Paura dell’infinito
· A settanta anni dalla morte di Dietrich Bonhoeffer ·
08 aprile 2015
Scritti inediti di Dietrich Bonhoeffer, ucciso nel campo di concentramento di Flossenbürg il 9 aprile 1945, sono appena apparsi nel volume dal titolo La fragilità del male (Milano, Piemme, 2015, pagine 176, euro 17,50). Pubblichiamo uno stralcio dal primo capitolo.
La paura è in un certo qual modo il nostro principale nemico. Essa si annida nel cuore dell’uomo e lo mina interiormente finché egli crolla improvvisamente, senza opporre resistenza e privo di forza. Corrode e rosicchia di nascosto tutti i fili che ci uniscono al Signore e al prossimo. Quando l’essere umano in pericolo tenta di aggrapparsi alle corde, queste si spezzano, ed egli, indifeso e disperato, si lascia cadere tra le risate dell’inferno.
Allora la paura lo guarda sogghignando e gli dice: ora siamo soli, tu e io, e ora ti mostro il mio vero volto. Chi ha conosciuto e si è abbandonato a questo sentimento in un’orribile solitudine — la paura di fronte a una grave decisione, la paura di un destino avverso, la preoccupazione per il lavoro, la paura di un vizio a cui non si può più opporre resistenza e che rende schiavi, la paura della vergogna, la paura di un’altra persona, la paura di morire — sa che è soltanto una maschera del male, una forma in cui il mondo ostile a Dio cerca di ghermirlo. Non c’è nulla nella nostra vita che ci renda evidente la realtà di queste forze ostili al Creatore come questa solitudine, questa fragilità, questa nebbia che si diffonde su ogni cosa, questa mancanza di vie di uscita e questa folle agitazione che ci assale quando vogliamo uscire da questa terribile disperazione. Avete mai visto qualcuno assalito dalla paura? Il suo viso è orribile quando è bambino e continua a essere spaventoso anche da adulto: quella fissità dello sguardo, quel tremore animalesco, quella difesa supplichevole. La paura fa perdere all’uomo la sua umanità. Non sembra più una creatura di Dio, ma del diavolo; diventa un essere devastato, sottomesso.
Abbiamo paura della quiete. Siamo così abituati all’agitazione e al rumore, che il silenzio ci appare minaccioso e lo rifuggiamo. Sarebbe terribile doverlo guardare negli occhi e doversi giustificare. Dal nostro volto potrebbe scomparire per sempre il sorriso. Potrebbe, per una volta, accadere qualcosa di molto serio a cui non siamo più abituati.
Questa paura è una caratteristica della nostra epoca. Viviamo con l’ansia di essere improvvisamente avvolti e manovrati dall’infinito. Allora preferiamo vivere in società, andare al cinema o a teatro per poi essere portati al cimitero, piuttosto che rimanere un minuto di fronte al Signore.
Il cristianesimo ha sempre prodotto l’opposizione forte e sdegnata di una filosofia aristocratica che esaltava la forza e il potere, in contrapposizione con i nuovi valori di rifiuto della violenza ed esaltazione dell’umiltà. Anche nella nostra epoca siamo testimoni di questa lotta. Il cristianesimo resiste o fallisce con la sua protesta rivoluzionaria contro l’arbitrio e la superbia del potente, con la sua difesa del povero. Credo che i cristiani facciano troppo poco, e non troppo, per rendere chiaro questo concetto. Si sono adattati troppo facilmente al culto del più forte. Dovrebbero dare molto più scandalo, scioccare molto più di quanto facciano ora.
di Dietrich Bonhoeffer
Paura di Dio
nell’Apocalisse di san giovanni leggiamo: «temete dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio» (14, 7). «temete dio», invece delle cose che vi fanno paura. non temete il futuro, non temete gli altri uomini. non temete la violenza e la forza, anche se possono privarvi dei vostri beni e della vostra vita. non temete i potenti di questo mondo. non temete nemmeno voi stessi. non temete i peccati. morirete a causa di tutti questi timori. Liberatevi da queste paure, ma temete dio e soltanto Lui, che ha autorità su tutti i poteri terreni. davanti a Lui deve provare timore tutta la terra. Può darci la vita o privarcene. tutto il resto non ha importanza, solo il Signore conta. temetelo sul serio e adoratelo, dategli gli onori degni di chi ha creato ogni cosa e di chi ha portato la pace con gli uomini tramite cristo. onorate Lui e la sua santa parola, perché è arrivato il momento in cui ci giudicherà. L’eterno Vangelo è giudice di tutti gli uomini. che cosa ci chiederà il Padre nell’ultimo giorno? Soltanto una cosa: «avete creduto al Vangelo e gli avete ubbidito?». non domanderà se eravamo tedeschi o ebrei, se eravamo nazisti oppure no, e nemmeno se facevamoparte della chiesa confessante, se eravamo persone influenti e di successo, se possiamo vantarci di grandi opere, se eravamo rispettati oppure malvagi, insignificanti, inutili e sconosciuti. il nostro unico giudice sarà il Vangelo.
24 novembre 1935
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