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lunedì 23 luglio 2018

Cerami, Caproni, Morante e la resurrezione necessaria
di Fabio Colagrande | 17 luglio 2013 
Quando intervistai a Natale Vincenzo Cerami - oggi scomparso - mi raccontò un aneddoto a cui forse avrà ripensato in questi giorni

Oggi se ne è andato Vicenzo Cerami, grande scrittore, drammaturgo e sceneggiatore. A Natale lo avevo intervistato per la Radio Vaticana sul significato di questa festa cristiana, vista da un non credente. Nell'occasione mi aveva raccontato un aneddoto a cui forse ha ripensato in questi suoi ultimi giorni. E che forse gli venne in mente perché era già malato. Mi disse che una volta lui e Giorgio Caproni, famoso poeta e traduttore, andarono a trovare la loro amica scrittrice Elsa Morante, gravemente malata. Elsa li sorprese con una domanda a bruciapelo: "Ma voi credete nella Resurrezione di Cristo?". Cerami mi disse che lui e Caproni rimasero imbarazzati da quella domanda, ma allo stesso tempo inteneriti. Capirono infatti che la Morante voleva essere rassicurata, in quel momento estremo della sua vita. Cercava una risposta che le desse la certezza che la sua speranza nella resurrezione di Cristo fosse ben riposta. Ma i due amici non sapevano cosa rispondere. La scrittrice, però, non gliene diede il tempo e si rispose da sola. "Ma non capite? Cristo deve essere risorto per forza. Basta pensare alla sua vita terrena, così come ci è stata raccontata. Un uomo che ha avuto una vita così straordinaria, non può che essere risorto". Cerami mi disse che aveva trovato quella conclusione della Morante una sintesi meravigliosa tra fede e laicità. La Morante, da non credente, era arrivata a credere nella resurrezione sulla base della storia, della vita. Forse, in questi ultimi giorni, ci era arrivato anche Cerami.

A questo link l'intervista. Dal minuto 12'50″ a 23′ circa

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