Il Medioevo cristiano, un’epoca buia 9 “invenzioni” smentiscono questa bufala
Alcune delle quali hanno avuto proprio dei cristiani come inventori
1) OSPEDALE
Giorgio Cosmacini, docente di Storia della medicina presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e l’Università degli Studi di Milano, scrive: «il valore dell’ospitalità era solo marginalmente noto nel mondo classico. Era il Medioevo cristiano a dare fondamento etico alla hospitalitas: comandamento condiviso, come servizio reso al bisognoso e al sofferente nell’ambito di un cristianesimo che si proclamava religione dei poveri […]».
«Tali opere ricevevano una loro organizzazione da parte della Chiesa primitiva: i diaconi erano “ministri” delegati dai vescovi ad amministrare la distribuzione di viveri ed elemosine, l’assistenza a vedove ed orfani, l’alloggio a poveri e ammalati. Le prime “case ospitali” o domus episcopi, sorte accanto alle residenze vescovili, erano gli archetipi delle istituzioni ospitaliere […]. Sotto l’autorità di un vescovo nascevano case ospitali urbane, sotto l’autorità di un abate, stanze ospitali venivano allestite nei monasteri» (G. Cosmacini, L’arte lunga. La storia della medicina dall’antichità a oggi, Laterza 2009, pp. 118,120).
2) OCCHIALI
Le prime innovazioni tecnologiche si hanno, in Occidente, nel XIII° secolo. Il frate domenicano Alessandro della Spina, a cavallo tra il 1285 e il 1289, sarebbe stato il primo inventore di lenti convesse, atte cioè a facilitare la vista di chi vede male da vicino (presbiopia). Poco prima, nel 1268, l’inglese Ruggero Bacone teorizzò l’uso di lenti per migliorare la visione degli oggetti. In ogni caso, dalla fine del XIII° secolo vi fu un susseguirsi di innovazioni e di soluzioni pratiche per rendere più facile l’utilizzo delle lenti. La loro realizzazione rimase tuttavia, per molto tempo, un’attività molto specializzata, in cui si distinsero soprattutto i vetrai veneziani di Murano.
In origine, gli occhiali erano formati da superfici di cristallo di rocca con particolari angolature, tenute insieme da strisce di cuoio e da un perno, che ne garantiva un approssimativo fissaggio al naso. Un laccio di cuoio, che passava dietro la nuca, contribuiva a un solido fissaggio alla testa (www.treccani.it)
3) MULINI AD ACQUA
Fu invece a partire dal IX secolo che i mulini ad acqua simili a come noi oggi li conosciamo cominciarono a comparire in Europa, parallelamente alla progressiva abolizione della schiavitù: un mulino semplice infatti permetteva di macinare in un’ora circa 150 chilogrammi di grano, cosa che invece fino ad allora si poteva fare solo utilizzando quaranta schiavi, che, anche se non dovevano essere pagati, andavano comunque evidentemente mantenuti.
4) ARATRO PESANTE
Attorno all’undicesimo secolo, però, nel nord della Francia fece la sua comparsa un nuovo tipo di aratro, chiamato presto aratro pesante, in cui il vomere era asimmetrico, mentre lo strumento in generale era dotato di ruote e, dato che non doveva più essere per forza spinto da un uomo e poteva essere quindi appesantito per farlo entrare più in profondità, necessitava di essere attaccato a buoi o cavalli.
5) OROLOGI
Comparsi nel corso del XIII secolo, i primi orologi meccanici si trovarono in breve tempo a sostituire varie forme di misura del tempo diffuse fin dall’antichità, basate su meridiane, clessidre e perfino orologi idraulici che erano già noti a greci e romani ma che avevano trovato nuova diffusione proprio nei secoli medievali.
6) STAMPA A CARATTERI MOBILI
La stampa a caratteri mobili creata da Johann Gutenberg nel 1455 a Magonza. Anche in questo caso in realtà, come abbiamo già segnalato per l’orologio, l’invenzione europea non fu la prima in assoluto, visto che in Cina una tecnica molto simile era stata già creata nel 1041 dall’inventore Bi Sheng, tecnica che probabilmente era però ignota a Gutenberg e agli europei del tempo.
7) SETTE NOTE
Le sette note esistono da sempre, ma sapevate che la loro denominazione ha origine nel Medioevo? Guido d’Arezzo, monaco benedettino, nell’XI sec. nominò ciascuna nota con le prime sillabe dei primi sei versi dell’inno “Ut queant laxis” dedicato a San Giovanni Battista.
«UTqueant laxis
REsonare fibris
MIra gestorum
FAmuli tuorum
SOLve polluti
LAbii reatum
Sancte Johannes»
8) BUSSOLA
La bussola fece la sua comparsa sulle sponde del Mediterraneo nel Medioevo. E innescò un malinteso storico che continuò a propagarsi, con tanto di curiose conseguenze, fino ai giorni nostri.
Nel vecchio continente, il primo riferimento che la riguarda è dell’erudito inglese Alexander Neckam, che la menziona nel De nominibus utensilium (ca. 1180) e già all’inizio del Trecento era uno strumento ben noto. La troviamo nelle cronache del domenicano Giordano da Pisa (1260 – 1311), che scrive: “pare una vile pietra, ma essa è carissima” e, per chiarirne il valore, commenta che sarebbe meglio perdere uno smeraldo che una bussola.
9) CHIOCCIOLA
Il simbolo @ è arrivato lemme lemme fino a noi da secoli che qualcuno ancora si ostina a ricordare come “oscuri”. La chiocciolina che usiamo ogni giorno nella posta elettronica, appare in un codice miniato del Trecento scritto in bulgaro che è conservato nella Biblioteca Vaticana insieme a un altro milione e mezzo di rari e preziosissimi libri.
Nell’antico testo la @ è la prima lettera della parola amen. Spunta in una pagina della “Σύνοψις ἰστορική”, una cronaca universale in 6733 versi politici scritta da Costantino Manasse, nella quale l’intellettuale bizantino volle raccontare la storia del mondo, dagli inizi fino alla morte dell’imperatore d’oriente Niceforo III Botaniate (1002 -1081).
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