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lunedì 28 novembre 2022

La carruba

 La storia della carruba e del carato 


Secondo un'antica leggenda greca il carrubo (Ceratonia siliqua) nacque dal corno di un toro che venne colpito da un fulmine.

La leggenda ha lasciato il segno appunto nel nome Keronia, dalla contaminazione dei nomi greci keras (corno) e keraunós (fulmine).

In Italia, attraversando le campagne dell’area mediterranea, non è difficile imbattersi in carrubi isolati o in filari, alberi dal portamento maestoso e dall’ampia chioma sempreverde. Originario della parte orientale del Mare Nostrum, il carrubo (Ceratonia siliqua) è presente fin quasi al limitare del deserto del Sahara e sarebbero stati proprio i suoi frutti, i dolci baccelli dal sapore di cioccolato, a sfamare Giovanni Battista, meritandosi così il nome di pane di San Giovanni. 

Da lì il carrubo si diffuse successivamente in tutto il Mediterraneo e i suoi frutti vennero impiegati a scopo terapeutico e alimentare, arrivando perfino ad essere trasformati in salse salate nel Rinascimento.

L’impiego preferito è quello dolce perché i baccelli maturi vengono mangiati a morsi per il loro gradevole gusto di cioccolato, e sono graditi anche dai cavalli.

Però occorre prestare attenzione perché all’interno si trovano dei semi durissimi che pesano 0,20 gr. e un tempo erano presi a riferimento come unità di misura per titolare la qualità dell’oro e chiamati carati, dall’arabo "qirat", che significa appunto seme di carrubo.

La polpa macinata dei baccelli dà una farina ricca di fibre e sali minerali, utilizzata come surrogato del cacao per la preparazione di bevande e dessert. 

Però, a differenza di questo, la carruba è molto più dolce, grazie all'elevata percentuale di glicidi (60% circa). 

In fitoterapia si ricorre alla polpa macinata per le sue capacità di placare le irritazioni di gola e intestino e di combattere le diarree infantili. Sciolta nell’acqua della vasca, la farina si rivela idratante e rinfrescante.

Il carato, cioè il seme della carruba, ha origine agli inizi del ventesimo secolo, quando si rese necessario standardizzare l'unità di misura per la vendita delle gemme.

Fino a quel momento, l'unità di misura che si usava come contrappeso nelle bilance di precisione, erano i semi di carruba.

Il carrubo (Ceratonia Siliqua), produce dei frutti, all' interno dei quali ci sono dei semi che hanno la prerogativa di essere molto omogenei in termini di peso e di dimensioni, proprio per questo venivano usati come unità di misura per le pietre preziose.

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