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sabato 13 gennaio 2018

La vita umana non ha un valore in se, staccata dalla sua relazione con il Misteroe con il volto di chi ha permesso che il Mistero si facesse carne.

"La vita umana non ha un valore in se, staccata dalla sua relazione con il Mistero e con il volto di chi ha permesso che il Mistero si facesse carne."
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La lettera di una studentessa a Padre Aldo del Paraguay.

Caro padre Aldo,
piacere. Sono Elisa, una studentessa universitaria al terzo anno di psicologia amica di Franco Bruschi di Varese.
Per il mio primo traguardo universitario, la laurea triennale, ho deciso di scrivere una tesi sull’Hospice e le Cure Palliative e il ruolo che lo psicologo svolge in queste strutture. Quest’estate sono stata una settimana nell’Hospice di Forlimpopoli del dott. Maltoni e lì ho avuto la conferma rispetto alla mia intuizione di poter un giorno lavorare al servizio dei malati. 
Grazie alla compagnia di amici del movimento, ho letto spesso tantissimi dei tuoi articoli e testimonianze rispetto quello che vivi in Paraguay. 
Qui in Italia qualche settimana fa sono state approvate le DAT(dichiarazioni anticipate di trattamento) e dai dialoghi con le compagne in università, adulti o famigliari è emerso come una delle domande che preme più al cuore di ognuno è: perché soffrire? Che senso ha questa sofferenza che dura così tanti anni? Chi decide cosa è vita e che senso ha la vita? E come starci di fronte?
Una terribile paura della sofferenza e un’ansia di essere padroni della propria morte. Un’ansia di dire per tempo 'non tenetemi in vita, in certe condizioni', non curatemi, non nutritemi nemmeno. Mentre qui tutti gioivano del progresso che l’Italia sta facendo nel legiferare giorno dopo giorno la morte, ripensavo a te e alla storia di Jose Ocampos.
È veramente misterioso come Dio abbia voluto chiamare proprio me, che fino a qualche anno fa stavo per rifiutare la mia stessa vita per portare e ricordare agli altri (anche attraverso la mia professione futura) che ognuno di noi ha un valore infinito ed è un dono, semplicemente perché c'è indipendentemente dalla situazione drammatica in cui si trova. C'è Qui. C'è Oggi. Perché ogni istante della nostra esistenza è prezioso.
Desidero tantissimo poter venire a trovarti in Paraguay, per conoscerti, poter stare con te per educarmi a uno sguardo attento come il tuo e per capire di più di me e della mia vocazione. Pensavo magari a quest’estate dopo la sessione di esami, ma ci tenevo a chiederti quanto e se sarebbe fattibile.
Ti ringrazio, prego per te.

Cara Elisa, 

"Se Dio non esiste tutto é possibile" scriveva Dostoieski... e quindi anche la eutanasia.  Ti faccio un esempio: "Io sono ateo, ad un certo punto della vita cado vittima di una grave malattia, il cui dolore é insopportabile...mi debbono intubare e tante altre cose, intorno a me non c`é nessuno che mi vuole bene. in una parola sono solo...perché dovrei continuare a vivere?" In queste consizioni non é ragionevole "obbligarmi" a vivere. Solo nell´incontro con Gesú e ragionevole vivere fino al punto di lasciarmi crucifiggere con Gesú. Ma l´incontro con Gesú non dura se attorno a me non c´e´una compagnia cristiana che mi vuole bene, che mi ricorda secondo per secondo che io sono relazione con il Mistero, che io sono proprietá di Gesú. Per questo esiste il mio hospice con 48 letti. Ho accompagnato a morire 1.500 persone e tutte hanno vissuto questa esperienza di fede che é stata decisiva nelle cure paliative. Per questo il cuore dell`Hospice é Gesú Eucarestia. Ma senza un'esperienza cosí io sarei il primo a chiedere l´eutanasia, a chiedere che mi lasciate morire.
La vita umana non ha un valore in se, staccata dalla sua relazione con il Mistero e con il volto di chi ha permesso che il Mistero si facesse carne.
Per cui il problema non é lottare contro l`eutanasia ma annunciare il vangelo, annunciare Gesú e anche creare piccole strutture nelle quali noi cristiani accogliamo gli ammalati terminali ACCOMPAGNANDOLI A MORIRE con il conforto della fede come si diceva una volta.
Ti consiglio entrare nel blog di Costanza Miriano per vedere un dialogo fra me e José inchiodato per una spondilite al letto, cieco e muovendo solo un pochino la mano destra. E´un esempio di ció che ti ho detto.
"Contra facta non valem argumento" "Se Dio non esiste, tutto é lecito".
Con affetto, 
Padre Aldo

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