Andare per le vie tristemente
tormentato in continuo dal terrore
di vedermi svanire sotto gli occhi
le creazioni a lungo vagheggiate:
sentire indebolirsi dentro all’anima
l’ardore, la speranza tutto… tutto…
E restare così senz’un amore,
una grandezza, piccolo, volgare,
dannato alla tristezza quotidiana
e al pensiero incessante che infiniti
uomini han già sofferto quel ch’io soffro
ora e son morti oscuri, senza sorgere
a una luce di gloria, disperati.
Nel mio dolore nulla m’è lasciato,
neppur l’orgoglio di sentirmi il solo!
[14 novembre 1925] Cesare Pavese
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