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Icaro, l’ampiezza del desiderio infinito dell’uomo. Questa stupenda “imago” che ci regala Matisse è davvero descrittiva della dinamica del desiderio umano. Gli elementi salienti che risultano dalla composizione (che appare disordinata e netta, quasi come un collage) sono, senza dubbio, le stelle e il cuore di Icaro. Come mai questi due particolari? Il mito di Icaro è molto famoso ma, Matisse, a mio parere, ha giocato sulle forme per trasmetterci qualcosa di ben più profondo. Icaro non è altro che l’allegoria dell’uomo, sempre alla ricerca di un compimento, di qualcosa che soddisfi la sua brama. La parola desiderio proviene dal latino “De-sidere”, che significa “Senza stelle”. Nostalgia, nostalgia di un bene assente e anche ignoto, se vogliamo. Quante volte ci siamo ritrovati a sperare in fatti o avvenimenti che poi si sono rivelati inutili richiami ad una soddisfazione stantia? Il desiderio è fatto così, si apre in una scala di orizzonti sempre più ampi. Icaro, allora, diviene il grido sfuggente dell’uomo che soffre l’attesa, il presagio di un bene che manca ma di cui ha infinitamente bisogno. Non un grido disperato e nauesato come quello di Munch, bensì un urlo che spacca le traiettorie del tempo e dello spazio ed esplora, pieno di speranza, l’oceano dell’esistenza.”
“Allora, il cerchio rosso dell’Icaro di Matisse cosa significa e simboleggia?
E’ per quel cuore che l’uomo, la figura dell’uomo si libra negli spazi e il tempo e lo spazio non sono solo tomba, ma anche spunto per uno slancio. Quel cuore simboleggia che la figura di Icaro è legata, aspira, cioè dipende da qualcosa d’altro, dipende. Dipende da qualcosa d’altro.
Se non ci fosse qualcosa d’altro, anche evanescentissimo, quella figura cadrebbe su se stessa, cadrebbe giù, si spiaccicherebbe, come, infatti, è il destino di questa fiaba nella mentalità pagana. Nella mentalità pagana, cioè nella mentalità mondana, l’Icaro è destinato a distruggersi a terra, perchè il cuore non tiene, cioè le ali non tengono. Invece quel cuore è il simbolo di un rapporto con qualcosa; con qualcosa: pensatelo esilissimo fin quanto volete, ma è qualcosa d’altro!”
(Luigi Giussani – “L’io rinasce in un incontro”, pag. 71)
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