Il moralismo
***
***
Si esaltano dei valori e se ne censurano altri, per alcuni si pretende la piena coerenza, di altri si accetta e talvolta si plaude l'assenza.
Perciò se da una parte la Parola di Dio soggettivamente interpretata può anche aprire spazi sentimentalmente vivi [...], la morale per gli uomini che vivono in una società é fissata dal potere reale.
Allora la posizione dell'uomo, anche credente, di fronte al cristianesimo è impossibile che non ceda alla sua identificazione con i valori morali che la società sembra rendere ovvi.
Ed è così che la moralità diviene moralismo accanito: o il comportamento fluisce dal dinamismo intrinseco ad un avvenimento cui uno appartiene, oppure è una selezione arbitraria e pretenziosa di affermazioni fra cui dominano le scelte più pubblicizzate dal potere, e ad esse si è tenuti con scrupolo ad uniformarsi."
Luigi Giussani, "La coscienza religiosa dell'uomo moderno", pp. 58-59
Nessun commento:
Posta un commento