Don Giussani
“Ma Enzo, proprio tu", ma con una faccia delusa: «Proprio tu ti comporti come se Cristo non ci fosse?!
E come se tutto dipendesse dalle tue mani: ma come credi di poter andare avanti cosi?
Non farai mai più niente di quello che fai, farai come tutti: cercare quello che meno ti ferisce, che ti mette a posto.
Non rischierai più».
...
Enzo, ma che pregare e pregare!
Il problema non è pregare, è che tu non sai offrire.
Il tuo problema è che non sai offrire, e offrire significa che la realtà non è una cosa che hai in mano tu, non è tua, e che tutto quel che si fa è come se avesse dentro la domanda che il Signore, padrone di questa realtà, si riveli, perché è cosi che si vive, e tu, guarda - te l' ho detto, ma te lo ridico un'altra volta - smetterai di fare quel che fai e avrai paura di rischiare".
E infatti era vero, era impressionantemente vero: erano due mesi che dicevo ai miei due assistenti più grandi: «Ragazzi, basta fare questi interventi: non abbiamo bisogno di problemi, io devo far carriera, meno problemi ho e meglio è».
Poi, continuando nella discussione, mi dice: "Ma sai che cosa vuol dire offrire, riconoscere che la realtà non è tua, che non l' hai fatta tu, che non sei padrone delle cose?
Vuol dire che tu stai di fronte alla realtà con una povertà che è il modo più vero, più autentico di starci di fronte: sei seriamente più realista, prendi in considerazione le cose, ti accorgi del limite che hai, se non sai chiederai e chiederai, e non dovrai difendere la tua immagine, la tua posizione".
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