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domenica 30 ottobre 2022

So di essere sostenuta


Pur  essendo  innegabile  che  il  mio  essere  è  un  essere  fugace  e  prorogato  di attimo  in  attimo,  esposto  all’eventualità  del  non  essere,  questo  fatto corrisponde  ad  un  altro,  altrettanto  innegabile:  malgrado  la  mia  fugacità, io   sono  e  sono  mantenuta  in  vita  di  attimo  in  attimo,  e  nel  mio  essere fugace  contengo  un  essere  duraturo.  So  di  essere  sostenuta  e  qui  sta  il  mio riposo  e  la  mia  sicurezza  –  non  la  sicurezza  dell’uomo  maturo  che  sta  su  un terreno  che  è  solido  in  virtù  delle  proprie  forze,  ma  la  beata  sicurezza  del bambino  sorretto  da  un  braccio  forte  –,  che  in  pratica  è  una  sicurezza  non meno  ragionevole.  Sarebbe  forse  'ragionevole'  quel  bambino  che  vivesse costantemente  nell’angoscia  che  la  mamma  lo  lasci  cadere?16. No.  Quindi: Se  per  bocca  del  profeta  Dio  mi  dice  che  mi  è  più  fedele  del  padre  e  della madre,  anzi  che  Egli  è  lo  stesso  Amore,  allora  devo  ammettere  che  la  mia fiducia  nel  braccio  che  mi  sostiene  è  ragionevole  e,  al  contrario,  è  stolta  la mia  paura  di  cadere  nel  nulla,  a  meno  che  non  sia  io  stessa  a  staccarmi  dal braccio che mi protegge Edith Stein

CO-REDENTORI CON CRISTO - Dagli scritti di Santa Teresa Benedetta della Croce (Stein), Carmelitana Scalza, Martire.

"Chi appartiene a Cristo deve vivere fino in fondo tutta la vita di Cristo. Deve crescere sino alla maturità di Cristo, deve intraprendere la Via Crucis, deve passare per il Getsemani e per il Golgota. E tutte le sofferenze che possono venirgli dall’esterno sono nulla a paragone della notte oscura dell’anima, quando la luce divina non brilla più e la voce del Signore non si ode più. Dio è sempre là, ma sta nascosto.

Cristo è Dio e Uomo, e chi ha parte con Lui, deve aver parte a una vita divina e umana. La natura umana, che egli assunse, gli diede la possibilità di soffrire e di morire. La natura divina, ch’egli possedeva ab eterno, conferì alla sofferenza e alla morte un valore infinito e un potere espiatorio, redentivo. Le sofferenze e la morte del Cristo proseguono nel suo Corpo mistico, e in ognuna delle membra di esso. Soffrire e morire è il destino di ogni uomo. Ma se egli è un membro vivo del Corpo mistico di Cristo, il suo soffrire e il suo morire assumono per tramite della divinità del capo un valore espiatorio, co-redentivo. Non si tratta di una bramosia perversa di soffrire. Agli occhi della razionalità naturale appare una perversione. Alla luce del mistero della Redenzione si rivela super-razionale, somma ragionevolezza. Così, colui che è legato a Cristo persevererà anche nella notte oscura della soggettiva lontananza da Dio e assenza di Dio; forse l’economia divina della salvezza impiega i suoi tormenti per liberare qualcuno che è oggettivamente incatenato dal peccato. Perciò: Fiat voluntas tua! (sia fatta la tua volontà) Anche, e anzi proprio in seno alla notte più tenebrosa..."

Edith Stein, "La vita come totalità", tr. di Teresa Franzosi, Città Nuova Editrice, Roma pp. 204.2056
L'attenzione è la forma più rara e più pura della generosità.
La capacità di prestare attenzione è cosa rarissima, difficilissima; è quasi un miracolo, è un miracolo. 
Quasi tutti coloro che credono di avere questa capacità, non l'hanno. Il calore, lo slancio del sentimento, la pietà non bastano.
Nella prima leggenda del Graal è detto che il Graal apparterrà a chi per primo dirà al custode della pietra : "Qual è il tuo tormento?".
La pienezza dell’amore del prossimo è semplicemente l’essere capaci di domandargli: “Qual è il tuo tormento?”.
Per questo è sufficiente, ma anche indispensabile, saper posare su di lui un certo sguardo.

Simone Weil

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