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giovedì 15 settembre 2016

MADRE TERESA

Un giorno, mentre ero nei quartieri poveri di Calcutta e stavo per ritornare nella mia stanza, ho visto una donna che giaceva sul marciapiede. Era debole, sottile e magrissima, si vedeva che era molto malata e l’odore del suo corpo era cosi’ forte che stavo per vomitare, anche se le stavo solo passando vicino.
Sono andata avanti e ho visto dei grossi topi che mordevano il suo corpo senza speranza, e mi sono detta: questa e’ la cosa peggiore che hai visto in tutta la tua vita.

Tutto quello che volevo in quel momento, era di andarmene via il piu’ presto possibile e dimenticare quello che avevo visto e non ricordarlo mai piu’.

E ho cominciato a correre, come se correre potesse aiutare quel desiderio di fuggire che mi riempiva con tanta forza. Ma prima che avessi raggiunto l’angolo successivo della strada, una luce interiore mi ha fermata. E sono rimasta li’, sul marciapiede del quartiere povero di Calcutta, che ora conosco cosi’ bene, e ho visto che quella non era l’unica donna che vi giaceva, e che veniva mangiata dai topi. Ho visto anche che era Cristo stesso a soffrire su quel marciapiede.

Mi sono voltata e sono tornata indietro da quella donna, ho cacciato via i topi, l’ho sollevata e portata al piu’ vicino ospedale. Ma non volevano prenderla e ci hanno detto di andarcene via. Abbiamo cercato un altro ospedale, con lo stesso risultato, e con un altro ancora, finche’ non abbiamo trovato una camera privata per lei, e io stessa l’ho curata. Da quel giorno la mia vita e’ cambiata. Da quel giorno il mio progetto e’ stato chiaro: avrei dovuto vivere per e con il piu’ povero dei poveri su questa terra, dovunque lo avessi trovato.


 Ho sentito il battito del tuo cuore
Ti ho trovato in tanti posti, Signore.
Ho sentito il battito del tuo cuore
nella quiete perfetta dei campi,
nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota,
nell'unità di cuore e di mente
di un'assemblea di persone che ti amano.
Ti ho trovato nella gioia,
dove ti cerco e spesso ti trovo.

Ma sempre ti trovo nella sofferenza.
La sofferenza è come il rintocco della campana
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.

Signore, ti ho trovato nella terribile grandezza
della sofferenza degli altri.
Ti ho visto nella sublime accettazione
e nell'inspiegabile gioia
di coloro la cui vita è tormentata dal dolore.

Ma non sono riuscita a trovarti
nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri.
Nella mia fatica
ho lasciato passare inutilmente
il dramma della tua passione redentrice,
e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata
dal grigiore della mia autocommiserazione.

Signore io credo. Ma aiuta tu la mia fede.

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