CONSULTA L'INDICE PUOI TROVARE OLTRE 4000 ARTICOLI

su santi,filosofi,poeti,scrittori,scienziati etc. che ti aiutano a comprendere la bellezza e la ragionevolezza del cristianesimo


giovedì 18 settembre 2014

la comunità che guarisce

la comunità che guarisce





***
 




Nella nostra epoca in cui le città sono spersonalizzate e spersonalizzanti, molti ricercano la comunità, soprattutto quando si sentono soli, stanchi, deboli e tristi. Per alcuni essere soli è insopportabile; E' un inizio di morte. La comunità appare allora meravigliosa come luogo di accoglienza e di condivisione.
Ma, da un altro punto di vista, la comunità è un luogo terribile. È il luogo della rivelazione dei nostri limiti e dei nostri egoismi. Quando comincio a vivere per tutto il tempo con altre persone, scopro la mia povertà e le mie debolezze, la mia incapacità di intendermi con alcuni, i miei blocchi, la mia affettività o la mia sessualità turbata, i miei desideri che sembrano insaziabili, le mie frustrazioni, le mie gelosie, i miei odii e le mie voglie di distruggere. 

 Finché ero solo potevo credere di amare tutti; adesso, stando con altri, mi rendo conto di quanto sono incapace di amare, di quanto rifiuto la vita agli altri. E se sono incapace di amare, che resta di buono in me? Non c'è più che tenebra, disperazione e angoscia. L'amore è un'illusione. Io sono condannato alla solitudine e alla morte.
La vita comunitaria è la rivelazione penosissima dei limiti, delle debolezze e delle tenebre del mio essere; è la rivelazione spesso inattesa dei mostri nascosti in me. Ora questa rivelazione è difficile da accettare. Si cerca presto di allontanare questi mostri, o di nasconderli di nuovo, di pretendere che non esistano; oppure si fuggono la vita comunitaria e le relazioni con gli altri; o ancora si accusano loro e i loro mostri.
Ma se si accetta che questi mostri ci siano, si possono lasciare uscire e imparare a domarli. È la crescita verso la liberazione.
Se siamo accolti con i nostri limiti, e anche con le nostre capacità, la comunità diventa a poco a poco il luogo della liberazione; scoprendo di essere accettati e amati dagli altri, ci si accetta e ci si ama meglio. La comunità è allora il luogo in cui si può essere se stessi—senza paura né costrizione. Così la vita comunitaria si approfondisce nella mutua fiducia dei membri.

E' allora che questo luogo terribile diventa luogo di vita e di crescita. Non c'è nulla di più bello di una comunità in cui si cominci ad amarsi realmente e ad avere fiducia gli uni negli altri.
La vita comunitaria è il luogo in cui si scopre la profonda ferita del proprio essere e in cui s'impara ad accettarla. Si può allora cominciare a rinascere. Si, noi siamo nati a partire da questa ferita. Il cuore della vita comunitaria è il perdono. La comunità è il luogo del perdono.
Nonostante tutta la fiducia che possiamo avere gli uni negli altri, ci sono sempre parole che feriscono, atteggiamenti in cui ci si mette davanti agli altri, situazioni in cui le suscettibilità si urtano. E’ per questo che vivere insieme implica una certa croce, uno sforzo costante e un’accettazione che è mutuo perdono di ogni giorno. Troppe persone entrano in comunità per trovare qualcosa, per appartenere ad un gruppo dinamico, per avere uno stile di vita prossimo ad un ideale. Se si entra in una comunità senza sapere che vi si entra per scoprire il mistero del perdono, se ne sarà presto delusi . Ma è possibile accettare se stessi con le proprie tenebre, debolezze, anche colpe, paure, senza la rivelazione che Dio ci ama? Quando si scopre che il Padre ha mandato il suo unico figlio diletto non per giudicarci e condannarci, ma per guarirci, salvarci e guidarci sulla via dell’amore; quando si scopre che egli è venuto a perdonarci perché ci ama nel profondo del nostro essere, allora possiamo accettare noi stessi. C’è una speranza. Non siamo chiusi per sempre in una prigione di egoismi e tenebre. E’ possibile amare. Così diviene possibile accettare gli altri e perdonare. 
(J. Vanier, La Comunità, Jaca Book)

Nessun commento: