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Racconti del Cuore
"Esiste un solo problema, uno solo sulla terra.
Come ridare all'umanità un significato spirituale,
suscitare un'inquietudine dello spirito.
E' necessario che l'umanità venga irrorata dall'alto e scenda
su di lei qualcosa che assomigli a un canto gregoriano.
Vedete, non si può continuare a vivere occupandosi soltanto di frigoriferi,
politica, bilanci e parole crociate.
Non è possibile andare avanti così."
Antoine de Saint-Exupéry
La scatolaLa bambina stava preparando un suo pacco di Natale. Avvolgeva una scatola con costosissima carta dorata.
Impiegava una quantità sproporzionata di carta e fiocchi e nastro colorato.
"Cosa fai?" la rimproverò aspramente il padre. "Stai sprecando tutta la carta! Hai idea di quanto costa?".
La bambina con gli occhi pieni di lacrime si rifugiò in un angolo stringendo al cuore la sua scatola.
La sera della vigilia di Natale, con i suoi passettini da uccellino, si avvicinò al papà ancora seduto a tavola e gli porse la scatola avvolta con la preziosa carta da regalo.
"E per te, papi" mormorò.
Il padre si intenerì. Forse era stato troppo duro. Dopo tutto quel dono era per lui. Sciolse lentamente il nastro, sgrovigliò con pazienza la carta dorata e aprì pian piano la scatola. Era vuota!
La sorpresa sgradita riacutizzò la sua irritazione ed esplose:
"E tu hai sprecato tutta questa carta e tutto questo nastro per avvolgere una scatola vuota!?".
Mentre le lacrime tornavano a far capolino nei suoi grandi occhi, la bambina disse: "Ma dentro ci ho messo un milione di bacini!".
Per questo, oggi c'è un uomo che in ufficio tiene sulla scrivania una scatola da scarpe.
"Ma è vuota" dicono tutti.
"No. E piena dell'amore della mia bambina" risponde lui.
La bambina con gli occhi pieni di lacrime si rifugiò in un angolo stringendo al cuore la sua scatola.
La sera della vigilia di Natale, con i suoi passettini da uccellino, si avvicinò al papà ancora seduto a tavola e gli porse la scatola avvolta con la preziosa carta da regalo.
"E per te, papi" mormorò.
Il padre si intenerì. Forse era stato troppo duro. Dopo tutto quel dono era per lui. Sciolse lentamente il nastro, sgrovigliò con pazienza la carta dorata e aprì pian piano la scatola. Era vuota!
La sorpresa sgradita riacutizzò la sua irritazione ed esplose:
"E tu hai sprecato tutta questa carta e tutto questo nastro per avvolgere una scatola vuota!?".
Mentre le lacrime tornavano a far capolino nei suoi grandi occhi, la bambina disse: "Ma dentro ci ho messo un milione di bacini!".
Per questo, oggi c'è un uomo che in ufficio tiene sulla scrivania una scatola da scarpe.
"Ma è vuota" dicono tutti.
"No. E piena dell'amore della mia bambina" risponde lui.
Bruno Ferrero
Il Cambio
Una bambina di cinque anni non dava pace al padre e continuava a chiedergli che cosa le avrebbe comprato quando fosse andato in città. Alla fine il padre perse la pazienza.
"Comprami questo, comprami quest'altro", esplose. "Pensi solo a quel che ti danno i tuoi genitori. Vorrei sapere che cosa ci dai tu!"
La risposta della bambina lo lasciò senza parole:
"Amore", disse semplicemente.
Bruno Ferrero (Tratto da "L'importante è la rosa" edito da ELLEDICI edizioni)
La Rosa di Rilke
Il poeta tedesco
Rilke abitò per un certo periodo a Parigi. Per andare all'Università
percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese, una
strada molto frequentata.
Un angolo di questa via era permanentemente occupato da una mendicante che chiedeva l'elemosina ai passanti. La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo. Rilke non le dava mai nulla, mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta.
Un giorno la giovane francese, meravigliata domandò al poeta: «Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?».
«Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani», rispose il poeta.
Il giorno dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l'atto di andarsene. Allora accadde qualcosa d'inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell'uomo e la baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al seno.
Per una intera settimana nessuno la vide più. Ma otto giorni dopo, la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via. Silenziosa e immobile come sempre.
«Di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?», chiese la giovane francese.
«Della rosa», rispose il poeta.
Un angolo di questa via era permanentemente occupato da una mendicante che chiedeva l'elemosina ai passanti. La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo. Rilke non le dava mai nulla, mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta.
Un giorno la giovane francese, meravigliata domandò al poeta: «Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?».
«Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani», rispose il poeta.
Il giorno dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l'atto di andarsene. Allora accadde qualcosa d'inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell'uomo e la baciò. Poi se ne andò stringendo la rosa al seno.
Per una intera settimana nessuno la vide più. Ma otto giorni dopo, la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via. Silenziosa e immobile come sempre.
«Di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?», chiese la giovane francese.
«Della rosa», rispose il poeta.
Bruno Ferrero (Tratto da "L'importante è la rosa" edito da ELLEDICI edizioni)
Il Conto
Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano.
Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani col grembiule e lesse quanto vi era scritto:
“Per aver strappato le erbacce dal vialetto: Euro 3.
Per aver ordinato la mia cameretta: Euro 5.
Per essere andato a comperare il latte: Euro 0,50.
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): Euro 9.
Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: Euro 5.
Per aver portato fuori l’immondizia tutte le sere: Euro 4.
Totale: Euro 26,50.
La mamma fissò il foglio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
“Per averti portato nel grembo 9 mesi: Euro 0.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: Euro 0.
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: Euro 0.
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: Euro 0.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: Euro 0.
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato : Euro 0.
Per la vita che ti do ogni giorno: Euro 0.
Totale: Euro 0.
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi.
Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “Pagato”.
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.
"Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L’amore è gratuito. O non è amore."
Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani col grembiule e lesse quanto vi era scritto:
“Per aver strappato le erbacce dal vialetto: Euro 3.
Per aver ordinato la mia cameretta: Euro 5.
Per essere andato a comperare il latte: Euro 0,50.
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): Euro 9.
Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: Euro 5.
Per aver portato fuori l’immondizia tutte le sere: Euro 4.
Totale: Euro 26,50.
La mamma fissò il foglio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
“Per averti portato nel grembo 9 mesi: Euro 0.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: Euro 0.
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: Euro 0.
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: Euro 0.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: Euro 0.
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho preparato : Euro 0.
Per la vita che ti do ogni giorno: Euro 0.
Totale: Euro 0.
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi.
Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “Pagato”.
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.
"Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L’amore è gratuito. O non è amore."
Bruno Ferrero (Tratto da "A volte basta un raggio di sole" edito da ELLEDICI edizioni)
Il Dono
Bennet Cerf
racconta questa storia commovente riguardo a un autobus che viaggiava
sobbalzando su una strada secondaria nel Sud degli Stati Uniti.
Su un lato era seduto un vecchietto minuto che teneva in mano un mazzo di fiori freschi. Di fronte a lui c'era una ragazza i cui occhi cadevano di continuo sui fiori dell'uomo. Per l'uomo giunse il momento di scendere. Impulsivamente mise i fiori in grembo alla ragazza. "Vedo che ti piacciono questi fiori," spiegò, "e penso che a mia moglie non dispiaccia se li prendi tu. Le dirò che li ho regalati a te." La ragazza accettò i fiori, quindi osservò il vecchio scendere dall'autobus e varcare il cancello di un piccolo cimitero.
Su un lato era seduto un vecchietto minuto che teneva in mano un mazzo di fiori freschi. Di fronte a lui c'era una ragazza i cui occhi cadevano di continuo sui fiori dell'uomo. Per l'uomo giunse il momento di scendere. Impulsivamente mise i fiori in grembo alla ragazza. "Vedo che ti piacciono questi fiori," spiegò, "e penso che a mia moglie non dispiaccia se li prendi tu. Le dirò che li ho regalati a te." La ragazza accettò i fiori, quindi osservò il vecchio scendere dall'autobus e varcare il cancello di un piccolo cimitero.
(Tratto da "Brodo caldo per l'anima" di J. Canfield e M.V. Hansen)
Il mondo è pieno di persone invisibili
Esistono persone che lavano, stirano, cucinano per altre persone per dieci, venti, trent'anni. Fanno loro compagnia, le curano, le amano giorno e notte. Eppure non si sono mai sentite dire "grazie".
Dire "grazie" non è una questione di galateo. Significa dire ad una persona: "Mi sono accorto che tu esisti".
Purtroppo il mondo è pieno di persone invisibili. Basterebbe un grazie.
Esistono persone che lavano, stirano, cucinano per altre persone per dieci, venti, trent'anni. Fanno loro compagnia, le curano, le amano giorno e notte. Eppure non si sono mai sentite dire "grazie".
Dire "grazie" non è una questione di galateo. Significa dire ad una persona: "Mi sono accorto che tu esisti".
Purtroppo il mondo è pieno di persone invisibili. Basterebbe un grazie.
(Liberamente tratto da "Il segredo dei pesci rossi" di Bruno Ferrero)
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