Nelle scuole meno computer e più libri.
Ai ragazzi internet fornisce, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non insegna il senso critico, la connessione dei dati e, quindi, conoscenza. I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati.
Bisogna educare i ragazzi al sentimento per evitare l’analfabetismo emotivo: la base emotiva è fondamentale per distinguere tra bene e male, tra cosa è grave e cosa non lo è.
Bisogna farli parlare in classe. Il linguaggio si è impoverito. Si stima che un ginnasiale nel 1976, conoscesse 1600 parole, oggi non più di 500.
Numeri che si legano alla diminuzione del pensiero, perché non si può pensare al di là delle parole che conosciamo.
E la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero.»
[Umberto Galimberti]
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