Una pianta che aiuta il fegato a rigenerarsi
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La rigenerazione epatica è possibile in quanto le cellule si comportano come quelle staminali, ed è possibile che ciò avvenga con il 25% di cellule del fegato ancora sane.
Per raggiungere questo obiettivo, la fitoterapia offre numerosi rimedi (quali tarassaco, ravanello nero, carciofo selvatico o cardo), ma solo uno può pretendere di essere considerato quello che rigenera il fegato: il desmodium adscendens.
Il Desmodium adscendens, è una pianta di origine africana, dotata di proprietà epatoprotettrici nei confronti di agenti tossici e virali.
Il nome del genere, Desmodium, (nome comune Desmodio ) deriva dal greco desmos, cioè legame, fascio, con riferimento agli stami riuniti a fascio nella maggior parte delle specie. Il nome della specie, adscendens, si riferisce allo stelo a decorso ascendente della pianta.
Il nome del genere, Desmodium, (nome comune Desmodio ) deriva dal greco desmos, cioè legame, fascio, con riferimento agli stami riuniti a fascio nella maggior parte delle specie. Il nome della specie, adscendens, si riferisce allo stelo a decorso ascendente della pianta.
La pianta cresce soprattutto nei luoghi umidi della foresta
africana (Senegal, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Ghana), oppure si addossa
alla base delle palme da olio, degli alberi del cacao, ecc… Nella medicina
tradizionale africana, viene utilizzata nel trattamento preventivo delle crisi
asmatiche, e nel trattamento curativo delle affezioni epatiche.
Il desmodium adscendens svolge un’azione mirata ad aumentare
la velocità di rigenerazione delle cellule del fegato, ripristinando una
corretta funzionalità.
Oltre a questo la pianta possiede proprietà con azione
antiossidante nei confronti del acido arachidonico, svolgendo di fatto
un’azione anti infiammatoria, sia nei soggetti allergici, sia nei confronti
dell’apparato vascolare.
Un rimedio naturale nella cura delle epatiti virali,
tossiche, alcoliche e anche dai danni causati dalla chemioterapia, riduce anche
gli effetti collaterali dei farmaci riducendo la stanchezza, normalizzando le
transaminasi, diminuisce eventuali nausee, ripristina l’appetito e aiuta la
scomparsa dell’ittero.
All’Università di Tolosa sono stati effettuati degli studi
su questa pianta e analizzando i principi attivi emerge subito un’alta
concentrazione di alcaloidi (isovitexina, tra gli altri), saponine, flavonoidi
e antociani.
Inoltre, la pratica ha dimostrato che questa pianta protegge
e ripara le cellule del fegato, aiutando a mantenere il sistema immunitario in
buone condizioni. Viene usata di sovente anche nel trattamento dei cambi di
stagione per preparare al meglio il corpo.
Una pianta utile anche a proteggere il fegato durante i
trattamenti con alcuni farmaci, ad esempio il paracetamolo, utile sarebbe
assumerla prima dell’inizio del trattamento e continuare poi alcuni giorni dopo
la fine della somministrazione dei farmaci.Il trattamento con i rimedi naturali
va sempre comunque consigliato da personale esperto per valutare le posologie
più idonee in base alle patologie da curare
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