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mercoledì 5 giugno 2024

Melissa

 Melissa officinalis: dall'ansia alla tiroide...


Si tratta di una lamiacea indicata nella cura di alcuni disturbi di origine nervosa, con particolare tropismo muscolare; difatti, agendo sia sulla muscolatura liscia involontaria che su quella scheletrica volontaria (striata), risulta essere un buon rimedio antispasmodico e un ottimo decontratturante. Mi spiego meglio: Melissa officinalis si dimostra un fitoterapico efficace nel trattamento di disturbi generati da un colon spastico, come colite e meteorismo, tanto da dover essere considerata, in tal caso, la specie di base qualora sia destinata alla formulazione di un composto contenente anche piante adiuvanti.


Altresì, la melissa, risulta in grado di attenuare anche le tensioni muscolari scheletriche prodotte da accumulo di ansia e stress, specie se somministrata contemporaneamente a estratti di lavanda e buoni integratori di magnesio. Nella fattispecie ho potuto constatare, negli anni, la sua efficacia nel trattamento delle cosiddette "gambe insonni" (irrequietezza, che insorge in condizione di riposo, degli arti inferiori, causata da spasmi muscolari di varia intensità) e del bruxismo (digrignamento dei denti specie durante il sonno). Nel primo caso, qualora il disturbo sia aggravato da un'insufficienza venosa, è necessario integrare, per un risultato sicuro, anche una pianta vascolare come il meliloto.


Numerosi studi recenti non hanno fatto altro che confermare le proprietà da sempre note alla medicina etnica mediterranea. Vengono riconosciute, a questa straordinaria specie officinale, proprietà ansiolitiche e antispasmodiche. Sono stati, inoltre, documentati effetti positivi sull'umore, sulla memoria e, grazie alla presenza di acido rosmarinico, sul declino cognitivo, Alzheimer compreso. E' stata infine dimostrata un'attività antivirale di tutto rispetto nei confronti dell'Herpes simplex. Personalmente ho consigliato la melissa, in associazione a vischio e biancospino, nelle palpitazioni prodotte da ansia ed eccessivo stress in soggetti con tendenza a ipertensione associata a tali episodi.


Va anche detto che il tropismo neuro-muscolare di questa pianta può essere potenziato dall'associazione con Lavandula angustifolia. Alcuni studi randomizzati controllati (studi sperimentali in cui i soggetti partecipanti vengono assegnati in modo casuale a due gruppi, il gruppo sperimentale che riceve il vero trattamento e il gruppo di controllo trattato con placebo) hanno dimostrato l'efficacia dell'olio essenziale di melissa nel ridurre l'agitazione in soggetti non affetti da demenza, mentre l'olio essenziale di lavanda si sarebbe dimostrato più efficace nel ridurre l'irritabilità di soggetti affetti da tale patologia.


Tutti gli studi, unitamente all'assenza di effetti secondari documentati dalla tradizione, hanno confermato l'assoluta innocuità di questa lamiacea dal profumo di limone. Unica cosa da tenere in considerazione è che la sua somministrazione è controindicata in soggetti affetti da ipotiroidismo, a causa della sua capacità di bloccare il legame dell'ormone tireotropina (TSH) con il suo recettore (TSHR), con conseguente decremento di tiroxina (T4), ormone tiroideo iodato in grado di mantenere la buona funzionalità della tiroide e quindi regolare tutti quei processi metabolici che si compiono all'interno del nostro organismo.


Adriano Sonnini

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