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domenica 29 aprile 2018

Quattro frasi di Gramsci che leggerete solo qui

Quattro frasi di Gramsci che leggerete solo qui

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Aprile 27, 2018 Redazione
Oggi è l’anniversario della morte del fondatore del Pci. Tempi.it vuole ricordarlo con quattro sue frasi su scuola, Chiesa, utero in affitto e rottamazione





Oggi è l’anniversario della morte di Antonio Gramsci (22 gennaio 1891 – 27 aprile 1937), politico e filosofo, tra i fondatori del Partito comunista italiano. Tempi.it desidera celebrarlo ricordando tre suoi pensieri che oggi la sinistra, chissà come mai, tende spesso a dimenticare.
LA CHIESA. «La Chiesa è un organismo perfettamente democratico: il figlio di un contadino o di un artigiano, se intelligente e capace, e se duttile abbastanza per lasciarsi assimilare dalla struttura ecclesiastica e per sentirne il particolare spirito di corpo e di conservazione e la validità degli interessi presenti e futuri, può teoricamente diventare cardinale e Papa» (Quaderni).
LA SCUOLA. «Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera, della scuola lasciata all’iniziativa privata e ai Comuni. La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola è indipendente del controllo dello Stato. (…) Noi dobbiamo farci propugnatori della scuola libera e conquistarci la libertà di creare la nostra scuola. I cattolici faranno altrettanto dove sono in maggioranza; chi avrà più filo tesserà più tela» (Il grido del popolo).
L’UTERO IN AFFITTO. «Il dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell’innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all’attività esploratrice dell’iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l’organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l’eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società. Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. (…) La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno». (l’Avanti! 6 giugno 1918)
LA “ROTTAMAZIONE”. «Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa… Nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente» (Quaderni).

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