LA GRANDEZZA DEL "NOSTRO" GIUS...!
Quando qualcuno di noi andava da Giussani a dirgli "Ho sbagliato", lui ci spingeva all'immediata ripresa, bruscamente invitava a smetterla di guardarsi addosso, "il punto di partenza non è quello che hai fatto, ma Colui che hai incontrato". Si arrabbiava solo quando si cercava di usare il proprio limite come obiezione per andare avanti. Allora faceva delle memorabili sfuriate. Ma, del limite in sé, diceva che è la scala verso l'infinito. "Se non avessimo la coscienza del peccato", ripeteva, "non capiremmo nemmeno la grandezza dell'essere perdonati". E crescendogli accanto cominciavo a capire ciò che a 18 anni non avevo capito, quel giorno: "Se la vita non fosse triste, sarebbe disperata". Se non fossimo tristi per la consapevolezza del male che facciamo, allora saremmo davvero disperati».
*Luigi Amicone*
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