace per chi cerca risultati reali

martedì 20 maggio 2025

 "Io sono stato creato per fare qualcosa o per essere qualcuno per il quale nessun altro è stato creato: prendo un posto nei piani di Dio, nel mondo di Dio, un posto che non occupa nessun altro: che io sia ricco o forse povero, disprezzato o forse stimato dall'uomo, Dio mi conosce e mi chiama per nome."

(Meditazione e preghiera).

John Henry Newman — a Madrid, Spagna.

Che tipo di vita intraprenderò

 Dio chiama tutte le anime che ha creato per amarlo con tutto il loro essere, qui e dopo, il che significa che le chiama tutte alla santità. Alla perfezione, al suo seguito ravvicinato e obbedienza alla sua volontà. Ma non chiede a tutte le anime di mostrare il loro amore con le stesse opere, di salire in cielo con la stessa scala, per raggiungere il bene nello stesso modo di vivere. Che tipo di lavoro devo fare allora? Qual è la mia strada per il paradiso? In che vita devo santificarmi?... Questa domanda: "Che tipo di vita intraprenderò? " è la questione della vocazione.

San Charles de Foucauld, Sermoni nel Sahara

Canonizzato 15 maggio 2022

lunedì 19 maggio 2025

Otto Heinrich Warburg cancro

 La causa primaria del Cancro.   

Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare.


Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro.


Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel.


Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico.


Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido.


(Nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule.)


L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno


La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.


Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia:. Se una persona ha uno, ha anche l’altro”


Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema.


Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.


Egli ha anche detto:


“Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno.”


Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.


Egli ha dichiarato:


“privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore e’ possibile convertirla in un cancro”


“Tutte le cellule normali, hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza ossigeno”. (Una regola senza eccezioni.)


“I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.””


Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori,” Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).


Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.


Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.


Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.


In sintesi:


Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento.


Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.


Importante:

Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. in altre parole ….. dipende unicamente da ciò che si mangia.


Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.”


E ‘importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino(poco di sopra al 7).


In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45.


Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma.


Gli alimenti che acidificano il corpo:


* Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (E’ il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas)


Il suo pH è di 2,1 (molto acido)


* Carne. (Tutte)


* Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)


* Il sale raffinato.


* Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)


* Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)


* Margarina.


* Antibiotici * e medicine in generale.


* Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)


* Alcool.


* Tabacco. (Sigarette)


Antibiotici * e medicina in generale.


* Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”)


* Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.


Il sangue si ‘autoregola’ costantemente” per non cadere in acidosi metabolica garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare.


Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati


(Per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbidiscono il corpo.


Dobbiamo tener conto che CON il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno”, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.


Gli alimenti alcalinizzanti:


* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione è alcalinizzante.”. Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio)


Verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.


* I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti)


(non fatevi ingannare dal sapore acidulo)


* I frutti producono abbastanza ossigeno.


* Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.


* I cereali integrali:


L’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno.


Tutti i cereali devono essere consumati cotti.


Il miele è altamente alcalinizzante.


* La clorofilla la pianta è fortemente alcalina.


(Da qualsiasi pianta) (in particolare aloe vera, aloe noto anche come)


* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno.


“La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj.


* L’esercizio ossigena tutto il corpo.


“Uno stile di vita sedentario usura il corpo.”


L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti.


Non abusare del sale o evitarlo il più possibile.


Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi.


Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il piu’ possibile.”


Inutile dire altro, non è vero?


Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente:


“Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.”


Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido.


In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.


Mencken ha scritto:


“La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”.


“Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”.


Dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline o Die):


». In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie Ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale:. Molte scorie acide nel corpo”


Dr. Robert O. Young ha detto:


“L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano.”


E la chemioterapia?


La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto che ricorre alle riserve alcaline del corpo immediatamente per neutralizzare l’acidità tale, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli.


Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e tra le altre cose la caduta dei capelli.


Per il corpo non vuol dire nulla va senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.


Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative


che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato.


Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto.


Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica.


E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura tanto quanto l’industria alimentare produce.


E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare.


Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Può capitare a chiunque ……”


No, non poteva!


“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.

Ippocrate (il padre della medicina )

 Se vuoi saperne di più in merito è consigliata la visione di "Il Miracolo del PH Alcalino" https://www.macrolibrarsi.it/video/__il-miracolo-del-ph-alcalino-dvd.php?pn=4430


Tratto da: pmbeautyline.wordpress.com

domenica 18 maggio 2025

La verità

 Le folle non cercano la verità.

Non l’hanno mai fatto. E forse, non lo faranno mai.

Perché la verità è ruvida, scomoda, spesso dolorosa. Non accarezza l’ego, non lusinga i desideri.

La verità richiede coraggio per guardarla in faccia,

umiltà per ammettere di aver vissuto nell’errore,

discernimento per distinguerla dal rumore delle opinioni.

Richiede responsabilità, perché una volta vista non puoi più far finta di niente.

Richiede silenzio interiore, per ascoltarla nel caos di un mondo che urla.

Richiede solitudine, perché spesso chi la segue lo fa controvento, lontano dai cori.

Richiede fedeltà, perché la verità non si piega per piacere a chi l’ascolta.

E soprattutto richiede amore:

non un amore cieco, ma un amore lucido, disposto a perdere tutto pur di non perdersi dentro.

Ma le folle vogliono sollievo, non risveglio. Vogliono certezze pronte, non domande aperte.


Quando la realtà mostra un volto che non piace,

non la si guarda negli occhi:

la si maschera, la si distorce, la si insulta.

Meglio adorare una bugia ben confezionata che accogliere una verità spoglia e nuda.


Così nasce il culto dell’errore:

lo si innalza, lo si celebra, lo si chiama “giustizia”, “libertà”, “progresso”...purché conforti.

E chi osa svelare l’inganno, chi tenta di spezzare l’incantesimo,diventa una minaccia da zittire, un corpo estraneo da espellere.


Chi regala illusioni conquista il trono.

Chi annuncia la verità, spesso, finisce sulla croce.


Dal web su Essere Indaco

sabato 17 maggio 2025

La conversione di Alphonse Ratisbonne

 

La conversione di Alphonse Ratisbonne per mezzo della Medaglia Miracolosa

Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 7/21 del 20 gennaio 2021, San Sebastiano

La conversione di Alphonse Ratisbonne per mezzo della Medaglia Miracolosa

Nonostante fosse stato educato senza alcuna formazione ebraica, Alphonse era fiero di appartenere ad una famiglia di notabili, essendo suo padre presidente del concistoro di Strasburgo. Disse di se stesso: «Ero ebreo di nome, ecco tutto, poiché non credevo nemmeno in Dio» (Ratisbonne, di Jean Guitton, Wesmael-Charlier, coll. «Conversions célèbres», 1964, p.42). Quando suo fratello maggiore Théodore si convertì nel 1827 e divenne sacerdote nel 1830, i rapporti familiari si deteriorarono e il disprezzo di Alphonse verso la religione cattolica aumentò. Aveva programmato di sposarsi non per convenienza ma per amore a 28 anni, nell’estate del 1842, con sua nipote Flora di 16 anni, ma prima, nel novembre del 1841, volle partire in viaggio, con l’intenzione di visitare Napoli, la Sicilia, Malta e Costantinopoli. Alla fine, dopo essere stato a Napoli e prima di recarsi a Palermo, decise di dirigersi verso Roma, temendo di non avere un’altra occasione per visitarla. Dopo qualche giorno di svago trascorso a Roma, alla vigilia della sua partenza per Palermo datata 15 gennaio 1842, andò a trovare un amico di infanzia, Gustave de Bussières, che era protestante. Non trovandolo, fu ricevuto da suo fratello convertito dal protestantesimo, il barone Théodore de Bussières, fervente cattolico e devoto della Medaglia Miracolosa, strumento di tante conversioni.

Ispirato dalla Santa Vergine, questi sfidò Ratisbonne: «Giacché lei detesta la superstizione e professa dottrine tanto liberali, giacché è uno spirito forte tanto illuminato, avrà il coraggio di sottoporsi a una prova innocente?». Questa prova invitò Ratisbonne ad indossare la Medaglia Miracolosa e a recitare mattino e sera il Memorare, il «Ricordatevi» che san Bernardo compose in onore della Vergine Maria, una preghiera molto efficace: «Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, che non s’è inteso mai che alcuno che è ricorso alla vostra protezione, che ha implorato il vostro patrocinio e chiesto la vostra protezione, sia rimasto abbandonato. Animato io da tale confidenza, vengo, o Vergine delle Vergini a gettarmi nelle vostre braccia e gemendo sotto il peso delle mie colpe mi prostro ai vostri piedi. O Madre del Verbo, non disdegnate le mie preghiere ma benignamente ascoltatele e degnatevi di esaudirle». Ratisbonne accettò: «Oh! Non importa, esclamò, scoppiando a ridere; voglio quantomeno provarvi che si fa torto agli ebrei accusandoli di ostinazione e di testardaggine insormontabile» (Ratisbonne, di J. Guitton, op. cit., p.22). Promise dunque al barone de Bussières di recitare questa preghiera: «Se essa non mi fa del bene, almeno non mi farà del male!» (op. cit., p.56).

Alphonse Ratisbonne ritornò dal de Bussières per riportargli la preghiera che aveva ricopiata, dal momento che il barone non ne possedeva altre copie. Una forza interiore spinse Théodore de Bussières ad insistere, affinché Alphonse rinviasse la sua partenza, suggerendogli così che se fosso rimasto a Roma avrebbe potuto vedere il Papa. Fece pregare alcuni suoi amici, fra i quali il conte de La Ferronays, per la conversione di un ebreo. Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio, Ratisbonne si svegliò di soprassalto: vide davanti a lui una grande croce nera, avente una forma particolare, senza Cristo. Provò, invano, a scacciare questa immagine, dopodiché si riaddormentò. Dopo la sua conversione, qualche ora più tardi, avrebbe riconosciuto in quella visione, la croce coniata sulla Medaglia Miracolosa. Giovedì 20 gennaio 1842, Théodore de Bussières andò nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte poiché doveva far riservare i banchi per la famiglia di de La Ferronays, vecchio ministro di Carlo X, esiliato a Roma dal 1830. Il conte, purtroppo, era morto improvvisamente la sera del 17 gennaio. Nel frattempo, chiese a Ratisbonne di aspettarlo per qualche minuto. Lo ritrovò inginocchiato davanti alla cappella dell’Arcangelo san Michele e san Raffaele, con il viso bagnato di lacrime, dicendo tutto emozionato e riconoscente: «Che Dio buono! Che pienezza di grazia e felicità!». Supplicò Théodore de Bussières di portarlo da un sacerdote poiché, spiega, «quanto ho a dire, non posso proferirlo che in ginocchio. La parola umana non deve tentare d’esprimere l’inesprimibile; ogni descrizione, per quanto sublime possa essere, non sarebbe che una profanazione dell’ineffabile verità. (…) Non sapevo dove mi trovavo; non sapevo se ero Alphonse o un altro; provavo un cambiamento così totale che mi credevo un altro. (…) La gioia più grande si sprigionava dal fondo della mia anima; non potetti parlare; non volli rivelar niente; sentivo in me qualche cosa di solenne e di sacro che mi fece chiamare un sacerdote» (op. cit., p.64).

Théodore de Bussières lo portò al Gesù, convento dei Gesuiti, affinché parlasse a Padre de Villefort. Ratisbonne tirò fuori la sua Medaglia che aveva attaccata al suo collo, l’abbracciò e gridò: «L’ho vista! L’ho vista!». Il Padre de Villefort gli chiese di parlare. Ratisbonne si mise in ginocchio e raccontò che entrando in chiesa aveva visto un cane nero che saltava e abbaiava davanti a lui. In seguito, il cane disparve (il cane sembra essere l’immagine del diavolo). «D’un tratto – dichiarò – mi sono sentito di un turbamento inesprimibile. Tutta la chiesa disparve; la chiesa mi sembrava tutta oscura, eccetto una cappella, quasi che tutta la luce della chiesa si fosse concentrata in quella. Alzai gli occhi verso la cappella raggiante di tanta luce e vidi sull’altare della medesima, grande, maestosa, bellissima, misericordiosa, la Vergine Maria, simile nell’atto e nella forma, all’immagine che si vede nella Medaglia Miracolosa; una forza irresistibile mi spinse verso di Lei, che parve dicesse: “Basta così”. Non lo disse, ma lo capii» (Ratisbonne, di J. Guitton, op. cit., p.30). E aggiunse: «Uscivo da una tomba, da un abisso di tenebre, ed ero vivo, perfettamente vivo… Ma piangevo! Vedevo nel fondo dell’abisso le miserie estreme dalle quali ero stato strappato da una misericordia infinita». Pensando alla sua fidanzata e alla sua famiglia ebrea, li implorò: «A voi dono le mie preghiere! (…) Non alzerete voi gli occhi verso il Salvatore del mondo il cui sangue ha cancellato il peccato originale? Oh, che l’impronta di questa macchia è orribile! Rende completamente irriconoscibile la creatura fatta a immagine di Dio» (op. cit., p.65). In seguito, Ratisbonne si recò con P. de Villefort e Théodore de Bussières a Santa Maria Maggiore e a San Pietro per rendere grazie a Dio. Trovandosi in dette basiliche, esclamò: «Com’è bello qui! Non vorrei uscirne mai (…). Non è più la terra, è quasi il cielo».

Si trovava alla presenza di Dio, ma gemeva sapendo di avere ancora in sé il peccato originale e rifugiandosi nella cappella della Santa Vergine, affermò: «Qui, non posso avere paura; sento che sono protetto da una misericordia immensa» (op. cit., p.31). Quando Théodore de Bussières gli domandò i dettagli di ciò che avesse visto, Alphonse Ratisbonne precisò: «Vidi la Regina del cielo in tutto lo splendore della sua bellezza senza macchia; ma il suo sguardo non aveva potuto sostenere lo splendore di quella luce divina. Aveva provato per tre volte a contemplare nuovamente la Madre delle misericordie; tre volte i suoi inutili sforzi non gli avevano permesso di alzare gli occhi che alle sue mani benedette dalle quali sgorgava, con fasci luminosi, un torrente di grazia» (op. cit., p.33).

Sapeva con certezza assoluta che il de La Ferronays aveva non solo pregato per lui, ma persino offerto la propria vita a Dio per la sua conversione e che essa era ugualmente dovuta alle preghiere rivolte al Signore nel corso di tutto l’anno precedente da suo fratello Théodore, da P. Desgenettes e dai fedeli dell’Arciconfraternita di Nostra Signore delle Vittorie, ai quali P. Théodore aveva confidato questa intenzione.

Alphonse Ratisbonne si fece istruire secondo i dettami della religione cattolica, come già aveva osservato in una delle sue tante lettere, affermando che nel cattolicesimo «intravedeva il senso e lo spirito dei dogmi» (op. cit., p.66). Entrò nel convento dei Gesuiti per un ritiro spirituale sotto la direzione di P. de Villefort e secondo le sue richieste, fu battezzato il 31 gennaio 1842, 11 giorni dopo la sua conversione. Scrisse: «Gli ebrei che udirono la predicazione degli apostoli furono immediatamente battezzati, e voi volete farmi attendere dopo che ho udito la Regina degli apostoli!» (op. cit., p.67).

Il così breve tempo intercorso fra la sua conversione ed il battesimo si giustifica grazie alla conoscenza della dottrina cattolica da lui dimostrata ai sacerdoti incaricati di istruirlo, sebbene non avesse mai aperto in precedenza alcun testo religioso.

Dicendo «la Santa Vergine non mi ha detto niente, ma ho capito tutto», Ratisbonne affermò che Lei gli aveva fatto conoscere le verità del cristianesimo tutte in una volta; l’apparizione fu per lui un centro di luce dal quale tutto s’irradiava, come una formula matematica che spiegava il mondo intero. In seguito, Alfonso e Flora si lasciarono e a tal proposito, egli scrisse che «l’amore del mio Dio aveva talmente preso il posto di ogni altro amore, che la mia stessa fidanzata mi appariva sotto un altro aspetto. L’amavo come un oggetto che Dio tiene nelle sue mani, come un dono prezioso che fa amare ancora di più il donatore» (op. cit., p.66).

È interessante ricordare che il 29 aprile 1918, il P. Kolbe – colui che donò la vita fino alla morte per l’Immacolata – volle celebrare la sua prima messa in Sant’Andrea delle Fratte, proprio sull’altare dove Alphonse Ratisbonne il 20 gennaio 1842 vide la Santa Vergine, Colei che aveva convertito il Nostro Israelita di 28 anni mediante la Medaglia e la preghiera del «Ricordatevi».

Mauriac osserva, nei suoi Bloc notes del maggio 1964: «Ci sono attimi eterni attorno ai quali tutto un destino cristallizza degli istanti che durano fino alla morte, sin quando l’uomo vive» (Rue de Bac ou la superstition dépassée, di Jean Guitton, Ed. S.O.S., coll. «Hauts lieux de spiritualité», 1973, p.94). Qualche giorno dopo il suo battesimo, il 3 febbraio 1842, Ratisbonne è ricevuto da papa Gregorio XVI, il quale gli fece la seguente impressione: «Le maestà del mondo mi sembravano riunite in colui che quaggiù possiede la potenza di Dio (…). Ma (…) non era un monarca, ma un padre la cui bontà estrema mi trattava come un caro figlio» (Mémoire del 12 aprile 1842, éd.1919, p.94, citato da R. Laurentin, in Multiplication des apparitions de la Vierge aujourd’hui, Fayard, 1988, p.125).

L’apparizione privata e la conversione spettacolare di Ratisbonne fecero molto clamore: si aprirono a Roma un’inchiesta e subito dopo un processo canonico. Esso si concluse con il riconoscimento dell’autenticità dei fatti. Il 3 giugno 1842, un decreto del cardinale Patrizi, vicario di Roma, assicurò «che era certo che un vero ed insigne miracolo operato da Dio, ottimo e massimo, per l’intercessione della Vergine Maria, ha generato la conversione istantanea e perfetta di Alphonse Ratisbonne dal giudaismo al cattolicesimo». È grazie a questo Decreto che la Sacra Congregazione dei Riti accordò, il 23 giugno 1894, l’istituzione della Festa della Manifestazione della Vergine Immacolata, detta della Medaglia Miracolosa. Questa festa si celebra il 27 novembre, ricorrenza dell’apparizione di Nostra Signora a santa Caterina Labouré. L’ufficio del breviario, in questa data, racconta proprio la conversione di Alphonse Ratisbonne. In ringraziamento delle preghiere a Nostra Signora delle Vittorie per la sua conversione, nel 1843 Ratisbonne fece benedire da Monsignor Affre una cappella consacrata al Santissimo ed Immacolato Cuore di Maria.

Alphonse Ratisbonne lasciò il suo mestiere di avvocato e il mondo della finanza. Entrò nel noviziato dei Gesuiti il 14 giugno 1842 prendendo il nuovo nome di Marie-Alphonse e fu ordinato sacerdote il 24 settembre 1848. Con l’autorizzazione del Superiore Generale dei Gesuiti, P. Jean-Philippe Roothaan e la benedizione di Papa Pio IX, nel 1852 lasciò la Compagnia di Gesù per entrare nella Congregazione di Nostra Signora di Sion. Votata alla conversione degli ebrei, essa è stata fondata dal fratello Théodore nel 1843, su domanda di Gregorio XVI. I due fratelli, Théodore e Alphonse Ratisbonne, avevano fondato nello stesso anno l’apostolato delle religiose di «Nostra Signora di Sion», e nel 1855 «I Preti Missionari di Nostra Signora di Sion», affinché potessero «lavorare, piangere e soffrire per la redenzione di Israele». Eressero a Gerusalemme e ad Ain Karim, il villaggio natale di San Giovanni Battista a 7 chilometri ad ovest di Gerusalemme, alcuni conventi e monasteri per i religiosi e le religiose di Nostra Signora di Sion, oltre che delle scuole e degli orfanotrofi nei quali si impartiva una specifica formazione al lavoro. Divenuto quasi cieco, P. Marie-Alphonse aveva profetizzato: «Avrò prestò l’età della Santa Vergine, 70 anni: morirò a quell’età». Morì, infatti, a 70 anni, il 6 maggio 1884, ad Ain Karim, dicendo: «Offro la mia vita per la salvezza di Israele» e gridando, pieno di gioia e come rapito: «Maria!». Alcuni testimoni pensano che abbia visto a quel punto la Santa Vergine poiché il suo viso si illuminò e la sua stanza fu investita da una luce soprannaturale. Sulla sua tomba, a San-Giovanni-in-Montana, presso Gerusalemme, dove fece costruire un convento, si legge la seguente preghiera, incisa su sua richiesta: «O Maria, ricordatevi del vostro figlio che è la dolce e generosa conquista del vostro amore!».

L’efficacia della Medaglia Miracolosa risiede nella preghiera che riconosce Maria «concepita senza peccato». Maria, nostra Madre, «Rifugio dei peccatori», risplendente dell’amore di Dio che Ella dona agli uomini, è molto generosa nelle grazie, tra le quali quella della salvezza. È per la nostra consacrazione ai Sacri Cuori, che noi otterremo la nostra santificazione e la conversione dei peccatori. P. Desgenettes ne fece esperienza: la confraternita di Nostra Signora delle Vittorie, che era come morta, rivisse quando egli obbedì ad una voce interiore che il 3 dicembre 1836 gli rivelò: «Consacra la tua parrocchia al Santissimo e Immacolato Cuore di Maria». P. Desgenettes scrisse: «Non sembra forse naturale pensare che Gesù Cristo si interessi alla gloria di questo Cuore che gli ha fornito le prime gocce del Sangue adorabile al prezzo del quale ci avrebbe riscattati? Egli vuole che la gloria di cui ha coronato la sua Santa Madre nel Cielo, si rifletta sulla terra, che tutti gli uomini sappiano che il Cuore di Maria è il serbatoio e il canale delle misericordie divine» (Annales de l’Archiconfrérie de Notre-Dame des Victoires, marzo 1854, p.214, in L’Abbé Desgenettes, serviteur et apôtre de Marie, di Suor Maria-Angelica della Croce, op. cit., p.218)

giovedì 15 maggio 2025

Senso Religioso

 Può l’uomo raggiungere, a partire dalla propria ragione naturale, la certezza dell’esistenza di Dio? Ogni prova dell’esistenza di Dio gode della medesima certezza o esistono delle differenze? A partire dalle classiche cinque vie di San Tommaso d’Aquino, attraverso l’integrazione con le riflessioni filosofiche successive, padre Réginald Garrigou-Lagrange O.P. (Auch, 1877 – Roma, 1964; filosofo, teologo e mistico domenicano, tra le più brillanti menti speculative del XX secolo), con mirabile capacità di sintesi, entra nel cuore della problematica riassumibile nel principio “il più non viene dal meno”. La rinuncia - pur sempre possibile – a questa riflessione, e al suo essere alla portata di tutti, condurrebbe inevitabilmente all’ammissione di una realtà assurda, dove si perdono sia Dio, sia l’uomo.


***


Capitolo IV - Enunciazione della prova generale che racchiuda tutte le altre 


Questa prova ha per principio questa verità per tutti evidente, ossia che il più non viene dal meno, o meglio, il più perfetto non può essere prodotto dal meno perfetto, come la causa pienamente sufficiente che ne dà ragione; in altri termini. Per esempio, la statua non si spiega soltanto con l’argilla, il legno o il marmo che ne sono la materia o la causa materiale. La statua suppone uno scultore, che ha conosciuto il soggetto da rappresentare, che è in grado di realizzare ciò che concepisce e che di fatto lo realizza. Il più non viene dal meno. 


Ugualmente, nell'ordine della natura, l'essere generato, pianta o animale, non si spiega solo con la materia bruta; bisogna che abbia avuto un seme proveniente da un generante perfetto almeno quanto il generato; oltre al fatto che solo l'adulto, arrivato alla perfezione della sua specie, può generare. Il più non viene dal meno e non può essere reso intelligibile da quest’ultimo. 


Così ancora solo un maestro che conosce una scienza o un'arte può insegnare, e soltanto colui che ama fortemente la virtù può ispirare effettivamente l'amore, un amore duraturo e fecondo. 


Il più perfetto non può essere prodotto dal meno perfetto come da sua causa pienamente sufficiente, poiché questa maggior perfezione sarebbe senza alcuna causa, giungerebbe all'esistenza senza che nulla possa spiegarla, contrariamente al principio di causalità: ex nihilo nihil fit: dal nulla senza alcuna causa non può venire niente. Più la terra è povera e più bisogna coltivarla, e affidarle una buona semenza per farle produrre qualcosa. Se la terra fosse stata ridotta al nulla, sarebbe necessaria una potenza attiva infinita per produrre dal niente (ex nihilo), il più piccolo granello di polvere e a maggior ragione il più piccolo chicco di grano. Ma senza nessuna causa efficiente tendente a questo piuttosto che a quest’altro, nulla può esser prodotto. Parimenti, l’inferiore non può produrre il superiore, poiché la perfezione di quest’ultimo sarebbe senza causa alcuna, senza ragion d'essere. Questo vorrebbe dire porre l'assurdità al posto del mistero della creazione. 


Il superiore non può essere spiegato dall’inferiore ma, viceversa, il superiore può spiegare quest’ultimo. Lo scultore che ha un pensiero vivo della statua ciò che costituisce il suo valore artistico. L'adulto che genera motiva la vita del generato. 


Dunque è una verità certa che il più perfetto non può essere prodotto dal meno perfetto. Questo principio illumina a sua volta i fatti più sicuri. 


I fatti. Nel mondo, questo è fuor di dubbio, c’è un movimento e persino del movimento incessante; inoltre, ci sono degli esseri che giungono all'esistenza. Tra questi, molti sono perfettamente organizzati e dotati di vita vegetativa (le piante); altri di vita sensitiva (gli animali); altri di vita intellettiva, che a volte si spinge fino alla genialità, e di vita morale e spirituale che, talvolta, si manifesta sotto forma di eroicità e di un’incontestabile santità, come avviene nel Cristo e nei grandi Santi del Cristianesimo, le cui opere feconde perdurano per secoli dopo la loro morte. 


Si tratta di un fatto generale, tra i più complessi, ma molto certo, che abbraccia tutte le forme dell'attività, che si constata nell'universo dal punto più basso a quello più alto.


In virtù del principio “il più non viene dal meno” o “il più perfetto non può esser prodotto dal meno perfetto”, si deve dunque concludere: se nel mondo c’è movimento e perfino movimento incessante e universale, bisogna che ci sia un motore capace di produrlo. Se ci sono nel mondo degli esseri che giungono all'esistenza e che in seguito scompaiono, bisogna che ci sia, da tutta l'eternità, un Essere che esiste per sé, che non deve l'esistenza che a se stesso e che possa donarla agli esseri contingenti e corruttibili. Se nel mondo ci sono degli esseri viventi, bisogna che l'Essere che da tutta l'eternità esiste da sé abbia la vita, e che abbia la vita da sé, per poterla dare agli altri. Se nel mondo c’è intelligenza, una sapienza a volte geniale, se c’è moralità, bisogna che l'Essere che da tutta l'eternità esiste da sé sia intelligente, sapiente e veramente santo; oltretutto: bisogna che abbia da sé la sapienza e la santità per poterla comunicare agli altri. Solo il superiore può spiegare l’inferiore. 


“Chi disse che una cieca fatalità ha prodotto tutti gli effetti che vediamo nel mondo, disse una grande assurdità” (C.-L. Montesquieu, Lo spirito delle leggi).


Il più perfetto non può venire dal meno perfetto. 

Al principio di tutto, dunque, bisogna che ci sia da tutta l'eternità un Essere che non solamente abbia l'esistenza, la vita, l'intelletto, la santità, ma che sia l'Essere stesso, la Vita stessa, la Sapienza stessa, la Santità stessa; altrimenti parteciperebbe soltanto all'esistenza, alla vita, all'intelletto, alla santità, non ne possiederebbe che una parte. Pertanto, non potrebbe spiegare se stesso e richiederebbe una causa a Lui superiore. 


Al vertice degli esseri e dei valori è necessario che ci sia Colui che è l’Essere stesso, il Valore stesso. Se egli non fosse la Verità stessa tenderebbe soltanto verso di essa, come verso una perfezione a Lui superiore, per un impulso superiore a Lui che, in ultima analisi, non potrebbe che provenire da Colui che è la Verità stessa e dunque l'Essere stesso, la pienezza dell'essere e di conseguenza il Bene stesso. 


È per questo motivo che Gesù afferma espressamente la sua divinità e che è il vero Dio, quando dice non solamente: “Io HO la verità e la vita”, ma: “Io SONO la verità e la vita” (Gv 14,6). 


Questa prova globale che sviluppa tutte le altre possiede una grande forza; in essa si realizza quanto diceva Scheeben: “la prova necessaria ad ogni uomo per acquisire una piena certezza è così facile e chiara, che si percepisce appena il procedimento logico che implica […] essa fonda, a questo titolo, una convinzione più forte e più solida di qualsiasi convinzione ottenuta artificialmente, e non può essere smossa da nessuna obiezione scientifica”.

mercoledì 14 maggio 2025

Se senti vacillare la fede

 "Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta, calmati:Dio ti guarda.

Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane.

Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona.

Se la morte ti spaventa, e temi il mistero e l'ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia.

Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde; è con noi, quando ci crediamo soli; ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni".

Sant'Agostino ♥️


martedì 13 maggio 2025

La vitamina B12


La vitamina B12 è stata isolata e cristallizzata nel 1948, e dopo quasi un secolo, sono ancora numerosi gli studi volti a scoprirne nel dettaglio non solo le proprietà chimiche ma soprattutto gli effetti sull’organismo umano

La Vitamina B12: fatti e questioni irrisolte!

Di Elena Mutti

Editor: Olivia Candini

Revisori esperti: Malvina Prapa, Antonella Borreca

Revisori naive: Nicola Ganci, Andrea Mattia Marcelli

La vitamina B12 è stata isolata e cristallizzata nel 1948, e dopo quasi un secolo, sono ancora numerosi gli studi volti a scoprirne nel dettaglio non solo le proprietà chimiche ma soprattutto gli effetti sull’organismo umano. Sin da subito è stato evidenziato il suo ruolo fondamentale nel contrastare una pesante forma di anemia e gravi disturbi neurologici. Successivamente la vitamina B12 ha trovato coinvolgimento nei più disparati settori delle scienze mediche, a volte con notevole successo e a volte no. In questo testo si vogliono ripercorrere le principali applicazioni terapeutiche della vitamina B12, anche quelle prive di fondamento scientifico, esplorando allo stesso tempo gli studi più recenti che aprono la strada a nuovi impieghi terapeutici (es. nel campo immunologico).

Cenni sulla struttura e funzioni biochimiche della vitamina B1

La vitamina B12 (chiamata anche cobalamina) è una sostanza di colore rosso formata essenzialmente da un anello con al centro un atomo di cobalto (Figura 1). Nel corpo umano la vitamina B12 interviene in due importanti reazioni biochimiche: nella prima il metilmalonil-CoA viene trasformato in succinil-CoA, mentre nella seconda la vitamina converte l’omocisteina in metionina. I due prodotti, succinil-CoA e metionina, svolgono funzioni essenziali nell’organismo umano. In assenza di vitamina i due prodotti non vengono sintetizzati e i precursori delle reazioni, il metilmalonil-CoA e l’omocisteina, vengono di conseguenza accumulati nell’organismo.

 

Fonti alimentari della vitamina B12 e principali cause di carenza

La vitamina B12 non viene prodotta dall’organismo umano ma deve essere introdotta con la dieta e viene assorbita a livello dei primi tratti dell’intestino. In alcuni casi difetti genetici o malformazioni funzionali impediscono l’utilizzo della vitamina introdotta, determinando uno stato di carenza. Più spesso invece, un deficit di vitamina B12 è legato ad un’insufficiente assunzione con la dieta. La vitamina B12, a differenza di buona parte delle altre vitamine, è presente solo nei prodotti di derivazione animale. La troviamo nella carne (specialmente nelle carni rosse e in larga misura in fegato e reni), nel pesce, nei molluschi ma anche nelle uova, nel latte e nei suoi derivati. Nel regno vegetale è per lo più assente. Fanno eccezione alcune foglie di tè, un paio di varietà di funghi e alcuni prodotti tipici della cucina orientale, come certe specie di alghe e la soia fermentata.

L’assenza della vitamina B12 nei prodotti di origine vegetale, fa sì che la carenza della vitamina sia molto frequente in quelle popolazioni che, per ragioni sociali e/o culturali, non hanno accesso ai prodotti di origine animale (vegani, vegetariani, anziani e paesi poveri). Per questa ragione e a motivo della sua importanza, recentemente, la vitamina B12 viene anche aggiunta nella preparazione industriale di alcune bevande energetiche (Red Bull o Burn) e di alcuni snack (come le barrette di Ovomaltina o alcuni cereali Kellogg’s ).



Cenni storici e prime misurazioni

Nel 1849 un medico del Guy’s Hospital di Londra pubblicò la prima descrizione di un gruppo di pazienti con una grave forma di anemia ribattezzata anemia perniciosa. Verso la fine del 1800 si scoprì che i pazienti colpiti da anemia perniciosa presentavano anche una grave neuropatia chiamata inizialmente degenerazione subacuta combinata [1]. Studi successivi dimostrarono che questi pazienti potevano essere curati somministrando fegato crudo ma fu necessario attendere il 1948 per isolare dal fegato il fattore “terapeutico”, a cui fu dato appunto il nome di vitamina B12, e il 1955 per la definitiva comprensione della sua struttura [2]. A distanza di più di 150 anni gli studi condotti per capire e definire le caratteristiche chimiche e gli effetti della vitamina B12 si contano numerosi e le tecniche diagnostiche utilizzate per dosarne i livelli nel corpo umano sono state affinate. Ora sappiamo che avere un livello di vitamina B12 nel sangue più basso di 200 pg/mL, correlato ad un aumento di omocisteina e di acido metilmalonico, indica uno stato di carenza. Questo stato di carenza, se non curato, porta alle sopracitate anemia perniciosa e degenerazione subacuta combinata (ora ribattezzata neuropatia da carenza di vitamina B12). Ad oggi, possiamo dire che gli effetti di questa vitamina e in particolare della sua carenza riguardano numerosi campi, che vanno ben oltre quelli identificati in origine.

 

Ruolo nell’embrione e nel bambino

Alcuni studi indicano che un deficit di vitamina B12 nelle donne in gravidanza e di conseguenza un suo carente apporto durante lo sviluppo fetale, porta molto spesso alla nascita di bambini sottopeso, con probabili ritardi nella crescita [3]. Considerando che la carenza di vitamina B12 è frequente nelle donne in gravidanza, anche a causa dell’aumentato fabbisogno vitaminico per soddisfare le esigenze del feto (da 2.4 µg/giorno a 2.6 µg/giorno), viene spesso consigliata un’integrazione vitaminica durante il periodo pre-parto [4]. Sugli effetti della vitamina B12 nello sviluppo di difetti del tubo neurale (la struttura che nell’embrione dà origine al sistema nervoso centrale) invece, contrariamente a quanto si crede, il panorama scientifico non è unanime. E’ ancora da dimostrare infatti, se uno stato di carenza possa portare alla mancata chiusura del tubo neurale durante la gestazione e quindi, alla nascita di bambini con la spina bifida. E’ certo invece che se la carenza di vitamina B12 colpisce i bambini dopo la nascita (nei primi anni di età), questi sviluppino spesso dei danni a livello del cervello, con possibili deficit cognitivi e disfunzionalità motorie [5]. Le cause di carenza di vitamina B12 nei bambini in età pediatrica sono molte, ma un recente studio ha messo in luce come al quarto mese dal parto la concentrazione di vitamina B12 nel latte materno diminuisce considerevolmente, determi-nandone un’insufficiente disponibilità negli infanti nutriti solo con questo alimento [6].

 

Ruolo nell’adulto

La vitamina continua a svolgere un ruolo essenziale anche quando l’individuo diventa adulto.  

Malattie neurologiche. Alcuni studi sembrano dimostrare il coinvolgimento della vitamina B12 anche in alcune delle principali malattie neurologiche, diverse dalla neuropatia da carenza di vitamina B12, come il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Alzheimer [7]. Purtroppo, ad oggi, sappiamo solo che in alcuni dei pazienti affetti da queste malattie la concentrazione di vitamina B12 nel corpo presenta dei livelli alterati, ma non siamo ancora in grado di stabilire se ci sia e quale sia un nesso causale con la malattia. E’ importante però proseguire e approfondire queste ricerche, perché la vitamina B12 potrebbe essere utilizzata come supporto alle odierne terapie farmacologiche [8].

Aterosclerosi. Anche in molti pazienti con malattie cardiovascolari è stata diagnosticata una diminuzione dei livelli di vitamina B12. La vitamina B12 viene utilizzata, insieme ad altre vitamine, allo scopo di prevenire una malattia vascolare come l’aterosclerosi, sebbene gli effetti di questa terapia abbiano dato risultati contrastanti.

Medicina estetica e pratica sportiva. Negli ultimi anni, anche la medicina estetica e dello sport si sono occupate della vitamina B12. La vitamina B12 viene pubblicizzata come cura per alcune malattie dermatologiche ed è presente ormai in molti prodotti dermatologici e/o cosmetici. Sebbene alcuni studi abbiano dimostrato un miglioramento dei pazienti trattati con prodotti a base di vitamina B12, senza registrare fino ad ora la comparsa di effetti collaterali da sovradosaggio, altri studi indicano che solo un numero molto basso di soggetti con carenza di vitamina B12 presenta malattie come la vitiligine e la dermatite atopica. Non è quindi ben chiaro se esista una relazione tra i due fenomeni o se le cause vadano ricercate altrove [9]. Analogo discorso può essere fatto per l’alopecia areata. Troviamo sempre più spesso sul mercato prodotti tricologici a base di questa vitamina nonostante molti studi abbiano dimostrato l’assenza di legame tra la carenza di vitamina e l’alopecia [10]. Gli annunci pubblicitari spesso promuovono gli integratori a base di vitamina B12 utili a aumentare l’energia e la resistenza. Nessuno studio ha però dimostrato che questi integratori possano effettivamente aumentare l’energia o migliorare le prestazioni atletiche [11].

Effetti sull’osso. Uno stato di carenza di vitamina B12 è spesso associato al deterioramento della salute dell’osso. All’aumentare del livello di vitamina B12 infatti si osserva una diminuzione, seppur modesta, del rischio di frattura dell’osso [12].

Effetti sul sistema immunitario. Alcuni studi hanno portato alla luce il ruolo della vitamina B12 a livello del sistema immunitario: nei pazienti carenti in vitamina B12 è stata dimostrata una diminuzione di alcune delle cellule che devono difendere l’organismo (come le cellule natural killer e linfociti CD8). Queste scoperte potrebbero avere importanti risvolti nelle terapie delle malattie del sistema immunitario [13].

Nutrigenomica. Recentemente, si stanno sviluppando una serie di ricerche nel campo della nutrigenomica (quella scienza che studia se e come il cibo che ingeriamo, interagisce con il nostro DNA influenzando l’espressione dei nostri geni) [14]. Anche la vitamina B12 sembra avere un effetto “ nutrigenomico”. Infatti, è stato dimostrato che il nutriente vitamina B12 è in grado di regolare l’espressione di numerosi geni e/o proteine, nel sistema nervoso centrale, nel fegato, nell’intestino e in altri organi dei mammiferi. I geni e/o le proteine, per ora scoperti, sono essenzialmente alcune citochine, dei fattori di crescita e alcune molecole legate al trasporto e al metabolismo della vitamina B12 [15].

Questi studi, se sapientemente sfruttati, potrebbero portare allo sviluppo di nuove applicazioni terapeutiche per quelle patologie in cui è necessario modulare l’espressione dei geni, tra cui le malattie genetiche e i tumori.

 

Bibliografia

[1][2] G. Scalabrino, D. Veber, E. Mutti. Nuovi orizzonti biologici per la Vitamina B12. Caleidoscopio Italiana. Medical Systems S.p.A. Ed. Luglio 2005.

[3][4][5] M.R. Pepper, M.M. Black. Effects on embryonic development B12 in fetal development. Semin Cell Dev Biol. 2011;22(6):619-23.

[6] E. Greibe, D.L. Lildballe, S. Streym, P. Vestergaard, L. Rejnmark, et al. Cobalamin and haptocorrin in human milk and cobalamin-related variables in mother and child: a 9-mo longitudinal study. Am J Clin Nutr. 2013;98(2):389-95.

[7][8] A. McCaddon. Vitamin B12 in neurology and ageing; clinical and genetic aspects. Biochimie. 2013;95(5):1066-76.

[9] J. Brescoll, S. Daveluy. A review of vitamin B12 in dermatology. Am J Clin Dermatol. 2015;16(1):27-33.

[10] D.T. Ertugrul , A.S. Karadag, Z. Takci, S.G. Bilgili, H.U. Ozkol, et al. Serum holotranscobalamine, vitamin B12, folic acid and homocysteine levels in alopecia areata patients. Cutan Ocul Toxicol. 2013;32(1):1-3.

[11] National Institutes of Health (NIH), Vitamin B12 – Fact Sheet for Consumers (2011).

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